63esima edizione del Festival dei Popoli, il programma dei 73 film. Firenze - 5/13 novembre 2022. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Il sogno di Genova 2001 è ancora vivo, perché presenti sono ancora i temi e i problemi di quei giorni. Espandi ▽
Serve un tempo di sedimentazione, è necessario prima dimenticare per poter ricordare e cercare di rimettere in fila, superare le tappe di un trauma. Anche se il quadro non si ricomporrà, se le immagini che riemergeranno non daranno mai pace né troveranno armonia. Con buona sintesi di montaggio, una distanza pudica e grande rispetto per il dolore, è questa l'idea che ad ogni inquadratura ci ricorda il film di Collizzolli e Gaglianone.
È un documento naturalmente scioccante ma che la distanza temporale dai fatti consegna con generosa fiducia a chi ai tempi del Social Forum non era ancora nato: il film si apre infatti con un confronto con giovani invitati a riflettere sul senso di quel movimento. Se le didascalie finali ci ricordano la prescrizione per i colpevoli del processo di Bolzaneto, iniziato nel 2005, piace tenere in mente, per la tensione ideale che nonostante tutto trasmette, la citazione da Eraclito che apre il film: "Chi non spera l'insperabile non lo scoprirà, poiché è introvabile e ad esso non apre nessuna porta". Recensione ❯
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Guzman racconta le proteste di piazza del 2019 in Cile attraverso lo sguardo delle donne. Documentario, Cile2022. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia recente del Cile che portato alla riscrittura della costituzione. Espandi ▽
Nell’ottobre del 2019 qualcosa di enorme accade di nuovo in Cile, dopo tanti anni. Un movimento di massa nuovo, apartitico e senza leader di sorta, porta in piazza un milione e mezzo di persone. Giovani, soprattutto, ma non solo. Domandano rispetto dei diritti umani, sostegno dallo stato, in una parola democrazia. È la seconda rivoluzione cilena e, per il regista, la realizzazione inaspettata di un desiderio profondo. Per raccontare gli eventi dell’autunno del 2019 a Santiago, e ciò a cui hanno portato, c’erano tanti modi possibili e tante, tantissime immagini a disposizione. Patricio Guzmán decide di leggerli da una prospettiva ben precisa, quella femminile. Attraverso le loro narrazioni, il regista pone la questione delle donne a monte e a valle di tutto ciò che è avvenuto e sta avvenendo, suggerendo che la condizione di povertà ed urgente necessità delle madri in Cile sia stata tra le micce più incendiarie della protesta popolare, a tutti i livelli sociali, dalle università alle baraccopoli, che la loro rabbia abbia motivato e raccolto le tante anime del movimento, e che non ci sia un destinatario più urgente e centrale delle donne, nello scacchiere sociale, cui il nuovo corso politico dovrà guardare e rispondere. Recensione ❯
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Un ritratto toccante delle battaglie di una generazione. E uno sguardo originale su Firenze. Documentario, Italia2022. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di come è nato il quartiere Isolotto di Firenze. Espandi ▽
Con filmati d'epoca e attraverso il ricordo di molti testimoni, Federico Micali racconta la storia singolare del quartiere dell'Isolotto, a Firenze. Dove un prete coraggioso si schierò con decisione dalla parte del "popolo", degli operai che lottavano per il loro posto di lavoro, e arrivò ad offrire loro gli spazi della chiesa per le riunioni sindacali. Mentre lui portava la Messa all'aperto, in piazza. Un esperimento rivoluzionario di una Chiesa locale più autenticamente cristiana, con lo sguardo rivolto agli ultimi, in aperta disobbedienza alle gerarchie ecclesiastiche.
Federico Micali sa raccontare i movimenti,i pensieri, i respiri di una comunità. Il suo cinema è attratto da ciò che è "collettivo", dai fili invisibili che uniscono le persone.
