spione
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martedė 19 settembre 2023
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il candidato definisca il concetto di "veltronata"
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"Quando" è un film facile da recensire, perché basta definirlo "una veltronata".
Volendo argomentare un po' di più, si potrebbe aggiungere che si vede subito che le intenzioni sono buone, che c'è un'apprezzabile sincerità – magari appena un po' "naïf" - di fondo, che il "mestiere" lentamente accumulato in quasi 70 anni (eh sì!) di amore per il cinema alla fine emerge, regalandoci qualche scena meritevole (una per tutte quella del ristorante da fighetti, con Stefano Fresi cameriere che recita il tipico menù dei posti da cagoni e poi consiglia ai suoi clienti di andare alla trattoria casareccia all’angolo).
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"Quando" è un film facile da recensire, perché basta definirlo "una veltronata".
Volendo argomentare un po' di più, si potrebbe aggiungere che si vede subito che le intenzioni sono buone, che c'è un'apprezzabile sincerità – magari appena un po' "naïf" - di fondo, che il "mestiere" lentamente accumulato in quasi 70 anni (eh sì!) di amore per il cinema alla fine emerge, regalandoci qualche scena meritevole (una per tutte quella del ristorante da fighetti, con Stefano Fresi cameriere che recita il tipico menù dei posti da cagoni e poi consiglia ai suoi clienti di andare alla trattoria casareccia all’angolo). E che però ovviamente tutto questo non basta. Perché il Veltroni regista resta l'eterno incompiuto – e forse inconsciamente complessato - che conosciamo dalla politica. L’intellettuale mancato, il diplomato alla scuola professionale che iscrive i suoi personaggi a quel liceo classico in cui aveva fallito fin da principio. Che ricalca i temi e le atmosfere già meglio espressi in "Quando c'era Berlinguer" (compreso l'immarcescibile poster di Spagna '82!) e utilizza l'espediente stra-abusato del protagonista che si risveglia da un sonno pluridecennale (non c'è bisogno di scomodare l'inarrivabile "Sleeper" del Woody Allen pre-alien abduction: basta citare "Goodbye, Lenin", a cui per altro palesemente si ispira) come prevedibilissimo pretesto per avviare un confronto tra "il mondo che era" e "il mondo che è". Senza accorgersi, però, di aver finito col mettere insieme quasi due ore di pellicola per veicolare il concetto che "era meglio quando eravamo più giovani perché l'ideologia ci permetteva di andare in giro con le fette di prosciutto sugli occhi, mentre adesso che non usa più siamo costretti a vedere tutte le brutture del mondo". E che sceglie Neri Marcorè (che io, per altro, stra-adoro) per il ruolo di protagonista senza considerare che per rendere, soprattutto con il non detto, quello che doveva essere nelle sue intenzioni sarebbe servito un attore vero. Ammesso che ne esistano, oggi, nel cinema italiano.
Insomma, un film senz'altro piacevole e guardabile, ma che di messaggio finisce (involontariamente) per consegnarcene un altro. Per confermarci, cioè, quel che sappiamo almeno da quando il suo Giovanni era caduto in coma, durante i funerali Berlinguer: finché l'alternativa politica e culturale continuerà ad essere fatta di persone del calibro di Veltroni, sarà davvero dura scalzare la storica egemonia, politica e culturale, della destra nel nostro sciagurato Paese.
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francog
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giovedė 7 settembre 2023
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un non film
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(di spione)
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[+] anche un po'' di storia recente, che non guasta
(di skorpio2016)
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lizzy
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mercoledė 6 settembre 2023
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quando? prima e dopo...
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Devo ammettere molto candidamente che, non avendo letto il libro originale dal quale la storia è (in parte) tratta, non posso, a mente serena, esser completamente neutrale rispetto al "filmato".
Si, perchè magari leggendo il libro potrei trovare un qualche appiglio che mi porti a capire meglio i personaggi, le situazioni, le varie trame e, la dove un obbligo "cinematografico" mi cambia radicalmente qualcosa (il libro, come ho letto, è del 17 e ne son passate di acque e virus sotto i ponti da allora...ovvio rimaneggiare qualcosina alla luce degli ultimi anni di avvenimenti) allora potrei meglio capire una data "dinamica".
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Devo ammettere molto candidamente che, non avendo letto il libro originale dal quale la storia è (in parte) tratta, non posso, a mente serena, esser completamente neutrale rispetto al "filmato".
Si, perchè magari leggendo il libro potrei trovare un qualche appiglio che mi porti a capire meglio i personaggi, le situazioni, le varie trame e, la dove un obbligo "cinematografico" mi cambia radicalmente qualcosa (il libro, come ho letto, è del 17 e ne son passate di acque e virus sotto i ponti da allora...ovvio rimaneggiare qualcosina alla luce degli ultimi anni di avvenimenti) allora potrei meglio capire una data "dinamica".
