mike91
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domenica 9 novembre 2014
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sopravvalutato, semplicemente...
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Guardate, ho messo tre stelle perchè il film emoziona per gli effetti speciali e il senso di scoperta che preannuncia, ma penso che sia stato enormemente sopravvalutato nel complesso. Buona la regia di Nolan, eppure la sceneggiatura, che molti considerano complessa, è in realtà incredibilmente confusa e mescola diversi piani narrativi senza venirne totalmente a capo. I riferimenti alla scienza sono sballati o imprecisati e il pianeta coperto di ghiaccio non mi sembra affatto una trovata mitica, da rimanerci senza fiato. Se lo riguardate attentamente, facendo più attenzione, vi accorgerete che la sceneggiatura presenta numerosi buchi e che il film nel complesso è parecchio pasticciato.
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Guardate, ho messo tre stelle perchè il film emoziona per gli effetti speciali e il senso di scoperta che preannuncia, ma penso che sia stato enormemente sopravvalutato nel complesso. Buona la regia di Nolan, eppure la sceneggiatura, che molti considerano complessa, è in realtà incredibilmente confusa e mescola diversi piani narrativi senza venirne totalmente a capo. I riferimenti alla scienza sono sballati o imprecisati e il pianeta coperto di ghiaccio non mi sembra affatto una trovata mitica, da rimanerci senza fiato. Se lo riguardate attentamente, facendo più attenzione, vi accorgerete che la sceneggiatura presenta numerosi buchi e che il film nel complesso è parecchio pasticciato. Ma si lascia vedere, almeno per il senso di aspettativa che da allo spettatore medio all'inizio, quando inseguono una specie di aereo sonda su un campo di grano. Ecco, forse, paradossalmente, quella è la scena migliore. Bella la musica. Però, nel complesso, un'occasione sprecata. Assolutamente fuori luogo il paragone col maestro Kubrick...
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weach
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domenica 9 novembre 2014
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inguardabile e noioso
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Che tristezza andare a vedere una prima visione con delle aspettative poi rimanere completamente delusi.
Questo è successo oggi quando ho visto il film "Interstellar di Christopher Nolan.
Eppure Nolan ha una reputazione da difendere e penso che sia anche uomo intelligente: come può pensare che il suo bluff possa passare inosservato?
Sarò sintetico:
film senza soldi;
senza scenografia;
senza attori,con una fugace apparizione di Matt Demon precipitato li per caso;
senza colonna sonora;
con una pellicola scadente.
Un soggetto che vorrebbe dialogare con capolavori quali 2001 Odissea nello spazio dell' infinito Stanley Kubrick,Contact di Robert Zemmeckis , Matrix di Lana ed Andy Wachowski è perdente in partenza.
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Che tristezza andare a vedere una prima visione con delle aspettative poi rimanere completamente delusi.
Questo è successo oggi quando ho visto il film "Interstellar di Christopher Nolan.
Eppure Nolan ha una reputazione da difendere e penso che sia anche uomo intelligente: come può pensare che il suo bluff possa passare inosservato?
Sarò sintetico:
film senza soldi;
senza scenografia;
senza attori,con una fugace apparizione di Matt Demon precipitato li per caso;
senza colonna sonora;
con una pellicola scadente.
Un soggetto che vorrebbe dialogare con capolavori quali 2001 Odissea nello spazio dell' infinito Stanley Kubrick,Contact di Robert Zemmeckis , Matrix di Lana ed Andy Wachowski è perdente in partenza.
Non si comprende il vuoto di idee di un grande regista come Christopher Nolan che di solito si fa notare per la sua intelligenza narrativa.
Tutti possono sbagliare e ne sono dispiaciuto.
Un buon soggetto di fantascienza è cosa difficile, lo comprendo, ma era meglio tacere e non farci pagare il biglietto.
Vale una stella in quanto il film è decisamente mediocre.
09-novembre 2014
weachilluminati
How sad to go see a first run with the expectations and remain completely disappointed.
This happened today when I saw the movie "Interstellar Christopher Nolan.
But Nolan has a reputation to uphold and I think it's also smart man: how may think that his bluff would go unnoticed?
I'll be concise:
film without money;
no scenery;
without actors, with a glimpse of Matt Damon precipitate them by accident
no soundtrack;
with a bad film;
a person who would like to talk with masterpieces such as 2001: A Space Odyssey of 'infinite Stanley Kubrick, Contact Robert Zemmeckis, Matrix Lana and Andy Wachowski is a loser at the start;
It is not clear vacuum of ideas of a great director like Christopher Nolan who usually stands out for its intelligent narrative.
