gianleo67
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sabato 7 marzo 2015
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black hawk down & wite sheep-dog
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Storia vera, tra realtà autobiografica e finzione cinematografica, del Navy Seal Chris Kyle arruolatosi nei corpi speciali americani durante la seconda Guerra iraquena, dopo l'abbandono della vita nomade nei rodei texani, e passato agli annali come il più letale cecchino della Storia militare a stelle e strisce con all'attivo più di 250 uccisioni nemiche. Sposato e padre di 2 figli, Kyle alterna alle sue quattro missioni in territorio nemico una difficile convivenza con la moglie Taya, dovuta alle difficoltà di un impegno professionale che lo vede quasi sempre lontano da casa, al supporto fondamentale ai reparti militari americani impegnati sul campo nella ricerca e neutralizzazione di obiettivi sensibili come il numero due di AlQuaeda Al Zarkawi.
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Storia vera, tra realtà autobiografica e finzione cinematografica, del Navy Seal Chris Kyle arruolatosi nei corpi speciali americani durante la seconda Guerra iraquena, dopo l'abbandono della vita nomade nei rodei texani, e passato agli annali come il più letale cecchino della Storia militare a stelle e strisce con all'attivo più di 250 uccisioni nemiche. Sposato e padre di 2 figli, Kyle alterna alle sue quattro missioni in territorio nemico una difficile convivenza con la moglie Taya, dovuta alle difficoltà di un impegno professionale che lo vede quasi sempre lontano da casa, al supporto fondamentale ai reparti militari americani impegnati sul campo nella ricerca e neutralizzazione di obiettivi sensibili come il numero due di AlQuaeda Al Zarkawi. Non saranno le pericolosissime missioni a cui prende parte ad ucciderlo però, ma la mano folle ed armata di un ex marine affetto da stress post traumatico che cercava di aiutare.
Chiedere ad un patriota convinto e consapevole come Eastwood di schierarsi dalla parte del nemico nel trattare un fatto storico così recente e doloroso per la storia americana come la guerra iraquena post 11 Settembre, sarebbe oltre che irrealistico assolutamente al di fuori della poetica filmografica fortemente ideologizzata del suo autore, fin qui protagonista indiscusso di un'epica radicale dei valori tradizionali che ha saputo coniugare tanto le esigenze spettacolari di una scrittura solida e compatta (con un maestro come Don Siegel non deve essere stato tanto difficile) con la messa in discussione degli stessi rigorosamente nel solco di una strenua fedeltà ai suoi modelli. Così era stato per le contraddizioni umane e professionali del sergente tutto d'un pezzo del campo di addestramento di 'Gunny' (1986) o nel sacrificio e l'espiazione di un reduce della Guerra di Corea ossessionato dai fantasmi del suo passato nel bellissimo 'Gran Torino' (2008), piuttosto che nel dittico, struggente e ambizioso, di un fronte Pacifico della Seconda Guerra Mondiale visto da entrambi gli appostamenti delle trincee nemiche in 'Flags of Our Fathers' e 'Lettere da Iwo Jima' (2006). Se è vero che l'intento del buon Clint era quello di mostrare le contraddizioni implicite non solo della storia in sè (l'autobiografia di un cecchino americano con all'attivo centinaia di morti in terra nemica che muore in patria per fuoco amico in tempo di pace) ma anche nelle trasformazioni profonde che lo spirito marziale induce nel tessuto sociale di una nazione di lunga tradizione democratica come l'America (e qui ci sono opinioni naturalmente contrastanti), possiamo affermare che questo film ne mostra non solo la difficoltà di organizzare la materia narrativa sfuggento alle facili accuse del più retrivo nazionalismo, ma anche i limiti di un'ambiguità e complessità dello sguardo costretto a fare continuamente la spola tra la spietata (e sacrosanta) determinazione sul campo di battaglia con le indelebili ferite inferte alla sfera degli affetti e delle relazioni su quello familiare. Seguendo il filo e la logica narrativa di un'educazione balistica che ricorda lo sguardo di ghiaccio ed il cuore di leone di un 'cane da pastore' che dalle lande ghiacciate dell'altopiano siberiano ('Il nemico alle porte' - 2001 - Jean-Jacques Annaud) si sposta sui brulli e assolati sentieri texani, il patriota dagli occhi di ghiaccio cerca di portare la logica di questo atteggiamento ideologico alle sue estreme conseguenze, centrando da un lato il bersaglio di una full immersion nell'inferno iraqueno stordente e ossessiva che non si vedeva dai tempi di 'Black Hawk Donw' (Ridley Scott - 2001), ma mostrando evidenti cedimenti nell'inseguire il filo di una insania mentis che sembra affliggere collateralmente le parti più solide e sane (la famiglia, la prosperità economica, la salute fisica) della società americana e finendo per comprimerli sullo sfondo di una vicenda familiare che precipita nel finale da amarcord e docu-fiction di una celebrazione post mortem al suono del 'silenzio' ed allo sventolio della bandiera a stelle strisce.
