Titolo originale | Beautiful Boy |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 111 minuti |
Regia di | Felix Van Groeningen |
Attori | Steve Carell, Maura Tierney, Jack Dylan Grazer, Oakley Bull, Timothée Chalamet Amy Aquino, Carlton Wilborn, Stefanie Scott, Marypat Farrell, Timothy Hutton, Julian Works, Kue Lawrence, Kaitlyn Dever, Amy Ryan, Christian Convery. |
Uscita | giovedì 13 giugno 2019 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,78 su 36 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 3 luglio 2019
Il racconto di un ragazzo che comincia molto presto a drogarsi e la battaglia dei genitori per tirarlo fuori dalla dipendenza. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, 1 candidatura a Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, In Italia al Box Office Beautiful Boy ha incassato 156 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Nick Shelf è un bellissimo ragazzo. Lo è sempre stato, fin da bambino. Il bellissimo ragazzo del suo papà. Buono, bravo, intelligente. Cresciuto con amore dal padre giornalista e dalla sua seconda moglie, Karen, artista, che ha dato a Nick due bellissimi fratelli. Da adolescente, comincia a sperimentare qualche droga, la sua preferita è la metanfetamina, ma in mancanza va bene anche l'eroina, anche in vena. Nick vorrebbe venirne fuori, ma non ci riesce: si pente, chiede aiuto, si disintossica e ci ricade. Il resto è la storia di un calvario che investe tutta la famiglia e in particolar modo quel padre che farebbe qualsiasi cosa per poterlo aiutare.
I tempi non sono dei migliori se si è tornati a produrre questo genere di racconti e lo conferma la didascalia finale, che denuncia la droga come la prima causa di morte negli Stati Uniti sotto i cinquant'anni.
Steve Carell e Timothée Chalamet prestano la loro notorietà e la loro bravura per dire al mondo che capita anche nelle migliori famiglie e che certe volte l'amore non è abbastanza. Se la parte più emotivamente impegnativa da sostenere è quella di Carell, la responsabilità più grande è invece nelle mani di Chalamet, giovane divo dal grande seguito, che non deve correre il rischio di infondere il suo fascino al personaggio e per questo si muove su un range interpretativo estremamente trattenuto, liberando il sorriso solo nelle scene giuste, perché la speranza è tra gli argomenti del film, anche se siede nella fila degli imputati.
Beautiful Boy è dunque soprattutto un film di attori e di sentimenti, concepito in maniera classica e realistica, a volte fin troppo calcolata e prudente, come il viaggio di presa di coscienza di un padre della propria impotenza, ad un passo dal rischio di perdere anche gli altri figli, perché a sua volta divorato dal faro di una missione quasi impossibile. La disperazione di padre e figlio procede su binari paralleli, per questo ogni incontro è destinato al fallimento, ma il film di Felix Van Groeningen lavora con cura per non attribuire colpe, o quanto meno per distribuirle in egual misura, annullando il senso di tale la ricerca.
Perché Nick fa quello che fa? Perché ha un genitore emotivo, che gli ha fatto più da madre che da padre, e da cuscinetto d'atterraggio? Per il peso delle aspettative di cui si sente investito? Per trovare se stesso? La verità è che quel "perché?" è irraggiungibile, è nel vuoto che Nick vorrebbe riempire di antidolorifico per non sentirlo, e che nemmeno un film, per quanto armato di ottime intenzioni, può forse raccontare in maniera esaustiva. Ma può servire a mostrare gli effetti che ha.
