Il film è tratto dall'omonimo libro Tre Ciotole di Michela Murgia, edito in Italia da Mondadori con oltre 200 mila copie vendute. Espandi ▽
Dopo sette anni insieme, Marta viene lasciata da Antonio. Marta soffre la sua assenza, anche fisicamente, ma prosegue nel lavoro di insegnante di educazione fisica al liceo, continua a mangiare in maniera disordinata, e manda stroncature sotto falso nome al ristorante di cui Antonio è proprietario e chef. La sorella Elisa cerca di stare vicino a Marta, soprattutto quando i mal di pancia si rivelano dovuti non solo alle "schifezze" che mangia.
La regia di Coixet è fatta di momenti, tessere di un mosaico che trova la sua definizione solo alla fine, e la sceneggiatura, della stessa Coixet e di Enrico Audenino, ha la delicatezza di una fiaba, e allo stesso tempo quell'onestà cruda che era la cifra esistenziale e comunicativa di Michela Murgia.
L'invito è a "smetterla di occuparsi delle cose stupide" e a "fare della propria vita ciò che vogliamo", fregandosene di quello che pensa la gente. Recensione ❯
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Un road movie che riesce a raccontare un'Italia vera con una sua energia lenta e sul finale commovente. Drammatico, Italia, Germania2025. Durata 100 Minuti.
Nel Veneto rurale, due amici di bevute inseguono la leggenda di un tesoro nascosto dal loro compagno Genio. Con loro un giovane architetto in cerca di sé. Espandi ▽
Doriano, detto Dori, e Carlobianchi (sì, tutto attaccato) sono amici di bevute, in un Veneto rurale che pare quasi il Far West. Credono alla leggenda metropolitana secondo cui il loro storico amico Genio ha nascosto da qualche parte un tesoretto ricavato dalla vendita di frodo di occhiali dal sole. Per questo, e perché gli vogliono bene, devono andare a prenderlo all’arrivo dall’Argentina. Lungo il loro percorso incontrano Giulio, studente di Architettura timido e insicuro, che si unisce al loro viaggio. Le città di pianura è l’opera seconda del regista e sceneggiatore Francesco Sossai: un road movie sbullonato con per improbabili protagonisti due cinquantenni che rimpiangono gli anni Novanta. Il film riesce a raccontare un’Italia vera, lontana dai riflettori e dai set delle commedie mutuate dall’estero. Trova una sua energia laconica che cresce lentamente e alla fine commuove, perché forse il segreto del mondo – o almeno di una vita alternativa a quella frenetica e arrivista di oggi - Dori e Carlobianchi l’hanno scoperto davvero. Recensione ❯
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Tre generazioni palestinesi, tra esilio e resistenza: una storia che svela il volto nascosto dell'oppressione. Drammatico, Cipro, Germania, Grecia, Giordania2025. Durata 145 Minuti.
Un ritratto di famiglia che esamina il rapporto tra nonno, padre e figlio e l'eredità del
trauma tramandato a ciascuno di loro. Espandi ▽
1988 Prima Intifada. Noor, un adolescente viene colpito da un proiettile sparato dagli israeliani. La madre, ormai anziana, si rivolge ad un interlocutore, di cui scopriremo l’identità solo molto più avanti, sentendo la necessità di raccontargli quanto accaduto alla famiglia nel passato. Si passa a Jaffa nel 1948 quando il nonno di Noor, Sharif, viene arrestato perché attaccato alla propria terra dopo che gli inglesi hanno lasciato la regione. E poi si arriva al 1978, al campo dei rifugiati in Cisgiordania. Qui Salim, figlio di Sharif, viene umiliato da un soldato israeliano dinanzi al figlio Noor, del quale poi seguiremo le vicende che coinvolgeranno i genitori. Cherien Dabis dirige e interpreta un film che invita tutti a interrogarsi su quanto accade oggi. È solo conoscendo il passato che si può comprendere il presente, ed è ciò che Dabis fa scegliendo un punto di vista, quello palestinese, senza dimenticare quello di chi vi si oppone. Recensione ❯
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Un film di cui ci si innamora. La storia di esseri umani fragili raccontati con uno sguardo empatico che commuove. Drammatico, Francia, Belgio2024. Durata 106 Minuti.
