«Un festival inclusivo, partecipato, popolare». Ecco il programma di Alice nella Città 2021
A Roma dal 14 al 28 ottobre, un'edizione ricca di sorprese che ha chiara l’idea della bellezza del margine e l’emozione del confine. di Paola Casella
venerdì 1 ottobre 2021 - Festival
“In questi anni accartocciati, dove divieto, desiderio e accessibilità sono diventate le parole caratterizzanti, trovarsi ancora in sala ci sembrava il gesto più rivoluzionario che potessimo immaginare”, afferma Gianluca Giannelli, condirettore artistico insieme a Fabia Bettini di Alice nella Città. “L’idea di questa 19esima edizione, a Roma dal 14 al 28 ottobre, è quella di riportare i ragazzi a vivere l’emozione dello stare insieme in una sala buia, ma anche quella di ‘allargare’ verso un pubblico più adulto. Nella selezione abbiamo riscontrato la presenza ricorrente di uno sguardo bambino, da parte sia dei grandi autori che degli autori più giovani. Il programma di quest’anno ha chiara l’idea della bellezza del margine, l’emozione del confine, il non voler stare chiusi in uno spazio fisico, ma anche cinematografico”.
Alice sarà un festival inclusivo, partecipato, popolare, che cercherà di andare vicino alla gente.
Bettini cita come i luoghi principali della kermesse dedicata ai più giovani “l’Auditorium della Conciliazione, l’Auditorium Parco della Musica, il cinema Savoy e la Casa del Cinema”. Secondo la co-direttrice artistica, Alice continua a cercare “un patto e una sinergia” con i grandi festival internazionali, dunque in questa edizione troveremo alcuni titoli di prestigio in arrivo da Venezia, Cannes, Berlino e Locarno: da Venezia Atlantide, Costa Brava, La ragazza ha volato e My Night, da Cannes Cow e Futura, da Berlino Criptozoo, From the Wild Sea, Stop-Zemia e Petite Maman, da Locarno Il legionario e Brotherhood.
“Sarà un’edizione di grandi ritorni”, annuncia Giannelli. “A cominciare da Jason Reitman, regista del film di apertura Ghostbusters: Legacy, che era già stato a Roma con Juno. Ghostbusters: Legacy è il film perfetto per tornare in sala e ritrovare la memoria dello stare insieme, ma testimonia anche un passaggio di padre in figlio: Ivan Reitman, il padre di Jason, firmò due dei film precedenti della saga degli acchiappafantasmi”. “Sarà un’anteprima aperta alla città”, sottolinea Bettini, “con anche alcune gratuità in biglietteria per fare modo che sia possibile per tutti fare festa”.
Il concorso quest’anno sarà ristretto a dieci titoli, fra cui un solo italiano, Anima bella di Dario Albertini “che dopo il successo di Manuel (guarda la video recensione), il suo film di esordio, fa un grandissimo salto, e con cura maniacale, da documentarista quale è, compie un’indagine su un mondo rurale che sta scomparendo per raccontare il tradimento di un padre nei confronti di un figlio”, spiega Giannelli. "Petite maman di Céline Sciamma era stato apprezzato a Berlino durante il festival online, ma volevamo dare al pubblico l’occasione per vederlo su un grande schermo: è un film che mette in luce un incantesimo, la sospensione dell’incredulità, l’idea della favola e di un viaggio fra i grandi passaggi di crescita della vita di un bambino”. Il tema del ricordo è ben presente anche in Belfast di Kenneth Branagh, con un cast che vede fra gli interpreti Judi Dench, Jamie Dornan, Ciaran Hinds e l'esordiente Jude Hill, ed è ad Alice in condivisione con la selezione ufficiale della Festa del Cinema di Roma: “una favola dickensiana che dimostra la voglia di ripartire dai fondamentali con uno sguardo bambino, che ripensa la vita del contemporaneo ripartendo dagli anni dell’infanzia”.
Sempre in concorso Softie di Samuel Theis, “un film di una delicatezza profonda che racconta il rapporto fra un bambino e un professore, ma è anche una storia di identità e di formazione della sessualità, ripercorrendo quel passaggio alla pubertà che non è semplice trovare nel cinema pensato per un pubblico di giovani. Prayers for the Stolen della messicana Tatiana Huezo, esordiente al lungometraggio, mette invece in evidenza la capacità delle ragazze di rimanere ancorate alla realtà e la loro forza nel voler cambiare una società come quella messicana che non lascia grande spazio alla crescita.
Olga di Elie Grappe, candidato come rappresentante svizzero agli Oscar, narra la storia di una giovane ginnasta costretta a lasciare la sua patria per continuare gli allenamenti, mentre My Sunny Maad di Michaela Pavlátova è un film d’animazione d’autore su una donna che sposando un uomo mussulmano si vede costretta a cambiare le sue abitudini, all’interno di una società complessa”. The Justice of Bunny King della regista neozelandese Gaysorn Thavat, molto apprezzato dalla critica, ha un cast importante che comprende la star emergente Thomasin McKenzie; Belle di Mamoru Hosoda ha sbancato i botteghini giapponesi ed è un’opera pirotecnica e innovativa sviluppata in un tempo che ancora deve essere inventato; e La Ruche di Christophe Hermans offre allo spettatore spunti di profondissima riflessione sulla vita e sulla morte, sul bene e sul male, sulla norma e la devianza, sul diverso che sempre ci portiamo dentro, sotto le maschere sociali”.
