francog
|
giovedì 15 giugno 2023
|
buon film
|
|
|
|
Buon film,recitazione ottima. Il giovane protagonista: ottima prova. Capacita' su registri diversi,buon segno.
|
|
[+] lascia un commento a francog »
[ - ] lascia un commento a francog »
|
|
d'accordo? |
|
dandy
|
domenica 21 maggio 2023
|
piove sul bagnato...e non fa presa...
|
|
|
|
Dopo il buon debutto in coppia con Roberto De Feo di "A classic horror story",Strippoli(anche co-autore del soggetto e co-sceneggiatore)imbastisce nella periferia romana la tipica vicenda della forza malefica che si diffonde impossessandosi delle persone sul modello degli ormai sterminati prodotti americani e non.Ma vuoi per imposizioni produttive vuoi per scelte registiche purtroppo è un'altra occasione sprecata...La vicenda presenta qualche vago spunto nel prologo non approfondito a dovere e ci si potrebbe passare sopra,ma il vero problema sta nella mancanza di spessore in situazioni e personaggi arcinoti,sia per la componente horrorifica sia per il ritratto della famiglia disgregata alle prese con i classici problemi economico-sociali.
[+]
Dopo il buon debutto in coppia con Roberto De Feo di "A classic horror story",Strippoli(anche co-autore del soggetto e co-sceneggiatore)imbastisce nella periferia romana la tipica vicenda della forza malefica che si diffonde impossessandosi delle persone sul modello degli ormai sterminati prodotti americani e non.Ma vuoi per imposizioni produttive vuoi per scelte registiche purtroppo è un'altra occasione sprecata...La vicenda presenta qualche vago spunto nel prologo non approfondito a dovere e ci si potrebbe passare sopra,ma il vero problema sta nella mancanza di spessore in situazioni e personaggi arcinoti,sia per la componente horrorifica sia per il ritratto della famiglia disgregata alle prese con i classici problemi economico-sociali.Data la breve durata(e forse merito anche di un budget non adeguato)tutto rimane abbozzato,troppo frettoloso e sacrificato,e la soluzione finale al "male" è più banale e forzata che mai.Confezione professionale,buon cast e qualche tocco gore,(per i quali inizialmente si era addirittura imposto il vm 18,poi cambiato in vm14)ma non basta.Un vero peccato,perchè se girati come si deve questi prodotti possono funzionare a dovere(vedi "The end?")e dimostrare che anche da noi è possibile creare buon intrattenimento horror.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
giovedì 24 novembre 2022
|
sarebbe stato bello se
|
|
|
|
Se si fossero concentrati sul dramma familiare andando a fondo all'elaborazone del lutto senza scappatoie nei mostri e nei miasmi. Sarebbe stato più coraggioso guardare in faccia alla cruda realtà di una famiglia distrutta.
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
fabio1967
|
giovedì 17 novembre 2022
|
dramma simbolico dalle tinte horror
|
|
|
|
La pioggia è il cancro della società, il senso di colpa, le cose non dette e trattenute per troppo tempo dentro di noi. Il film inizia lasciando lo spettatore in balia delle immagini, senza regalargli una bussola per potersi orientare, ma pian piano la narrazione ricompone i pezzi e ci aiuta a comprenderne il senso, chiudendo il cerchio solo nel bellissimo finale. Nella prima parte si tratteggiano i personaggi, molto ben caratterizzati, accomunati dal senso di colpa rispetto ad un fatto che ancora non conosciamo e che verrà svelato in seguito, la morte della moglie/madre, il cui fantasma aleggia silenzioso tra le coscienze di una famiglia allo sbando. Quando, a metà pellicola, ci viene svelata la cronaca dell'incidente, capiamo che cosa da li si è generato, ricostruiamo la rabbia, la frustrazione, ed il senso di colpa che attanaglia chi è sopravvissuto, attraverso la forma di una fanghiglia nera, metafora di un malessere interiore che dilania le coscienze, non solo del nucleo familiare su cui è puntata l'attenzione ma della società intera, come dimostra il dilagare di fenomeni di rabbia distruttiva la cui cronaca ci accompagna in sottofondo.