Anyone can make a mistake I am sorry.
A good science fiction is a difficult subject, I understand, but it was better to remain silent and not make us pay for the ticket.
That is a star because the film is decidedly mediocre.
09-November 2014
weachilluminati
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floridiano
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sabato 8 novembre 2014
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l'amore è una forza che non può essere piegata.
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La pellicola ( eh si, stiamo proprio parlando di pellicola dato che Nolan ha voluto girarla sul famoso ma quasi ormai inutilizzato rotolone di celluloide) inizia in un periodo che non viene espresso, sappiamo solo che è nel futuro dato che la terra sta finendo le riserve nutritive.
Vediamo uno splendido ma dimagrito McConaughey, non quel personaggio fisicato e comico che siamo abituati a vedre, no, stavolta è al 100% attore, che sta per intraprendere un viaggio interstellare per cercare nuovi pianeti abitabili, costretto ad abbandonare i suoi due figli...ma con la promessa di ritornare.
A dirla così la trama sembra banale, ma appena uscito dalla sala ho avuto un sensazione familiare, una sensazione che non percepivo dai tempi del Cavaliere Oscuro e Inception, l'ossessione!
Si esatto, penso che siano stati i 168 minuti più belli di sempre, non si riesce rimanere sconcentrati perchè Nolan ha l'abiità e la maestria di incuriosire l'aspettattore, di affascinarlo ma soprattutto di lasciarlo perplesso.
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La pellicola ( eh si, stiamo proprio parlando di pellicola dato che Nolan ha voluto girarla sul famoso ma quasi ormai inutilizzato rotolone di celluloide) inizia in un periodo che non viene espresso, sappiamo solo che è nel futuro dato che la terra sta finendo le riserve nutritive.
Vediamo uno splendido ma dimagrito McConaughey, non quel personaggio fisicato e comico che siamo abituati a vedre, no, stavolta è al 100% attore, che sta per intraprendere un viaggio interstellare per cercare nuovi pianeti abitabili, costretto ad abbandonare i suoi due figli...ma con la promessa di ritornare.
A dirla così la trama sembra banale, ma appena uscito dalla sala ho avuto un sensazione familiare, una sensazione che non percepivo dai tempi del Cavaliere Oscuro e Inception, l'ossessione!
Si esatto, penso che siano stati i 168 minuti più belli di sempre, non si riesce rimanere sconcentrati perchè Nolan ha l'abiità e la maestria di incuriosire l'aspettattore, di affascinarlo ma soprattutto di lasciarlo perplesso.
Il giovane regista in questa pellicola si è spinto più in là di quello che sono solito a vedere nei film di fantascienza, si è spinto verso l'ignoto e il mistero che si è trascinato con me anche dopo i titoli di coda.
Un lungometraggio coraggioso, capace di emozionare e intrattenere:
Il legame tra padre e figlia lo si percepisce sin dai primi minuti
Il finale, che è sempre stata la vera forza di Nolan, mi ha lasciato senza fiato.
Ad arrichire questa magnifica aragosta c'è la "salsa" di Hans Zimmer che anche questa volta mi ha impnotizzato con la sua colonna sonora, brividi, veramente sublime.
Se siete dei veri fan di Nolan e della fantascienza, pagate il biglietto e godetevi il miglior (forse) film dell'anno.
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benedetto zago
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sabato 8 novembre 2014
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un capolavoro assoluto di emozioni
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E' difficile, quando si va a vedere un film, avere l'esatta consapevolezza di quanto verranno rispettate le aspettative.
A volte le aspettative sono talmente alte che poi il film ne risulta invece il contrario.
Nel caso di Interstellar le mie aspettative erano altissime e sono state totalmente corrisposte.
Un film meraviglioso ed incredibile dal punto di vista narrativo e dalla scelta di cosa narrare o meno.
La cosa che più mi ha colpito è stata la capacità di Nolan di farti piangere dopo solo 30 minuti di film, quando deve lasciare la figlia per partire. Sono passati dannazione solo 30 minuti eppure è riuscito a farti capire il legame profondo di quella famiglia al punto che nel momento del distacco non si riescono a trattenere le lacrime.