La California nell’esplosione del Grunge con Nirvana, Melvins e compagnia bella ma anche l’epoca della metanfetamina, la droga perfetta, evoluzione della coca alla millesima potenza contro la quale niente e nessuno può far nulla per limitarla: è questo lo scenario nel quale Felix Van Groeningen si cimenta alla regia per rappresentare una bellissima storia di amore/rimpianto/impoten [...] Vai alla recensione »
Nel suo giocare a carte scoperte con il dolore lancinante di un padre alle prese con il figlio tossicodipendente e, viceversa, con il dolore di un figlio che sembra incapace di uscire dalla violenta spirale in cui è sprofondato, Beautiful Boy è tutto qui. Il regista ha la mano troppo pesante per maneggiare un materiale delicato come questo e finisce inevitabilmente per mettere in scena [...] Vai alla recensione »
Una storia vera di grande impatto emotivo e di bravura cinematografica, raccontata in un film che lascia il segno, che coinvolge totalmente lo spettatore nel dramma universale della dipendenza dalla droga, così da farlo penetrare, come un ago profondo, nel cuore e nella mente di un genitore disperato, di un figlio in cerca di aiuto. Il film, diretto dal belga Felix Van Groeningen il cui Alabama Monroe [...] Vai alla recensione »
Ma guarda guarda..un regista belga che realizza un film in inglese per aver scoperto l'America drogata: all'alba del 2019 negli States le sostanze stupefacenti sono la prima causa di morte per gli under 50 (così dicono le didascalie finali). Si fosse documentato su quello che succedeva negli anni '80, Van Groeningen avrebbe speso meglio il suo talento.
Tratto da una storia vera un dramma tra padre e figlio con problemi di droga. Salvo le due interpretazioni ( merito ad entrambi gli attori)... ma qui mi fermo. Il film non trasmette nessun tipo di empatia, è freddo e distaccato ( forse per scelta) e pulito...troppo pulito. Il dramma di questo ragazzo che vive praticamente in stato allucinatorio è un continuo arrivare,scusarsi, provarci, [...] Vai alla recensione »
Film gradevole con delle ottime interpretazione degli attori principali, se pur sembrano un pò troppo ingabbiati in un film compìto e non totalmente compiuto. Tema importante con un diverso pov rispetto al classico: non è il ragazzo di strada della famiglia disastrata a divenire un addicted, ma il ragazzo di talento, dalla famiglia perbene e borghese, non lontana e vuota, ma vicina [...] Vai alla recensione »
Film gradevole con delle ottime interpretazione degli attori principali, se pur sembrano un pò troppo ingabbiati in un film compìto e non totalmente compiuto. Tema importante con un diverso pov rispetto al classico: non è il ragazzo di strada della famiglia disastrata a divenire un addicted, ma il ragazzo di talento, dalla famiglia perbene e borghese, non lontana e vuota, ma vicina [...] Vai alla recensione »
Nicolas è un ragazzo di raffinato spessore, profondo e amante dell'arte e della scrittura, tanto che quando gli viene rivolta la fatidica domanda "perchè hai iniziato con la droga?" segue un urlato e disperato "non lo so". Qualsiasi tentativo di farlo riappropriare della sua vita, sembra risultare vano anche se a provarci in tutti i modi, è soprattutto il [...] Vai alla recensione »
Bello, bellissimo, magnifico ragazzo che ami scrivere, che vivi di musica, che cerchi, e che cerchi la vita... "La vita che è ciò che ti accade mentre sei intento a fare altri progetti" . E tu lo sai. Ma non ce la fai. Perché cerchi la completezza, il di più, ciò che ti appaghi, mentre non vivi vivo.
In Italia il tema della droga non sembra particolarmente sentito, tanto è vero che il momento clou dell'interesse verso questa piaga va datato agli anni Settanta e Ottanta, quando un gruppo di titoli particolarmente crudi (come Amore tossico) fecero parlare di nuovo verismo metropolitano. Trapassato remoto. Invece negli Stati Uniti - dove le tossicodipendenze colpiscono moltissimo e sono anche al centro di molte produzioni letterarie e audiovisive, spesso autobiografiche - escono molti più film, a segnalare la sensazione di urgenza che la collettività fa propria.
In verità, c'è proprio un precedente italiano a questo Beautiful Boy, che si spingeva decisamente più in là nel radicalismo della storia: Figlio mio, infinitamente caro di Valentino Orsini con un precoce Sergio Rubini e una giovanissima, indimenticabile Valeria Golino. In quel caso, dove pure un padre cercava disperatamente di riconnettersi al figlio alienato dall'eroina, il genitore (interpretato da Ben Gazzara) giungeva all'estremo di provare su sé stesso la tossicodipendenza, per mettersi in gioco fino alle estreme conseguenze e trovare un terreno di dialogo con il ragazzo.
