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Una favola anticapitalista inconfondibilmente di Wes Anderson. Ancora una volta ci fa rimpiangere di non avere abbastanza occhi per divorare tutta la bellezza. Azione, Commedia, Thriller - USA2025. Durata 105 Minuti.
Zsa-zsa Korda lascia l'eredità alla figlia novizia. Ma tra figli trascurati, segreti e sabotaggi, la lotta per il potere è appena cominciata. Espandi ▽
Anatole «Zsa-zsa» Korda, magnate quasi immortale, colleziona nemici e incidenti aerei, a cui sopravvive a dispetto dei suoi sabotatori. In un clima da predazione capitalistica e di morte prossima, Korda mette in ordine i suoi affari e decide di lasciare la sua immensa fortuna a sua figlia, novizia imperturbabile. Salvo che il nostro ha altri nove figli, tutti maschi, che non ha il tempo o il desiderio di amare. La trama fenicia non rappresenta una rivoluzione per Wes Anderson, una constatazione che però non dà ragione ai detrattori e alle riduzioni schematiche, perché la sua estetica è sempre stata al servizio di uno scopo, di un modo di raccontare il mondo. L’approccio metodico, che si traduce sempre in estetica splendente e ridondanza, innesca questa volta un ritmo più frenetico e un racconto quasi orientato all’azione. È uno strano viaggio in un deserto andersoniano sorprendentemente pieno, una favola anticapitalista che ha il suo centro nevralgico nella relazione padre-figlia. Recensione ❯
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Il tema della transizione di genere, con belle sequenze iniziali dall'estetica luminosa e colorata. Drammatico, Polonia, Svezia2023. Durata 132 Minuti.
Il percorso della ricerca della libertà di genere, nella Polonia tra comunismo e capitalismo. Espandi ▽
Fin dalla prima infanzia Andrzej si è sentito una donna, sognando di vestirsi da sposa e dipingendosi le unghie con lo smalto rosso. Da giovane adulto però si innamora di una donna, Izabela, che sposa e con la quale ha due figli. Ma ad un certo punto il suo percorso di transizione incontrerà l'ostilità di molti, soprattutto del governo polacco, che non vuole regolamentare il riconoscimento di genere e ostacola le persone transgender attraverso una ostinata burocrazia e cure mediche costose non rimborsabili dal sistema sanitario.
La riuscita del film è disomogenea: dalle belle sequenze iniziali, quasi mute e improntate ad un'estetica luminosa e colorata, si passa a scene melodrammatiche che confermano la tendenza del cinema a trattare la transizione di genere unicamente in termini di tragedia personale dalle conseguenze nefaste.
Malgorzata Hajewska-Krzysztofik è l'attrice cisgender che interpreta Andrzej nel processo di diventare Aniela in maniera molto convincente e i due registi hanno evidentemente fatto un capillare lavoro di ricerca sulle esperienze reali delle persone in transizione, ma la sceneggiatura enfatica appesantisce la narrazione e rende l'odissea al centro della storia più ostica che convincente. Recensione ❯
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Un'esperienza estetica esemplare e potente, un'opera sullo splendore del mondo e sull'irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo. Documentario, Biografico - Brasile, Italia, Francia2014. Durata 100 Minuti.
Il ritratto di un uomo, il fotografo Sebastiao Salgado, attraverso gli occhi di altri due uomini: suo figlio e Wim Wenders. Espandi ▽
Magnificamente ispirato dalla potenza lirica della fotografia di Sebastião Salgado, Il sale della terra è un documentario monumentale, che traccia l'itinerario artistico e umano del fotografo brasiliano. Co-diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado, figlio dell'artista, Il sale della terra è un'esperienza estetica esemplare e potente, un'opera sullo splendore del mondo e sull'irragionevolezza umana che rischia di spegnerlo. Alternando la storia personale di Salgado con le riflessioni sul suo mestiere di fotografo, il documentario ha un respiro malickiano, intimo e cosmico insieme, è un oggetto fuori formato, una preghiera che dialoga con la carne, la natura e Dio. Recensione ❯
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Uno dei più convincenti live action Disney, che riafferma un messaggio mai stucchevole di inclusività e di pace. Avventura, Azione - USA2025. Durata 108 Minuti.