Stavolta racconta la sintonia di un quartiere operaio e di un prete anticonformista, che pagherà caro il suo schierarsi con gli ultimi. Ne emerge un ritratto toccante delle speranze e delle battaglie di una generazione che credeva di poter cambiare il mondo. Uno sguardo originale su Firenze: una Firenze lontana anni luce da quella delle "camere con vista" a cui il cinema ci ha abituato. Recensione ❯
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Il racconto di una delle più grandi mobilitazioni operaie degli ultimi anni in Italia: quello della GKN di Firenze. Espandi ▽
La mattina del 9 luglio 2021 i proprietari della Gkn Driveline di Firenze annunciano senza preavviso la chiusura della produzione. In un colpo solo, l'azienda licenzia in blocco tutti i 422 operai, dopo aver concesso una giornata di permesso collettivo. È un fulmine a ciel sereno. Nel giro di pochi minuti, i lavoratori accorrono allo stabilimento di via Fratelli Cervi a Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, insieme ai dipendenti delle ditte d'appalto. Gli operai riescono a entrare nella fabbrica e danno avvio a un'assemblea permanente. E tu come stai? è il racconto di una delle più grandi mobilitazioni operaie degli ultimi anni in Italia. Il film ripercorre la lotta fin dai primi minuti, dalle porte dei cancelli sorvegliati dagli addetti alla sicurezza in quella fatidica mattina d'estate, fino al grande corteo di piazza del 26 marzo. Un monito di fronte alla progressiva perdita dei diritti dei lavoratori nel nostro paese. Recensione ❯
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Il ritratto di un maestro le cui sfide ci fanno volare verso mete prima ritenute impensabili. Documentario, Germania, Gran Bretagna2022. Durata 102 Minuti.
Un film che svela l'uomo dietro il mito per celebrarne la vita e l'opera in occasione degli ottant'anni appena compiuti. Espandi ▽
Il ritratto di un maestro del cinema la cui coerenza è rimasta intatta pur nella molteplicità delle scelte espressive. Werner Herzog sostanzialmente è incapace di sognare. Lo sa però fare ad occhi aperti, magari quando si trova a guidare l’auto per diverse ore. E lo sa fare benissimo consentendo a tutti coloro che amano il suo cinema di andare oltre il ‘fatto’ che accade sullo schermo per coglierne il senso in profondità. È questo il leit motiv di tutta la sua filmografia così come emerge da questo percorso volutamente e giustamente cronologico. Herzog si racconta con abbondanza di citazioni e con il desiderio esplicito di tornare a pensare al proprio cinema con una prospettiva si potrebbe dire ‘pacificata’. Se, come afferma Wim Wenders, il Werner giovane non aveva un carattere proprio facile essendo molto determinato e con convinzioni incrollabili quello di oggi guarda al passato non con distacco ma come se lo osservasse dall’alto. D’altronde dichiara di ritenere un’ingiustizia della Natura il fatto che gli esseri umani non abbiano le ali. Ma è il suo cinema che ci fa volare verso mete che ogni volta si spostano oltre il pensabile e si concretizzano ‘nonostante tutto’. Recensione ❯
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Un omaggio a una grande donna della cultura mondiale nell'anno del centenario della sua nascita. Espandi ▽
Margherita Hack è stata una grande scienziata, una pioniera, una rivoluzionaria, una donna entrata nell'immaginario pubblico come figura iconica, quasi pop. Quale è stato il segreto del suo successo, perché proprio "lei"? Vegetariana, sportiva, anticonformista, tenace, estroversa, creativa, idealista, atea: ogni volto di questa appassionata studiosa trova radici nella sua esistenza, una vita fuori dagli schemi, che il film ripercorre attraverso la sua voce - frutto di una preziosa ed inedita intervista che ne rappresenta il commiato e al contempo l'eredità - e quella di coloro che l'hanno conosciuta da vicino. Interviste della memoria, interpretate dal filtro del ricordo, pezzi di vita riportati allo spettatore con autenticità e calore. Un omaggio doveroso e sentito a una donna straordinaria per celebrare la ricorrenza del centenario dalla sua nascita: non un semplice sunto biografico ma lo svelamento della "vera Margherita" in tutte le sue sorprendenti sfaccettature, il racconto coinvolgente ed emotivo di una vita semplice, eppure straordinaria. Recensione ❯
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Un documentario incisivo ed esteticamente affascinante sull'influenza dell'industria farmaceutica nel mondo. Documentario, Svizzera2021. Durata 94 Minuti.
