otis88
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giovedì 8 gennaio 2015
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da vedere con le pinze
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American Sniper è uno di quei film pensato per essere grande. Una regia pazzesca, attori semplicemente perfetti e una fotografia realmente impressionante. Certo, è una "americanata" così come lo è un qualsiasi film di Eastwood. Una visione patriottica e forzata, ideologia repubblicano conservatrice ovunque e un pizzico di crudeltà per smuovere il pathos. Bello e consigliato ma da vedere con le "pinze".
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giacomouguccioni
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venerdì 9 gennaio 2015
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pochissimo sangue
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Clint Eastwood sorprende per la capacità quasi impressionistica di abbozzare lievemente l'animosità dei personaggi, la turbolenza della loro condizione psicologica, la mediocrità del loro sovrastrato culturale, la superificalità dei rapporti umani.
Questo perché tutta la narrazione è diario di guerra, e alla guerra è rivolto un sacrificio di compiuto oblio della ragione: la planimetria degli spostamenti, la meccanica delle armi automatiche, la strategia fallimentare, la farsa di un addestramento da colonia estiva al tramonto, le spacconerie di quattro sfigati texani, il vomito della madre dei tuoi figli, gli ingegneri decimati sul muro in costruzione, tutto risponde ad una logica geometrica di schizofrenia culturale ed identitaria, che forse riflette quella di un'intera Nazione, o di un modello che ha da tempo confuso il limite tra affabulazione e orgoglio patriottico.
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Clint Eastwood sorprende per la capacità quasi impressionistica di abbozzare lievemente l'animosità dei personaggi, la turbolenza della loro condizione psicologica, la mediocrità del loro sovrastrato culturale, la superificalità dei rapporti umani.
Questo perché tutta la narrazione è diario di guerra, e alla guerra è rivolto un sacrificio di compiuto oblio della ragione: la planimetria degli spostamenti, la meccanica delle armi automatiche, la strategia fallimentare, la farsa di un addestramento da colonia estiva al tramonto, le spacconerie di quattro sfigati texani, il vomito della madre dei tuoi figli, gli ingegneri decimati sul muro in costruzione, tutto risponde ad una logica geometrica di schizofrenia culturale ed identitaria, che forse riflette quella di un'intera Nazione, o di un modello che ha da tempo confuso il limite tra affabulazione e orgoglio patriottico. Un film volutamente stupido, a tratti scherzoso (è il Seal a porgere alla madre il bambino appena nato), costantemente surreale, che non necessità dei tuffi emotivi di Million Dollar Baby per descrivere l'ansia della lontananza, che non necessita di introspezioni silenziose da garage (Gran Torino) per raccontare l'alienazione dovuta alle atrocità vissute.
Non c'è nulla in questa guerra: non c'è sangue, non c'è petrolio, non ci sono soldi, non compare nemmeno un politico, non c'è un giornalista, non ci sono bandiere sul campo, o sul petto o sulle divise dei soldati; c'è però il trionfo finale con tripudio di stelle e strisce, non per esaltare un vincitore, ma per dare cordoglio ad una Nazione che vede i propri soldati uccidersi in Patria. Un ottimo film: la fotografia dell'epilogo del modello texano di grassocci cowboy mandati al macello dalle proprie coscienze.
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fra_car
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domenica 11 gennaio 2015
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patriottico. sensazionale. eastwood.
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Ci si chiede mai se fossimo pronti a morire per il Paese? Una delle domande che scaturisce dalla vista di questo splendido film. Narra la storia di un uomo che non tutti conoscono. Un uomo che credeva nel proprio paese. Sentiva l'esigenza di difenderlo; difendere lo stato e la famiglia; un tema che non viene affatto discostato da quello della guerra come banalmente si potrebbe pensare. Merito dell'inimitabile Clint Eastwood. Una direzione ottima, precisa e definita e resa speciale da una interpretazione formidabile di Bradley Cooper.