Il remake live action del film d'animazione Lilo & Stitch del 2002. Espandi ▽
Una solitaria bambina hawaiana di nome Lilo, sorellina di Nani, stringe un forte legame di amicizia con un alieno a cui dà il nome Stitch credendo si tratti di un cane. In realtà l'esperimento 626 è stato creato dallo strambo scienziato Jumba Jookiba come arma di distruzione. Ora che Stitch è giunto sulla terra per sfuggire al controllo del suo creatore dovrà vedersela sia con gli umani che con gli alieni che lo inseguono. Disney prosegue il progetto di portare sul grande schermo, in live action, i suoi classici di animazione. Questo remake di Lilo & Stitch del 2002 risulta essere uno dei più convincenti. Sarà la forza innovativa della storia già presente nell’originale animato, sarà la visione del regista Dean Fleischer Camp già autore dello splendido lavoro in stop motion Marcel the Shell, sarà la scelta azzeccata delle interpreti delle due sorelle protagoniste, fatto sta che Lilo & Stitch in versione live action funziona soprattutto perché ancorato in un certo modo alla realtà. Come nell’originale, la forza del racconto contemporaneo trova piena soddisfazione nell’ambientazione delle isole Hawaii che, nell’immaginario collettivo, richiamano gli echi di una cultura atavica. Perché è sempre il tempo di un film Disney in cui (ri)affermare un messaggio di inclusività e di pace che è naturale, e per questo mai stucchevole. Recensione ❯
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Ethan Hunt deve fermare un'IA ribelle che controlla tutto e minaccia l'umanità. Per farlo, deve recuperare il suo codice sorgente da un sottomarino affondato. Espandi ▽
La fine del mondo è vicina ma Ethan Hunt non è lontano e riparte da dove aveva lasciato. Recuperata una preziosa chiave crociata, deve raggiungere adesso il Sevastopol, un sottomarino nucleare russo, distrutto dall’Intelligenza Artificiale, che giace sotto la calotta polare. La chiave gli permetterà di recuperare il ‘codice sorgente’ dell’IA e di disinnescarla. Mentre Hunt cerca una soluzione, l’IA prende progressivamente il controllo delle armi di distruzione di massa. Il tempo stringe, non resta che correre. Ancora e ancora. Dopo aver salvato il cinema, Tom Cruise salva il mondo. Non stiamo esagerando, perché la sua nuova missione impossibile manifesta un (buon) senso di onnipotenza. Mai come in Mission: Impossible personaggio e uomo coincidono. Isolati dal sistema, è a loro che i servizi segreti come Hollywood ricorrono per garantire la longevità del pianeta o del cinema. E alla chiamata nessuna delle due star può resistere, offrendo lo struggente spettacolo di sé in due movimenti prodigiosi che rendono obbligatorio vedere The Final Reckoning sul grande schermo. Recensione ❯
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Alla corte dei Tudor. La vita di Katherine Parr, una donna che ha combattuto per essere se stessa. Si tratta di una rivistazione del film in costume tradizionale. Espandi ▽
Catherine Parr è la sesta e ultima moglie di Enrico VIII, re di Inghilterra, Francia e Irlanda. Viene nominata reggente mentre lui è fuori a combattere, quando tornerà sarà costretta a fronteggiare non solo il suo terribile carattere - causa della fine di tutti i matrimoni precedenti anche per decapitazione - ma anche l'intransigenza contro chiunque abbia simpatia per i protestanti. Lei compresa. Evidentemente intenzionato a non edulcorare mai il suo racconto, adattato dal libro Queen's Gambit di Elizabeth Fremantle, Karim Ainouz racconta con stile asciutto e senza risparmiare dettagli cruenti e raccapriccianti una storia di corte che è al tempo stesso un thriller psicologico sulla violenza patriarcale, dentro e fuori le mura domestiche. È un titanico Jude Law a interpretare Enrico VIII, un sovrano sovrappeso, collerico e delirante, evidentemente shakespeariano. Lontana da ogni patina hollywoodiana, la performance che offre Law è viscerale, sa calarsi nei panni di un patriarca detestabile di cui pare di sentire il fetore, assecondando l'intenzione di Ainouz di firmare non tanto un film di denuncia, ma un potente invito alla ribellione. Recensione ❯
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Un film che nel suo apparente disordine sa mostrare l'animo femminile in tutta la sua complessità. Magistrale Valeria Golino. Drammatico, Italia, Francia2025. Durata 115 Minuti.
