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Diva Futura, un film che assomiglia di più una serie TV

Le grandi doti della regista e le ottime scelte di cast si perdono in un'opera poco coesa per il grande schermo. In concorso.
di Paola Casella

mercoledì 4 settembre 2024 - Mostra di Venezia

Anni ’80-’90. Chi era veramente Riccardo Schicchi, il leggendario produttore, regista e fotografo del porno fondatore dell’agenzia Diva Futura? E chi erano i pianeti, rigorosamente femminili, nella sua galassia, da Ilona Staller a Moana Pozzi a Eva Henger, fino alla fedele segretaria factotum Debora Attanasio?

Per scansione drammaturgica il film appare più come una serie da piattaforma divisa in puntate, ognuna dedicata a uno dei personaggi della storia, che come un’opera coesa per il grande schermo, è non diventa mai né corale né multifocale. Peccato, perché uno sguardo femminile sull’industria del porno sarebbe utile e necessario. Peccato anche perché Steigerwalt ha scelto gli attori perfetti per almeno due ruoli, quello di Riccardo Scicchi, interpretato da Pietro Castellitto con la giusta dose di ingenuità, goffaggine e insopprimibile buonumore, e quello di Eva Henger, grazie al quale l’attrice croata Tesa Litvan emerge come una vera star. Aspettiamo di rivedere le grandi doti di Steigerwalt in un’opera terza.

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