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Ultimo aggiornamento lunedì 1 ottobre 2018
Un musicista che vive sempre all'ombra di qualcuno decide di inscenare la sua scomparsa per attirare l'attenzione su di sé. In Italia al Box Office Chi m'ha visto ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 1,2 milioni di euro e 491 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Martino Piccione è un chitarrista pugliese relegato a fare da supporter a musicisti di fama. A 48 anni sembra destinato a rimanere per sempre nell'ombra, anche se il suo talento meriterebbe le luci della ribalta. Dopo una tournée con Jovanotti Martino torna alla nativa Ginosa, piccolo centro della Murgia tarantina, dove ritrova l'anziana madre Natuzza e i paesani che continuano a chiedergli quando si troverà un lavoro vero e smetterà di giocare. Solo l'amico di sempre Peppino Quaglia, cialtrone perdigiorno parcheggiato con l'Ape nella piazzetta del paese, sembra capirlo, e quando il chitarrista decide di sparire dalla circolazione per attirare su di sé l'attenzione dei media Peppino lo appoggia e lo assiste, a modo suo.
Riusciranno i due amici a generare la curiosità del pubblico e a lanciare la carriera musicale di Martino? E soprattutto: nell'epoca dei like è più importante esserci o non esserci?
Alessandro Pondi, autore, drammaturgo e sceneggiatore televisivo, debutta alla regia di un lungometraggio cinematografico con un film che paradossalmente ha come suo punto debole proprio la scrittura (il soggetto è del regista insieme a Martino De Cesare, Paolo Logli e Giuseppe Fiorello, gli ultimi due anche coautori della sceneggiatura).
La trama di Chi m'ha visto? ricorda molto da vicino quella di Omicidio all'italiana di Maccio Capatonda ma non ne ha né la solida struttura narrativa né la pungenza satirica, preferendo dare spazio (e briglia sciolta) alla verve istrionica dei due attori protagonisti.
È sul terreno dell'interpretazione che Chi m'ha visto? dà il suo meglio, ma sottolinea anche la debolezza registica di Pondi. Il film è infatti una cartina di tornasole delle caratteristiche interpretative dei due attori protagonisti che andrebbero però gestite e guidate con mano più sicura da un regista di maggiore esperienza.
Pierfrancesco Favino è un purosangue con una irresistibile vena istrionica e un formidabile orecchio per gli accenti regionali che rendono le sue scene in Chi m'ha visto? a volte esilaranti, altre eccessivamente caricate. Favino divora la cinepresa e avrebbe bisogno di un regista che occasionalmente argini la sua potenza interpretativa.
Il suo Peppino potrebbe essere uno di quegli archetipi comici che hanno fatto grande la commedia all'italiana, ma non è supportato da un'architettura narrativa sufficientemente coesa. L'interpretazione di Favino fa l'effetto di un fuoco d'artificio in cui alcuni botti funzionano magnificamente ed altri si spengono, o esplodono troppo presto, perché non sono stati adeguatamente calibrati da chi è preposto ad assegnare loro potenza e traiettoria.
Beppe Fiorello, di contro, lavora in levare, confermando quella che è la sua caratteristica attoriale più convincente, ovvero un istintivo pudore che, nel contesto di Chi m'ha visto?, contribuisce a spiegare la sua incapacità di emergere come star musicale. Se adeguatamente guidata, questa caratteristica può fare di Fiorello un ottimo prim'attore cinematografico, capace di prendere gentilmente per mano lo spettatore e invitare la cinepresa a seguirlo nel momento stesso in cui lui vi si sottrae. Ma di nuovo, la sceneggiatura e la regia di Chi m'ha visto?sono troppo esitanti per sostenere una recitazione così sfumata e sfuggente, e la cifra malinconica che dà volto e voce all'umana decenza del (miglior) carattere italiano, contraltare alla boria sbruffona dei Peppino Quaglia.
A Favino e Fiorello è appaltato il compito di tarare autonomamente la propria performance, e i due fanno miracoli nell'armonizzarsi a vicenda, ma non possono supplire all'appoggio di una regia e una scrittura più competenti. Anche la performance di Sabrina Impacciatore, che lavora su un personaggio già perfettamente codificato da Sabrina Ferilli in Omicidio all'italiana, appare completamente autogestita: Impacciatore fa miracoli, ma non dovrebbe essere suo compito fare tutto da sola. È un peccato perché la storia di Chi m'ha visto? avrebbe potuto non tanto essere un gioiellino di critica sociale quanto un interessante lavoro su quei lati umani che la contemporaneità premia o punisce, mostrando con maggiore sottigliezza (e crudeltà) quanto la natura profonda di ognuno di noi sia determinante nel decretare il successo o il fallimento in determinati contesti e condizioni (anche storici): di questa pasta è fatta la grande letteratura, e può essere fatto il grande cinema.