Roma, 1980. Uscita dal carcere, Goliarda Sapienza cerca un lavoro per evitare lo sfratto. Ignorata come scrittrice, trova conforto solo nelle ex compagne di cella. Espandi ▽
Roma, 1980: la scrittrice Goliarda Sapienza è appena uscita dal carcere, dove è stata rinchiusa per aver rubato e rivenduto dei gioielli. Ora che è fuori, deve trovarsi un lavoro. Nel cassetto ha il manoscritto di “L’arte della gioia”, che sarà pubblicato solo postumo. Nel tempo sospeso dopo la sua scarcerazione Goliarda trova conforto solo nella presenza di due ex compagne di carcere, Roberta e Barbara. Fuori si basa in buona parte sui due romanzi in cui Goliarda Sapienza ha raccontato la sua esperienza carceraria e ricostruisce lo spaesamento della scrittrice, una volta rientrata in quello che la gente perbene chiama la normalità. L’interpretazione di Golino è magistrale nel mantenersi sottotono e nel giocare in sottrazione. Con il suo andamento scomposto e apparentemente distratto, Fuori è il racconto fedele di un percorso interiore che si dipana in modo disordinato ma non casuale, e porta in sé l’eredità di Cassavetes nella capacità di mostrare l’animo femminile nella sua complessità con totale aderenza emotiva, senza inseguire una trama canonica. Recensione ❯
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Il film racconta la storia d'amore tra Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, uniti nel coraggio e nella lotta alla mafia fino alla strage di Capaci. Espandi ▽
Palermo, 1979. La sostituta procuratore presso il tribunale per i minorenni Francesca Morvillo vede arrestato un suo ex alunno che ha ucciso il padre. È sposata con un giurista, ma di lì a poco incontrerà l'uomo del destino, il giudice istruttore Giovanni Falcone. L'attrazione è immediata, non solo personale ma anche professionale. Purtroppo la loro dedizione al lavoro e la loro rettitudine li condannerà, insieme, alla strage di Capaci.
Ricky Tognazzi e Simona Izzo dirigono la storia di Morvilllo e Falcone partendo da un'ottica privata - non a caso il loro film da registi e sceneggiatori si intitola con i loro nomi propri, Francesca e Giovanni - ma non ne dimenticano mai la dimensione pubblica e politica, sia perché è stata determinante per la loro formazione individuale, sia perché il pubblico ne deve (ri)conoscere il portato storico imprescindibile nella storia del nostro Paese.
La marcia in più del film è l'interpretazione di Ester Pantano, una delle attrici più interessanti del panorama italiano contemporaneo. Recensione ❯
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La vera storia di Emma Schmidt, conosciuta anche con lo pseudonimo di Anna Ecklund. Tra i casi di possessione ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa Cattolica. Espandi ▽
Iowa, 1928. Padre Joseph Steiger riceve da un suo superiore un incarico delicato. Si tratta del caso di una donna, Emma Schmidt, che soffre molto, per cause che sembrano sfuggire alle possibilità di cura della scienza medica. È quindi necessario praticare un esorcismo. Padre Joseph ha il compito di prendere nota di quanto accade durante l'esorcismo, mentre ad assistere l'esorcista sono le suore del convento cui si appoggia la parrocchia. Le prime sedute dell'esorcismo mostrano subito che le cose non saranno facili.
Ispirato, ci viene detto in didascalia, a fatti veri, è un film esorcistico di stampo molto classico, che segue il percorso narrativo codificato dal capostipite, L'esorcista.
Il tormento e il desiderio di riscatto del sacerdote più giovane fanno da contraltare alla fede incrollabile del saggio esorcista, che forse sembra ancora più saggio per il naturale carisma di un grande attore come Al Pacino, che dona al suo personaggio la sua notevole personalità e capacità interpretativa. Recensione ❯
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Un film costellato di riflessi e di riverberi luminosi. Per parlare di integrazione, tra attese e scoperte. Drammatico, Francia, Lussemburgo, Mauritania2024. Durata 110 Minuti.
