Pasolini incontra i grandi protagonisti del cinema italiano come Bertolucci, Ferretti, Morricone e Donati. Espandi ▽
"Pasolini ha letteralmente cambiato la vita a un numero incalcolabile di persone", dice il giornalista e regista David Grieco nel documentario Pier Paolo Pasolini - Una visione nuova, parlando anche di se stesso. E spesso quelle si trovavano ai poli opposti dello spettro sociale: "Ho a che fare solo con gli analfabeti e con i grandi intellettuali", amava estremizzare PPP, che considerava la cultura media "sempre corruttrice" e rifuggiva la medietà (ovvero la mediocrità) in ogni sua manifestazione.
Da Sergio e Franco Citti a Bernardo Bertolucci, da Laura Betti a Vincenzo Cerami, da Ninetto Davoli allo scenografo Dante Ferretti, dal costumista Danilo Donati al montatore Nino Baragli, Pasolini è stato anche un "rabdomante di talenti", in particolare quegli attori che, ricorda Caterina D'Amico, "adoperava in quanto icone" oppure, come dice Daniele Luchetti, "esseri umani trovati che portavano in scena il loro punto di vista sul mondo".
Il film è un tassello importante nella ricostruzione di una figura caleidoscopica come quella del regista e autore, e compensa la semplicità della confezione filmica con la ricchezza delle testimonianze e l'individuazione di una chiave di lettura importante: quella della "bottega Pasolini" fatta di artisti ispirati da quel Maestro sui generis. Recensione ❯
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Piove, un'opera seconda solidissima che segue schemi tutti suoi e ha il coraggio di dirci le cose come stanno. Drammatico, Belgio, Italia2022. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film gioca coi codici del genere thriller/horror applicati a un dramma familiare, per raccontare una società contemporanea sempre più rancorosa e sotto pressione. Espandi ▽
Roma è sommersa dalla pioggia. Le fogne tracimano, i tombini saltano. Incappucciati e zuppi vagano per la città Thomas e la sua famiglia. La loro vita si sta rompendo. Come si stanno rompendo le vite degli altri, amici, vicini, sconosciuti. Dalle fogne e dagli scarichi viene fuori una nebbia che ti entra in corpo e ti fa uscire fuori tutto il male che hai accumulato dentro. Il male che tutti hanno. Piove è il secondo titolo nella carriera di Paolo Strippoli, un altro punto a suo favore nella scalata al sistema-cinema italiano. Il regista-sceneggiatore, già segnalato l’anno scorso per il successo mondiale su piattaforma di A Classic Horror Story (co-firma Roberto De Feo, lancia Netflix), continua a lavorare sugli schemi dell’horror in un modo tutto suo, molto più personale e riconoscibile di quanto la confezione faccia intravedere. Recensione ❯
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Il ritratto intraprendente di una donna che ci ricorda di lottare contro le leggi imposte dal potere dominante degli uomini. Drammatico, Italia, Francia2022. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una ragazza scatena l'ira del figlio del boss del paese. Espandi ▽
Nella Sicilia degli anni Sessanta, Lia Crimi ha ventun anni e un sogno 'celeste': essere una Madonna nella rappresentazione natalizia. Ma il prete, come il Paese, fa resistenza a questa ragazza che ama dissodare i campi col padre e ha una simpatia spiccata per Lorenzo Musicò, figlio del boss locale. Ma quel sentimento di ammirazione volge presto in disprezzo. Rapita e violata da Lorenzo, lo denuncia ai carabinieri. Inizia per Lia un lento calvario che la condurrà in tribunale a sfidare una legge che tutela la 'fuitina' e lo stupro, che protegge il maschio aggressore e riduce la donna a un corpo violabile. Con la complicità di Marta Savina, Gusmano disegna un ritratto dinamico e intraprendente di una giovane donna con aspirazioni (essere attrice della propria vita e dentro un ‘quadro vivente’), con desideri precisi e affatto conformi.