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Onestamente leggendo le altrui recensioni non avrei guardato questa simpaticissima commedia ambientata nella murgia e con uno strepitoso Favino. Il film è leggero, divertente e poco impegnativo, ideale per una serata spensierata dove ci si vuole fare due risate. Il prodotto è di qualità con macchiette originali nonostante siano inserite in un meccanismo collaudato e non originale. [...] Vai alla recensione »
Non sempre si può chiedere troppo da un film. Né sempre ci si può accomodare in poltrona con il cipiglio del severo censore. In certe sere può bastare un po’ di sana leggerezza, purché supportata da qualche qualità minima che giustifichi il prezzo del biglietto e appaghi minimamente quel gusto estetico di cui non riusciamo a liberarci.
Mediocre filmetto sulla finta sparizione del talentuoso chitarrista Piccione (Fiorello) organizzata con la complicità dell'amico Peppino (Savino). il fim procede senza particolri slanci creativi tra personaggi stereotipati e da macchietta che ripropongono i classici clichee (la mamma meridionale affezionata ma rimbambita, il barbiere del paese, un allampanato prete sudamericano invadente, [...] Vai alla recensione »
Lunedì la Bici elettriche Miele ha deciso di rilassarsi dedicando la serata al cinema scegliendo come Film Chi m'ha visto . Oggi ho deciso di fare questo post diverso perché ritengo che oltre d essere una commedia brillante , divertentissima e soprattutto tutta ITALIANA , interpretato in modo fantastico da Giuseppe Fiorello e Pierfrancesco Favino , sia anche un film dal significato [...] Vai alla recensione »
A me è piaciuto! Beppe Fiorello e Favino troppo simpatici! Già mi piaceva Fiorello come attore, ora, dop aver apprezzato Favino a Sanremo, lo considero ancora di più un bravo attore che sa prendere qualsiasi voce dialettale. Bravi e buona visione!
Tralasciando che Favino è il mio attore preferito e che anche la Impacciatore non mi ha mai deluso, ho scoperto un bravissimo Beppe Fiorello prestato alla commedia italiana, genere che gli si addice.Anche il film è fresco e leggero, pur sollevando questioni di una certa rilevanza nell'era dei social.Una commedia molto piacevole per trascorrere 2 ore in allegria.
Davvero bello. Il film è stata una grandissima sorpresa. E' intelligente e sorprendente. Fiorello e Favino sono una coppia esplosiva. Favino insuperabile, Fiorello è finalmente ben diretto e ci regala momenti di gran comicità. Ci vorrebbero più film come questi.
davvero bella la trama e la vicenda del chitarrista professionista ma che non viene considerato dal paesiello. L'ambientazione è la tipica comunità del paesino dell'entroterra pugliese. Trovate comiche e folkloristiche non mancano. Più però il film si sviluppa e più perde di credibilità e realismo.
Ho visto questa splendida commedia dopo aver visto l'ottima opera seconda di Alessandro Pondi, Tutta un'altra vita. Questo autore è davvero in gamba, mai banale e molto ironico. Le sue commedie mi ricordano le grandi commedie degli anni sessanta. Finalmente un Pierfrancesco Favino che ci fa anche ridere e un Beppe Fiorello lontano dal suo solito cliché.
Ho visto questa splendida commedia dopo aver visto l'ottima opera seconda di Alessandro Pondi, Tutta un'altra vita. Questo autore è davvero in gamba, mai banale e molto ironico. Le sue commedie mi ricordano le grandi commedie degli anni sessanta. Finalmente un Pierfrancesco Favino che ci fa anche ridere e un Beppe Fiorello lontano dal suo solito cliché.
film mediocre sotto ogni punto di vista. lascia sconcertati vedere che nei cinema della mia città sono stati tolti film ben più quotati per lasciare più sale a una pellicola del genere. veramente sconsigliato
Fama, visibilità, "immagine". La loro mancanza tormenta il bravo chitarrista Giuseppe Fiorello che dopo l'ultimo tour, con Jovanotti, si sente stufo, a 48 anni, di essere sottovalutato se non ignorato. È di nessun aiuto il manager Dino Abbrescia, e l'amico d'infanzia Pierfrancesco Favino, che lo accoglie al paesino natale delle Murge senza capirlo come gli altri paesani compresa la mamma Mariolina [...] Vai alla recensione »
Martino (Fiorello) è un bravo chitarrista, di quelli che suonano con i divi musicali italiani. Però, vorrebbe diventare famoso, visto che «non conta quanto vali, conta quanto appari». Ritornato al paesino natio, con l'aiuto dell'amico Peppino (Favino) organizza la propria sparizione. Da quel momento, finirà sui rotocalchi e la televisione si interesserà del suo caso.