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Cannes 2024, i grandi film ci sono! Per l’Italia Paolo Sorrentino e Roberto Minervini

Lo sciopero che ha bloccato le produzioni americane non ha limitato un programma che vanta i nomi di Francis Ford Coppola, David Cronenberg e Paul Schrader. All’appello anche Yorgos Lanthimos, Jia Zhang-Ke, Ali Abbasi e tanti altri. Al via il 14 maggio. 
di Paola Casella

giovedì 11 aprile 2024 - Cannes Film Festival

La conferenza stampa di presentazione della 77esima edizione del festival di Cannes, sulla Croisette dal 14 al 25 maggio, sembra un po’ una captatio benevolentiae: verso le registe, che si è cercato di inserire più numerose in cartellone (pazienza se si tratta quasi sempre di opere prime, e il numero totale sia ancora molto basso); verso gli americani, in parte latitanti in conseguenza dello sciopero che ha boccato molte produzioni, ma di cui si sottolinea la presenza in ogni sezione (anche dicendo, ad esempio, che Roberto Minervini, in concorso in Un Certain Regard, è un regista "americano-italiano”); verso la Cina e l’India non come potenze industriali emergenti ma come pietre miliari della storia del cinema, con tanto di accenno al Red Sea festival dove il cinema dei Paesi Arabi si sta facendo largo. C’è persino un accenno ai “nostri amici di Netflix”, con cui, secondo l’intervista di Variety al direttore artistico Thierry Frémaux che appare sul sito del festival, l’apertura è sempre maggiore. 

Ma basta l’elenco dei nomi in concorso a far sospendere ogni perplessità su questa nuova edizione: i grandi film (anche americani) ci sono, così come i grandi registi, fra cui Paolo Sorrentino con il suo Parthenope, che Fremaux descrive come “un film di grande forza e bellezza visiva” e che narra “la storia di una ragazza giovane e bella che si confronta con l’alta e bassa società” (nessun accenno di Frémaux al mito della sirena fondatrice di Napoli). 

Mancano all’appello, secondo i pronostici, Clint Eastwood e il suo Juror No. 2, la Emmanuelle di Audrey Diwan, Joashua Oppenheimer con The End and David e Ainda Estou Aqui di Walter Salles, The Brutalist di Brad Corbet e Hard Truths di Mike Leigh, Michel Hazanavicius con La plus précieuse des marchandises, e i nuovi film di Michel Franco e Francois Ozon: speriamo di vederli tutti a Venezia. Ma intanto godiamoci questo glorioso parterrre de roi.
 

IL FILM DI APERTURA

Già annunciato e fuori competizione, è Le deuxième acte del regista francese Quentin Dupieux, che Frémaux descrive come “una commedia road movie in pieno stile surreale Dupieux” che parla molto di cinema, interpretata da, fra gli altri, Léa Seydoux, Vincent Lindon e Louis Garrel.


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Le deuxième acte è il nuovo folle film di Quentin Dupieux che aprirà Fuori Concorso la 77.ma edizione del Festival di Cannes.

IL CONCORSO

Abbiamo accennato al nuovo film di Sorrentino, e sapevamo già della presenza di Megalopolis di Francis Ford Coppola, che torna a Cannes dopo le due Palme d’oro vinte con La conversazione e Apocalypse Now (guarda la video recensione), ma ecco anche David Cronenberg con The Shrouds, protagonisti Vincent Cassel, Diane Kruger e Guy Pearce di un horror incentrato sul tema della connessione col mondo dei morti. La morte è al centro anche di Oh, Canada di Paul Schrader, dal romanzo omonimo di Russel Banks, che vede Richard Gere nei panni di un uomo costretto a confrontarsi con la sua imminente dipartita. In gara anche l’indipendente Sean Baker, secondo Frémaux rappresentante della “nouvelle vague americana”, con Anora, film drammatico che vede fra i suoi interpreti l’enfant prodige russo Yuriy Borisov.

Dopo il successo di Povere creature! (e qui Frémaux fa un cenno cavalleresco alla Mostra del cinema di Venezia che aveva consegnato a quel film il Leone d’oro), Kinds of Kindness vede riuniti Yorgos Lanthimos, Emma Stone e Willem Dafoe: anche qui un uomo senza possibilità di scelta che si aggira fra diverse situazioni diverse, una delle quali vede protagonista Margaret Qualley che appare anche, accanto a Demi Moore, in The Substance di Coralie Fargeat, già autrice del “film di vendetta” Revenge, e anche qui pronta, secondo Frémaux, a scandalizzarci con il gore in un film “completamente americano” (nonostante la regista sia francese). 