Un viaggio per il mondo alla ricerca dei farmaci della felicità in una società prometeica votata al superamento dei limiti. Espandi ▽
Sei storie (e mezza) accumunate da pillole ed iniezioni. Il lavoro del fotografo Paolo Woods ed il giornalista Arnaud Robert offre degli esempi intimi, ritmati ed esteticamente affascinanti di dipendenza dall’industria farmaceutica, orientando con una voce fuoricampo lo spettatore verso una condanna della stessa. Una (retorica) domanda principale caratterizza il documentario: possiamo davvero incapsulare la felicità? Tra punture e pillole, i protagonisti di questo documentario ci sono da subito presentati nella loro intimità e vulnerabilità; dai piani simmetrici della palestra di Bombay alla totale oscurità di una stanza passando da paesaggi naturali, ospedalieri, di luna park, enormi feste, scuole, case, terre indigene e mercati nigeriani, le inquadrature del documentario ci immergono nella realtà dei loro protagonisti. Le loro storie, più o meno sviluppate e contestualizzate, ci parlano di dipendenza da farmaci, solitudine e impossibilità. Recensione ❯
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Il racconto di un mondo di solitudini e lustrini che si nutre della perseveranza dei suoi adepti nel recitare il proprio ruolo senza sbavature. Espandi ▽
La decadenza dello splendore e della ricchezza di Babilonia ispirano il titolo dell'opera di Gianluca Matarrese che trova accesso all'Olimpo del mondo della moda attraverso tre guide d'eccezione: Michelle Elie, fashion icon di moda di origine haitiana, il musicista Casey Spooner e la drag artist e vincitrice della settima stagione di "Rupaul's Drag Race" Violet Chachki.
In altrettanti capitoli, Ascesa, Splendore e Caduta, seguiamo i tre personaggi tra le passerelle e le sfilate di moda scoprendo via via un mondo fatto di abiti sgargianti e fiumi di champagne, di marketing e apparenze, di lotte quotidiane per conquistare un posto in prima fila, di umiliazioni da sopportare in un sistema fatto di gerarchie. Recensione ❯
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Le inchieste degli impavidi giornalisti brasiliani che hanno portato alla scarcerazione dell'ex presidente Lula. Espandi ▽
L'operazione anticorruzione "Lava Jato" è stata uno dei casi politico-giudiziari più controversi della storia del Brasile. L'arresto dell'ex presidente Lula da Silva, che al momento della condanna godeva ancora di una straordinaria popolarità nei sondaggi elettorali, ha suscitato numerose polemiche, specialmente quando lo stesso giudice che ha condotto l'indagine, Sergio Moro, è stato nominato Ministro della Giustizia proprio dal vittorioso contendente di Lula alle presidenziali del 2018: l'estremista di destra Jair Bolsonaro. Le inchieste dei giornalisti di The Intercept e El País Brasil hanno rivelato come l'importante operazione anticorruzione sia stata usata impropriamente dalla destra brasiliana per screditare gli avversari politici. Maria Augusta Ramos racconta uno dei più clamorosi casi di lawfare degli ultimi anni, ponendo lo spettatore al fianco delle giornaliste che hanno condotto l'inchiesta. Recensione ❯
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Pur senza formazione e autorizzazioni, Justo ha dedicato 60 anni della propria vita a costruire un'immensa cattedrale. Espandi ▽
Mosso da un sentimento religioso totalizzante, Justo Gallego ha dedicato 60 anni della propria vita a un progetto folle e ambizioso: la costruzione di una cattedrale nel suo paese, Mejorada del Campo. Senza alcuna formazione architettonica e senza autorizzazioni, lavorando quasi sempre da solo con materiali di recupero, nel corso degli anni ha edificato una struttura imponente e grandiosa. Considerato dai suoi concittadini un pazzo e un esaltato, l'ex monaco ha lavorato con abnegazione al progetto investendo tutte le proprie risorse finché, a partire dagli anni 2000, la cattedrale è stata riconosciuta e apprezzata dal mondo dell'arte, finendo per diventare un'attrazione turistica. The Cathedral è il ritratto di un'ossessione, di una vita integralmente consacrata alla creazione di un'opera che ci mette di fronte alle contraddizioni del "successo" di un lavoro nato da una vocazione profondamente personale. Recensione ❯
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Il film è incentrato sul dirottamento del Falun Gong nel 2002 delle stazioni televisive a Changchun e sulla continua repressione cinese dei gruppi di minoranze etniche e religiose. Espandi ▽