Al netto di questo squilibrio di scrittura e di messa in scena, resta una perizia registica indiscutibile e l'attendibilità di un virtuosismo narrativo che sembra descrivere con impassibile lucidità le impercettibili e silenziose traiettorie di morte di macchine da guerra in carne, ossa e tuta mimetica. Premio Oscar 2015 per il miglior montaggio sonoro a Alan Robert Murray e Bub Asman.
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sabrina lanzillotti
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venerd 13 marzo 2015
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la storia del cecchino pi spietato damerica
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Chris Kyle è un cecchino statunitense, il più letale che la storia abbia mai conosciuto. Si arruola nel 1999 ed ha una determinazione ed una mira notevoli, tanto che viene abilitato per entrare a far parte delle forze speciali dei Navy Seal. Nel 2003 viene spedito in Iraq e qui diviene una leggenda vivente, tanto che le forze Irachene sono decise ad eliminarlo, mettendo una taglia sulla sua testa. Tornato a casa, il marine si dedica a moglie e figli, non trascurando però i reduci di guerra a cui si ripromette di guardare le spalle.
Questa in breve la trama di American Sniper, una storia vera che sfugge all’occhio di Clint Eastwood, che non si limita a raccontare e a denunciare gli orrori della guerra, ma entra nell’animo dei soldati e mette in rilievo le assurdità che ne vengono fuori.
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Chris Kyle è un cecchino statunitense, il più letale che la storia abbia mai conosciuto. Si arruola nel 1999 ed ha una determinazione ed una mira notevoli, tanto che viene abilitato per entrare a far parte delle forze speciali dei Navy Seal. Nel 2003 viene spedito in Iraq e qui diviene una leggenda vivente, tanto che le forze Irachene sono decise ad eliminarlo, mettendo una taglia sulla sua testa. Tornato a casa, il marine si dedica a moglie e figli, non trascurando però i reduci di guerra a cui si ripromette di guardare le spalle.
Questa in breve la trama di American Sniper, una storia vera che sfugge all’occhio di Clint Eastwood, che non si limita a raccontare e a denunciare gli orrori della guerra, ma entra nell’animo dei soldati e mette in rilievo le assurdità che ne vengono fuori. Un bravissimo Bradley Cooper (che per la cronaca ha messo su un’ingente massa muscolare per entrare nel personaggio) tiene il pubblico costantemente con il fiato sospeso, in preda ad una schizofrenia perenne che rischia di farlo precipitare nel baratro nonostante sia convinto della causa che ha sposato.
Gli effetti speciali sono degni di un colossal di Hollywood, le riprese fanno sentire lo spettatore nel pieno dell’azione e generano una sensazione di ansia ed angoscia. Il merito di Eastwood è quello di non aver girato il classico film patriottico che esalta l’eroe americano, ma un film introspettivo, che mette il luce ciò che la guerra genera nell’animo del soldato, la fragilità umana contrapposta all’eroismo ed al sangue freddo. Un soldato che non deve sopravvivere solo fisicamente ma anche mentalmente, un disfacimento psicologico che distrugge l’essere umano ancor più delle pallottole
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melograno.rosso
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mercoled 8 aprile 2015
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apologia a stelle e striscie
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A me non piaciuto..per carit girato bene, attori credibili, regia come al solito asciutta secca, senza orpelli.. ma ma .. ma la scena iniziale dice tutto. Il cecchino appostato su un palazzo, le truppe americane che avanzano, dalla strada esce un bambino con la sua mamma, nelle mani stringe una granata che tenta di lanciare verso i soldati americani, Chris Kyle "costretto" a sparare. Prima al bambino poi alla mamma che dopo aver raccolto la granata in terra tenta a sua volta di lanciarla. Chris non ha un minimo sussulto, sta svolgendo il suo lavoro, spara perch il suo dovere e perch stato addestrato a far quello, deve proteggere il suo paese e quello conta, non conta se sotto i suoi colpi cade un'innocente, conta solo che quelle stelle e quelle strisce sono sopra e pi importanti di TUTTO.
