Dramma esistenziale diretto da Paul Schrader, sceneggiatore tra l’altro di Taxi driver, incentrato sulla figura di un uomo qualunque, un povero diavolo, interpretato da uno straordinario Nick Nolte, a cui capita di imbattersi, dopo una vita ordinaria di comuni angherie e soprusi subiti fin da bambino, in qualcosa di eccezionale che promettendogli un riscatto illusorio gli manda invece in frantumi gli ultimi sogni e gli rovina addosso come una valanga che sommerga definitivamente un superstite mentre a fatica cerca di risollevarsi dalla fossa in cui è scivolato pian piano nel corso della sua esistenza.
La violenza repressa di tutta una vita, dovuta all’odio per il padre autoritario e manesco, spesso ubriaco, James Coburn, premiato giustamente con l’Oscar, per la moglie saccente e petulante, che gli ha messo contro, dopo la separazione, l’unica figlia, per il datore di lavoro, faccendiere avido e meschino, che lo sfrutta e lo umilia, finalmente giustificata dalla necessità di fare giustizia, può sfociare nell’atto liberatorio della pira purificatrice in cui bruciare il suo passato e che lo scioglie al contempo da qualsiasi legame con la società civile e le sue leggi, la cui autorità è similmente arsa con l’autorità paterna in cui si identificava.
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Dramma esistenziale diretto da Paul Schrader, sceneggiatore tra l’altro di Taxi driver, incentrato sulla figura di un uomo qualunque, un povero diavolo, interpretato da uno straordinario Nick Nolte, a cui capita di imbattersi, dopo una vita ordinaria di comuni angherie e soprusi subiti fin da bambino, in qualcosa di eccezionale che promettendogli un riscatto illusorio gli manda invece in frantumi gli ultimi sogni e gli rovina addosso come una valanga che sommerga definitivamente un superstite mentre a fatica cerca di risollevarsi dalla fossa in cui è scivolato pian piano nel corso della sua esistenza.
La violenza repressa di tutta una vita, dovuta all’odio per il padre autoritario e manesco, spesso ubriaco, James Coburn, premiato giustamente con l’Oscar, per la moglie saccente e petulante, che gli ha messo contro, dopo la separazione, l’unica figlia, per il datore di lavoro, faccendiere avido e meschino, che lo sfrutta e lo umilia, finalmente giustificata dalla necessità di fare giustizia, può sfociare nell’atto liberatorio della pira purificatrice in cui bruciare il suo passato e che lo scioglie al contempo da qualsiasi legame con la società civile e le sue leggi, la cui autorità è similmente arsa con l’autorità paterna in cui si identificava.
Nel racconto pacato e distaccato del fratello minore, diventato professore di storia all’università, Willem Dafoe, che da voce narrante fuori campo entra in scena, accelerando gli eventi verso l’epilogo tragico, come un demiurgo demoniaco incarnatosi per una redenzione, al contrario, della sua creatura, la storia del protagonista assume i contorni quasi epici di una favola lontana nel tempo in cui l’eroe maledetto da immaginario giustiziere si trasforma in folle assassino agli occhi del mondo. E’ come il personaggio ribelle di un romanzo che cerca di sfuggire disperatamente al ruolo assegnatogli dal suo creatore, lo scrittore, che interviene nella storia, materializzandosi in occasione del funerale della madre, e lo convince subdolamente che l’incidente di caccia è in realtà un omicidio premeditato, frutto di un complotto dei malvagi, riconducendolo così sulla via del destino per lui immaginato sin dall’inizio.
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