[+]
La pioggia è il cancro della società, il senso di colpa, le cose non dette e trattenute per troppo tempo dentro di noi. Il film inizia lasciando lo spettatore in balia delle immagini, senza regalargli una bussola per potersi orientare, ma pian piano la narrazione ricompone i pezzi e ci aiuta a comprenderne il senso, chiudendo il cerchio solo nel bellissimo finale. Nella prima parte si tratteggiano i personaggi, molto ben caratterizzati, accomunati dal senso di colpa rispetto ad un fatto che ancora non conosciamo e che verrà svelato in seguito, la morte della moglie/madre, il cui fantasma aleggia silenzioso tra le coscienze di una famiglia allo sbando. Quando, a metà pellicola, ci viene svelata la cronaca dell'incidente, capiamo che cosa da li si è generato, ricostruiamo la rabbia, la frustrazione, ed il senso di colpa che attanaglia chi è sopravvissuto, attraverso la forma di una fanghiglia nera, metafora di un malessere interiore che dilania le coscienze, non solo del nucleo familiare su cui è puntata l'attenzione ma della società intera, come dimostra il dilagare di fenomeni di rabbia distruttiva la cui cronaca ci accompagna in sottofondo. Il tutto sembra dipendere dai fumi generati dal sottosuolo quando piove, simbologia evidente della disperazione che attanaglia spesso la vita moderna, dove la socialità reale si frantuma per lasciare spazio alla negazione dei rapporti, e dove il vomitarsi odio sembra l'unica possibilità espressiva di condivisione autentica. Il clima fin dalle prime scene è tetro, i colori sono smorzati da una patina scurente che ci catapulta in una dimensione claustrofobica legata non tanto allo spazio quanto al respiro dell'anima, soffocato dalla disperazione del quotidiano. Quando i contrasti si acuiscono, sullo sfondo di una violenza cieca da cui si genera la giustizia sommaria tra le figure di contorno, prende corpo la resa dei conti tra i protagonisti, che si immagina incapace di lasciare superstiti. Ed è a questo punto che il film sorprende autenticamente e spicca il volo, mostrandoci come la figlia piccola, più fragile e quindi autenticamente vittima, con la forza del suo amore puro per la vita, può sconfiggere il malessere che attanaglia le coscienze mature, salvando la sua famiglia dalla distruzione e divenendo simbolica rappresentazione della stessa dinamica tra i reduci di una lotta disperata che attanaglia la società intera. Difficile per un appassionato di horror parteggiare per un finale di speranza, ma in questo film il messaggio per cui esiste una luce in fondo al tunnel trova una sua legittimazione, rimette a posto le cose irrisolte e dona coerenza al complesso dell'opera, lasciandoci comunque soddisfatti. Di rilievo la prova attoriale e coerenti risultano le ambientazioni, rispettose del clima di abbandono e di degrado dei sentimenti che permea tutto il film. Si lascia la sala con la voglia di riflettere su quanto si è appena visto, situazione per nulla scontata rispetto ad un horror che possiamo definire contaminato, rappresentato più come "architettura visiva" al servizio del dramma familiare, che non per sostanza di genere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio1967 »
[ - ] lascia un commento a fabio1967 »
|
|
d'accordo? |
|
|
sabato 12 novembre 2022
|
amore
|
|
|
|
D’accordo sull’analisi fatta delle immagini forti che ci vengono date!! Alla fine si intravede sempre una speranza per l’uomo … che è nell’amore. L’amore che lega un padre e un figlio consente di liberarsi del male interiore. Consentendo la ripresa della vita!!! Un esortazione a guardarsi dentro senza avere paura!!
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
clara gervasi
|
giovedì 10 novembre 2022
|
una famiglia persa nella pioggia
|
|
|
|
Come suggerisce il titolo, nel film la città è inondata dall'acqua, i personaggi sono arrabbiati e feriti, sempre pronti allo scontro. Ed è proprio quando lo scontro arriva, nell'ultimo atto, che il film lascia senza parole. Piove ha un impatto vero sullo spettatore, ti tiene con il fiato sospeso e ti colpisce quando meno te lo aspetti. Magari dedica qualche minuto di troppo a farti conoscere i suoi personaggi, ma quando finalmente respirano il fumo misterioso, la loro trasformazione ripaga l'attesa e l'approfondimento psicologico. E nel finale riesce pure a strappare una lacrimuccia. Insomma, lo aspettavo e mi ha soddisfatto. Un applauso in particolare a Francesco Geghi e a Leon Faun per quella scena lì, che non posso spoilerare, ma se vedete il film lo capite.
|
|
[+] lascia un commento a clara gervasi »
[ - ] lascia un commento a clara gervasi »
|
|
d'accordo? |
|
|