Film a tesi, Primadonna si concentra sul trauma, sulla necessità di lottare e di illuminare il pubblico su idee consolidate, intorno alla mascolinità e al suo potere dominante, dalla legge e dagli uomini. Recensione ❯
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Princess è una giovane clandestina nigeriana che vende il proprio corpo ai margini di una grande città. Un giorno incontra un uomo che sembra volerla aiutare. Ma è soltanto da sola che Princess potrà salvarsi. Espandi ▽
Princess ha diciannove anni e arriva dalla Nigeria. Vende il suo corpo nella boscaglia ai bordi di una delle strade dell'hinteland romano. Il suo quotidiano, l'incontro con clienti occasionali e non, il rapporto con le compagne di prostituzione attraversano un film in costante equilibrio tra la realtà e la sua rappresentazione in funzione di racconto morale. Roberto De Paolis, dopo il sorprendente esordio nel lungometraggio con Cuori puri, affronta una modalità completamente differente di fare cinema. Scrive la sua opera seconda con la collaborazione di ragazze nigeriane che sono state vittime della tratta, chiedendo loro di interpretare se stesse. Ne nasce uno sguardo mai compassionevole e neppure retorico. Rispetto alle tante prostitute che abbiamo visto sullo schermo Princess ha dalla sua la verità del vissuto e, al contempo, l'amarezza e il distacco da sé che esso ha comportato in una giungla umana maschile fatta di piccoli uomini sfottenti, ambiguamente sorridenti o sbrigativamente pretenziosi ma quasi sempre anche se non consapevolmente avidi. Recensione ❯
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Un film sulla guerra, sull'estremismo religioso, su due donne che hanno fatto scelte diametralmente opposte, sull'oppressione che le donne vivono in molte parti del mondo. Espandi ▽
Dopo Border, girato anch’esso nella Siria del conflitto, e dopo il pugno nello stomaco (e l’ottimo successo di pubblico e di critica) Sulla mia pelle che raccontava il caso Cucchi, Alessio Cremonini torna a parlare di attualità (e soprusi) con il suo caratteristico stile documentario, rigoroso e fortemente concentrato, refrattario a qualunque edulcorazione della verità. Al centro della storia questa volta ci sono due personaggi femminili forti, e le due interpreti – Jasmine Trinca nel ruolo di Sara, l’italo-iraniana Isabella Nefar in quello di Nur – si tengono testa a vicenda, e tengono testa allo sguardo dello spettatore. Il punto di contatto con Sulla mia pelle sta nel cercare il punto di rottura dell’animo umano in condizioni degradanti della propria dignità. Ciò che resta è un approccio radicale ad una vicenda contemporanea e un’esposizione di due scelte di vita diametralmente opposte, che sono anche due modi antitetici di concepire il femminile. Recensione ❯
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Walter Veltroni non dimentica il passato ma guarda al futuro. Con Solarino e Marcorè, due attori di grande professionalità. Commedia, Italia2023. Durata 105 Minuti.
Cosa succede nella vita di un uomo che si addormenta a 18 anni e si sveglia a 49? Veltroni parla di questo tempo e di noi, oggi. Espandi ▽
Giovanni ha 'dormito' per 31anni. Il giorno in cui, a piazza san Giovanni, si tenevano i funerali di Enrico Berlinguer l'asta di uno striscione gli è caduta in testa procurandogli un coma profondo durato così a lungo. Ora però il mondo in cui l'allora diciottenne si viene a trovare è decisamente cambiato. Avrà bisogno dell'aiuto della suora che gli era stata a fianco nel corso della degenza e di un ragazzo affetto da mutismo selettivo.
Walter Veltroni porta sullo schermo il suo romanzo mutandone alcuni elementi ma conservando lo spirito che ne ha informato la scrittura. Se Marcoré nuota come un pesce nell'acqua delle pieghe della psicologia di un personaggio che deve passare dallo stupore alla presa di coscienza, Valeria Solarino deve combattere con lo stereotipo, modello fiction Rai, della suora bella.