Beautiful Boy trova alcune, non tutte, consonanze con questo vecchio film, ovviamente senza avere alcuna parentela. Del resto, il tema della paternità di fronte alla perdita dei figli in grave condizione di dipendenza è uno stratagemma narrativo facilmente intuibile, che innesca situazioni in cui non è difficile identificarsi. Di recente, anche Ben Is Back aveva lavorato nella stessa direzione, comprimendo nel breve volgere di poche ore, tra giorno e notte, l'angoscia di una madre (Julia Roberts) nei confronti di un figlio irredimibile e schiavo delle sostanze.
E anche se Beautiful Boy è realizzato in maniera molto convenzionale, nel suo andirivieni temporale e nei dialoghi di confronto, quando si dice che si basa quasi totalmente sull'interpretazione di Steve Carell non lo si deve interpretare come elemento esclusivamente critico. La sofferenza del genitore non passa quasi mai attraverso particolari elementi di scrittura, quanto piuttosto attraverso la credibilità e autenticità dell'attore - come spesso avviene quando in gioco ci sono elementi universali nella drammaturgia.
Quanto alla presenza della droga nei film, vale forse la pena ricordare alcuni titoli molto particolari degli ultimi anni, in parte sottovalutati: tra di essi almeno Il nostro Natale di Abel Ferrara, che metteva in scena la squallida e minima quotidianità di una famiglia di spacciatori alle prese con il regalo per la figlia (modalità decisamente originale di impostare lo stesso problema del rapporto tra genitori ed eredi); o Candy, con Heath Ledger, che - rivisto dopo la morte dell'attore - assurge a un altro livello, quello del film drammaticamente profetico.
Per il resto, il tema della rappresentazione dell'esperienza tossica aprirebbe un lungo discorso, da Easy Rider a Trainspotting, che non è il caso di mettere a paragone con Beautiful Boy, ben più interessato all'attraversamento umano di un dramma famigliare che non a sperimentare forme cinematografiche innovative.
Ci sono film che ti sconvolgono e ti spezzano il cuore; rimanendo, irrimediabilmente, impressi nella tua memoria. Beautiful Boy , di Felix van Groeningen, è uno di questi. Tratto dalle memorie di David e Nic Sheff - intitolate, rispettivamente Beautiful Boy e Tweak - e presentato, lo scorso anno, al Toronto Film Festival e alla Festa del Cinema di Roma, il sesto lungometraggio dell'autore di Alabama [...] Vai alla recensione »
Non si assisteva a un tale fanatismo collettivo nei confronti di un giovane attore dai tempi di Leonardo DiCaprio. Ma nel caso di Timothée Chalamet c'è una deriva nuova: l'idolatria è più intellò-chic, un po' perché le platee del cinema sono diventate più piccole, un po' perché lui ha il tipico profilo che piace alla nicchia. Dopo l'exploit di Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino e prima di The [...] Vai alla recensione »
Storia vera di un ragazzo che ha tutto - bellezza, talento, opportunità, amore - ma finisce nella gabbia della tossicodipendenza. Che è un mistero e una maledizione per chi vorrebbe salvarlo. Tratto dalle autobiografie di David e Nic Sheff, Beautiful Boy racconta il tunnel di padre e figlio (Steve Carell e Timothée Chalamet) con grande sensibilità e due attori al loro meglio.
Dalla premiere mondiale al Toronto Film Festival lo scorso settembre passando per la Festa di Roma a ottobre, arriva nelle sale un dramma di formazione che vede al centro la storia vera di un padre e un figlio impegnati a sconfiggere la tossicodipendenza del ragazzo. All'origine del secondo film del belga Felix vanGroeningen (Alabama Monroe) è il "dittico letterario" composto dai due libri scritti [...] Vai alla recensione »
Il regista belga delle lacrime. Il nome sfugge, il ricordo di un film come "Alabama Monroe - Una storia d'amore" resta nella memoria di chi lo ha visto. Associato al fastidio dello spettatore che non ha nulla contro le disgrazie (succedono, si sa) ma non regge un certo modo di raccontarle. Per esempio, puntando su una colonna sonora costruita per potenziare e non per smorzare.