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E' difficile, quando si va a vedere un film, avere l'esatta consapevolezza di quanto verranno rispettate le aspettative.
A volte le aspettative sono talmente alte che poi il film ne risulta invece il contrario.
Nel caso di Interstellar le mie aspettative erano altissime e sono state totalmente corrisposte.
Un film meraviglioso ed incredibile dal punto di vista narrativo e dalla scelta di cosa narrare o meno.
La cosa che più mi ha colpito è stata la capacità di Nolan di farti piangere dopo solo 30 minuti di film, quando deve lasciare la figlia per partire. Sono passati dannazione solo 30 minuti eppure è riuscito a farti capire il legame profondo di quella famiglia al punto che nel momento del distacco non si riescono a trattenere le lacrime.
Altri film per descrizioni del genere hanno bisogno forse neanche della lunghezza totale della pellicola per stimolare sentimenti simili.
Nolan lo fa in 30 minuti e sono convinto che il fatto di concentrarsi per l'inizio del film proprio su questa costruzione emozionale sia stato totalmente voluto. Una bravura mostruosa. Film da vedere e studiare.
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johnny123
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sabato 8 novembre 2014
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fantascienza. tanta fanta... e poca scienza
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Se uno non si fa troppe domande, due ore e mezza piacevoli. Bravo il protagonista (qua somigliava in modo impressionante al pilota Michael Schumacher). Da vedere
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iuriv
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sabato 8 novembre 2014
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tutto è relativo
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Nolan fa le cose in grande e chiede allo spettatore quasi tre ore, dimostrando di credere molto nelle proprie capacità. E' una sfida, anche perchè l'impatto con la pellicola è molto difficile da sopportare.
Il regista si prende tutto il tempo per disegnare il contesto in cui ambientare la sua storia. Osservando la terra in rovina, il rapporto tra i personaggi e i primi passi verso lo spazio, si ha l'impressione che trascorra un'era geologica. Pare tutto inchiodato, con una trama intrappolata da dialoghi infiniti con toni che vanno dall'esistenziale all'ultra tecnico e una regia priva di guizzi che rende ancora più didascalico il racconto. Nemmeno il viaggio spaziale sembra potersi liberare dalla melassa in cui tutto questo lavoro sembra soffocare.
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Nolan fa le cose in grande e chiede allo spettatore quasi tre ore, dimostrando di credere molto nelle proprie capacità. E' una sfida, anche perchè l'impatto con la pellicola è molto difficile da sopportare.
Il regista si prende tutto il tempo per disegnare il contesto in cui ambientare la sua storia. Osservando la terra in rovina, il rapporto tra i personaggi e i primi passi verso lo spazio, si ha l'impressione che trascorra un'era geologica. Pare tutto inchiodato, con una trama intrappolata da dialoghi infiniti con toni che vanno dall'esistenziale all'ultra tecnico e una regia priva di guizzi che rende ancora più didascalico il racconto. Nemmeno il viaggio spaziale sembra potersi liberare dalla melassa in cui tutto questo lavoro sembra soffocare.
Ma quando, dopo un'ora e mezza in cui il regista sembra voler dire tante cose senza riuscire a far arrivare granchè dall'altra parte dello schermo, si sta per rimettere le speranze nel taschino, Nolan alza al massimo la rotella del volume e costruisce una sequenza con un montaggio alternato che scuote improvvisamente l'atmosfera.
E' il segnale che qualcosa sta cambiando, perché da li in poi il regista scatena le suggestioni visive che si è tenuto da parte fino a quel momento. Sostenuto da una colonna sonora azzeccatissima, il film diventa un crescendo di immagini ed eventi trascinanti. Grazie alla capacità di dare forma alla sostanza dei suoi argomenti, la sceneggiatura cambia decisamente tono, mettendo all'angolo l'irritante chiacchiericcio della prima fase per fare spazio a una pellicola di fantascienza di altissimo livello.
Le danze spaziali accompagnano una trasformazione degli avvenimenti che portano lo spettatore a godersi il climax finale, nel quale, grazie a una trovata molto accattivante, i due fratelli Nolan riescono a dare senso a tutto, ripescando nella parte più sentita della loro cinematografia, ovvero quel coincetto per il quale tutto è relativo, che in un film ambientato nello spazio trova, inevitabilmente, la sua sublimazione.