Quello che interessa a Veltroni è leggere l'elissi esistenziale che si è venuta a creare tra un diciottenne e il se stesso quarantanovenne che deve tornare ad apprendere e ad accettare una vita diversa da come l'aveva pensata. Recensione ❯
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Un giovane aspirante cantante ha sei fidanzate, ma s'innamora veramente d'una settima. Prima che possa licenziare le altre, tutte e sette scoprono la ... Espandi ▽
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Il remake di una commedia francese che calca sugli stereotipi e sembra auspicare un ritorno al passato. Commedia, Italia2022. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di una blasonata coppia che vive a Milano. Lui ha tagliato tutti i ponti con la sua famiglia d'origine. Espandi ▽
Valentino Tarocco ha abbandonato la Puglia per inventarsi una nuova vita a Milano, dove è diventato un famoso designer (di oggetti scomodi e poco pratici) dal nome Vale Rocco. Per errore l'invito all'evento che dovrebbe precedere la vendita della sua azienda ai francesi (con conseguente delocalizzazione e snellimento del personale) arriva anche alla sua famiglia di origine, che Valentino ha rimosso al punto di dichiararsi pubblicamente "quasi orfano". E quando il pittoresco clan Tarocco approda a Milano, Valentino, sua moglie Costanza e il suocero Sergio li accolgono con grande imbarazzo. Ma un incidente riporterà Valentino ai suoi vent'anni, facendogli recuperare il dialetto pugliese e l'amore per le origini. E Costanza dovrà decidere se rimanere accanto all'uomo che ama, che al momento nemmeno la riconosce.
Un'estremizzazione a scopo comico potrebbe anche funzionare, ma la sceneggiatura del regista Umberto Carteni e di Herbert Simone Paragnani aggiunge il carico da novanta di una visione "quasi reazionaria" del mondo.
Nella costruzione fragile e stereotipata di Quasi orfano si salvano le interpretazioni degli attori: Riccardo Scamarcio usa la sua autoironia nell'esagerare il ritorno alle proprie radici, Vittoria Puccini riesce ad inserire umanità e tenerezza in un ruolo schematico, e Nunzia Schiano e Antonio Gerardi dominano la scena con una caratterizzazione più umana e sfaccettata di quanto consentito loro dal copione. Recensione ❯
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Una storia, a tratti esile, che tocca argomenti scottanti rivelando un amore profondo per il continente africano. Drammatico, Italia2022. Durata 96 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film sul valore universale dell'amicizia, in cui l'incontro tra due donne diventa il simbolo dei due mondi che esse rappresentano: l'Europa e il mondo arabo-africano. Espandi ▽
Emma Garofalo è un'avvocatessa pugliese con un marito assente e una mamma in ospedale. Quando la mamma viene a mancare e il marito non si presenta nemmeno al funerale Emma decide che è arrivato il momento di prendersi una pausa, e raggiunge in Africa una vecchia amica e compagna di viaggio, che lavora per un'associazione incaricata di mappare le piste degli elefanti. Il tentativo è quello di prevenire gli assalti dei bracconieri che vogliono procurarsi l'avorio delle zanne e rivenderlo a caro prezzo, nonostante il governo africano abbia abolito il bracconaggio e lo contrasti attivamente.
Nel villaggio vicino alla sede dell'associazione vive Nuri, una ragazza africana di religione musulmana che i genitori vogliono dare in sposa ad uno zio che già in passato ha molestato lei e la sua sorellina. Ma Nuri è innamorata di Finn, uno dei fondatori della onlus, ed Emma prenderà a cuore la sua difficile situazione.
La fotografia di La Vopa racconta un amore profondo per il continente africano e riesce a restituire l'incanto di certi paesaggi, a volte anche costruendo inquadrature che devono più alla video art che al cinema di finzione, e il commento musicale (le musiche originali sono di Alberto Salini, le canzoni tradizionali sono interpretate da varie voci africane come Alieu Saho) è fortemente evocativo delle atmosfere sospese che caratterizzano il continente. Recensione ❯
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Il film ricostruisce la figura di Edgardo Mortara, il bambino ebreo il cui rapimento da parte del Vaticano nel 1858 divenne un caso internazionale. Espandi ▽
Bologna, 1858. Edgardo Mortara, un bambino ebreo di quasi sette anni, viene sottratto alla sua famiglia e consegnato al "Papa Re" Pio IX. La motivazione ufficiale fornita dal Diritto canonico è che a sei mesi il bambino era stato battezzato e dunque non può che ricevere dalla Chiesa un'educazione cattolica che lo "liberi dalle superstizioni di cui sono imbevuti gli ebrei". I genitori di Edgardo, Momolo e Marianna, non si rassegnano e continuano a cercare di riavere il figlio, sollevando un caso internazionale che vedrà schierati contro il Papa la comunità ebraica mondiale, la stampa liberale e persino Napoleone III. Ma Pio IX non teme la disapprovazione di nessuno, rispondendo alle richieste di restituire Edgardo alla sua famiglia con un "non possum" e il sorriso serafico di chi si ritiene al sopra delle umane regole. E nonostante il clima sia quello risorgimentale la Chiesa rimane inamovibile, contando sulla sua sedicente inviolabilità. Recensione ❯
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Un ritratto dalla fantasia brutale e virtuosa. Che suscita emozioni violente, fa paura, rivolta ed esalta. Drammatico, Germania, Italia, Paesi Bassi2022. Durata 140 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Fatih Akin scrive e dirige con tutta l'energia del giovane rapper, mescola generi, stili e suggestioni, attraversa due continenti, colora, smorza, rallenta, accelera. Espandi ▽
Il primo ricordo di Giwar Hajabi è quello di una prigione. In cella ci tornerà più volte e a ogni età. Tra una dose di cocaina e un pugno sferrato, Giwar coltiva il sogno di fare la sua musica. Il padre, celebre compositore curdo, gli ha insegnato a suonare il pianoforte, la madre, combattente resiliente, gli ha pagato per anni le lezioni private. Giwar sogna l'oro del Reno e trova la redenzione nelle rime musicali.
