Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Giulia Steigerwalt |
Attori | Pietro Castellitto, Denise Capezza, Barbara Ronchi, Tesa Litvan, Beatrice Puccilli Davide Iachini, Paolo Ricci (II). |
Uscita | giovedì 6 febbraio 2025 |
Distribuzione | PiperFilm |
MYmonetro | 2,58 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 dicembre 2024
Ambientato negli anni '80 -'90 il film racconta la storia dell'agenzia di casting e produzione "Diva Futura" fondata nel 1983 da Riccardo Schicchi e Ilona Staller.
CONSIGLIATO NÌ
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Anni '80-'90. Chi era veramente Riccardo Schicchi, il leggendario produttore, regista e fotografo del porno fondatore dell'agenzia Diva Futura? E chi erano i pianeti, rigorosamente femminili, nella sua galassia, da Ilona Staller a Moana Pozzi a Eva Henger, fino alla fedele segretaria factotum Debora Attanasio?
È la domanda cui vuole dare risposta Diva Futura, opera seconda della regista e sceneggiatrice Giulia Steigerwalt.
Il film vede Pietro Castellitto nei panni di Schicchi e Tesa Litvan in quelli della moglie Eva Henger, Barbara Ronchi nel ruolo di Debora Attanasio, sul cui libro "Non dite alla mamma che faccio la segretaria. Memorie di una ragazza normale alla corte del re dell'hard", è basata la sceneggiatura di Steigerwalt, e infine Denise Capezza come Moana e Lidija Kordic come Cicciolina. Il mondo del porno è stato di ispirazione per alcuni film d'autore internazionali, da Larry Flynt - Oltre lo scandalo a Boogie Nights fino ai recenti Red Rocket e Pleasure, nonché per la serie Netflix Supersex codiretta da Matteo Rovere, che con la sua Groenlandia produce anche Diva Futura, e quest'ultima forse costituisce parte del problema che riguarda il film di Steigerwalt. Per scansione drammaturgica Diva Futura appare infatti più come una serie da piattaforma divisa in puntate, ognuna dedicata a uno dei personaggi della storia, che come un'opera coesa per il grande schermo, è non diventa mai né corale né multifocale. Il punto di vista, teoricamente quello di Attanasio, cambia continuamente e i ritratti dei vari personaggi proseguono su binari paralleli invece di integrarsi in una narrazione compatta e nell'individuazione di un filo rosso comune che vada al di là di alcuni temi più enunciati che approfonditi, come l'ipocrisia della società italiana nei confronti dell'industria del porno e il tentativo di Schicchi di "rivoluzionare il costume alla luce del sole".
È un vero peccato perché con Settembre, la sua opera prima da regista, Giulia Steigerwalt aveva rivelato una voce autoriale davvero personale e interessante per sottrazione, malinconia e delicatezza di quello sguardo che avrebbe potuto essere applicato anche a questo mondo in modo davvero originale, al netto del look sopra le righe della messinscena, imprescindibile dato il contesto che racconta. Invece in Diva Futura le sfumature e le connessioni più sottili si perdono in una messinscena rimarcata, spezzettata e a volte strillata che non sembra corrispondere alla cifra autoriale della regista e sceneggiatrice, cifra che emerge solo qua e là, ad esempio nei dialoghi sovrapposti fra Riccardo ed Eva. Peccato, perché uno sguardo femminile sull'industria del porno, già molto apprezzabile in Pleasure di Ninja Thyberg, sarebbe utile e necessario. Peccato infine anche perché Steigerwalt ha scelto gli attori perfetti per almeno due ruoli, quello di Riccardo Scicchi, interpretato da Pietro Castellitto con la giusta dose di ingenuità, goffaggine e insopprimibile buonumore, e quello di Eva Henger, grazie al quale l'attrice croata Tesa Litvan, già vista in Settembre, emerge come una vera star, evidentemente ben guidata dalla regista che ha a sua volta un background recitativo. Aspettiamo di rivedere le grandi doti di Steigerwalt in un'opera terza che le metta a frutto in maniera più coerente e meno improntata allo stile di una factory come Groenlandia, geniale nel rivoluzionare il cinema e la televisione italiani, ma a rischio di diventare un marchio di fabbrica a scapito dell'individualità dei suoi autori.
Un film sorprendentemente emozionante.
purtroppo, al di là che quello che scrivono gli ingenui e gli incompetenti, è un film debolissimo, proprio brutto. proprio senza appello. dispiace.