Si può trovare addirittura un che di Kubrickiano nelle atmosfere che la soluzione della storia fa uscire dallo schermo. Forse è una ricerca voluta, o forse è l'ovvio scopo di un film fantascientifico fatto come si deve, nel quale il genere è utilizzato per mostrare qualcosa di enorme, raccontando qualcosa di molto più intimo.
Certo, alcuni sentimentalismi possono risultare talmente sfacciati da risultare forzati. Resta il fatto che ogni elemento tirato in ballo nel corso della narrazione trova una corrispondenza esatta nella soluzione che Nolan ha trovato per il suo film, rendendo tutta l'esperienza incredibilmente appagante. In più, grazie probabilmente all'aiuto di qualche fisico teorico che lo ha aiutato nella stesura della sceneggiatura, le scelte narrative appaiono sufficientemente credibili e lasciano in mente un piccolo tarlo pensatore, che si divertirà un mondo a rigirarsi in testa lo spettacolo della relatività di Nolan.
E se alla fine del primo tempo la sensazione che ho provato era simile a un'amarezza stanca, alla conclusione del lavoro mi sono sentito felice di aver visto Interstellar, che magari non sarà mai 2001, ma funziona alla grande.
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santiago81
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sabato 8 novembre 2014
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capolavoro mancato
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Futuro prossimo: la Terra non riesce più a sfamare quel che resta dell'umanità, ridotta a manngiare pannocchie. L'ultima speranza è in un whormhole che qualcuno ha aperto vicino Saturno, una porta verso un'altra galassia dove alcuni pianeti sembrano poter offrire una nuova casa alla nostra specie. Unua missione disperata, forse senza ritorno.
Provo a sgombrare il campo dagli equivoci: non sono un fanatico di Nolan, né appartengo a quella fronda che lo considera un bluff totale.
Mi limito a dire che ho apprezzato, e molto, gran parte dei suoi lavori.
Interstellar parte con ambizioni altissime, dal confronto con 2001: Odissea Nello Spazio all'epica da space opera.
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Futuro prossimo: la Terra non riesce più a sfamare quel che resta dell'umanità, ridotta a manngiare pannocchie. L'ultima speranza è in un whormhole che qualcuno ha aperto vicino Saturno, una porta verso un'altra galassia dove alcuni pianeti sembrano poter offrire una nuova casa alla nostra specie. Unua missione disperata, forse senza ritorno.
Provo a sgombrare il campo dagli equivoci: non sono un fanatico di Nolan, né appartengo a quella fronda che lo considera un bluff totale.
Mi limito a dire che ho apprezzato, e molto, gran parte dei suoi lavori.
Interstellar parte con ambizioni altissime, dal confronto con 2001: Odissea Nello Spazio all'epica da space opera.
Il risultato è riuscito solo in parte: l'inizio è piuttosto lento e nonostante lo spazio riservato a questa pur necessaria introduzione, rimane il sospetto che tutto potesse essere raccontato meglio e più in fretta. Il viaggio non delude le aspettative, almeno dal punto di vista sensoriale: gran parte del merito, a mio parere, va al commento musicale di Hans Zimmer, prima ancora che alle soluzioni del reparto effetti visivi, comunque notevoli. Zimmer gioca con le frequenze costruendo un "muro del suono" di grande impatto, pressoché privo di melodia ma assolutamente coinvolgente, e alternandolo a piccoli intermezzi minimalisti cui è affidata una parte importante nel racconto della solitudine assoluta, spaziale e temporale, dell'equipaggio.
L'interazione e le problematiche relazionali fra i membri della spedizione sono ridotte all'essenziale, nonostante la durata di quasi tre ore. Molto più rilevanti sono quelle fra essi e le persone che hanno lasciato sulla terra (e non solo): è lì che il film, probabilmente, dà il suo meglio sotto l'aspetto della scrittura. Il montaggio si muove con grande disinvoltura fra uno spazio e l'altro, senza opporre eccessivi ostacoli alla comprensione. E qualcosa più di una sensazione quella che Nolan abbia tentato di raccontare il destino di una specie senza ricorrere ad alcuna sineddoche. Una scelta coraggiosa e ardua che, purtroppo, si risolve con un'implosione quasi imbarazzane per la sua ingenuità, con l'amore come chiave di tutto, unica forza (insieme alla gravità), in grado di superare il tempo e lo spazio.
Da un film tanto ambizioso e da un regista che era riuscito rendere finalmente adulto il fumetto, era lecito aspettarsi qualcosa di meno semplicistico. Al riguardo, il "piccolo" Frequency (2000) aveva fatto di più e meglio.