Il ritorno di Abderrahmane Sissako, regista del capolavoro candidato agli Oscar Timbuktu, con una storia d'amore che non conosce limiti né frontiere. Espandi ▽
Aya ha lasciato dinanzi all'officiante colui che doveva diventare suo marito. Ha abbandonato poi la Costa d'Avorio per andare a vivere a Guangzhou (Canton) nel quartiere denominato "Chocolate City" perché abitato da numerosi immigrati africani. Qui lavora per Cai, un coltivatore e raffinato estimatore delle più diverse specie di piante del the. Tra i due nasce progressivamente un'intimità non priva di problemi.
Il ritorno al lungometraggio di Abderrahmane Sissako ci propone l'incontro tra due mondi culturalmente molto distanti ma che possono comunicare sul piano del sentire.
È un film costellato di riflessi e di riverberi luminosi il suo, quasi che la realtà che viene rappresentata avesse poi l'urgenza di sfrangiarsi e di perdere quella lucidità e sequenzialità di tempi e di azioni che il rito del the richiede. Si ha allora l'inserimento di elementi sui quali lo spettatore viene spinto ad interrogarsi per poi ricevere una risposta che finisce con il porre nuovi quesiti. Recensione ❯
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La vita a New York dopo i Beatles di John Lennon con la moglie Yoko Ono è al centro dell'ultimo documentario di Kevin Macdonald, co-diretto con Sam Rice Edwards. Espandi ▽
Vita di John Lennon e Yoko Ono durante la permanenza nel Greenwich Village a New York tra il 1971 e il 1973, ricostruita attraverso immagini di repertorio, registrazioni di conversazioni telefoniche e un montaggio di filmati carpiti dalle trasmissioni tv dell'epoca.
Il titolo, One to One, si riferisce all'unico concerto completo tenuto da John Lennon dopo lo scioglimento dei Beatles: un evento nato per raccogliere fondi per la Willowbrook State School, luogo di ricovero per disabili minorenni in condizioni di forte disagio (la sequenza che racconta la vicenda per immagini è insostenibile per quanto è dolorosa).
La scelta di Macdonald di affidarsi interamente a materiale di repertorio, senza ricorrere a testimonianze del presente, dona forza al documentario, che diviene un'esperienza immersiva e di totale simbiosi con John, Yoko e la loro vita ricca di eventi, più o meno felici. Recensione ❯
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Due sorelle stanno per cambiare casa e nel frattempo riallacciano i rapporti con il padre. Espandi ▽
Lima, anni Novanta. Aurora e Lucia sono due sorelle peruviane che stanno per partire per il Minnesota insieme alla madre. Ricompare il padre, che a lungo non si è occupato di loro. L'idea del viaggio imminente porta scompiglio nella vita di tutti. Quando toccherà alle ragazze far emergere le proprie verità tutto sembrerà crollare, specie in un Paese in cui vigono coprifuoco e punizioni rigide per chi non lo rispetta. Ma la famiglia si dimostrerà più forte di tutto.
È uno di quei film che si svela e si fa amare poco a poco, Reinas. Terzo lungometraggio diretto dalla regista Klauida Reynicke, è ambientato nella capitale del Perù all'inizio degli anni Novanta. La storia si sviluppa da subito come una tragicommedia familiare, con al centro due sorelle.
