Titolo originale | Oh, Canada |
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 94 minuti |
Al cinema | 247 sale cinematografiche |
Regia di | Paul Schrader |
Attori | Richard Gere, Jacob Elordi, Uma Thurman, Michael Imperioli, Kristine Froseth Penelope Mitchell, Victoria Hill, Aaron Roman Weiner, Cornelia Guest, Dylan Flashner, Gregory Connors, Ryan Woodle, John Way, Jean Brassard, Gary Hilborn, Megan MacKenzie, Zach Shaffer, Robert John Gallagher, Caroline Dhavernas, Peter Hans Benson, Scott Jaeck, Orlagh Cassidy, Jake Weary, Alan Campbell (II). |
Uscita | giovedì 16 gennaio 2025 |
Distribuzione | Be Water |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,82 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 gennaio 2025
Un disertore della guerra in Vietnam decide di raccontare tutti i suoi segreti. Oh Canada - I Tradimenti è 16° in classifica al Box Office. lunedì 20 gennaio ha incassato € 7.915,00 e registrato 28.738 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Leonard Fife è stato un documentarista di successo, specializzato in argomenti spinosi come l'utilizzo dell'agente arancio in Vietnam, la caccia di frodo delle foche o la pedofilia nella Chiesa; ma ora è anziano, malato terminale, e profondamente deluso da se stesso. Due suoi ex alunni, già vincitori di un Oscar per il documentario, arrivano nella casa che Leonard condivide da trent'anni con la moglie Emma per girare un film su di lui, e l'uomo si predispone a ciò che diventerà un testamento e una confessione. In passato infatti Leonard ha fatto cose delle quali non è affatto orgoglioso, sia nei confronti delle donne e dei figli che si è lascito alle spalle, che del gesto per cui è stato spesso lodato: sottrarsi all'arruolamento della guerra nel Vietnam emigrando dagli Stati Uniti al Canada. Perché quello che era stato interpretato come un atto coraggiosamente dimostrativo era invece l'ennesimo momento di viltà di cui vorrebbe ora fare ammenda.
Basandosi sul romanzo omonimo (in originale "Foregone") di Russel Banks, autore di cui Paul Schrader aveva già portato sullo schermo Affliction (in italiano "Tormenta"), è per molti versi la quintessenza del cinema dello sceneggiatore-regista: racconta infatti un uomo che deve confrontarsi con se stesso e i suoi peccati dopo un lungo diniego, tormentato da sensi di colpa e desiderio di redenzione.
Questa volta però, a differenza di capolavori della prim'ora come Taxi Driver e Toro scatenato (dei quali Schrader ha firmato la sceneggiatura) o della sua seconda primavera, come Il collezionista di carte e Il maestro giardiniere (di cui ha curato anche la regia), Tradimenti è confuso e poco a fuoco: il che ha anche un senso drammaturgico, considerato che il suo protagonista è imbottito di antidolorifici che ne alterano il discernimento e racconta la sua vita mescolando fatti e invenzioni. Ma per lo spettatore è difficile venire a capo di una storia che sembra raccontata frettolosamente, dimenticando per strada elementi importanti che probabilmente erano più comprensibili nel romanzo di Banks.
Il che avrebbe ancora una volta un senso rispetto alla vita di Schrader, che negli ultimi anni ha sofferto di una grave malattia respiratoria, ha attraversato un episodio pesante di Covid e visto la sua consorte affrontare l'Alzheimer. Si ha dunque la sensazione che lo sceneggiatore-regista abbia confezionato Tradimenti con la paura di non riuscire a completarlo in tempo, e il risultato finale purtroppo ne soffre. Ci sono molte invenzioni narrative, come il passaggio dal bianco e nero al colore (tendenza frequente nel cinema contemporaneo), il cambio di quattro formati diversi e la scelta di far interpretare Leonard a due attori fisicamente molto dissimili come Jacob Elordi e Richard Gere (inserendo anche in alcune scene del passato un Richard Gere in versione 50enne), o di far incarnare due ruoli, che forse sono in realtà uno solo, alla stessa attrice (Uma Thurman): una struttura drammaturgica che ricorda Io non sono qui di Todd Haynes. Ma l'esito è eccessivamente straniante, al di là dell'intenzione di riprodurre nello spettatore lo smarrimento in cui vive il protagonista.
