Questa notte parlami dell'Africa

Emma Garofalo è un'avvocatessa pugliese con un marito assente e una mamma in ospedale. Quando la mamma viene a mancare e il marito non si presenta nemmeno al funerale Emma decide che è arrivato il momento di prendersi una pausa, e raggiunge in Africa una vecchia amica e compagna di viaggio, che lavora per un'associazione incaricata di mappare le piste degli elefanti. Il tentativo è quello di prevenire gli assalti dei bracconieri che vogliono procurarsi l'avorio delle zanne e rivenderlo a caro prezzo, nonostante il governo africano abbia abolito il bracconaggio e lo contrasti attivamente. Nel villaggio vicino alla sede dell'associazione vive Nuri, una ragazza africana di religione musulmana che i genitori vogliono dare in sposa ad uno zio che già in passato ha molestato lei e la sua sorellina. Ma Nuri è innamorata di Finn, uno dei fondatori della onlus, ed Emma prenderà a cuore la sua difficile situazione.

Questa notte parlami dell'Africa è il lungometraggio d'esordio di Luca La Vopa, anche direttore della fotografia, e Carolina Boco, anche sceneggiatrice insieme a Luigi Dimitri, Francesca Muci, Serena Porta e Corrado Azzolini, che firma anche il soggetto insieme ad Alessandra Soresina, autrice del testo omonimo da cui il film è tratto.

La storia segue due piste parallele, e una è cinematograficamente molto più riuscita dell'altra: se da un lato infatti il racconto che vede Emma protagonista presenta svariate implausibilità e ha al suo centro l'interpretazione modesta di Roberta Mastromichele, dall'altro la storia di Nuri e Finn è delicata e commovente e può contare su due bravi attori, Marlon Joubert (era il fratello del giovane protagonista in È stata la mano di Dio) e soprattutto l'esordiente assoluta Grace Neema Enock, che regala autenticità e tenerezza al suo personaggio. Convincente anche Richard Nyambus nel ruolo di Ethan, collaboratore africano dell'associazione.

La fotografia di La Vopa racconta un amore profondo per il continente africano e riesce a restituire l'incanto di certi paesaggi, a volte anche costruendo inquadrature che devono più alla video art che al cinema di finzione, e il commento musicale (le musiche originali sono di Alberto Salini, le canzoni tradizionali sono interpretate da varie voci africane come Alieu Saho) è fortemente evocativo delle atmosfere sospese che caratterizzano il continente. Meno riuscite le scene girate a Molfetta e volte ad esplicitare l'isolamento e la freddezza delle circostanze di Emma.

La trama relativa all'associazione e i bracconieri si muove coraggiosamente sul terreno ambiguo fra sincerità di intenti e corruttibilità degli operatori che vengono spesso contattati dai trafficanti occidentali, fra promesse di guadagno e minacce alla propria incolumità. La storia di Emma invece, "cominciata con una fuga e diventata una ricerca", appare esile e velleitaria, e il suo coinvolgimento diretto nell'associazione, nonostante la pericolosità delle azioni, è davvero impensabile. 