Affliction

Film 1997 | Drammatico +16 114 min.

Anno1997
GenereDrammatico
ProduzioneUSA
Durata114 minuti
Regia diPaul Schrader
AttoriJames Coburn, Nick Nolte, Sissy Spacek, Willem Dafoe .
TagDa vedere 1997
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 3,24 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Paul Schrader. Un film Da vedere 1997 con James Coburn, Nick Nolte, Sissy Spacek, Willem Dafoe. Genere Drammatico - USA, 1997, durata 114 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,24 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 21 dicembre 2023

Wade Whitehouse è un poliziotto di provincia che ha avuto un'infanzia difficile e fa fatica a trovare un equilibrio nella sua vita da adulto. Il film ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes, 2 candidature a SAG Awards, Al Box Office Usa Affliction ha incassato 6,1 milioni di dollari .

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Consigliato sì!
3,24/5
MYMOVIES 3,25
CRITICA
PUBBLICO 3,22
CONSIGLIATO SÌ
Con grande capacità registica Schrader ci fa riflettere sull'importanza dell'amore durante l'infanzia.
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 21 dicembre 2023
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 21 dicembre 2023

Una fase della vita del poliziotto del New Hampshire Wade Whitehouse viene narrata dal fratello minore. Wade da piccolo ha subìto in prima linea la violenza del padre e ora cerca di essere un buon genitore nonché un tutore della legge che non si piega alla corruzione.

Paul Schrader porta sullo schermo la vita di un padre e di un figlio mostrando una profonda pietà per il secondo.

L'Oscar andato a James Coburn come attore non protagonista è sicuramente meritato perché mette a disposizione del personaggio di Glen, padre di Wade non solo la sua imponente fisicità ma anche tutta la violenza di un uomo alcolizzato che ha sempre sentito come suo diritto quello di deridere e picchiare il figlio maggiore e di schiavizzare la moglie. Le scene in flashback in cui compare sono non solo volutamente sgranate ma anche spesso girate con camera a mano per comunicare tutta la tensione che la sua sola presenza creava in famiglia. Ma anche Nick Nolte avrebbe meritato l'ambito riconoscimento (a cui era candidato) per il modo in cui sviluppa il suo complesso personaggio.

Schrader sceneggia a partire da un romanzo di Russell Banks, "The Sweet Hereafter" che ha offerto elementi anche per il film di Atom Egoyan Il dolce domani. La prospettiva che decide di fare propria è però molto diversa da quella del regista di origine armena anche se ad accomunarli è l'esteticamente freddo paesaggio invernale che qui accompagna sin dai titoli di testa la narrazione. La quale si sviluppa come una sorta di flashback (narrato dal fratello di Wade Rolfe) che fonde due percorsi. Quello che potremmo definire secondario è dato da una detection che Wade si intesta dopo che un capo del sindacato muore in circostanze non chiare che potrebbero far risalire le responsabilità alla mafia coadiuvata da un suo giovane compagno di lavoro.

Ciò che però più interessa al regista è l'intimo tormento di Wade, che fisicamente si manifesta come un dolore ad un dente. Schrader ci vuol far riflettere su come alcuni individui vedano segnata la loro vita sin dalla più tenera infanzia e come poi per loro sia quasi impossibile costruire una personalità priva di incertezze. Ad amare si impara essendo amati, sembra essere la tesi che viene sviluppata.

Wade è divorziato e cerca di amare la piccola figlia che la madre cerca di tenere il più possibile lontana da lui. Ci prova, ne vorrebbe l'affido ma non come gestirne l'affetto che pure è presente. I suoi rapporti con chi lo circonda finiscono con l'essere dominati dal sospetto e l'unica via di pacificazione sembra poterla trovare nel rapporto con una cameriera di un locale cittadino che cerca di comprendere il suo tormento. Schrader non resiste, anche in questo caso come in Hardcore e non solo, al desiderio di chiedersi che forma di religiosità sia quella che si chiude in una forma di semifanatismo finalizzato fondamentalmente a proteggersi dalla realtà e lo fa in una scena di esequie.