È significativa la scelta di Richard Gere, che ha incontrato il successo cinematografico planetario interpretando American Gigolò di Schrader, per dare corpo e sembianze (invecchiate ad arte) a Leonard Fife, anche ispirandosi all'eloquio scorbutico e disincantato del regista. Tradimenti diventa dunque un testamento visivo dell'autore al tempo che passa e al confronto inevitabile con la morte, che costringe a fare i conti con il modo in cui abbiamo vissuto, chiedendoci se si è stati una delusione, o addirittura una frode: per Leonard Fife come per Schrader, la cui formazione calvinista ha sempre inciso parecchio nella sua tendenza a riflettere su se stesso in modo spietatamente autocritico. Nel resoconto dolente delle inadempienze di questo "maschio bianco americano" c'è tanto Russel Banks quanto Philip Roth quanto, appunto, Paul Schrader. Ma filmicamente ciò che inizia in modo promettente, anche grazie alle musiche nostalgiche e deliziosamente indie di Matthew Houck (nome d'arte Phosphorescent) a poco a poco si sgonfia e perde incisività narrativa. Tradimenti resta un racconto crepuscolare e straziante sui temi della mortalità e della responsabilità delle nostre azioni, l'ingannevolezza della memoria e il dovere degli artisti (e degli uomini) di cercare la verità, ma la sua efficacia è indebolita dalla sbrigatività delle caratterizzazioni e da un'organizzazione davvero poco comprensibile della narrazione filmica.
Di questo film mi ha convinto solo l'interpretazione dei due personaggi principali. Per il resto sono dell'idea che il tutto non scorra fluidamente ( capisco che proprio questa è l'intenzione del regista), creando una disconnessione di fondo che impedisce allo spettatore di provare alcuna risonanza emotiva
Peccato perché le premesse c'erano tutte: un regista che è una garanzia, due attori che non si discutono, un argomento promettente (la renitenza alla leva come unica soluzione al dilagare delle guerre dei potenti contro i deboli). Il film, però, secondo me non funziona e non coinvolge. È anche difficile da seguire, anche se la scelta di rendere poco chiari i vari collegamenti [...] Vai alla recensione »
Era il 1980: uno era lo sceneggiatore di «Taxi driver », l'altro l'uomo più bello del mondo. Si ritrovano adesso, uno regista veterano che cammina sul filo sottile che divide pena e redenzione, l'altro divo brizzolato in prima linea nelle cause umanitarie. A 45 anni da «American gigolò», un film che fece scalpore, il 78enne Paul Schrader ritrova in «Oh, Canada» l'amico Richard Gere.
Malato di cancro alla fase terminale, il documentarista Leonard Fife, dopo una carriera passata a svelare storie vere, accetta di rilasciare l'ultima intervista rilasciata dal suo ex studente Malcolm per quella che sulla carta dovrebbe essere l'ennesima celebrazione di una figura che ha rivoluzionato il cinema e il linguaggio del documentario. In realtà si rivelerà per l'uomo, ormai profondamente logorato [...] Vai alla recensione »
Paul Schrader e Richard Gere di nuovo insieme dopo 40 anni e più. Il film era "American Gigolò", Gere era al massimo della forma e appoggiava gli abiti del suo sterminato guardaroba sul letto, per accoppiare le sfumature. Le sue signore clienti lo pagavano per sesso e compagnia. Mica poteva farsi trovare nudo nel letto - e si levava i calzini prima di togliersi i pantaloni, come fa chiunque non voglia [...] Vai alla recensione »
Oh, life! 45 anni dopo «American gigolò» Paul Schrader dirige di nuovo Richard Gere, per interpretare la storia d'un bilancio di vita. È la parabola esistenziale di Leonard Fife, disertore americano rifugiato in Canada per evitare il Vietnam (curiosità: «fife» oltre a far rima con «life», significa flauto militare). Divenuto poi un famoso documentarista, in età anziana prende le redini e orchestra [...] Vai alla recensione »
In presa diretta per un'intervista, un celebre documentarista morente rivela menzogne, vigliaccheria e tradimenti alla moglie (Uma Thurman) che lo assiste: in fuga in Canada, da un matrimonio e dalla coscrizione per il Vietnam. Come in uno specchio... Malato, morente, Richard Gere, alter ego del regista Schrader (post operazione e ricovero l'anno scorso), fa le prove della fine decrepita e confusa. [...] Vai alla recensione »
Paul Schrader è uno dei più celebri sceneggiatori di Hollywood, basterebbe ricordare le sue collaborazioni con Martin Scorsese negli imprescindibili "Taxi Driver" (1976) e "Toro scatenato" (1980). Anche quando si è cimentato nella regia ha ottenuto risultati importanti, da "Il collezionista di carte" a "Il maestro giardiniere", usciti tra il 2021 e il 2022.