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A me non piaciuto..per carit girato bene, attori credibili, regia come al solito asciutta secca, senza orpelli.. ma ma .. ma la scena iniziale dice tutto. Il cecchino appostato su un palazzo, le truppe americane che avanzano, dalla strada esce un bambino con la sua mamma, nelle mani stringe una granata che tenta di lanciare verso i soldati americani, Chris Kyle "costretto" a sparare. Prima al bambino poi alla mamma che dopo aver raccolto la granata in terra tenta a sua volta di lanciarla. Chris non ha un minimo sussulto, sta svolgendo il suo lavoro, spara perch il suo dovere e perch stato addestrato a far quello, deve proteggere il suo paese e quello conta, non conta se sotto i suoi colpi cade un'innocente, conta solo che quelle stelle e quelle strisce sono sopra e pi importanti di TUTTO.
A casa c' una moglie che lo aspetta e un figlio appena nato, ma Chris se saltuariamente torna fisicamente in patria con la testa sempre li, in divisa e con il fucile in braccio, la Guerra del Golfo casa sua, lucido, implacabile, non ci sono dubbi, non ci sono lacerazioni davanti all'orrore che sta vivendo. Domande non ce ne sono, c' solo l'America con le sue necessit, il soldato non pensa, agisce, uccide. Stelle e striscie e svastica non sono mai state cose vicine. Ma ora basta corro a rivedermi "Il cacciatore"!
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francesco2
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gioved 23 aprile 2015
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eastwood e cronenberg
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La guerra ha due volti, credo comunque la si pensi. Il protagonista, che scopre durante e dopo _Anche prima?- che anche il suo paese ne ha due, è al contempo eroe e persecutore: da questo punto di vista è (Anche troppo) esemplificativa la scena in cui sta per sparare ad un bambino
E' strano, dunque, che tra tutti i commenti che ho sentito non si faccia riferimento alla cronenberghiana "Promessa dell'asassino." Eppure non mancano temi i comune: la legittimità della violenza, le caratteristiche ed il ruolo dell'eroe nella società di oggi.persino, ad un livello più specifico, la cultura delle armi in un paese come gli USA ( Anche se Cronenberg è canadese).
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La guerra ha due volti, credo comunque la si pensi. Il protagonista, che scopre durante e dopo _Anche prima?- che anche il suo paese ne ha due, è al contempo eroe e persecutore: da questo punto di vista è (Anche troppo) esemplificativa la scena in cui sta per sparare ad un bambino
E' strano, dunque, che tra tutti i commenti che ho sentito non si faccia riferimento alla cronenberghiana "Promessa dell'asassino." Eppure non mancano temi i comune: la legittimità della violenza, le caratteristiche ed il ruolo dell'eroe nella società di oggi.persino, ad un livello più specifico, la cultura delle armi in un paese come gli USA ( Anche se Cronenberg è canadese).
Ma il MIGLIOR Eastwood ci ha regalato film superiori a questo.
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fedeama
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gioved 4 febbraio 2016
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clint colpisce ancora
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Ancora una volta Clint Eastwood non delude con la sua regia fenomenale. Impeccabile e preciso come suo solito, porta sul grande schermo un capolavoro di altrettante dimensioni, portato all'eccellenza dalla recitazione di Bradley Cooper, che ci permette di vivere insieme a lui l'esperienza della guerra. È un tema questo trattato molto ultimamente, ma mai in questo modo. Il protagonista, Chris Kyle, ex cowboy, intraprende la strada militare nel corpo dei Seal (Sea - Air - Land) come cecchino, e impiega poco tempo a raggiungere una certa fama, in quanto viene considerato il migliore della sua categoria. Al contrario degli altri film di questo genere, Clint Eastwood non lascia al pubblico solo effetti speciali, esplosioni e quanto è presente in una tipica americanata, bensì lascia un segno indelebile in ogni spettatore, un chiaro messaggio e spunto di riflessione.