Negli Stati Uniti, l'overdose è la prima causa di morte degli adulti sotto i 50 anni. L'averla messa nella frase finale di "Beautiful boy" di Felix Van Groeningen, riassume il senso della situazione sociale odierna in tema di dipendenza dalle droghe e il dramma dei protagonisti del film e dei tanti come loro, a partire da Nick Shelf, un bel ragazzo.
Le storie vere di dipendenza vi fanno piangere? Allora probabilmente sarete ancora toccati da Beautiful Boy, un esercizio emotivo potentissimo, a cui è impossibile restare indifferenti. Oltre che nella commedia, Steve Carell dimostra di avere talento anche nel dramma, dando un'anima commovente e fiera a David Sheff, giornalista che cerca di affrontare la dipendenza da meth del figlio adolescente, Nic [...] Vai alla recensione »
Dal romanzo del giornalista di Rolling Stone (S&K) David Sheff, con dedica "per le donne e gli uomini che hanno dedicato la vita alla lotta contro le dipendenze". Più che i passaggi di autodistruzione per metamfetamine di un18enne, di cui troppo poco si dice, è la confezionata santificazione dei genitori spaccati dalla "malattia" del figlio, per fortuna a volte ritratti nella vera disperazione di impotenza [...] Vai alla recensione »
David Sheff è un giornalista, si è separato e poi risposato con la pittrice Karen quando era già padre di Nic, un bel ragazzo, intelligente, dotato per la scrittura, sportivo. Con Karen ha avuto altri 2 figli, Daisy e Jasper, legatissimi al fratello maggiore che anche Karen ama come se fosse suo. Vivono in una splendida casa con parco e piscina. Apparentemente una famiglia perfetta, felice.
Nicolas Sheff ha 18 anni, è poco più alto di un metro e ottanta e pesa circa cinquantotto chili, forse un po' meno. Ha i capelli castani lunghi fino alle spalle e gli occhi verdi. Nicolas è il protagonista di questa storia, ma il suo ingresso in scena non avviene con la sua presenza fisica, bensì per via indiretta. Dapprima attraverso la descrizione verbale del padre, che chiede al telefono se si hanno [...] Vai alla recensione »
Nicolas Sheff (Timothée Chalamet) ha 18 anni, e molto altro: è bello, ama leggere, scrivere, eccelle negli sport. Andrà al college, per la gioia di papà, il giornalista David (Steve Carrell). Tra l'essere e il realizzarsi si mette di mezzo la droga, sopra tutto la metanfetamina crystal meth. Nicolas ne diviene dipendente, entra ed esce dal rehab, si pulisce, ci ricasca, e David non sa che fare, meglio, [...] Vai alla recensione »
Beautiful Boy del 41enne regista e sceneggiatore belga Felix Van Groeningen (Alabama Monroe - Una storia d'amore) è un film che racchiude dentro di sè non una bensì due storie: quella di un padre e quella di un figlio. Parallele e convergenti, magnifiche e dolorose allo stesso tempo. Entrambe sono raccontate in libri di memorie, Tweak (scritto da Nic Sheff, il figlio) e Beautiful Boy (autore David [...] Vai alla recensione »
Se a volte è comprensibile che crescere nel degrado sociale e familiare, spesso ai margini di una società distante, all'interno di quotidianità turbolenta possa portare giovani sbandati a drogarsi fino all'annientamento di sé, più complicato è capirlo all'interno di una famiglia istruita, agiata, con un padre giornalista, pur in un contesto di genitori separati.
Il film è basato su due libri autobiografici collegati: Beautiful boy, in cui il giornalista David Sheff racconta i tentativi di aiutare il figlio Nic a combattere la dipendenza da metanfetamina, e Tweak, dello stesso Nic, sulla stessa battaglia. Steve Carell interpreta David, Timothée Chalamet veste i panni di Nic e Maura Tierney quelli di Karen, la seconda moglie di David e madre di due figli, preoccupata [...] Vai alla recensione »
Fino alla metanfetamina. Fino all'eroina, anche In vena. Perché Io fa? Nick è un bellissimo ragazzo. Ha un padre che Io adora. E bravo, buono, intelligente. Ama i libri, il rock, lo sport. Sembra avere tutto quello che un ragazzo può desiderare. Eppure. Eppure diventa un tossico e non riesce ad uscirne. Vorrebbe disintossicarsi ma non ce la fa. Ci prova e ci ricade.