Il dispositivo per le interviste inventato da Leonard Fife, il pluripremiato documentarista protagonista di Oh, Canada, in realtà ne ricorda uno utilizzato da Errol Morris (tra l'altro esplicitamente citato da Paul Schrader). Un sistema di specchi e di teleprompter che permette di creare un contatto visivo tra l'intervistato e l'intervistatore. Quindi, fondamentalmente, un a "tu per tu" con lo spettatore. [...] Vai alla recensione »
A partire da First Reformed - La creazione a rischio, Paul Schrader ha iniziato a sistematizzare i suoi pensieri sulla fine e la te(le)ologia dell'uomo in forme sempre più serrate. Avendo finalmente trovato il modo di far coincidere la maniera europea di fare cinema (un modus ammirato nel suo amato Robert Bresson), ossia budget contenuti, controllo artistico totale e ricorso a interpreti fidati, con [...] Vai alla recensione »
Dopo una trilogia drammatica sulla redenzione maschile attraverso la violenza (First reformed, Il collezionista di carte, Il maestro giardiniere), Paul Schrader prende una piega più delicata con l'adattamento del romanzo I tradimenti di Rus- sell Banks (il suo secondo adattamento da Banks dopo Affliction del 1997). Nell'esplorazione della coscienza frammentata di un documentarista anziano e prossimo [...] Vai alla recensione »
Da Russell Banks - a cui il film è dedicato e che Schrader aveva già adattato in Affliction - un'opera da (video)camera: quella che inquadra, a domicilio, un documentarista Usa emigrato in Canada (Richard Gere), chiamato da un suo studente a ripercorrere la propria carriera prima che una malattia termini di consumarlo. L'allievo sceglie un dispositivo prossimo all'Interrotron di Errol Morris: di fronte [...] Vai alla recensione »
Quest'anno Paul Schrader torna a Cannes con il dramma Oh, Canada (in italiano il titolo sarà: Tradimenti)che, come molti film del regista americano, è un adattamento letterario. Per la seconda volta, infatti, il regista americano porta sullo schermo un romanzo - in questo caso si tratta di Foregone (2021, trad. it I tradimenti, Einaudi, 2022) - dal penultimo libro del suo amico e scrittore preferito, [...] Vai alla recensione »
Leonard Fife in Canada è un monumento vivente. Un documentarista (e insegnante) diventato celebre dopo aver lasciato, poco più che ragazzo, gli Stati Uniti per sfuggire la leva e non partire per il Vietnam. In Canada ha costruito la sua carriera e ora, vecchio e malato terminale, ha deciso di concedere una lunga intervista a due cineasti, suoi ex studenti, che stanno preparando un film celebrativo [...] Vai alla recensione »
È affascinante ammirare la distanza poetica ed esistenziale tra due film diversamente "terminali" come Megalopolis di Francis Ford Coppola (classe 1939) e Oh, Canada di Paul Schrader (1946), entrambi in competizione sulla Croisette: il primo finisce in levare, celebrando l'utopia della creazione con speranza; il secondo si chiude con una morte che porterà per sempre nella tomba i dubbi morali del suo [...] Vai alla recensione »
"Oh Canada! Our home and native land!" suona l'inno nazionale del grande nord bianco. Paul Schrader, che con quella terra ha qualche conto sospeso e più di una memoria, titola proprio Oh Canada la sua ultima fatica, sorta di riflessione sulla morte per interposta persona. Reduce da due grandi opere già marcate da senile bellezza come Il collezionista di carte e Il maestro giardiniere, Schrader non [...] Vai alla recensione »
La storia di Leonard Fife, documentarista politico dopo aver disertato la chiamata per il Vietnam, rifugiandosi in Canada. Sovrapponendo le varie fasi della vita, Schrader ricompone il percorso attraverso un'intervista, alla quale assiste anche la moglie, che verrà a conoscenza di alcuni particolari nascosti della sua relazione. A reggere il film è soprattutto Richard Gere, che curiosamente torna a [...] Vai alla recensione »
Nei romanzi dello scrittore americano Russel Banks, dal cui Foregone del 2021 è tratto quest'ultimo film di Paul Schrader (e 25 anni fa Affliction), c'era spesso un personaggio intento a raccontare la sua esistenza a un apparecchio tecnologico: un telefono in Affliction, un magnetofono nell'ultimo La terra della magia (Banks è morto nel gennaio del 2023, e Oh, Canada è a lui dedicato), una macchina [...] Vai alla recensione »
Il dispositivo per le interviste inventato da Leonard Fife, il pluripremiato documentarista protagonista di Oh, Canada, in realtà ne ricorda uno utilizzato da Errol Morris (tra l'altro esplicitamente citato da Paul Schrader). Un sistema di specchi e di teleprompter che permette di creare un contatto visivo tra l'intervistato e l'intervistatore. Quindi, fondamentalmente, un a "tu per tu" con lo spettatore. [...] Vai alla recensione »
Il passato pesava duramente sulla coscienza del sacerdote, del giocatore e del giardiniere figure centrali degli ultimi tre film di Paul Schrader. Il protagonista del suo nuovo lavoro, Oh Canada, in concorso a Cannes, dove Schrader non era più stato dai tempi di Patty Hearst (1988), si rivolge al suo passato direttamente, affidandolo a un film. Leonard Fife (Richard Gere, di nuovo con il regista 44 [...] Vai alla recensione »
Perdonate l'estemporanea prima persona, è che spero la sensazione sia (stata) singolare: a un certo punto, e nemmeno tanto in là nell'ora e mezza che dura, mi sono chiesto se stesse morendo Richard Gere o piuttosto io. Tant'è, forse improvvidamente scodellato in Concorso a Cannes 77 è Oh, Canada è scritto e diretto da Paul Schrader, basato sul romanzo Foregone del 2021 di Russell Banks, autore già [...] Vai alla recensione »