Ma no, il libro di Veltroni non lo ho letto, quindi andrò "a naso" nel commentare.
Figlio, di sicuro, del più famoso "Good Bye Lenin", e di cento altre pellicole sui "risvegli" vari (dice nulla "La Bella Addormentata nel Bosco"???) tipo "Miss Marzo", giusto per citare una commedia più recente, o "La Zona Morta", per addentrarci in territorio thriller, o per finire a un ulteriore commedia tipo "Sbucato dal passato" ("Blast from the past") dove non c'è un vero e proprio "coma", ma una famiglia che, per errore, rimane chiusa per 35 anni in un bunker antiatomico ritrovandosi, alla fine, in un mondo che non le appartiene, questo "Quando" ha tanti difetti e pochi pregi.
Sicuramente un punto a favore della storia è Neri Marcorè: sublime artista che "dove lo metti sta". Sa recitare, sa intrattenere, sa "interpretare": lo adoro, se non lo si fosse capito.
Ma un punto a sfavore sta... proprio nel suo "utilizzo" come protagonista.
Ho già letto commenti simili al mio, ma, certo, se tu ti addormenti con una testa da diciottenne non puoi diventare quasi cinquantenne in poche ore...
Questa è la più grande fanfaronata di questa opera cinematografica.
Marcorè è perfetto nel corpo (ma si è lasciato morire d'inedia per fare questo film o ultimamente è dimagrito di suo così tanto?) e nei movimenti. Come disabile da prolungato allettamento è da premio oscar.
Ma... appena parla e comincia a ragionare casca l'asino: troppo adulto. Sembra più un settantenne sbronzo che altro.
Stesso dicasi per la suora: certo, ci saranno donne di chiesa con determinate pulsioni e passioni... ma qua siamo proprio ai limiti della corda tirata. La Solarino la faccia da "sorella" la ha. Ma si perde quando cerca di fare "altro".
Infine i comprimari e le situazioni (spoiler): non si capisce perchè una figlia, ormai trentenne, non possa accettare il fatto che esista "un vero padre" e che questo non abbia colpa alcuna nel suo "non esserci stato".
Ecco: questa è un'altra delle incongruenze della pellicola che mi ha dato abbastanza sui nervi. Lui più che da diciottenne pieno di stupore e meraviglia si comporta da nonnetto con evidenti segni di demenza fisica. La figlia, da perfetta deficiente, comincia una battaglia personale contro questo sconosciuto, reo unicamente di aver avuto un incidente che gli ha precluso (fino a quel momento) la paternità.
Non parliamo poi degli esami di maturità da farsa... qualcuno me ne dovrà spiegare il significato...
Esami nel quale il nostro "diciottenne" presenta un linguaggio e una modalità espressiva non proprio da brufoloso teenager: assolutamente una scena "irreale".
E non continuo per evitare "sorprese" a chi ancora non ha visto questo film, ma cerca magari spunti per farlo.
Insomma, "Quando" ha la consistenza di un panino imbottito per un affamato. Solo che quando poi addenti questo panino ti ritrovi con in bocca molta mollica, ma pochissimo "ripieno".
E poi questo film è lento. E' lento.
Ho scritto che è lento? E' lento!
Va bene il tema anche "introspettivo", va bene la situazione di convalescenza, va bene il clima "spirituale".
Ma il tutto l'è di molto lento! Anche troppo.
(Infatti qua e la mi sono appisolata...ahem...)
Peccato: con qualche idea in più e un po' più di "realismo" si sarebbe potuta fare una grande opera.
Anche da David di Donatello.
P.S. Certo, la suora che fa jogging in tenuta sciccosa e "tono su tono" è gratuita come cosa, ma che bisogno c'era di mostrarla nuda (beh, per quel che fanno vedere) sotto la doccia? Mancava solo che qua e la spuntasse Alvaro Vitali e il deja-vù dei tanti film scollacciati degli anni 70 sarebbe stato completo!
Per non parlare poi della gita finale "in costume da bagno".
Mah!!!
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francesca meneghetti
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lunedė 10 aprile 2023
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quando la vita e la storia sono corse avanti
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L’idea (risvegliarsi, come la bella addormentata, dopo 100 anni, o trentuno che siano, e ritrovare il mondo cambiato) è avvincente, ma non molto originale. Tralasciando le numerose versioni - le prime medievali - della fanciulla piombata nel sonno, che si risveglia con il bacio del principe (ma disinteressata al mondo), c’è un modello molto più recente. È il film Good Bye Lenin, di Wolfgang Becker, che risale a vent’anni fa. Narra la storia di una donna, diventata attivista nelle organizzazioni della Repubblica Democratica Tedesca dopo la fuga all’Ovest de marito, che va in coma il 7 ottobre 1989 in seguito a un infarto, per aver visto suo figlio, che manifestava contro il regime, picchiato.