David Sheff è preoccupato, suo figlio Nic si droga, dipendenza dal crystal meth, anfetamina implacabile, ma anche eroina e cocaina, e alla domanda: «Perché?» la risposta è «Non lo so». Lui, David (Steve Carell) è un bravo padre, attento, sensibile, affettuoso, giornalista di professione cerca di comprendere, di aiutare. Anche Nic - Timothée Chalamet, «perfettino» persino in versione tossica - è un [...] Vai alla recensione »
"Addiction movie" la cui uscita italiana è stata rinviata più volte, Beautiful Boy è la storia della lotta di David Sheff, stimato giornalista, contro le droghe che devastano suo figlio Nic. California, anni 90. David, padre presente, e il brillante Nic, che sta per entrare all'università, si vogliono molto bene. Però il ragazzo, che in segreto assume sostanze da tempo, precipita in una discesa agli [...] Vai alla recensione »
Padre amorevole (Carell) e figlio tossico (Chalamet, nominato all'Oscar per Chiamami col tuo nome di Guadagnino). Il papà scrive per riviste prestigiose come Rolling Stone mentre il figlio è già pubblicato su Newsweek, accettato dai college migliori, avido lettore, atleta formidabile, pieno di amici e desiderato dalle coetanee. Perché si droga? Boh.
Gruppo di famiglia in un tunnel cieco. La via di uscita è di quelle che, se c'è, non si vede. E percorrerla sembra la tappa di un calvario dove il Golgota è l'inferno. Matrimoni distrutti, separazioni e nuove nozze. Il frullatore familiare non ammette pause né una pietosa tregua per respirare quel tanto che basta prima di finire ancora in apnea. E se i dissidi coniugali sono il contorno, il viaggio [...] Vai alla recensione »
Durante una lezione al college, Nic Sheff legge una poesia di Bukowski in classe. Il poeta elenca alcune piccole cose, certi aspetti del quotidiano, come le noci o il colore arancione. Li elenca e esprime odio per loro. Ma comunque decide di cantarli e di innalzarli in poesia. Di dargli importanza. Questo perché, è un fatto assodato, nella letale semplicità della quotidianità, c'è bellezza e c'è veleno. [...] Vai alla recensione »
La creatura tormentata ed errante interpretata da Timothée Chalamet è senza dubbio un beautiful boy, come cantava John Lennon: ama Fitzgerald e Bukowski, ascolta i Nirvana e i Sigur Rós, è il figlio modello insopportabilmente radical chic di un giornalista di "Rolling Stone" (sorge il dubbio: è lo stesso personaggio, traslato pari pari di film in film, che prestava il suo ciuffo ribelle alle tribolazioni [...] Vai alla recensione »
Nicolas Sheff (Timothée Chalamet) ha 18 anni, è bello, bravo, eccelle negli sport. Andrà al college, per la gioia di papà, il giornalista David (Steve Carrelli Tra l'essere e il realizzarsi si mette di mezzo la droga, sopra tutto la metanfetamina crystal meth. Tratto dalle autobiografie di padre e figlio Sheff, quello di Felix Van Groeningen non è un grande film.
'Blue, blue, electric blue," sings David Bowie's voice as freelance journalist Dave Sheff (Steve Carell) Googles "crystal meth", the highly dangerous, highly addictive cerulean rocks that his teenage son, Nic (Timothée Chalamet), has been using. This is the level of subtlety present in Felix van Groeningen's awards-y drama, based on the memoirs of the real-life father-son duo.