Anche il regista iraniano Ali Abbasi, dopo la vittoria ad Un Certain Regard con Border (guarda la video recensione) e il successo di Holy Spider, concorre con “il film americano” The Apprentice: la storia è quella dell’apprendistato giovanile di nientemeno che Donald Trump. L’inglese Andrea Arnold torna a Cannes dopo Cow con Bird, un coming of age su “una ragazza che cerca di evadere dal suo ambiente sociale restrittivo ”.

Grande attesa anche per il regista cinese Jia Zhang-Ke (cui Frémaux rende omaggio in quanto direttore artistico del festival di Pingyao) che si presenta con Caught By The Tides, e per il russo Kirill Serebrennikov, che porta sullo schermo l’adattamento di un celebre romanzo di Emmanuele Carrere con Limonov – The Ballad of Eddie

Il coté francese è come sempre molto nutrito: Jacques Audiard con Emilia Perez, protagonista una cantante ispanica interpretata da Selena Gomez; l’attore Jilles Lellouche, ormai alla sua terza regia, con L’Amour Ouf, protagonista Adèle Exarchopoulos; Agathe Riedinger con Wild Diamond; e Christophe Honoré con Marcello Mio, in cui Chiara Mastroianni si cala nei panni del padre, accanto a sua madre Catherine Deneuve e a Fabrice Luchini e Melvil Poupaud.

Chiudono la selezione di concorso il brasiliano Karim Ainouz con Motel Destino, secondo Frémaux “una commedia sessuale sul desiderio molto personale”; il portoghese Miguel Gomes con Grand Tour; la regista indiana Payal Kapadia con All We Imagine As Light, e lo svedese Magnus von Horn, che aveva debuttato in Un Certain Regard con The Here After, ora in gara con The Girl With The Needle.


Parthenope di Paolo Sorrentino è l'unico film italiano che quest'anno parteciperà al concorso principale di Cannes.

UN CERTAIN REGARD

Nella seconda sezione del festival troviamo il già citato Roberto Minervini, che concorre con The Damned, ambientato durante la Guerra di secessione americana, raccontando “le condizioni ostili in cui i giovani soldati vivevano la loro quotidianità”. Il film è descritto dal regista come una "sfida nuova: un film di finzione, storico, in costume senza sacrificare il realismo e l’immediatezza e l’intimità dei miei lavori precedenti”.

Fra gli altri titoli segnaliamo Viet And Nam di Truong Minh Quy, vincitore della Camera d’or alla Quinzaine des Realizateurs; Norah, del regista arabo suadita Tawfik Alzaidi; il cinese Black Dog di Guan Hu; e L’Histoire de Souleymane, che racconta le peripezie di un rider immigrato a Parigi.

Molte le opere prime: Who Let The Dog Bite? della regista svizzera Laetitia Gosh, il somalo The Village Next To Paradise di Mo Harawe; Vingt Dieux! di Louise Courvoisier; September Says di Ariane Labed; e Armand del norvegese Hafdan Ulmann Tondel, figlio dell’attrice Liv Ullmann.


The Damned di Roberto Minervini è stato selezione nel concorso della sezione Un Certain Regard. Descrive il film come un documentario di finzione.

FUORI CONCORSO

Si sa che Kevin Costner parteciperà con il suo Horizon, un western “alla John Ford, con i cowboy, gli indiani, le diligenze e i caravan”, come lo descrive Frémaux, e che ci sarà l’attesissimo Furiosa: A Mad Max Saga di George Miller, seguito di Mad Max Fury Road (guarda la video recensione), con Anya Taylor-Joy nel ruolo del titolo.

Il film cinese She Has No Name di Peter Ho-Sun Chan vede protagonista Zhang Ziyi nel ruolo di una donna che dà il via a una rivoluzione per i diritti delle donne, ed è descritto da Frémaux come “la più grande produzione popolare e d’autore cinese dell’anno”. Infine Rumours dei fratelli Evan e Galen Johnson insieme a Guy Maddin, con Cate Blanchett e Alicia Vikander, secondo Frémaux è “una commedia ironica e politica”.

PROIEZIONI SPECIALI

Si segnalano soprattutto il regista ucraino Sergei Loznitsa con The Invasion sull’aggressione russa ai territori del suo Paese; Raoul Peck che in Ernest Cole: Lost And Found racconta il grande fotografo sudafricano; dopo Lo sconosciuto del lago, Alain Guiraudie torna con un’altra storia di passione e desiderio, Miséricorde; Leos Carax porta sulla Croisette il suo ultimo film autobiografico, C’Est Pas Moi; e Rithy Panh, anche protagonista di una masterclass, prosegue nell’esplorazione della storia cambogiana con Rendez-Vous Avec Pol Pot.    


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