È la famiglia che conta, in quest'opera evidentemente autobiografica, che riflette tanto sui legami affettivi quanto sulla sfida del cambiamento. E che arriva persino a commuovere nel finale, quando mani nelle mani si ricorda il segreto per farcela, nella vita, restando uniti: «Con i piedi a terra e guardando il cielo nulla è impossibile». Recensione ❯
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Il ritorno del sanguinoso franchise horror di successo della New Line Cinema, che riporta il pubblico all'origine del malvagio senso di giustizia della Morte. Espandi ▽
La studentessa universitaria Stefani è ossessionata da un ricorrente incubo che ha a che fare con la nonna Iris, alle prese, cinquant'anni prima, con il disastro di un ristorante sospeso a 150 metri d'altezza, lo Skyview, a cui era andata con il fidanzato per vivere una serata magica. Desiderosa di capire cosa le sta succedendo, Stefani torna a casa dai suoi familiari, anche perché vuole capire cosa ne è stato di Iris, che nell'incubo muore, ma in realtà è viva e vegeta e se n'è andata da decenni. Quella di Final Destination è stata una delle serie horror di maggiore successo degli anni 2000 e buona parte del merito va allo sceneggiatore originario Jeffrey Reddick che ha sviluppato l'interessante concetto di avere la Morte stessa - invisibile, ma pervasiva - come villain e l'ha inserito in una particolare struttura narrativa con l'inizio destinato alla rappresentazione vivace e realistica di una catastrofe dalla quale si salvano incongruamente alcune persone e il seguito della vicenda intento a mostrare come la Morte voglia riportare le cose a posto facendo morire i sopravvissuti che, dal canto loro, lottano prima per capire cosa succede e poi per evitare di morire. Recensione ❯
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Un film partecipe e accurato che ci impone il confronto con la realtà dei precari, dei più deboli, dei nuovi schiavi. Drammatico, Gran Bretagna, Francia, Belgio2019. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Dopo il successo di Io, Daniel Blake, il regista torna dietro la macchina da presa per raccontare lo sfruttamento del lavoro nel Regno Unito. Espandi ▽
Ricky, Abby e i loro due figli vivono a Newcastle e sono una famiglia unita. Nonostante lavorino duro entrambi, si rendono conto che non potranno mai avere una casa di proprietà. Giunge allora l'occasione per realizzare i sogni familiari. Se Abby venderà la sua auto, Ricky potrà acquistare un furgone e diventare un trasportatore freelance. Non tutto però è come sembra. Ken Loach continua a dirigere film con la stessa passione e la stessa indignazione. E ad ogni film ci chiede di confrontarci con quella 'normalità' feroce che il dio mercato impone.
Abby, Ricky, Seb e Liza Jane sono semplicemente una famiglia, con le proprie difficoltà e con un’unità che si vorrebbe far vacillare. Loach ci ricorda che elemento imprescindibile della sua coesione è, oggi più che mai, la dignità del lavoro.
La schiavitù non è stata abolita. Ha solo cambiato nome. Recensione ❯
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Un'opera che riflette sulla violazione del corpo delle donne conservando il tratto autoriale del suo regista. Drammatico, Italia, Belgio, Svizzera2025. Durata 123 Minuti.
Dal romanzo di Rosella Postorino un film che propone uno sguardo inedito sul nazismo. Espandi ▽
Rosa Sauer, insieme ad altre sei donne, viene costretta per anni a sedere a tavola per assaggiare il cibo destinato ad Adolf Hitler con lo scopo di verificare che non sia avvelenato. Tra le sette donne, che ogni giorno potrebbero perdere la vita, si intrecciano rapporti che implicano sia la solidarietà che il possibile tradimento. Il film si ispira al romanzo omonimo di Rosella Postorino vincitore del Premio Campiello nel 2018. La scrittrice era rimasta colpita dalla vicenda reale di Margot Wölk, una segretaria tedesca costretta dal 1942 ad assaggiare il cibo destinato ad Hitler. Compiendo per la prima volta un balzo indietro nel passato, realizzando quindi il suo primo film ‘in costume’, Soldini continua la riflessione sul corpo delle donne violato. Ne nasce un film che merita la visione dimostrando che un vero autore può rimanere se stesso anche tentando nuove strade ed affrontando storie che sembrano lontane nel tempo ma che possono purtroppo ripresentarsi, mutando magari forme, nella storia di quella che chiamiamo umanità. Recensione ❯
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Due fratelli divisi dalla vita scoprono l'esistenza l'uno dell'altro e imparano a volersi bene
attraverso la musica. Commedia, Francia2024. Durata 103 Minuti.
Un uomo, per salvarsi la vita, dovrà andare a conoscere il suo fratello biologico. Espandi ▽
Celebre direttore d'orchestra, il quarantenne Thibaut scopre di essere malato di leucemia e di avere bisogno di un donatore di midollo osseo. Facendo indagini sulla compatibilità dei familiari viene a sapere di essere stato adottato e di avere un fratello di sangue, Jimmy, più giovane e proveniente dal nord della Francia. Diversi per carattere ed estrazione sociale, i due impareranno a conoscersi e a volersi bene, uniti dalla passione per la musica. E quando Thibaut scopre che Jimmy ha l'orecchio assoluto, lo spinge a diventare il direttore della banda musicale nella quale suona il trombone...