Tratto dal romanzo "L'Intimité" di Alice Ferney. Una storia di affetti incrociati, un'ode alla solidarietà di incredibile delicatezza. Espandi ▽
Sandra vive sola. Quando la sua vicina di casa molto incinta esce di corsa per andare a partorire, affidandole temporaneamente il figlio Elliott di cinque anni, Sandra lo accoglie a metà fra il disagio e la tenerezza. Purtroppo la madre di Elliott muore durante il parto (succede nei primi dieci minuti) ed Elliott dovrà crescere con la sorellina neonata Lucille e suo padre Alex - che non è il padre biologico del maschietto. E Sandra si ritroverà ad entrare nell'intimità famigliare di questo trio spaesato, lei più spaesata di loro.
L'attachement - La tenerezza di Carine Tardieu non commette mai l'errore fatale di accontentarsi della sua premessa narrativa e restare inchiodato lì, portando il pubblico a conclusioni prevedibili.
La storia si sviluppa lungo i primi due anni di vita della piccola Lucille e compie giri lunghi e larghi che vorremmo non finissero mai, per arrivare ad includerci. È un film di cui ci si innamora non perché sia perfetto, ma proprio perché racconta l'umana imperfezione con infinita empatia. L'ottima sceneggiatura incorpora imposizioni sociali che cambiano e situazioni che si complicano. Recensione ❯
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Una riflessione sull'amore e sul sesso in una vita che è straordinaria ma breve. Commedia, USA1996. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
I fatti della famiglia si intrecciano: amori, piccoli guai, nuovi amori, rimpianti, e la vita che passa ed è strana ma fantastica, qualsiasi cosa succeda, basta avere lo spirito, e l'umorismo giusto. Espandi ▽
Woody appare su un ponte sulla Senna: tutto è pulito, non c'è una persona, non c'è una macchina. L'uomo cammina con una baguette di pane sotto il braccio. Vive a Parigi, la città che predilige insieme a New York e Venezia. Ha una figlia con Goldie Hawn, che si è risposata e ha altri figli. I fatti della famiglia si intrecciano: amori, piccoli guai, nuovi amori, rimpianti, e la vita che passa ed è strana ma fantastica, qualsiasi cosa succeda, basta avere lo spirito, e l'umorismo giusto. Recensione ❯
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Buffalo Bill insegue Santino, buttero fuggitivo con Rosa, per raccontarne l'impresa più che per la taglia. Un'avventura tra mito e frontiera italiana. Espandi ▽
Bill Cody, detto Buffalo Bill, è arrivato nell’Italia da poco unita come star del Wild West Show, in cui ricostruisce (a modo suo) la storia della conquista della frontiera e della sconfitta dei nativi americani. Si ritiene innanzitutto un cantastorie, e forse ha appena trovato il nuovo racconto di avventura da immortalare sul suo taccuino: la fuga di Santino insieme a Rosa, moglie del possidente locale che Santino – così dicono - ha ucciso. È chiaro: Testa o croce? è un western in piena regola, solo ambientato (e non semplicemente girato) nelle campagne italiane. Alessio Rigo De Rigi e Matteo Zoppas, qui all’opera seconda, aggiungono un gusto personale per la leggenda. Un film animato da una fame di rimettersi in gioco e sperimentare con il cinema popolare tanto italiano quanto americano, attingendo tanto alla letteratura della frontiera quanto agli spaghetti western. Il film appartiene ad Alessandro Borghi, che si conferma uno dei grandi attori del cinema italiano contemporaneo, mantenendo il perfetto equilibrio fra agiografia e realtà. Recensione ❯
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Il film ripercorre la vita del poeta, gettando luce sugli aspetti meno noti e conosciuti, dando risalto, in particolare, al periodo giovanile, al suo animo inquieto e ribelle che lo portò a lottare contro le ingiustizie negli anni dell'università. Espandi ▽
Giovanni Pascoli è morto e un treno, su cui si trovano parenti, studenti e autorità, parte da Bologna per trasportare il feretro al paese natale, Castelvecchio di Barga. Attraverso il ricordo della sorella Mariù ripercorriamo la vita del poeta a partire dall'uccisione del padre per poi scoprire il suo impegno politico, i rapporti non sempre facili con Giosuè Carducci e la sua vita con le sorelle Ida e Mariù.
Giuseppe Piccioni ci fa conoscere aspetti spesso dimenticati della vita di uno dei poeti più famosi in Italia. E porta in primo piano quegli slittamenti del cuore e dell'affettività che hanno innervato la sua filmografia.