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Ancora una volta Clint Eastwood non delude con la sua regia fenomenale. Impeccabile e preciso come suo solito, porta sul grande schermo un capolavoro di altrettante dimensioni, portato all'eccellenza dalla recitazione di Bradley Cooper, che ci permette di vivere insieme a lui l'esperienza della guerra. È un tema questo trattato molto ultimamente, ma mai in questo modo. Il protagonista, Chris Kyle, ex cowboy, intraprende la strada militare nel corpo dei Seal (Sea - Air - Land) come cecchino, e impiega poco tempo a raggiungere una certa fama, in quanto viene considerato il migliore della sua categoria. Al contrario degli altri film di questo genere, Clint Eastwood non lascia al pubblico solo effetti speciali, esplosioni e quanto è presente in una tipica americanata, bensì lascia un segno indelebile in ogni spettatore, un chiaro messaggio e spunto di riflessione. Tutti sappiamo che la guerra è orribile, ma non tutti la vivono personalmente e possono conoscerne gli atroci dettagli. Clint ci porta in guerra insieme a lui, a sperimentare attraverso uno schermo le medesime atrocità, con una tecnica che costringe lo spettatore a rimanere ad osservare ed anzi a sentirsi interprete della sua stessa opera. Insomma un film da rivedere, 2 o piu volte.
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samanta
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mercoled 15 marzo 2017
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un eroe comune
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Quando era uscito American Sniper l'avevo visto al cinema, pochi giorni fa l'ho rivisto in TV e non posso che confermare l'impressione positiva che ne ebbi allora.
E' il solito film di Clint Eastwood intendendo come "solito" non un film banale, ma sempre uno spettacolo di qualità. Clint ci ha abituati ormai a sfornare film che pur nella varietà dei giudizi si collocano sempre su valori medio alti, sono film solidi semplici strutturati per appassionare lo spettatore e nello stesso tempo narrare una storia umana che coivolge lo spettatore.. Diceva il grande Hitchcock che tre sono i requisiti di un buon filme "la storia, la storia e poi la storia .
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Quando era uscito American Sniper l'avevo visto al cinema, pochi giorni fa l'ho rivisto in TV e non posso che confermare l'impressione positiva che ne ebbi allora.
E' il solito film di Clint Eastwood intendendo come "solito" non un film banale, ma sempre uno spettacolo di qualità. Clint ci ha abituati ormai a sfornare film che pur nella varietà dei giudizi si collocano sempre su valori medio alti, sono film solidi semplici strutturati per appassionare lo spettatore e nello stesso tempo narrare una storia umana che coivolge lo spettatore.. Diceva il grande Hitchcock che tre sono i requisiti di un buon filme "la storia, la storia e poi la storia ...". Direi che Clint ha assimilato la lezione del buon "Hitch" , i suoi non solo sono buoni films che raccontano buone storie ma, a mio giudizio, spesso sono dei capolavori cito ad esempio: Gli spietati, Un mondo perfetto,I ponti di Madison Country, Fino a prova contraria, Mistic River, Lettere da Ivo Jima, Flags our fathers, Changelling, Gran Torino, Hereafter. Clint affronta temi delicati come l'eutanasia, la vita nell'al di là, l'integrazione razziale con forza e nello stesso tempo semplicità. Fa specie che abbia ottenuto solo due Oscar per la migliore regia (Gli spietati e Million Dollar Baby) e nessun Oscar come migliore attore (basti pensare che l'interpetazione magistrale di Gran Torino non venne neanche ritenuta degna della nomination) o come Miglior Film, per AmeRican Sniper in patria ebbe un tale successo (solo in USA incassò 350 milioni di dollari) che lo stesso Politically Correct di HollYwood non potè fare a meno di nominarlo ovviamente non premiandolo con l'Oscar.