Poche e dirette parole per giudicare un nuovo mattone da aggiungere al muro dei migliori film. Consigliato!
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flyanto
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martedì 13 gennaio 2015
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un'ennesima testimonianza sull'assurdità della gue
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Film in cui si racconta la vera storia del cecchino statunitense Chris Kyle che nel corso del conflitto in Iraq diventò famoso per avere abbattuto numerosi nemici. Una volta ritornato definitivamente in patria presso la sua famiglia egli venne ucciso da un reduce della guerra fortemente impazzito.
Questa pellicola costituisce l'ultima opera dell'attore/regista Clint Eastwood il quale affronta lo spinoso ed assurdo tema della guerra in Iraq e del disagio psicologico o meno che i soldati inviati in quelle terre a combattere provarono con la conseguente difficoltà a reinserirsi nella normale quotidiana esistenza. Ma Eastwood soprattutto pone al centro della sua storia il reale personaggio del cecchino Kyle, appunto realmente vissuto ed ucciso da uno dei reduci fortemente disturbato psicologicamente, ed il suo operare presentandolo al pubblico come un uomo fortemente dedito ai principi e ai doveri in base a cui è stato cresciuto ed è stato addestrato dall'esercito statunitense.
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Film in cui si racconta la vera storia del cecchino statunitense Chris Kyle che nel corso del conflitto in Iraq diventò famoso per avere abbattuto numerosi nemici. Una volta ritornato definitivamente in patria presso la sua famiglia egli venne ucciso da un reduce della guerra fortemente impazzito.
Questa pellicola costituisce l'ultima opera dell'attore/regista Clint Eastwood il quale affronta lo spinoso ed assurdo tema della guerra in Iraq e del disagio psicologico o meno che i soldati inviati in quelle terre a combattere provarono con la conseguente difficoltà a reinserirsi nella normale quotidiana esistenza. Ma Eastwood soprattutto pone al centro della sua storia il reale personaggio del cecchino Kyle, appunto realmente vissuto ed ucciso da uno dei reduci fortemente disturbato psicologicamente, ed il suo operare presentandolo al pubblico come un uomo fortemente dedito ai principi e ai doveri in base a cui è stato cresciuto ed è stato addestrato dall'esercito statunitense. Un uomo dedito alla famiglia ma ancor più alla propria patria per la quale si sente di dover svolgere ad ogni costo la missione che gli è stata affidata, scegliendo conseguentemente di stare lontano dai propri cari e prendere parte ai vari e continui invii di missioni. Insomma, un ritratto tipico e a tutto tondo di un soldato valoroso (secondo ovviamente i principi statunitensi), quasi una figura di eroe, seppure poi profondamente deluso, che muore però (quasi una beffa del destino) accidentalmente dopo aver affrontato numerosi pericoli ed azioni belliche assai pericolose.
Clint Eastwood, filma e dirige le scene di guerra nei luoghi del conflitto alla sua maniera, come sempre del resto, e cioè con rigore, precisione e molta minuzia, come se fosse quasi un reale reportage di guerra e l'impatto dunque risulta forte, efficace ed assai incisivo. Insomma, un'ennesima prova o, meglio, conferma delle proprie doti e qualità di regista sebbene, a differenza, per esempio, di altri suoi lavori precedenti, (quali, per esempio, il toccante e sublime "Million Dollar Baby") qui egli dia più spazio alle scene di azione rispetto a quelle di introspezione psicologica (a cui invece precedentemente sullo stesso tema bellico la regista Kathryn Bigelow dà una più grande attenzione nel suo "Hurt Locker"), soffermandovisi, a voler essere pignoli, in certi momenti un pò troppo a lungo. Ma nel complesso, Eastwood consegna al pubblico un prodotto altamente valido, scevro, come al solito, da commenti che egli preferisce delegare direttamente al pubblico e scegliendo anche Bradley Cooper come attore confacente ad impersonare il perfetto eroe statunitense.