Il film scorre con grande ironia ma allo stesso tempo serietà. La Regista, Giulia Steigerwalt, dimostra di essere in grado di raccontare una storia appassionante e vera. Riesce a dirigere magnificamente tutti gli attori portando Pietro Castellitto a realizzare la sua più bella interpretazione.
Sono entrata in sala molto prevenuta, ne sono uscita entusiasta. Questo film è la vera sorpresa Venezia81. Un flm da non sottovalutare e da non perdere. La sua profondità si sposa perfettamente con battute e sarcasmo tipici delle commedie italiane ma senza cadere nel demenziale
"Un ritratto imparziale, il racconto della parabola tragica di un gruppo di personaggi che, se per certi versi si sono battuti per la libertà, paradossalmente hanno poi contribuito con il loro lavoro a normalizzare qualcosa che va contro la libertà della donna stessa, ovvero la mercificazione del corpo femminile. ll racconto, in questo senso, di una grande contraddizione".
Moana, Ilona, Eva. Nomi che accendono ricordi di desideri e VHS riavvolte di un'epoca, tra anni 80 e 90, in cui Riccardo Schicchi (un sorprendente, bravissimo Pietro Castellitto) rivoluzionò la pornografia nostrana creando icone erotiche con la sua agenzia Diva futura, incubatrice di sogni bagnati, di carriere ambiziose e, verso la fine, di debiti e arresti.
«Stupire, non umiliare» è il mantra ripetuto da Riccardo Schicchi alla sua segretaria Debora Attanasi per qualificare la propria arte e distinguerla da quei prodotti scadenti e beceri che andavano sempre più di moda nel porno. Ma è anche un monito rivolto allo spettatore per metterlo in guardia da false aspettative mentre assiste alla sua parabola discendente fatta di luci (molte?) e ombre (tante, [...] Vai alla recensione »
La sensazione è che questo Diva Futura, presentato ieri in concorso, non sappia bene dove andare. E, nel raccontare la saga della nostra factory porno di ispirazione pannelliana e estetica felliniana che rivoluzionò il cinema per adulti in Italia conquistando spazio nello spettacolo e persino nella politica, la regista Giulia Louise Steigerwalt non riesca a liberarsi dalla trappola più superficiale [...] Vai alla recensione »
Parte sgangherato su Riccardo Schicchi (perfetto Pietro Castellitto, clown lunare) e finisce lucidissimo su Ilona Staller (Lidija Kordic), Moana Pozzi (Denise Capezza), Éva Henger (Tesa Litvan). Diva Futura di Steigerwalt crea uno Schicchi di simpatia disarmante ma anche ingenuo e paternalista. Il secondo tempo su volti, e frustrazioni delle pornostar della sua scuderia ribalta la prospettiva.
Opera seconda di Giulia Louise Steigerwalt - sceneggiatrice Nastro d'Argento per Il campione di Leonardo D'Agostini e Croce e delizia di Simone Godano, entrambi del 2019 -, Diva Futura racconta con ritmo travolgente e ironia - qualità difficilmente riscontrabili nelle produzioni italiane degli ultimi tempi - l'avventura dell'omonima agenzia di modelle e del sogno del suo fondatore di combattere il [...] Vai alla recensione »
Diva futura, l'agenzia fondata da Riccardo Schicchi con Ilona Staller nei primi anni Ottanta, era non solo un'idea imprenditoriale vincente, ma portava con sé un'energia dirompente di sovvertimento delle convenzioni che passava per il tentativo di far emergere - monetizzando - la vocazione popolare del porno e di creare un nuovo, a suo modo rivoluzionario, sistema divistico.
Il porno è come il maiale, non si butta via niente. Così recita un vecchio adagio riferito allo sfruttamento intensivo di performer e scene che potevano essere rimontate e riutilizzate per mille film. Ma l'adagio si adatta ora particolarmente all'utilizzo che, del mondo del porno dell'età d'oro o d'argento, viene fatto dal cinema "normale" o da serie.
"Noi siamo amorali, non immorali". Parola di Riccardo Schicchi, l'uomo che in Italia sdoganò il porno e con la sua agenzia Diva Futura lanciò nel firmamento dell'hard (e del costume nazionalpopolare) icone quali Ilona Staller (per tutti Cicciolina), Moana Pozzi e Eva Henger (sua moglie). A ridargli volto e voce sullo schermo (dopo Fausto Paravidino nella miniserie Moana e Vincenzo Nemolato nella più [...] Vai alla recensione »