Brad Pitt's acting career may have had its wobbles recently but his record as a producer is exemplary. Beautiful Boy, made through Pitt's production company Plan B, is a moving, insightful and very delicately observed drama about a dad whose son is a crystal meth addict. High-flying journalist David Sheff (Steve Carell) loves Nic (Timothée Chalamet) "more than everything" but can't stop him destroying [...] Vai alla recensione »
If all parenting falls on a spectrum between the desires to smother your child and to strangle them, then Beautiful Boy could fairly be said to run the gamut. For his English-language debut, the Belgian director Felix Van Groeningen has adapted the American journalist David Sheff's 2008 memoir about his son Nic's descent into crystal meth addiction, and his subsequent attempts to both get his head [...] Vai alla recensione »
A 18 anni, Nic Sheff è un bravo studente pronto per entrare al college, ma, dopo aver provato la metanfetamina, passa a una totale dipendenza. Gli Sheff devono così affrontare il fatto che la dipendenza è una malattia che non discrimina e può colpire qualsiasi famiglia in qualsiasi momento. Che drogarsi sia sbagliato è cosa nota a tutti, tra i deterrenti possibili però c'è il forte rischio di dover [...] Vai alla recensione »
Let no one accuse "Beautiful Boy" of false advertising: The film's protagonist, Nic Sheff, more than lives up to the title, a bright, charismatic young man who, as brought to life by Timothée Chalamet, brims with ethereal sensitivity. The fact that Nic is such a sweetheart is what makes "Beautiful Boy" so excruciating: As the film opens, Nic's father, David (Steve Carell), is visiting a drug addiction [...] Vai alla recensione »
Timothée Chalamet is already the definition of a rising star. One of the youngest nominees for Best Actor, Chalamet stunned audiences with his naturalism, sensitivity and emotionally powerful turn in the already seminal gay romance Call Me By Your Name, and now he tackles a topic with much greater gravity: addiction to crystal meth. Drug addiction is an often tackled subject in cinema, but Beautiful [...] Vai alla recensione »
The question that tears at David Sheff, a magazine writer living in Marin County, outside San Francisco, is "Why?" Why did his oldest son, Nic, a charming and thoughtful young man who loved drawing, writing, reading and surfing, slide into drug addiction? It's something many parents in David's position ask, even as they despair of a satisfying answer.
It was hinted at in "Lady Bird" and other small roles and became more visible when "Call Me By Your Name" made him the youngest actor nominated for a lead actor Oscar since 1939. Now "Beautiful Boy" makes it official: Timothée Chalamet might be the male actor of his generation. Still only 22, Chalamet gives an extraordinary performance in this story of a young man's descent into methamphetamine addiction [...] Vai alla recensione »
I walked into Beautiful Boy prepared to bawl. The addiction drama was pitched in trailers as an intense chronicle of one father's battle to save his son from drugs, based on two memoirs (one from the dad, the other from his offspring). Yes, bring on the tissues. But there is a strange emotional detachment to Felix van Groeningen's adaptation, which renders the tale needlessly cold.
Dealing with addiction and confronting the long road to recovery is an unimaginably challenging process yet too often on-screen, films that tackle the subject matter struggle to convey this, that road seeming straight rather than long, twisting and filled with potholes. In Beautiful Boy, Steve Carell's character is reminded that relapse is part of recovery, a tough reminder that sobriety is not easily [...] Vai alla recensione »
Beautiful Boy is a one-note, prosaic, on-the-nose look at drug addiction that's set up as a showcase for two fine actors. Based on complementary memoirs by a father and son played respectively by Steve Carell and Timothee Chalamet, Belgian director Felix Van Groeningen's first American film is predictably straightforward and loaded with moments that trigger music cues for a vast array of tunes meant [...] Vai alla recensione »
Addiction memoirs tend to have a grippingly unsavory, voyeuristic car-crash quality. That's part of what lures us to them; so does the way that they can leave you thinking, "There but for the grace of God..." "Beautiful Boy," starring Steve Carell and Timothée Chalamet, is based on a pair of best-selling memoirs by the San Francisco journalist David Sheff and his oldest son, Nic, that chronicled Nic's [...] Vai alla recensione »
Nella fragilità della prima giovinezza si nascondono interrogativi, timori, sfide, che possono determinare intere esistenze. Per esplorare questo territorio minato, in Beautiful Boy di Felix Van Groeningen, non poteva esserci attore più adatto di Timothée Chalamet. Nel film basato sulle biografie di Nic Sheff e del padre David (Steve Carrell), Chalamet ripercorre la via crucis della tossicodipendenza. [...] Vai alla recensione »