Da vedere sicuramente.
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gaggi1992
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sabato 17 gennaio 2015
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quasi un dio in vesti di uomo:chris kyle"minator"
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Eastwood racconta una guerra spietata e infame. Riprodotta in maniera meticolosa e immorale come ogni guerra dovrebbe essere. Che non si ferma d'innanzi a niente , che colpisce civili, colpisce donne e bambini e colpisce ogni forma di vita con ogni sorta di atrocità . Perchè la guerra stessa è intrinsecamente un legame inscindibile che unisce chi l'ha vissuta. Cooper incarna Cris kile eroe della cultura americana reduce della guerra in Iraq durante il suo preriodo di attività . Lui è la materializzazione del concetto del : come si fà a convivere con le uccisioni se nel farlo hai salvato delle vite americane .
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Eastwood racconta una guerra spietata e infame. Riprodotta in maniera meticolosa e immorale come ogni guerra dovrebbe essere. Che non si ferma d'innanzi a niente , che colpisce civili, colpisce donne e bambini e colpisce ogni forma di vita con ogni sorta di atrocità . Perchè la guerra stessa è intrinsecamente un legame inscindibile che unisce chi l'ha vissuta. Cooper incarna Cris kile eroe della cultura americana reduce della guerra in Iraq durante il suo preriodo di attività . Lui è la materializzazione del concetto del : come si fà a convivere con le uccisioni se nel farlo hai salvato delle vite americane .Un soldato che nonostante sia stato testimone di numerose atrocità mantiene una maschera di apparente tranquillità con la famiglia .Attraverso Eastwood ci sentiamo complici di questo fardello,noi percepiamo le sue turbe psichiche , quasi come se la nostra solidarietò potesse arrivare al cuore di Chris e di sua moglie. Intrappolato nel suo senso del dovere che nè nobilitano il carattere ma che allo stesso tempo costituisce il motivo per cui non può vivere una vita felice . Nel finale avviene la trasformazione da Chris Kile a KYLMINATOR e mio malgrado il film diventa ciò che non volevo vedere .(spoyler)
Quel DNA action che piace tanto agli americani subendra prendendo il soppravvento sulla pellicola quasi a voler rovinare quel clima di cruda realisticità che si era creato in tutto il film. Si trasforma quasi in un videogame con eslposioni , ordate di impavidi nemici senza un briciolo d'inteligenza tattica che provano gusto nel farsi ammazzare e poi KYLMINATOR salva e massacra tutti ma alla fine viene colpito .... è zoppo ed è costretto a fuggire data l'inferiorità numerica il problema è che lo fà inseguendo una gip in corsa dei compagni. UN CLASSICO EROE AMERICANO .....
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giulianadentico
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lunedì 19 gennaio 2015
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la caccia come la guerra
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"American sniper"è un bel film, costruito bene,tiene il ritmo,ma è un film a ideologia unica:la caccia, come la guerra, nella nostra società,sono indispensabili, se non si vuole finire sbranati dai lupi.Le armi sono quindi imprescindibili, tanto per uccidere prede quanto per abbattere nemici.Chris Kyle, il protagonista, non si pone tanti interrogativi sulle scelte da fare, a differenza di sua moglie e di qualche compagno seal più tiepido di lui.Il texano Chris è definito una leggenda perché non sbaglia un bersaglio, attraverso il suo sofisticato mirino a infrarossi, per sua fortuna le sue decisioni si rivelano sempre esatte, perché colpisce sempre i nemici giusti, e lo fa per salvare i suoi compagni e gli Stati Uniti, il suo amato paese.