Da parte degli esegeti della sua opera non sono mancate le illazioni sui motivi che spinsero Pascoli a non sposarsi. Piccioni ci offre la sua lettura cercando, ancora una volta, l'essere umano nella sua essenza liberata dall'immagine che di lui gli altri si sono creata. Recensione ❯
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Lucia, timida e sensibile, è una ragazzina che frequenta il coro di una scuola cattolica e si trova ad affrontare i primi turbamenti e interrogativi della vita. A chi appartiene il mio corpo? Espandi ▽
Lucia ha sedici anni, è una ragazza timida, introversa, ma curiosa. Viene da un’educazione familiare e scolastica molto rigida, per cui il corpo e le sue esternazioni sono sinonimo di peccato. L’arrivo degli operai, corpi maschili finora sconosciuti, porterà scompiglio in lei e nell’istituto gestito dalle suore che frequenta. Un delicato film di formazione e, insieme, di iniziazione sessuale. Djukic firma un film suggestivo, mai volgare, molto casto nel suo raccontare anche il rapporto spesso conflittuale tra il desiderio e il rispetto delle norme religiose. Ne esce un affresco luminoso di un percorso che non ha nulla di morboso, o perverso: il film è universale perché mira a portare sullo schermo i turbamenti che tutti attraversano durante l’adolescenza, nell’esigenza di scoprire il proprio corpo e quello altrui, nelle molteplici interazioni possibili. La regista dimostra alla sua opera prima di avere uno stile originale e un controllo della materia narrativa, che non deborda e non annoia. Recensione ❯
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Una donna ha deciso di andare a cercare la nipote scomparsa da tempo. Espandi ▽
Lia, un'insegnante di storia georgiana in pensione, parte alla ricerca della nipote transgender Tekla, scomparsa da tempo, per esaudire l'ultimo desiderio della sorella. A Batumi viene a sapere da un giovane, Achi, che la ragazza ha attraversato il confine con la Turchia. Così Lia decide di mettersi in viaggio verso Istanbul e Achi si unisce a lei offrendosi di aiutarla. Per lui si tratta di un'occasione di fuga da una situazione familiare che gli sta stretta.
L'approccio documentario si fonde con il road-movie in Crossing Istanbul, quarto lungometraggio del cineasta svedese/georgiano Levan Arkin che si era fatto conoscere soprattutto con il precedente And Then We Danced dove aveva già affrontato tematiche LGBT mostrando l'attrazione tra due ballerini.
Per il regista è piuttosto l'occasione per un altro ritratto coerente di un cinema sull'identità e la memoria, di volti nella folla, che si forma sotto gli occhi dello spettatore e riesce ad avere una linea narrativa ondivaga. Recensione ❯
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Thriller che ruota intorno a un'inaspettata situazione che crolla addosso a una coppia in crisi. Espandi ▽
Siamo molto prossimi al Natale e Michel e Cathy sono impegnati nella vendita degli abeti che coltivano nella loro proprietà isolata sulle montagne del Giura. Un giorno Michel con il suo pick up, per evitare un orso che si è trovato davanti sulla strada, sbanda ed urta un’auto in sosta uccidendo una donna e provocando la morte del suo compagno terrorizzato. Nell’auto si trova una borsa piena di denaro e da quel momento per la coppia nasce l’idea di occultare i cadaveri e tenersi il malloppo. Non sarà un’impresa priva di conseguenze.
Alla sua terza regia Franck Dubosc fa di nuovo centro con una storia che riecheggia lo stile di due fratelli registi molto noti. Qui siamo di fronte a una commedia che tende al nero avendo come una sorta di bussola i fratelli Coen di Fargo. Il film tratta temi come la disabilità, un rapporto di coppia ormai spento, il desiderio di fare colpo su una ex moglie nonché quello dell’immigrazione clandestina in una forma diversa dal consueto. Tutto ciò, ed altro ancora, in due ore in cui tutto si tiene e l’incalzare degli eventi non solo mantiene desta l’attenzione ma provoca anche un divertimento intelligente. Recensione ❯
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Un padre cerca l'aiuto della figlia adulta per allevare i suoi giovani gemelli dopo che la sua seconda moglie lo ha lasciato. Espandi ▽
Los Angeles. La moglie di Andy (la cui attività lavorativa non procede bene) lo lascia, dicendogli che è andata a ricoverarsi in una clinica per disintossicarsi dai medicinali che prendeva. Andy si ritrova a dover gestire i loro due gemelli di nove anni, Billie e Moses, senza essersene mai occupato prima, e chiede aiuto a Grace, la figlia trentaseienne del suo primo matrimonio, che al momento è incinta, e che nutre verso di lui un certo rancore.
La regista sa gestire il mix di dramma e commedia che è stata la cifra stilistica dei genitori, e Il padre dell'anno è un ottovolante emotivo che passa dal riso a quel pianto che il protagonista non si concede mai.