Il cast, Mathhew McConaughey in testa, fa bene il proprio mestiere; Michael Caine è sempre un solido rifugio, e anche Anne Hathaway, pur non sempre convincente, riesce a dare il meglio nelle scene di maggior pathos.
Visivamente, il film non delude ed è senz'altro apprezzabile la scelta registica di non affidarsi, per quanto possibile, alla CGI ma, piuttosto, di ricorrere a modellini: piccoli dettagli da cui la matericità, così come il senso di fragilità dell'intera missione, trovano giovamento.
Nolan gioca a fare Kubrik insistendo, con qualche leziosismo in fase di montaggio, sulla diffusione del suono (o la sua mancanza).
Momenti di Spielberg sparsi qua e là insieme al fattore contemplazione-riflessione tipico di Star Trek.
Le mie 4 stelle sono più 3 stelle e1/2: è un peccato quando si esce con la sensazione che il film appena visto aveva tutto per essere un capolavoro assoluto ma finisce con lo sfuggire dalle mani di un regista che, fino a questo momento, aveva dimostrato di saper maneggiare storie anche più complesse.
Da un punto di vista "meccanico", in effetti, nulla da obiettare. E' nei contenuti che convince poco.
Visto in sala I-Sens di UCI Cinemas.
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lucananni93
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sabato 8 novembre 2014
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iper-scienza e il concetto di tempo per l'uomo
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Interstellar vuole andare oltre le regole del gioco della fantascienza classica: con un'arroganza che non dispiace questo film cerca di fornire spiegazioni plausibili ai grandi misteri della scienza e della vita. Grande e ben strutturata riflessione sul concetto di tempo sulla sua relatività, e sul concetto che gli uomini hanno di esso.
Il film di Nolan punta più in alto di qualsiasi altro film di fantascienza fino ad ora e si discosta nettamente dalla filosofia che c'è dietro a 2001: Odissea nello spazio. L'errore di molti è di accostare e paragonare questi due film che probabilmente hanno molte cose in comune dal lato visivo, ma in termini di contenuti differiscono profondamente.
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Interstellar vuole andare oltre le regole del gioco della fantascienza classica: con un'arroganza che non dispiace questo film cerca di fornire spiegazioni plausibili ai grandi misteri della scienza e della vita. Grande e ben strutturata riflessione sul concetto di tempo sulla sua relatività, e sul concetto che gli uomini hanno di esso.
Il film di Nolan punta più in alto di qualsiasi altro film di fantascienza fino ad ora e si discosta nettamente dalla filosofia che c'è dietro a 2001: Odissea nello spazio. L'errore di molti è di accostare e paragonare questi due film che probabilmente hanno molte cose in comune dal lato visivo, ma in termini di contenuti differiscono profondamente.
Nolan si ispira direttamente a Kubrick nella realizzazione del film: entrambi i film sono un bellissimo esempio di iper-scienza e non fantascienza; entrambi i registi utilizzano teorie scientifiche accreditate e forniscono una visione estremamente realistica della vita nello spazio. Nolan utilizza molte riprese kubrickiane quando mostra le sue navi spaziali.
Detto questo i paragoni finiscono in quanto i due film pongono riflessioni molto diverse.
Il film di Kubrick si concentra sulle tematiche dell'Intelligenza Artificiale, vista in 2001 come un ente maligno e avverso all'uomo, e dell'Oltreuomo; il film di Nolan parla invece dell'istinto di sopravvivenza degli uomini, i quali in questo film, cito, sono costretti non più a pensare come individui, ma come specie.
Alla freddezza delle inquadrature e dei concetti di Kubrick, Nolan oppone inquadrature calde e pulsanti e cerca di dare un senso ai sentimenti più basilari della natura umana.
Film consigliatissimo.
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gian_90
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sabato 8 novembre 2014
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viaggio "interstellare" verso il cult
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L’uomo si è sempre contraddistinto per la sua capacità nel superare l’impossibile , nell’infrangere le barriere, arrivando a compiere imprese memorabili… Ma ormai l’Uomo è dimentico di tutto ciò. Una misteriosa piaga flagella l’intera umanità e non vi è spazio per cose “futili “ come il college, l’ingegneria, la Nasa… All’umanità non è dato sognare o provare a raggiungere nuove frontiere, d’altronde “ l’uomo non è mai andato sulla luna”; il mondo ha bisogno di agricoltori, non di sognatori. Il genere umano è arrivato al capolinea, ha raggiunto la sua massima evoluzione e adesso va in contro all’inesorabile regresso, alla sua fine ormai prossima… O forse no?!?! Il viaggio INTERSTELLARE attraverso un WharmHole, potrebbe essere l’unica salvezza per l’intera specie umana.