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"American sniper"è un bel film, costruito bene,tiene il ritmo,ma è un film a ideologia unica:la caccia, come la guerra, nella nostra società,sono indispensabili, se non si vuole finire sbranati dai lupi.Le armi sono quindi imprescindibili, tanto per uccidere prede quanto per abbattere nemici.Chris Kyle, il protagonista, non si pone tanti interrogativi sulle scelte da fare, a differenza di sua moglie e di qualche compagno seal più tiepido di lui.Il texano Chris è definito una leggenda perché non sbaglia un bersaglio, attraverso il suo sofisticato mirino a infrarossi, per sua fortuna le sue decisioni si rivelano sempre esatte, perché colpisce sempre i nemici giusti, e lo fa per salvare i suoi compagni e gli Stati Uniti, il suo amato paese.Una ideologia semplificata quella di Eastwood, la storia degli ultimi 20 anni risolta in maniera schematica, i cattivi sono tutti dall'altra parte, donne e bambini, nemici tutti armati e potenziali terroristi. Vederlo adesso questo film, dopo la strage dei giornalisti a Parigi, fa molto riflettere, ma il messaggio del regista è, per gli islamici, molto più pericoloso delle vignette di Charlie Ebdo
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(di giuliog02)
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the thin red line
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lunedì 19 gennaio 2015
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eastwood stanco ma efficace
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Chris Kyle è un patriota e valido tiratore, carico di rabbia per gli attentati vigliacchi subiti dal suo paese decide di arruolarsi nei seals come cecchino e in pochi anni diventa un abilissimo tiratore pronto per entrare in missione. Lo fa nel 2003 in Iraq dove sparo dopo sparo diventerà presto una leggenda americana e un incubo per il nemico. Tornato a casa combatterà con i fantasmi dei compagni persi in battaglia e aiuterà se stesso e i reduci a tornare ad una vita normale.
Clint Eastwood sforna il suo ennesimo buon vino da una cantina già colma di pezzi pregiati e lo fa con tale maestria da riuscire a raccontare una storia di omicidi narrandola come un gesto eroico e pieno di significati nascosti.
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Chris Kyle è un patriota e valido tiratore, carico di rabbia per gli attentati vigliacchi subiti dal suo paese decide di arruolarsi nei seals come cecchino e in pochi anni diventa un abilissimo tiratore pronto per entrare in missione. Lo fa nel 2003 in Iraq dove sparo dopo sparo diventerà presto una leggenda americana e un incubo per il nemico. Tornato a casa combatterà con i fantasmi dei compagni persi in battaglia e aiuterà se stesso e i reduci a tornare ad una vita normale.
Clint Eastwood sforna il suo ennesimo buon vino da una cantina già colma di pezzi pregiati e lo fa con tale maestria da riuscire a raccontare una storia di omicidi narrandola come un gesto eroico e pieno di significati nascosti. Con una sceneggiatura risicata come lo può essere la vita di ognuno di noi, e quindi votato decisamente al realismo, l'ottantenne più arzillo di Hollywood ci racconta una bellissima storia di patriottismo senza falsi eroismi o dilemmi circostanziali; bando alle ciance qui c'è da sparare per salvarci la pelle e portare a casa le chiappe sane dalla nostra famiglia. Clint sembra dircelo chiaro e tondo senza giri di parole, il pensiero del soldato americano è proteggere il proprio paese e le proprie famiglie. Il tutto sorretto dalla figura forte e solida del soldato Bradley Cooper, qui nel ruolo di Kyle, che si carica sulle sue spalle pompate l'ultima opera di Eastwood e lo fa con tale dedizione da convincere lo spettatore della sacralità del suo voto. Clint è un regista classico e si vede, segue la cronologia fregandosene della ripetitività che banalizza un pelo il film, il soldato parte per il fronte, torna a casa e poi ritorna in guerra e cosi via. Ed ogni volta torna più distante come se la sua testa fosse rimasta li, ferma, immobile sul mirino del suo fucile di precisione. Completamente scarno di elementi politici e propagandistici, questo film loda con tutto il suo peso schiacciante l'impegno bellico dei soldati americani e lo fa in maniera lucida nelle parole del soldato Kyle "Sono pronto a incontrare il Creatore e a rispondere di ogni singolo sparo". Mirabili gli ultimi venti minuti dove il regista si sofferma sull'incosistenza delle gerarchie militari, mostrandoci a freddo come queste non riescano a salvare i propri soldati non solo in guerra ma anche in patria, abbandonandoli a se stessi e al loro infausto destino.