Una commedia drammatica semplice ed efficace, che mescola con abilità lacrima e risata, melodramma e realismo sociale.
Emmanuel Courcol, in passato autore dell'ottimo Weekend, parte dal dramma medico, passa alla vicenda famigliare dell'incontro tra i due fratelli adottati, poi allo scontro sociale fra i due protagonisti (uno borghese, l'altro proletario, uno realizzato, l'altro fallito) e infine arriva addirittura al racconto militante e sociale, con l'accenno alla crisi economica del nord e alle proteste operaie per la chiusura delle fabbriche… Recensione ❯
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David Lynch al suo esordio firma questo horror sperimentale, girato in uno splendido bianco e nero, che descrive le allucinazioni, gli incubi e le vicende surreali e grottesche di un uomo pressoché minorato e della sua mostruosa progenie. Espandi ▽
Harry Spencer, strano ometto dall'acconciatura del tutto particolare, è un tipografo solitario piuttosto strambo che abita in un desolato appartamento nei sobborghi di una grande città che sembra essere chissà come sopravvissuta a qualche disastro o a qualche sfavorevole congiuntura economica o più probabilmente a una vera e propria apocalisse. Harry si vede costretto a sposare la fidanzata Mary, rimasta incinta. Quando il figlio nasce, è in sostanza un mostro e le cose, già complicate, si complicano ancora di più.
La trama, difficilmente riassumibile e talvolta anche indecifrabile nella sua apparente linearità, è probabilmente l'ultima cosa che conta in questo film, brillante contenitore di suggestioni, macabre inquietudini e acute riflessioni socio-psicologiche che si rincorrono tra loro ogni volta sorprendendo e turbando. Recensione ❯
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Prima guerra mondiale: due aviatori, il tenente Marechal (Gabin) e il capitano de Boieldieu, nobile, vengono abbattuti dal barone von Rauffenstein (Stroheim). Espandi ▽
Nel 1916 due aviatori francesi, il proletario tenente Maréchal e l'aristocratico capitano de Boïeldieu vengono abbattuti dall'asso tedesco barone von Rauffenstein il quale prova un'immediata simpatia per De Boïeldieu. Trasferiti in un campo di concentramento militare i due sono sul punto di fuggire quando vengono trasferiti. Finiranno con il raggiungere un'antica fortezza comandata proprio da Von Rauffenstein. Recensione ❯
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Un uomo torna alla sua città natale ma il viaggio non si rivelerà come aveva programmato. Espandi ▽
Jérémie torna da Tolosa alla cittadina della provincia francese in cui è cresciuto per partecipare al funerale del panettiere locale, che è stato suo datore di lavoro negli anni della giovinezza. Martine, la vedova ancora piacente, lo accoglie a braccia aperte ma Vincent, il figlio del defunto, è meno entusiasta. Anche il parroco del paese e un amico di vecchia data di Jérémie e Vincent entrano a far parte di quel gioco di equilibri (e di potere) che si sposta continuamente, ma mantiene il nuovo arrivato al centro dell'attenzione (e dei desideri) di tutti. Saranno le passeggiate nel bosco, apparentemente in cerca di funghi, il terreno su cui si giocherà la battaglia finale per la supremazia.
Il film sembra un po' un giallo alla Chabrol e un po' una fiaba nera (non a caso i personaggi si avventurano ripetutamente in un bosco misterioso), ma in realtà è tutto Alain Guiraudie, il regista e sceneggiatore francese che con una decina di titoli (il più memorabile è Lo sconosciuto del lago, ma è notevole anche il recente L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice) ha definito la sua poetica libera e impossibile da incasellare in un genere, o in una narrazione codificabile. Recensione ❯
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Un film audace che vince la sua scommessa di rendere protagonista un gruppo di supereroi minori. Ottima Florence Pugh. Azione, USA2025. Durata 126 Minuti.
Sono criminali ma il loro talento vale tanto e il governo vuole sfruttarlo. Espandi ▽
Yelena Belova, addestrata nel brutale programma della Stanza Rossa per diventare una Vedova, vive ormai in uno stato di profonda apatia. Dopo una visita al suo padre putativo, Alexei Shostakov (alias Red Guardian), decide di portare a termine un'ultima missione. In questa operazione finisce in trappola, insieme ad altri agenti: Ghost, Taskmaster e John Walker. Mentre si scontrano tra loro, i quattro si rendono conto di non essere soli. Lì c'è anche Bob, un uomo affetto da amnesia. A prima vista non appare come un pericoloso agente, ma quando tocca gli altri, questi rivivono le visioni dei momenti più traumatici delle loro vite.