Hallie Meyers-Shyer fa una scelta supremamente intelligente nell'affidare a Michael Keaton il ruolo del protagonista, perché Keaton è uno dei migliori (e più sottoutilizzati) attori su piazza, e riesce a modulare le mille sfumature del suo personaggio con un'abilità prodigiosa e un pathos davvero irresistibile. Recensione ❯
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Un intenso legal drama su una coppia separata che affronta una dolorosa battaglia giudiziale per la gestione del loro figlio. Espandi ▽
Marta e Guido si sono separati. La loro separazione è resa problematica dall'affidamento del figlio Andrea di 8 anni; entrambi, infatti, vorrebbero trascorrere più tempo con lui. Così si rivolgono al tribunale dei minorenni per richiedere una sentenza giudiziale che stabilisca in via definitiva quanti giorni il bambino debba passare con la madre e quanti con il padre. Tra Marta e Guido si scatena così una sotterranea guerra psicologica.
In L'isola di Andrea è notevole il livello di scrittura, ad opera dello stesso Capuano. Non c'è drammatizzazione e teatralità nei dialoghi ma la sceneggiatura coglie la verità di un profondo disagio e malessere di entrambi. In più la camera crea dei movimenti circolari, a cominciare da quelli dentro l'appartamento proprio all'inizio del film prima del ballo di Marta proprio per catturare tutta l'incertezza emotiva ed esistenziale di entrambi i protagonisti e il loro rapporto col figlio.
C'è poi la grande interpretazione di Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni. Per l'attrice si tratta della quarta collaborazione con il regista. Ma è sorprendente anche Marchioni quando mostra i segni di instabilità del suo personaggio. Recensione ❯
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Due sorelle entrano in un mondo fantastico dove verranno trasformate in gatte. Dovranno affrontare molte sfide per tornare alla realtà. Espandi ▽
Juliette compie cinque anni. Insieme alla sorella Carmen, che di anni ne ha già 8, vengono ospitate da Agnès, un'amica della mamma che, essendo allenatrice di una squadra, sta partendo per una trasferta e gliele affida. Agnès è una scrittrice di una serie di romanzi fantasy che vedono al centro il temibile vento Scirocco. Mentre lei si riposa le due sorelline finiscono dentro i libri e vivono una complessa avventura trasformate in gatte.
Un film di animazione che può confrontarsi senza particolari timori con l'opera di Miyazaki. Il mondo del regno del vento è presentato con una luminosità che favorisce un bel contrasto, sia con le bufere scatenate dal solitario Scirocco sia con la smania di potere del Sindaco.
Ci sono piccoli e grandi che, quando leggono un libro che gli piace, vi si immergono totalmente. Questo è un film che li rappresenta in modo efficace e originale. Recensione ❯
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Un ritratto a tutto tondo di Alberto Sordi, che ne dimostra l'attenta analisi comportamentale dell'Italia del suo tempo. Documentario, Italia2025. Durata 80 Minuti.
Un tributo al grande Alberto Sordi che, attraverso filmati di repertorio e voci autorevoli, ci accompagna in un viaggio imperdibile nella sua vita e nella sua comicità. Espandi ▽
Steve Della Casa e Caterina Taricano propongono un ritratto a tutto tondo di Alberto Sordi avvalendosi di un'ampia selezione di sequenze dei suoi film e delle testimonianze, sia di chi lo ha conosciuto direttamente sia di chi ha potuto incontrarlo solo sul grande o sul piccolo schermo.
Alberto Sordi viene liberato dall'invettiva morettiana per leggerne la carriera sotto una luce diversa che ne dimostra l'attenta analisi comportamentale dell'Italia del suo tempo e, talvolta, anche di quella a venire.
Era tempo che questo documentario, pronto già dal 2020, e presentato all'epoca alla Festa di Roma vedesse la luce dei proiettori delle sale cinematografiche. Perché la figura di Alberto Sordi, anche senza nessuna particolare ricorrenza di date di nascita o di morte, merita di essere riletta con uno sguardo attento e competente come è quello di Della Casa e Taricano. Recensione ❯
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Appassionato horror d'animazione che non indietreggia mai di fronte alle regole e alle virtù del genere. Animazione, USA2012. Consigli per la visione: Film per tutti
Il piccolo Norman affronterà mostri, streghe e fantasmi per salvare la propria città. Espandi ▽
Quando una piccola città viene presa d'assalto dagli zombie l'incompreso Norman, che ha la capacità di parlare con i morti, è costretto a entrare in azione per proteggere la sua città. Il ragazzino se la dovrà vedere solo coi morti viventi, con i fantasmi, le streghe e mostri di vario genere che scorazzano nella cittadina per colpa di un'antica maledizione. Recensione ❯
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