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simone d
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lunedì 19 gennaio 2015
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film per repubblicani
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AMERICAN SNIPER
Film che trasuda patriottismo stelle e strisce e più in generale mistifica l'idea di Occidente Buono e Oriente (Arabo) cattivo..pellicola che, trasmessa nel Post Charlie Hebdo, soddisfa la generale voglia di vendetta dell'Euroccidente!
Chris Kyle è rappresentato in stile superhero che uccide i cattivi...peccato che si parli di vita reale, di vite spezzate, di bambini soldato, di interessi economici, di "non è tutto oro quello che è americano".
Detto ció, Clint Eastwood rende degno onore ai tanti soldati americani caduti in Iraq, mentre Bradley Cooper si rende protagonista della ( a mio modo di vedere) migliore interpretazione della sua ottima carriera!
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gabrykeegan
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giovedì 22 gennaio 2015
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eastwood mira alla testa dello spettatore
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L'opera è da guardare con occhio attento e orecchie ben aperte. Sì, il patriottico regista può sembrare voler solo ancora una volta elogiare il proprio paese e soprattutto la forza militare di questo.
E in effetti, non mancano le frasi sul difendere le persone e gli ideali, la dimostrazione dell'efficacia dagli attacchi in terra straniera e la bravura dei propri soldati.
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L'opera è da guardare con occhio attento e orecchie ben aperte. Sì, il patriottico regista può sembrare voler solo ancora una volta elogiare il proprio paese e soprattutto la forza militare di questo.
E in effetti, non mancano le frasi sul difendere le persone e gli ideali, la dimostrazione dell'efficacia dagli attacchi in terra straniera e la bravura dei propri soldati. La particolarità di tutto ciò è che, per una volta, vediamo un film di guerra con gli occhi di un militare. I suoi occhi diventano quelli dello spettatore.
Vediamo come nasce la voglia di arruolarsi, come si costruisce un fisico e una mentalità da soldato e soprattutto come si affronta una guerra pericolosa tra sabbia, attentati e decisioni difficili.
Ogni volta che il protagonista parte per l'Iraq, è una sofferenza per la moglie ed è un paradossale divertimento per chi guarda il film. I rumori degli elicotteri, delle pallottole e dei motori dei mezzi con le ruote assordano (ecco perché è meglio guardare questa pellicola al cinema o a casa con un buon impianto audio) fanno entrare in un trip la mente di chi assiste alle scene di guerra.
Proprio come il personaggio di Cooper, veniamo catapultati dall'altra parte del Mondo e subiamo un lavaggio del cervello fatto di rumori e paranoie per ogni minimo spostamento d'aria.
La regia è come al solito sublime, ed accompagnata alla fotografia del fido Tom Stern, rende la pellicola dinamica e quasi mai priva di tempi morti. La sceneggiatura, d'altronde, rende quasi impossibile non restare incollati allo schermo ed analizzare ogni situazione con la massima attenzione per capire cosa passi nella mente del cecchino più letale di sempre.
Il vero fulcro del film è ovviamente Kyle/Cooper. L'ormai affermato attore ha subito una trasformazione fisica fatta di 6000 calorie al giorno per avere un fisico ancora più imponente e imbracciare armi pesanti, con cui sparare a distanze proibitive. La sua recitazione è una prova durissima (forse la più grande della sua carriera), portata fino in fondo con stile e una gigantesca dedizione per il dettaglio. La forza naturale messa al servizio del proprio paese, si fonde con l'occhio di lince e la precisione che solo una mente stabile può dare. La cosa che fa impressione è che poi questa mente ferrea è frutto di una finta stabilità data dalle condizioni belliche e viene a mancare nella tranquilla vita di tutti i giorni.