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L’uomo si è sempre contraddistinto per la sua capacità nel superare l’impossibile , nell’infrangere le barriere, arrivando a compiere imprese memorabili… Ma ormai l’Uomo è dimentico di tutto ciò. Una misteriosa piaga flagella l’intera umanità e non vi è spazio per cose “futili “ come il college, l’ingegneria, la Nasa… All’umanità non è dato sognare o provare a raggiungere nuove frontiere, d’altronde “ l’uomo non è mai andato sulla luna”; il mondo ha bisogno di agricoltori, non di sognatori. Il genere umano è arrivato al capolinea, ha raggiunto la sua massima evoluzione e adesso va in contro all’inesorabile regresso, alla sua fine ormai prossima… O forse no?!?! Il viaggio INTERSTELLARE attraverso un WharmHole, potrebbe essere l’unica salvezza per l’intera specie umana. In questa pellicola riscontriamo alcune sfaccettature di alcuni dei più grandi film di fantascienza, in particolare 2001: odissea nello spazio, uno dei film che più ha influenzato il regista Nolan ( vedi Tars, molto simile al monolite presente nella pellicola di Kubrick oppure l’assenza di musica quando ci si trova nello spazio aperto); il nostro Chris non si limita ad ispirarsi al celebre capolavoro di Kubrick, ma va oltre, cercando di spiegare ogni avvenimento scientifico che si verifica nel film con risposte concrete, senza lasciare alcun dubbio allo spettatore. Questo viaggio nello spazio è molto più di una complessa ricerca di un mondo da colonizzare, è il riscatto dell’uomo, che ritrova nelle sue capacità e nella sua intelligenza i mezzi per superare momenti bui, per evolversi sempre di più, arrivando a compiere gesta, che fino a poco prima sembravano fantascienza. In fondo, come dice l’astronauta Cooper “Troveremo una soluzione, l’abbiamo sempre fatto”. Non ci sono esserini verdi o entità celestiali a contattare o a consigliare l’uomo, ma è l’uomo stesso che si aiuta nel momento di difficoltà, fornendosi i mezzi per superarla. L’uomo è l’alieno o quantomeno l’alieno del futuro. Il richiamo all’evoluzione è forte e si manifesta all’inizio e alla fine della pellicola, in due modi completamente opposti:
- il primo vede l’evoluzione del genere umano ormai al culmine, addirittura c’è un’involuzione dove la ricerca e la tecnologia ormai sono superflue e inopportune.
- Il secondo è nella parte finale, dove l’uomo è artefice della propria evoluzione, conquistando addirittura la possibilità di controllare la gravità.
Nolan costruisce un film dalla durata di circa 3 ore, ma che riesce a catturare e ad affascinare lo spettatore per ogni singolo minuto. La trama è molto articolata, ma il regista britannico non scade neanche per un’istante nel banale… si a volte le spiegazioni scientifiche sono anche troppo dettagliate e possono lasciare lo spettatore un po’ interdetto, ma alla fine tutto si colloca nel modo giusto e lo spettatore rimane incollato alla pellicola fino all’ultimo secondo, apprezzando ogni interpretazione, che Chris ci propone di questo suo ipotetico futuro. La ottima riuscita di Interstellar è anche da attribuire all’interpretazione appassionante di Mattew McConeghy, il quale è diventato ormai una garanzia in qualsiasi ruolo si cimenti. McConeghy da sicurezza al suo personaggio e riesce a trasmette con grande patos i momenti drammatici che l’astronauta Cooper affronta nel film, facendo percepire lo straordinario rapporto che il padre ha con la figlia. Degno di nota è anche il talentuoso Hans Zimmer, il quale ha creato per questa pellicola delle straordinarie musiche ,che in simbiosi al film, sono in grado di regalare emozioni intense allo spettatore. Un ultimo elogio a Nolan , va per la sua straordinaria capacità nell’intrecciare le varie situazioni parallele del film, alternando al suspance del viaggio Interstellare, il rapporto di amore poadre-figlia tra Copper e la piccola Murphy.