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L’idea (risvegliarsi, come la bella addormentata, dopo 100 anni, o trentuno che siano, e ritrovare il mondo cambiato) è avvincente, ma non molto originale. Tralasciando le numerose versioni - le prime medievali - della fanciulla piombata nel sonno, che si risveglia con il bacio del principe (ma disinteressata al mondo), c’è un modello molto più recente. È il film Good Bye Lenin, di Wolfgang Becker, che risale a vent’anni fa. Narra la storia di una donna, diventata attivista nelle organizzazioni della Repubblica Democratica Tedesca dopo la fuga all’Ovest de marito, che va in coma il 7 ottobre 1989 in seguito a un infarto, per aver visto suo figlio, che manifestava contro il regime, picchiato. Quando si risveglia, quel socialismo non c’è più, tanto che i figli, per evitarle una ricaduta, cercano di ricreare artificialmente attorno a lei quel mondo ormai finito. Veltroni, regista, appassionato di cinema, non poteva ignorare quel cult movie. Si è ispirato ad esso (e gli ha reso omaggio), costruendo una trama piuttosto melò, che parte dal giorno dei funerali di Berlinguer, 13 giugno 1984, quando un ragazzo, alle soglie dell’esame di maturità, innamorato di Flavia, ha un incidente in piazza, entra in coma, e vegeta trentuno anni, fino al risveglio. Prendere coscienza dei cambiamenti storici ed esistenziali avvenuti è per lui traumatico, anche se lo assiste in questo processo una sensibilissima (e bella) suorina-fata turchina. In questa presa d’atto della realtà il protagonista, Giovanni Piovasco, interpretato da un Neri Marcorè in stato di grazia, ricorda l’Enrico IV di Pirandello, il quale, uscendo dalla sua incoscienza dovuta a un trauma fisico, scopre che la vita è andata avanti senza di lui. Ma non sono soltanto i sentimenti privati che lo tormentano: emerge, profonda, e anche fin troppo insistita, la nostalgia di un clima politico che non esiste più, fatto di ideali giusti e puri, incarnatisi in un leader come Berlinguer, ma che trovavano espressione in marchi quali le feste dell’unità, le riunioni di sezione, le assemblee studentesche. E qui il film si fa Amarcord. A volte è fin troppo nostalgico e didascalico, ma lo riscattano l’ironia e le battute. Certo è che la reazione rabbiosa di Giovanni, la più naturale, manca o è troppo contenuta: l’uomo resta un rivoluzionario gentile cui non resta che coltivare ancora, non si sa come, qualche speranza nel futuro.
Su Mymovies l’utente che si firma Ruger357MgM (a cui devo l’aggettivo turchina), scrive: “Film sconsigliato a: sovranisti, neo liberisti, presidenti del Senato. Film consigliatissimo a: orfani di Berlinguer, amanti della Costituzione, buonisti e di buoni sentimenti, affetti da nostalgia positiva del PCI.” Aggiungo: sconsigliato agli under 50 che non capirebbero tanti riferimenti al passato e a quanti, da sinistra, non perdonano le scelte politiche di Veltroni, mescolando l’uomo e il regista.
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[+] č cosė
(di ruger357mgm)
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[+] sparire č un po'' morire
(di fulvio wetzl)
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athos
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mercoledė 5 aprile 2023
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ecumenico
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Ho sempre pensato che Walter Veltroni fosse un uomo buono e sognatore e questo film conferma questa impressione. Una pellicola semplice come ce ne sono poche, un personaggio principale e due spalle. Giovanni dopo trentuno anni di coma si ritrova in un mondo completamente cambiato e un passato che riaffiora provocando dolori interiori. Giovanni non si da per vinto e nel colloquio d'esame sfodera un discorso dove l'accettazione di ciò che sta intorno, sarà l'inizio di una nuova vita. Può essere confuso come banalità ma, al contrario, è un discorso di grande valore. Bravissimo Neri Marcorè.
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angelo stefano de razza
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martedė 4 aprile 2023
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era ora
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Finalmente un film che affronta decenni di vita italiana con serietà e con la realtà di chi se la trova sbattuta in faccia tutta insieme.
Dopo aver visto film sopratutto italiani senza alcuna spina dorsale, questo ci fai sorridere e ci fa pensare come eravano e come siamo purtroppo diventati adesso.
Ho riso e non me ne vergogno, ma ho sentito sorridere con me tutta la sala.
A trovarli ancora film così. Non si deve inscatolarlo in una vecchia ideologia politica ma va visto con il pensiero aperto e disponibile a capire le situazioni cambiate.
Neri Marcorè un colosso e un'ottima, grande Valeria Solarino che sotto la veste talare, ricorda a tutti che è sempre una persona con tutte la problematiche di questa società.