American Sniper e cioè un "cecchino" americano come molti film di Clint è tratto da una storia vera e dal libro autobiografico scritto da Chris Kyle. Il personaggio interpretato da Bradley Cooper è un cowboy fin da piccolo abituato ad usare il fucile per la caccia che si arruola neel Navy Seal (Corpo speciale della marina), si sposa con Taya interpreta nel fim da Sienna Miller e da cui ha due figli. Dopo l'11 settembre chiede di andare in Irak a combattere con una semplice motivazione: voglio difendere il mio paese. In Irak farà 4 turni di combattimento per circa 3 anni complessivi. Viene utilizzato come cecchino per proteggere le operazioni dei propri commilitoni. Uccide 160 nemici riconosciutigli dai superiori (in realtà 255). Viene ferito tre volte e gli vengono conferite 10 decorazioni e diventa una leggenda, gli avversari metteranno una taglia di decine di migliaia di dollari sulla sua testa.e lo chiameranno il "diavolo". Nel 2009 chiede il congedo e ritorna in patria, ma come molti il ritorno alla vita normale gli crea parecchi problemi psicologici, finché il medico che lo cura capisce il motivo della sua angoscia: è tormentato dal ricordo dei commilitoni morti che non riuscì a salvare, allora gli suggerisce di aiutare a salvare i tanti commilitoni che sono negli ospedali traumatizzati per le ferite riportate e hanno bisogno di un aiuto. Chris si dedica a questa missione che gli permette di riacquistare la serenità anche nei rapporti familiari. Nel 2013 un commilitone traumatizzato con problemi psichici lo uccide. Nel finale del film vengono proiettati alucne scene degli imponenti funerali che gli vennero resi.
Il film è ben costruito la figura del cecchino è una figura semplice che ama la patria che però si pone problemi di coscienza ad esempio quando deve sparare a donne o bambini che stanno per lanciare bombe contro i soldati, che fa il suo dovere senza enfasi e vanagloria ma che ha il suo unico scopo di salvare più vite possibili dei soldati americani e che non prova certo piacere a uccidere. Si pone certo tanti problemi anche in famiglia ma cerca di affrontarli con coraggio senza spavalderia. Clint ha diretto il film con tocco lievo lasciando parlare e le immagini o il volto del protagonista. Gli attori sia Cooper che Sienna Miller e gli altri comprimari recitano senza una sbavatura ma con discrezione direi. Sia la fotografia che il sonoro sono eccellenti. Insomma un film con una bella storia da 5 stelle.
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gaiart
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venerd 2 gennaio 2015
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quand' che la gloria svanisce e diventa una croci
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“Quand'è che la Gloria svanisce e diventa una crociata sbagliata?” - dice la madre di Mark, un Seal ucciso nella guerra in Iraq?
Da questa riflessione origina forse la scelta di documentare una Storia Vera come quella di American Sniper. Un uomo, Chris Kyle, si arruola nei NAVY SEAL ed eccelle come cecchino, tanto da venire definito, in arabo Al Sheitan: “il diavolo” e in inglese, “the legend”, nella storia americana colui che, in assoluto, ha ucciso più persone.
Diretto da Clint Eastwood, che da prova di una regia interessante, basato sull'omonima autobiografia di Chris Kyle, il film ha per protagonista Bradley Cooper in una veritiera interpretazione, se non altro per i muscoli accumulati, circa 30 kili, che definiscono il vero prototipo di soldato americano, affiancato poi da Sienna Miller, Luke Grimes, Kyle Gallner e Sam Jaeger.
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“Quand'è che la Gloria svanisce e diventa una crociata sbagliata?” - dice la madre di Mark, un Seal ucciso nella guerra in Iraq?
Da questa riflessione origina forse la scelta di documentare una Storia Vera come quella di American Sniper. Un uomo, Chris Kyle, si arruola nei NAVY SEAL ed eccelle come cecchino, tanto da venire definito, in arabo Al Sheitan: “il diavolo” e in inglese, “the legend”, nella storia americana colui che, in assoluto, ha ucciso più persone.
Diretto da Clint Eastwood, che da prova di una regia interessante, basato sull'omonima autobiografia di Chris Kyle, il film ha per protagonista Bradley Cooper in una veritiera interpretazione, se non altro per i muscoli accumulati, circa 30 kili, che definiscono il vero prototipo di soldato americano, affiancato poi da Sienna Miller, Luke Grimes, Kyle Gallner e Sam Jaeger.
Grandi capacità tecniche, effetti scenici pazzeschi che generano scene intense, ricche di tensione, si alternano a noiose sparatorie troppo lunghe per non destare qualche sbadiglio. American Sniper non colpisce del tutto o mortalmente lo spettatore, bene quanto sa fare il suo cecchino protagonista!
Poca caratterizzazione psicologica, nessun dilemma morale di uno che altrove si definirebbe semplicemente o giustamente killer, sono forse i tratti che lo rendono nebuloso o scarno.