Detto questo ci sono anche alcuni aspetti, che possono non trovare l’assenso di tutti. L’interpretazione di Anne Hathaway, se pur apprezzabile, è al di sotto delle aspettative e alle volte il film può risultare ostico per alcuni, soprattutto quando si parla di astrofisica e buchi neri, ma sono comunque aspetti soggettivi.
Dopo innumerevoli trailer che inneggiavano al capolavoro, le aspettative per questo film erano alle stelle. “Interstellar” per alcuni versi può aver deluso coloro che si aspettavano il miracolo cinematografico e forse non sarà considerato il capolavoro assoluto della cinematografia, ma certamente diverrà un cult, perché film sci-fi come questo ce ne sono pochi e con il tempo se ne accorgeranno anche coloro che per ora hanno serbato solo parole di disprezzo nei confronti della neo-creatura del regista britannico.
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pelgrana
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sabato 8 novembre 2014
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un'irritante frittata
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Che Nolan abbia perso la bussola fin dai tempi del mediocre Inception me n'ero accorto, ma che arrivasse a gigioneggiare con la sua megalomania non me l'aspettavo proprio. La fantascienza del regista è un pasticcio di inappropriate conoscenze fisiche, banalissime filosofie sentimentali e ricorrenti luoghi comuni che rendono il film un'esperienza già vissuta, già vista, già noiosa. E' inutile ribadire che giocando col Tempo e soprattutto con i viaggi nel tempo si inciampa quasi sempre nel ridicolo e nell'illogico (quando però non si tratta di una spassosa avventura di sense of wonder spielberghiano come Back to the Future) e Interstellar ne è il più recente esempio.
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Che Nolan abbia perso la bussola fin dai tempi del mediocre Inception me n'ero accorto, ma che arrivasse a gigioneggiare con la sua megalomania non me l'aspettavo proprio. La fantascienza del regista è un pasticcio di inappropriate conoscenze fisiche, banalissime filosofie sentimentali e ricorrenti luoghi comuni che rendono il film un'esperienza già vissuta, già vista, già noiosa. E' inutile ribadire che giocando col Tempo e soprattutto con i viaggi nel tempo si inciampa quasi sempre nel ridicolo e nell'illogico (quando però non si tratta di una spassosa avventura di sense of wonder spielberghiano come Back to the Future) e Interstellar ne è il più recente esempio. I rapporti personali sono quanto di più banale si possa trovare, a cominciare dalla relazione padre-figlia con un tardivo complesso di Elettra e per finire col risibile mi stai simpatico ma sei anche un po' stronzo rapporto tra i due protagonisti. Che dire poi degli stereotipi che abbondano, straripano da tutta la pellicola: l'uomo di colore lasciato da solo nella base maledetta, lo scienziato pazzo risvegliato dopo anni di ibernazione, il protagonista-prescelto che vive a pochi chilometri dalla base più segreta del pianeta, i messaggi dal futuro, gli universi multi-dimensionali... Che poi stavolta Nolan arriva persino a fare, ammetto, delle simpatiche citazioni: ovviamente da 2001 Odissea nello Spazio (che giganteggia nel confronto fra le due pellicole), da The Black Hole, da (addirittura!) Star Wars; ma Nolan si spinge oltre, arrivando (stancamente) a citare sè stesso (l'onda gigante che sembra l'isolato che oniricamente si inclina su Inception). Eppure perde sempre il confronto, seppur spettacolarizzandolo, perchè non innova ma costruisce sopra, non inventa ma recupera, senza correggere, senza rendere personale, senza osare.
Il messaggio non arriva: la solitudine e l'umanità del piccolo uomo sono già tessute con inarrivabile maestria nei capolavori di Kubrick (Odissea nello Spazio) e Tarkovskij (Solaris); amore, incomunicabilità e vicinanza non hanno bisogno di trattazioni così banali; e iperboli fantascientifiche sono più appassionanti nei trattati scientifici del Cern di Ginevra.
Cosa rimane? La tecnologia? Gli effetti speciali? Lo spettacolo? La tecnica cinematografica?
No. Nessuna sapiente inquadratura, nessun originale gioco di sequenze, nessuna novità nel saper narrare per immagini.
Un'occasione sprecata, un intestellare perdita di denaro.
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[+] mi chiedo come fa a piacer tanto....
(di no_data)
[ - ] mi chiedo come fa a piacer tanto....
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