Thunderbolts* non è forse solo il primo film con un asterisco a fine titolo, ma anche una scommessa audace: un film sui supereroi minori che affronta il mal di vivere.
Il dolore della protagonista - un'ottima Florence Pugh - che cerca di superare la propria apatia è reso in modo più tangibile del solito, messo al centro del racconto e visualizzato in scene che entrano letteralmente nella sua psiche. Finalmente, dopo le fantasie multiuniversali degli ultimi film Marvel, Thunderbolts* riporta la narrazione su un piano più umano. Recensione ❯
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Ispirato ad un fatto realmente accaduto, un film che racconta le disavventure di un uomo e di un quadro rubato. Espandi ▽
Un giorno André Masson, un esperto d'arte che lavora come banditore della celebre casa d'aste Scottie's, riceve una lettera in cui gli viene comunicato il ritrovamento di "I girasoli", un dipinto di Egon Schiele. Piuttosto scettico sulla sua autenticità, André si reca comunque sul posto per esaminare il quadro assieme a Bertina, e dopo un'attenta analisi, scopre che si tratta dell'originale.
Da questo momento la sua carriera può decollare definitivamente ma ci sono alcuni eventi che invece possono metterla in crisi. André punta ad avere per il dipinto il miglior prezzo possibile ma un potenziale acquirente gioca al ribasso. Potrà contare però sull'aiuto decisivo di Aurore, una stagista dal comportamento ambiguo con cui ha un rapporto conflittuale.
Caratterizzato da uno stile classico ma efficace, Il quadro rubato è una commedia/thriller morale ed acida dalla scrittura brillante, un tableaux vivant dove i personaggi rivelano le loro ossessioni e la loro follia grazie anche alle prove di alto livello dei suoi attori. Un cinema sull'ambiguità vecchio stampo, controllato formalmente ma che sa essere anche intrigante. Recensione ❯
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L'origine di Mykkatrilogia risale all'inizio del secondo decennio degli anni Duemila, quandoil regista ha conosciuto Heikki Kossi, che si era trasferito a Kokkola. Il regista voleva realizzare una performance cinematografica in cui tutti i suoni fossero creati dal vivo mentre il film veniva proiettato sullo schermo e luce e ombra interagivano tra loro. Recensione ❯
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Un doc che mescola testimonianze e filmati d'archivio per parlare di un'energia anticonformista che sembra non esistere più. Documentario, Italia2024. Durata 93 Minuti.
Il regista racconta gli anni '70 ripercorrendo la sua biografia e quella della sua famiglia. Espandi ▽
Hanno nomi bizzarri, dal punto di vista dell'anagrafe italiana: Ram, Tdzaddi, Yesan, Icaro, Hiram, Amaranta. Hanno viaggiato molto da bambini, soprattutto in India e Nepal, ma anche in Brasile, Perù, Egitto, Cipro, Africa subsahariana. Sono i figli dei figli dei fiori, quelli che negli anni Settanta venivano definiti hippie, capelloni o fricchettoni. Sperimentavano droghe (e per molti l'eroina è stata fatale), hanno rifiutato la "vita ordinata dell'uomo medio", sono vissuti in comuni adottando un concetto di famiglia assai diverso da quello tradizionale.
I loro figli hanno usufruito di una libertà incontrollata e spesso si sono ritrovati sballottati e confusi, da adolescenti hanno cercato di superare i genitori in eccesso dei limiti. E oggi, diventati a loro volta genitori, si chiedono come allevare i propri figli: se trasmettendo loro gli ideali dei nonni o scegliendo la via di una (almeno parziale) normalizzazione.
Nel documentario I nipoti dei fiori Aureliano Amadei racconta la sua personale esperienza da figlio di due genitori membri della generazione "più anticonformista della Storia", e intervista i suoi coetanei, oggi fra i quaranta e i cinquant'anni, con alle spalle una storia simile alla sua. Recensione ❯
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