Da un lato la solita trita e ritrita autocelebrazione americana, quasi sempre autoreferenziale nel suo patriottismo, senza sollevare il minimo dubbio sulle cause recondite degli svariati attacchi che sono stati fatti ai paesi arabi, (il dubbio sorge legittimo e si chiama petrolio), dall’altro la lucida visione, ahimè univoca, di un punto di vista schierato che non aggiunge consapevolezza alla stupidità di queste eterne guerre.
La netta divisione che sempre imperversa tra buoni e cattivi, yankees e non, avrebbe un po’ stufato dopo decenni di film così strutturati, anche perché il male non è mai così banale, netto e schierato come lo si vuole dipingere!
La pellicola però, se vista con un’ottica obiettiva, e non monoteista, apre interrogativi utili anche sulla scissione che questi soldati, spesso giovanissimi e inconsapevoli vivono tra vita privata e lavoro, con la sindrome post traumatica da stress, in un’idea di patria forse da rivedere, se non da costruire del tutto, anche alla luce dell'infelice rapporto che gli Usa vivono con le armi.
Recentemente, infatti si è visto un bimbo di due anni uccidere per sbaglio la madre al supermercato. Ma forse, sarà anche lui arruolato come un futuro cecchino!!!
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elboliloco
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sabato 3 gennaio 2015
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vita da oscar, film da cinema
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Chris Kyle, ragazzotto del Texas, ha quasi trentanni. Tra rodei sabbiosi, donne, alcol e guasconate, si gode gli anni doro degli Stati Uniti . Gli Americani vivevano felici, ancorati alle certezze e ai diritti garantiti dalla bandiera a stelle e strisce. L11 Settembre era ancora un giorno comune nellimmaginario collettivo. Molto presto, per, gli attacchi terroristici di Al-Quaeda bussano prepotentemente alle porte delle allegre famiglie americane chiedendo agli Usa un regolamento di conti inseguito alle politiche messe in atto da Bush Senior in poi nel Medio Oriente. Chris, interpretato da Bradley Cooper, sente che qualcosa sta cambiando nel mondo e decide di dover dare il proprio contributo arruolandosi nel temerario corpo militare dei Seal.
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Chris Kyle, ragazzotto del Texas, ha quasi trentanni. Tra rodei sabbiosi, donne, alcol e guasconate, si gode gli anni doro degli Stati Uniti . Gli Americani vivevano felici, ancorati alle certezze e ai diritti garantiti dalla bandiera a stelle e strisce. L11 Settembre era ancora un giorno comune nellimmaginario collettivo. Molto presto, per, gli attacchi terroristici di Al-Quaeda bussano prepotentemente alle porte delle allegre famiglie americane chiedendo agli Usa un regolamento di conti inseguito alle politiche messe in atto da Bush Senior in poi nel Medio Oriente. Chris, interpretato da Bradley Cooper, sente che qualcosa sta cambiando nel mondo e decide di dover dare il proprio contributo arruolandosi nel temerario corpo militare dei Seal. Consapevole di dover dare una svolta alla propria vita, in pochi anni trova lanima gemella, e dopo lattacco terroristico del World Trade Center, capisce che il suo unico scopo da qual momento in poi sar quello di proteggere gli Stati Uniti dal male. Diventa uninfallibile cecchino, colui che dai polverosi tetti di Falluja, protegge i compagni, pronto ad avvertire la minima minaccia e sparare al nemico.E ormai una leggenda tra nella storia degli snipers americani. Tuttavia, nei periodi di riposo passati con la moglie e i figli, si dimostra sempre pi assente. Non realmente Chris a fare ritorno, bens un riflesso opaco. Il vero Chris ormai non esiste pi. Per ogni suo compagno caduto in battaglia perde pezzi di se stesso e non si cura di rimetterli insieme; li lascia l tra il sangue le macerie sperando che sia il tempo a portarli via. Langelo texano ha perso il suo candore per sempre, si sporcato le candide ali e le macchie rosse non andranno mai pi via. 160 colpi letali accertati, 160 estremisti islamici freddamente uccisi, 160 rivoli di sangue, 160 minacce scampate, 160 madri straziate, 160 giovent stroncate, 160 respiri spezzati, ma anche Chris Kyle in fondo muore 160 volte. Ogni volta che preme il grilletto consapevole del gesto che sta compiendo e sa, che un giorno, dovr delle spiegazioni al Creatore.