Fuori concorso troviamo The Cusp, documentario vérité visto al Sundance, che “racconta uno spaccato società texana vista da quattro ragazze, e fa da specchio al documentario di Pietro Marcello, Francesco Munzi, Alice RohrwacherFutura, che testimonia le speranze e i desideri degli adolescenti in Italia, in una foto sorprendente del reale”. Infine Souad, del regista egiziano egiziano Ayten Amin, secondo i direttori artistici è “uno di quei rari film che interagiscono davvero con l'esistenza online e i social media, ma senza bisogno di mostrare tweet e testi come grafica sullo schermo nel modo in cui la maggior parte dei film sa fare”.
Molto atteso (anche perché a Cannes era quasi impossibile vederlo…) Cow di Andrea Arnold, che la regista stessa descrive come “un film sulla vita reale di una mucca da latte, che sottolinea il riconoscimento al suo grande servizio per noi. […] e quando guardo Luma, la nostra mucca, vedo in lei l’intero mondo…”. Due i restauri italiani: Tutta colpa del Paradiso, che verrà proiettato nella giornata dedicata a Francesco Nuti, cui presenzieranno al fratello Giovanni, che ha firmato le musiche di tutti i suoi film, sua figlia e il regista e amico fraterno Giovanni Veronesi e Amore tossico di Claudio Caligari. Sarà presentato anche The Crusade, il nuovo film diretto da Louis Garrel, che vede come protagonista la splendida Laetitia Casta.
“Fra le proiezioni speciali presenteremo il terzo capitolo della saga di Sul più bello, dal titolo Sempre più bello”, annuncia Fabia Bettini. “Per noi lanciare trilogie è una tradizione, cominciata con Twilight (guarda la video recensione)! Ci sarà poi la prima produzione di Amazon Original Italia, Anni da cane, anche questo un ritorno perché è diretta da Fabio Mollo che ha esordito ad Alice con il suo primo film”. Un mondo in più è invece l’opera prima di Luigi Pane che vede un ragazzo napoletano che compie 18 anni nel mezzo della pandemia e che trascorre le giornate a Roma in solitudine finché suo padre non è costretto a ospitare in casa con loro una misteriosa ragazza. “Chiuderemo con Una notte da dottore di Guido Chiesa, anche lui un ritorno, con Frank Matano e Diego Abatantuono”.
“Panorama Italia è sempre riuscito ad accogliere anche film piccoli e piccolissimi di qualità”, continua Gianluca Giannelli. “Apriremo con Il legionario, diretto dall’ex allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia Hleb Papou, una storia di fratellanza che esce dagli schemi del racconto delle periferie, e proseguiremo con Sacro moderno di Lorenzo Pallotta, altra opera prima girata all’interno di una comunità montana che sta scomparendo. Brotherhood di Francesco Montagner ha vinto il pardo Cineasti del presente e racconta la crescita di quattro fratelli legati da un rapporto complesso a un genitore che rappresenta la parte più radicale della sua comunità”.
“Anche Come prima di Tommy Weber è un racconto di fratellanza, un road movie che attraversa l’Italia, mentre War Is Over di Stefano Obino è ambientato in una comunità del Kurdistan iracheno e mostra le tracce che le guerre lasciano. La tana di Beatrice Baldacci, proveniente dalla Biennale College, è un piccolo film molto onesto con le interpretazioni importanti di due giovanissimi (Irene Vetere e Lorenzo Aloi, ndr): l’incontro di due solitudini che ci avvicina ai grandi rimossi del cinema italiano, il corpo e la sessualità, abbinato alla difficoltà dei rapporti familiari e una malattia degenerativa.
Ci sono anche film con al centro lo sport per raccontare i cambiamenti nella società, come Mancino naturale di Salvatore Allocca, che mette in evidenza e ribalta il tavolo rispetto alle storture che il calcio professionistico mette davanti al talento dei giovani; Corpo a corpo di Maria Iovine, documentario su Veronica Yoko Plebani, atleta medaglia di bronzo nel triathlon alle scorse Paralimpiadi, che considera il corpo ‘meraviglioso prescindere dalle sue cicatrici anzi proprio in virtù di queste’, e Take away di Renzo Carbonera, che racconta la marcia coraggiosa di un atleta in cerca di un suo spazio di fronte alle problematiche del doping. InfineLet’s Kiss di Filippo Vendemmiati ripercorre la storia di Franco Grillini, pilastro dell’attivismo per i diritti civili di gay, lesbiche e transessuali: la sua lotta gentile è un messaggio che dovrebbe essere sostenuto con ancora più forza”.
Infine gli eventi speciali: La famiglia Addams 2, con Loredana Bertè fra i doppiatori, il cartone Disney Ron - Un amico fuori programma, l’animazione europea in stop motion Lizzy e Red e Where is Anna Frank, molto applaudito a Cannes. Le star più attese saranno probabilmente Bella Thorne e Benjamin Mascolo, coppia nella vita e nel film nonché protagonisti di Time Is Up, che segna il ritorno ad Alice di Elisa Amoruso, e soprattutto Johnny Depp, che arriverà a Roma il 17 di ottobre: “Erano 15 anni che i ragazzi di Alice ci chiedevano: Quando viene?". Ad Alice Depp presenterà Puffins, un cartoon prescolare cui ha dato voce e sembianze, e terrà una Masterclass sul mestiere dell’attore e sui personaggi comici da lui interpretati. Le altre Masterclass internazionali saranno affidate alla regista polacca Dorota K?dzierzawska e ai già citati Andrea Arnold, Céline Sciamma e Mamoru Hosoda. Per l’Italia sono previsti incontri con il trio Francesco Munzi, Pietro Marcello e Alice Rohrwacher, con Frank Matano e con il trasformista Achille Lauro, che ha un cameo e contribuisce alla colonna sonora in Anni da cane.