Fatih Akin dirige un film che suscita emozioni violente, provoca scariche di adrenalina, fa paura, rivolta ed esalta. Questa fantasia brutale e virtuosa si appoggia su una costante attenzione alla realtà e ai suoi dettagli: dal décor al vocabolario, dalle posture ai costumi, dai suoni ai nomi dei personaggi.
A fare la singolarità di Rheingold è l'audacia della storia, la tensione permanente, il rigore febbrile della messa in scena e un cast di attori portati all'incandescenza. Fatih Akin conferma ancora una volta che il ritratto, in senso fotografico, è il cuore del suo lavoro. Recensione ❯
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Un one woman show che mette in bella mostra il talento comico e camaleontico di Pilar Fogliati. Commedia, Italia2023. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il ritratto affettuoso e ironico di quattro giovani ragazze molto diverse tra loro che, con le loro insicurezze, paure e desideri, cercano di farsi largo nel mondo. Espandi ▽
Eugenia è un'aspirante sceneggiatrice palermitana approdata al quartiere romano bohemienne del Pigneto per far produrre il suo copione, "Olio su mela", e che sarà destinata ad imbattersi in parecchie docce fredde; Uvetta è un'aristocratica senza alcun senso della realtà che frequenta solo cugini appartenenti alla sua casta ma vuole provare l'emozione di andare a lavorare da un fornaio; Michela è una ragazza semplice di Guidonia con un fidanzato carabiniere che si imbatte in un amico d'infanzia per il quale ha sempre avuto un debole; e Tazia è una pariolina aggressiva che crede di saper dominare gli uomini e impartisce lezioni sul tema alle amiche. Le unisce una psicologa che tutte frequentano.
La neoregista porta non solo la sua consumata esperienza nel creare caratterizzazioni a scopo comico, ma anche la sua voglia di testimoniare la contemporaneità delle sue coetanee appartenenti a mondi e strati sociali diversi.
La confezione registica è movimentata e mantiene un gusto pop adatto al racconto, e Fogliati ha una grande capacità di dominare la scena, ma anche una bella generosità nei confronti degli attori di contorno. Romantiche è un one woman show che mette in bella mostra l'indiscutibile talento di Pilar Fogliati, molto più che semplicemente comico. Recensione ❯
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La storia di due anarchici condannati ingiustamente che suscitò emozione in tutto il mondo. Drammatico, Italia, Francia1971. Durata 111 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
L'iniquo verdetto di condanna a morte contro i due anarchici italiani, accusati di rapina a mano armata ed omicidio, suscita emozione e rabbia in tutt... Espandi ▽
L'iniquo verdetto di condanna a morte contro i due anarchici italiani, accusati di rapina a mano armata ed omicidio, suscita emozione e rabbia in tutto il mondo. Lo sdegno diviene ancora più grande quando, durante sette lunghi anni, vengono preordinatamente respinte tutte le richieste di apertura del processo e di revisione del giudizio avanzate dai difensori dei due imputati. La definitiva esecuzione non eliminerà il pesante sospetto che Sacco e Vanzetti siano stati giudicati più per la presunta pericolosità delle loro idee politiche che per il capo d'accusa loro addebitato. Recensione ❯
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