Il regista, Cleant Eastwood, svolge un compitino senza picchi di genio. Non osa, non d alcun valore aggiunto al film. Trasforma una trama importante, scaturita da un racconto di vita autentico che segna un periodo indelebile della storia americana e mondiale, nel classico blockbuster hollywoodiano dove la maggior parte del budget viene speso per le munizioni, le armature da combattimento e i giubbotti antiproiettile.
Gli scenari sono ripetuti: vita coniugale da casa con giardino in Texas, piste di atterraggio e tetti di edifici fatiscenti. Molte delle ridondanti sparatorie potevano essere evitate. Lo scorrere della trama meccanico e privo di mordente. Colonna sonora assente. Paradossalmente manca anche lazione. Tutte le scene sembrano gi spiegate nel momento in cui iniziano. La scena cruciale non viene neanche girata e lavvenimento con pi pathos viene comunicato con una didascalia sullo schermo nero. Il regista ha avuto la fortuna di trovarsi tra le mani un plot dallimportanza inestimabile, ma non ha saputo valorizzarlo.
Bradley Cooper non rende merito alla figura del patriota Chris Kyle. Nonostante la somiglianza con lo stesso, linterpretazione in questo film scandita da sguardi inespressivi, fissi nel vuoto. Pianti e momenti di commozione da commedia comica, poco credibile.
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superciuky
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luned 5 gennaio 2015
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sopravvalutato
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Forse le aspettative dopo aver visto la nota "assolutamente si" erano alte, ma questo film mi ha lasciato nel suo complesso indifferente. Il padre autoritario che cresce i figli imparandogli la categorizzazione in pecore, lupi e cani pastore è raffigurato nella scena del cervo. Lui che protegge il fratello sin da bambino, il quale lo emula. Poi conosce la futura moglie in un bar a suon di whisky. Onestamente il rapporto tra i protagonisti non rimandava amore, come spettatore non l'ho sentito. Sostanzialmente il protagonista torna più volte in guerra solo per uccidere il cecchini avversario, tanto è che appena ci riesce (strano vinca l'americano come al solito) chiama l moglie dicendosi di pronto al rientro.
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Forse le aspettative dopo aver visto la nota "assolutamente si" erano alte, ma questo film mi ha lasciato nel suo complesso indifferente. Il padre autoritario che cresce i figli imparandogli la categorizzazione in pecore, lupi e cani pastore è raffigurato nella scena del cervo. Lui che protegge il fratello sin da bambino, il quale lo emula. Poi conosce la futura moglie in un bar a suon di whisky. Onestamente il rapporto tra i protagonisti non rimandava amore, come spettatore non l'ho sentito. Sostanzialmente il protagonista torna più volte in guerra solo per uccidere il cecchini avversario, tanto è che appena ci riesce (strano vinca l'americano come al solito) chiama l moglie dicendosi di pronto al rientro. La sua partecipazione alla guerra per salvare la Patria e difendere tutti è solo una bugia che si racconta fino a che non raggiunge il proprio obiettivo. Di questi film di guerra dove si parla di patriottismo, reduci, invasati, se ne sono visti parecchi e di migliori. Da un regista come Eastwood ci si aspetta di più, una regia magistrale, non piatta. Anche il finale non mi è piaciuto affatto.
Un film che si vede ma niente di speciale.
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jack beauregard
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mercoled 7 gennaio 2015
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prendere o lasciare
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Il mondo si divide in tre categorie: le pecore, i lupi e i cani da pastore.
E' questa la filosofia che sta alla base dell'ultimo film di Clint Eastwood e che ci viene esposta abbastanza rudemente dal padre del protagonista in una delle prime scene.
Quindi se il gregge (l'America) viene attaccato dai lupi (i terroristi arabi) non restano che i cani da pastore, ovvero i Navy Seals, il corpo scelto della marina militare statunitense, in cui entra a far parte il protagonista, a difendere la patria e la famiglia, che assieme a dio, costituiscono la terna dei valori fondamentali.
Una volta recepito questo assunto (indipendentemente dalla sua condivisibilità) non rimane che seguire, per un paio d'ore buone, le gesta 'eroiche' di Chris Kyle, personaggio realmente esistito, noto soprattutto per essere stato il più famoso e infallibile cecchino della storia militare statunitense.