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Finalmente un film che affronta decenni di vita italiana con serietà e con la realtà di chi se la trova sbattuta in faccia tutta insieme.
Dopo aver visto film sopratutto italiani senza alcuna spina dorsale, questo ci fai sorridere e ci fa pensare come eravano e come siamo purtroppo diventati adesso.
Ho riso e non me ne vergogno, ma ho sentito sorridere con me tutta la sala.
A trovarli ancora film così. Non si deve inscatolarlo in una vecchia ideologia politica ma va visto con il pensiero aperto e disponibile a capire le situazioni cambiate.
Neri Marcorè un colosso e un'ottima, grande Valeria Solarino che sotto la veste talare, ricorda a tutti che è sempre una persona con tutte la problematiche di questa società.
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sonia
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domenica 2 aprile 2023
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peccato
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Nonostante mi fosse stato sconsigliato, sono andata a vedere il film perché credo tutti debbano avere un'occasione. Peccato perché non riesce. Già dalla prima scena, in cui una suora scollata fa jogging. La Solarino e gli altri del cast bravissimi attori ma i personaggi (non gli attori) non convincono. Un cinquantenne che si risveglia dal coma dopo 31 anni dovrebbe avere la testa di un diciottenne, invece pensa come un cinquantenne.
Una figlia che scopre di avere un padre biologicamente diverso da quello che aveva sempre pensato di avere, in pochi minuti prima rifiuta il padre biologico e poi lo accoglie a braccia aperte. Non c'è alcun tentativo di approfondire i personaggi.
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Nonostante mi fosse stato sconsigliato, sono andata a vedere il film perché credo tutti debbano avere un'occasione. Peccato perché non riesce. Già dalla prima scena, in cui una suora scollata fa jogging. La Solarino e gli altri del cast bravissimi attori ma i personaggi (non gli attori) non convincono. Un cinquantenne che si risveglia dal coma dopo 31 anni dovrebbe avere la testa di un diciottenne, invece pensa come un cinquantenne.
Una figlia che scopre di avere un padre biologicamente diverso da quello che aveva sempre pensato di avere, in pochi minuti prima rifiuta il padre biologico e poi lo accoglie a braccia aperte. Non c'è alcun tentativo di approfondire i personaggi. Peccato e una vera noia.
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sonia
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domenica 2 aprile 2023
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peccato
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Una figlia che scopre di avere un padre biologicamente diverso da quello che aveva sempre pensato di avere, in pochi minuti prima rifiuta il padre biologico e poi lo accoglie a braccia aperte. Non c'è alcun tentativo di approfondire i personaggi.
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Nonostante mi fosse stato sconsigliato, sono andata a vedere il film perché credo tutti debbano avere un'occasione. Peccato perché non riesce. Già dalla prima scena, in cui una suora scollata fa jogging. La Solarino e gli altri del cast bravissimi attori ma i personaggi (non gli attori) non convincono. Un cinquantenne che si risveglia dal coma dopo 31 anni dovrebbe avere la testa di un diciottenne, invece pensa come un cinquantenne.
Una figlia che scopre di avere un padre biologicamente diverso da quello che aveva sempre pensato di avere, in pochi minuti prima rifiuta il padre biologico e poi lo accoglie a braccia aperte. Non c'è alcun tentativo di approfondire i personaggi. Peccato e una vera noia.
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domenica 2 aprile 2023
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Nonostante mi fosse stato sconsigliato, sono andata a vedere il film perché credo tutti debbano avere un'occasione. Peccato perché non riesce. Già dalla prima scena, in cui una suora scollata fa jogging. La Solarino e gli altri del cast bravissimi attori ma i personaggi (non gli attori) non convincono. Un cinquantenne che si risveglia dal coma dopo 31 anni dovrebbe avere la testa di un diciottenne, invece pensa come un cinquantenne.
Una figlia che scopre di avere un padre biologicamente diverso da quello che aveva sempre pensato di avere, in pochi minuti prima rifiuta il padre biologico e poi lo accoglie a braccia aperte. Non c'è alcun tentativo di approfondire i personaggi.
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Nonostante mi fosse stato sconsigliato, sono andata a vedere il film perché credo tutti debbano avere un'occasione. Peccato perché non riesce. Già dalla prima scena, in cui una suora scollata fa jogging. La Solarino e gli altri del cast bravissimi attori ma i personaggi (non gli attori) non convincono. Un cinquantenne che si risveglia dal coma dopo 31 anni dovrebbe avere la testa di un diciottenne, invece pensa come un cinquantenne.
Una figlia che scopre di avere un padre biologicamente diverso da quello che aveva sempre pensato di avere, in pochi minuti prima rifiuta il padre biologico e poi lo accoglie a braccia aperte. Non c'è alcun tentativo di approfondire i personaggi. Peccato e una vera noia.
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