L'emotività e il coraggio espressi nei territori ostili, si tramutano nella quasi totale assenza di emozione a casa, dove anche una risposta semplice può essere accompagnata da un "sissignore" o a un "ok" detto in modo robotico.
Il regista di Bradley non è l'ultimo arrivato e sicuramente ha fatto di tutto per rappresentare al meglio la vita di una persona che può essere considerata un eroe da molti, ma che allo stesso tempo può generare discussioni sui metodi e le modalità di questa guerra da parte degli americani.
Comunque la si pensi, questo film è la testimonianza reale di una vita particolare, vista dalla prospettiva di un personaggio unico per il suo talento, ma uguale ad altri migliaia di militari statunitensi per le esperienze vissute.
Un'opera da godersi e analizzare per i suoi risvolti storici, sociali e psicologici, che sia d'esempio per chi vuole fare un film di guerra, non per raccontare solo gli eventi, ma anche le anime che ne fanno parte.
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borghij
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venerdì 23 gennaio 2015
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eroe americano.
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Un buon Clint Eastwood dirige un Bradley Cooper più che attivo e brillante, anche se un po' fuori forma, in un film molto patriottico e pieno d'orgoglio e passione. Chris Kyle (davvero esistito) è un uomo molto patriottico amante della caccia e credente, che decide di arruolarsi nell' esercito con suo fratello da quando ha visto in televisione gli attentati alle ambasciate statunitensi del 1998, e inoltre decide di arruolarsi nei Navy SEAL dopo essere stato tradito dalla sua ragazza mentre partecipava ad un rodeo. Dopo un po' di tempo Kyle si innamora di una splendida ragazza in un bar con cui metterà su famiglia e con cui poi avrà anche un bambino, anche se lui non riuscirà a dare molta attenzione alla sua famiglia perché sarà sempre via per motivi militari.
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Un buon Clint Eastwood dirige un Bradley Cooper più che attivo e brillante, anche se un po' fuori forma, in un film molto patriottico e pieno d'orgoglio e passione. Chris Kyle (davvero esistito) è un uomo molto patriottico amante della caccia e credente, che decide di arruolarsi nell' esercito con suo fratello da quando ha visto in televisione gli attentati alle ambasciate statunitensi del 1998, e inoltre decide di arruolarsi nei Navy SEAL dopo essere stato tradito dalla sua ragazza mentre partecipava ad un rodeo. Dopo un po' di tempo Kyle si innamora di una splendida ragazza in un bar con cui metterà su famiglia e con cui poi avrà anche un bambino, anche se lui non riuscirà a dare molta attenzione alla sua famiglia perché sarà sempre via per motivi militari. Kyle dimostra un' incredibile abilità nell' utilizzo del fucile di precisione e così col tempo verrà promosso tiratore scelto e andrà in Iraq per missioni pericolose per proteggere l'avanzata delle truppe alleate o uccidere possibili sospetti di un complotto terroristico.
Per la sua incredibile fama da tiratore scelto verrà soprannominato "Leggenda" ed entrerà nell' immaginario collettivo come un eroe, tra i soldati.
Questo lavoro però proverà molto Kyle che anno dopo anno diventerà sempre più stanco e paranoico; non sarà più lo stesso e non riuscirà più ad avere un normale rapporto con la moglie.
Inoltre inizierà ad avere sensi di colpa riguardanti il fatto che non ha potuto salvare tutti i suoi compagni, e questo non se lo perdonerà più.
Alla fine Kyle morirà assassinato, e la parte finale del film è una parata in suo onore, dal profilo molto patriottico e comunque rispecchiante lo stile di Eastwood .
Scene molto crude e ben girate soprattutto nei momenti di azione e un ottimo Cooper recita più che discretamente mostrando perfettamente i sentimenti e il pathos.
Consigliato come ogni Film del genio e miglior regista esistente Clint Eastwood.
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