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Il mondo si divide in tre categorie: le pecore, i lupi e i cani da pastore.
E' questa la filosofia che sta alla base dell'ultimo film di Clint Eastwood e che ci viene esposta abbastanza rudemente dal padre del protagonista in una delle prime scene.
Quindi se il gregge (l'America) viene attaccato dai lupi (i terroristi arabi) non restano che i cani da pastore, ovvero i Navy Seals, il corpo scelto della marina militare statunitense, in cui entra a far parte il protagonista, a difendere la patria e la famiglia, che assieme a dio, costituiscono la terna dei valori fondamentali.
Una volta recepito questo assunto (indipendentemente dalla sua condivisibilità) non rimane che seguire, per un paio d'ore buone, le gesta 'eroiche' di Chris Kyle, personaggio realmente esistito, noto soprattutto per essere stato il più famoso e infallibile cecchino della storia militare statunitense.
In realtà Eastwood/Omero ci racconta, ancora una volta e in maniera impeccabile, la storia di un personaggio epico, un vero e proprio eroe classico, che a tratti ricorda, se non addirittura è, la sommatoria di altri personaggi interpretati da se stesso o da altri (da Callaghan, a Gunny, al Kovalski di Gran Torino fino ad arrivare all'Ethan Edwards/John Wayne di Sentieri Selvaggi) e non c'è dubbio che, solo evidenti ragioni anagrafiche, gli abbiano impedito di incarnare personalmente quest'ultimo ruolo.
Un insieme di personaggi che hanno molte caratteristiche in comune: sanno sempre cosa fare, nel momento dell'azione prendono sempre la decisione giusta, sono mossi o trascinati da una fortissima motivazione, che varia, a seconda dei casi, da un personalissimo ideale di giustizia a un irrefrenabile desiderio di vendetta.
In ogni caso non mollano mai, finchè non hanno portato a termine il loro compito o il loro destino non si sarà compiuto (se vogliamo restare nell'ambito del paragone omerico), costi quel che costi, mettendo a rischio anche la perdita dell'amore e degli affetti più cari.
Il film è girato benissimo, con la consueta maestria, la tensione è sempre molto alta (come la pressione del protagonista) durante le scene di guerra, ma non scema neppure durante le pause familiari, quando il nostro eroe ritorna (anche se solo fisicamente, la testa rimane sempre al fronte) per brevi periodi a casa.
Bradley Cooper interpreta il protagonista in modo convincente e Sienna Miller, pur se un po' sacrificata nella monotematica parte di 'moglie preoccupata di soldato in guerra', riesce a dare forza e credibilità al suo personaggio, considerando che nell'economia del film, la storia del loro menage è ridotta a poco più dell'essenziale.
Marginali invece tutti gli altri interpreti, e forse un po' troppo compresso risulta il personaggio del fratello minore, che avrebbe meritato qualche riga di script in più.
Nel corso del film nessuno, o pochissimo spazio, viene lasciato ai 'nemici' che sono crudeli, infidi o traditori a pagamento, ridotti quasi sempre a semplici bersagli, come gli indiani della più classica epopea western.
Qualcosa in più viene concesso all'alter ego del protagonista, l'infallibile cecchino arabo, del quale viviamo un brevissimo parallelo familiare, ma sempre lungi dal suscitare la benchè minima empatia.
Alla fine la guerra è la guerra, la cosa più orribile e oscena creata dall'uomo, e se le sue conseguenze immediate sono la morte e le menomazioni fisiche, non da meno lo sono quelle morali. Così anche nel nostro eroe, apparentemente indistruttibile, si aprono pian piano delle crepe sempre più profonde che però sembrano potersi riaggiustare abbastanza rapidamente.
Ma c'è un rovescio della medaglia, e la sua origine è sempre la stessa: la guerra.
L'epilogo non ci viene mostrato, compare solo una scritta bianca su fondo nero, che lascia presto spazio a una lunga strada piena di bandiere a stelle e strisce. Anche questa è l'America, una delle tante e certamente, per Eastwood, non la peggiore (checchè ne dicano la maggior parte dei suoi esegeti di casa nostra).
E' un film di Clint Eastwood, probabilmente uno dei suoi migliori, ma non sono consentite mezze misure: o prendere o lasciare.
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