Nel marzo 2002, una stazione televisiva di stato in Cina è stata dirottata da membri del gruppo spirituale fuorilegge Falun Gong. Il loro obiettivo era contrastare la narrativa del governo sulla loro pratica. In seguito, le incursioni della polizia travolgono la città di Changchun e l'illustratore di fumetti Daxiong (Justice League, Guerre stellari), un praticante del Falun Gong, è costretto a fuggire. Arriva in Nord America, accusando il dirottamento di peggiorare la repressione violenta. Ma le sue opinioni vengono messe in discussione quando incontra l'unico sopravvissuto che è fuggito dalla Cina, che ora vive a Seoul, in Corea del Sud. Combinando filmati odierni con animazioni 3D ispirate all'arte di Daxiong, Eternal Spring ripercorre l'evento nel suo 20° anniversario e dà vita a una storia senza precedenti di sfida, racconti strazianti di testimoni oculari di persecuzione e un'esilarante storia di determinazione a parlare a favore della politica e libertà religiose, a qualunque costo. Recensione ❯
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La lotta di Hanifa per liberare le sue sorelle e sottrarle al massacro delle donne Yazide compiuto dall'ISIS. Espandi ▽
Hanna Polak porta la sua macchina da presa a Sinjar, nord dell'Iraq, nel profondo di un territorio in cui lo Stato Islamico ha tentato di spazzare via il popolo yazida. Il monte Sinjar è il luogo sacro per gli yazidi e questa è l'area che l'ISIS ha preso d'assalto nell'agosto 2014. Ovunque sono rovine, la gran parte degli edifici distrutti. Qui incontriamo Hanifa, impegnata a cercare di liberare le sorelle, e Saeed, il fratello di Nadia Murad: entrambi hanno deciso di restare e fare il possibile per salvare i propri cari e chiedere giustizia. Attraverso le loro testimonianze emerge tutto l'orrore di un genocidio dimenticato. L'alternanza delle sequenze delle indagini di Hanifa e quelle delle testimonianze delle vittime dell'ISIS sopravvissute concorre a produrre un'esperienza straziante, che ci mostra la forza e il coraggio di un popolo a cui sono stati negati tutti i diritti. Recensione ❯
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Immagini spettacolari dal forte impatto visivo in un documentario sviluppato in maniera organica e complessa. Documentario, Canada2018. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un viaggio alla scoperta di come l'uomo abbia cambiato la natura. Espandi ▽
Dopo Manufactured Landscapes e Watermark, Anthropocene è il completamento di una trilogia di documentari sull'impatto delle attività umane sul nostro pianeta. Un viaggio in sei continenti, narrato dalla voce di Alicia Vikander, per accostare i diversi modi in cui l'uomo sta sfruttando le risorse terrestri e modificando la Terra, più di quanto facciano i fenomeni naturali. Un film con una tesi non nuova, ma sviluppata in maniera organica e complessa con immagini spettacolari, dal forte impatto visivo, e suono che sottolinea ed enfatizza.
L'uomo ha superato i limiti e questo assunto emerge da ogni immagine filmata in 43 luoghi di 20 diversi Paesi. Ma il film si fa apprezzare per il tono, che non è di denuncia, ma finalizzato a creare consapevolezza. Recensione ❯
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Un documentario sul ruolo dell'acqua nella formazione del modus vivendi delle popolazioni del mondo. Espandi ▽
La documentarista Jennifer Baichwal, che aveva già collaborato nel 2006 con il fotografo Edward Burtynsky per un documentario sull'impatto dell'industrializzazione sull'ecosistema torna nel 2013 a testimoniare con immagini in movimento il processo che porta alla pubblicazione di un libro ricco di foto dal titolo "Water". Si tratta di un film che mostra come l'elemento fondamentale per l'esistenza dell'essere umano sia stato da questi utilizzato ma anche sprecato. Dopo l'impatto considerevole che un documentario come Antropocene ha avuto su coloro che hanno avuto l'opportunità di vederlo è importante che la distribuzione nel nostro Paese proponga questo lavoro del 2013 che, purtroppo, non è per nulla invecchiato e che si presenta come un monito che ha bisogno di essere reiterato sperando che qualcuno lo ascolti ed intervenga.
Le immagini che aprono il film forniscono la chiave di lettura di ciò che seguirà. Alle insistite riprese di vortici d'acqua di altezza considerevole vengono brutalmente (e per questo ancor più significativamente) contrapposte le immagini di una vasta area inaridita che un tempo, come ci viene descritto da una donna nativa le cui rughe sul volto sembrano riprodurre le fratture del terreno, era il letto di un fiume. Recensione ❯
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Riflessioni sulle pulsioni cannibalistiche dell'essere umano. Espandi ▽
A Parigi, nel 1981, il giapponese Issei Sagawa (1949) uccise la compagna di università Renée Hartevelt, per poi farla a pezzi, mangiarne la carne e cercare di sbarazzarsi dei resti. Arrestato ma dichiarato inabile a sostenere il processo, tornò da uomo libero in Giappone, dove da allora ha raccontato la sua storia in svariate occasioni mediatiche. Recensione ❯
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