Il titolo del film, bene ha fatto la distribuzione italiana a non modificarlo, è quanto di più esplicativo si potesse trovare. L'afflizione di cui Wade (e suo fratello con lui, seppure con un diverso approccio anche sul piano culturale) soffre è radicata nel profondo di una vita spesa alla ricerca di una possibile strada differente rispetto a quella conosciuta nel momento in cui la personalità si forma. Alimentata da un indefinito desiderio di riscatto che si manifesta nella fatica di portare a compimento il mestiere di vivere.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?
giovedì 21 dicembre 2023

Wade è vigile urbano, divorziato dalla moglie, vede la figlia raramente. Il suo rapporto col padre, del quale ha sempre avuto paura, si ribalta alla morte della madre. Un giorno un potente leader sindacale viene ucciso in un finto incidente di caccia. Wade vuole vederci chiaro e finisce nei guai. Schrader, con la consueta bravura, mette nel racconto due piani: la vicenda poliziesca e la vicenda umana. Come dire due film in uno, non sempre perfetti, ma importanti, grezzi e forti. Grande interpretazione di Nick Nolte e del ritrovato James Coburn.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 20 febbraio 2021
figliounico

 Dramma esistenziale diretto da Paul Schrader, sceneggiatore tra l’altro di Taxi driver, incentrato sulla figura di un uomo qualunque, un povero diavolo, interpretato da uno straordinario Nick Nolte, a cui capita di imbattersi, dopo una vita ordinaria di comuni angherie e soprusi subiti fin da bambino, in qualcosa di eccezionale che promettendogli un riscatto illusorio gli manda invece in [...] Vai alla recensione »

martedì 25 gennaio 2011
aliasname

Il film è a mio parere unico e magistralmente montato,recitato e ideato. Il padre di nick nolte è da oscar (che giustamente prese) al suo pari è nick nolte che recita talmente bene che dallo sguardo ci sembra di capire cosa stia pensando, ci trasmette le pressioni, le disperazioni, le debolezze che abitano anche le persone più buone che però sono spesso vittime dell'a [...] Vai alla recensione »

martedì 10 marzo 2015
il befe

bello

martedì 15 novembre 2022
no_data

Mi pare che anche nel caso di questo AFFLICTION si possa parlare dello scritto saggistico giovanile del regista Schrader sul "trascendente nel cinema", visto che nell'episodio della morte della madre del protagonista Wade l'atmosfera appunto "trascendente" viene evocata dai fratelli di lui, che si inginocchiano religiosamente, mentre recalcitranti appaiono Wade e l'anziano [...] Vai alla recensione »

martedì 15 novembre 2022
no_data

Mi pare che anche nel caso di questo AFFLICTION si possa parlare dello scritto saggistico giovanile del regista Schrader sul "trascendente nel cinema", visto che nell'episodio della morte della madre del protagonista Wade l'atmosfera appunto "trascendente" viene evocata dai fratelli di lui, che si inginocchiano religiosamente, mentre recalcitranti appaiono Wade e l'anziano [...] Vai alla recensione »

venerdì 2 settembre 2011
luca r.

questo film ha un fascino intrigante,lunico difetto e che forse puo risyltare lento.il film merita sopratutto per la bravura degli attori....mai cosi bravi nolte e corburne.....da vedere assolutamente,ma con paziennza.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Lietta Tornabuoni
La Stampa

LA storia di Affliction, un uomo alla deriva nel grande inverno del New Hampshire, mostra quanto si somiglino lo scrittore Russell Banks (il film è tratto da un romanzo dell'autore de Il dolce domani) e il regista Paul Schrader (già autore di American Gigolo, di Mishima): tutt'e due amano le vicende di uomini feriti che diventano violentemente autodistruttivi, tutt'e due amano i paesaggi gelati, nevosi [...] Vai alla recensione »

winner
miglior attore non protag.
Premio Oscar
1999
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