La Grande Bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso.
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Titolo originale La grande bellezza.
Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
La Grande Bellezza
valutazione media:
3,35
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un grandissimo omaggio alla bellezza del cinema
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| lunedì 3 giugno 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Sorrentino prende carta e penna, sotto forma di cinepresa e pellicola, e risponde con un fatto, un film, alla crisi concettuale del cinema italiano. E lo fa con un capolavoro, questo è il valore di questo film, dove la fanno da padroni di casa due protagonisti. Il primo è Toni Servillo che interpreta magistralmente la parte di uno scrittore giornalista cinico e disincantato alle prese con il degrado culturale ed i bla bla di un Paese alla ricerca di autore. Ed una volta trovato l’autore, uno splendido Sorrentino, torna sulle scene la seconda protagonista, Roma, la grande bellezza. Ed il degrado di cui molti, troppi, parlano andrebbe, invece, visto alla luce della storia, millenaria della caput mondi, da sempre grembo materno dei vizi umani. E Sorrentino in maniera magistrale passa in rassegna i molti vizi molti e le poche virtù dell’eterna città del vivere per vivere, passando dall’acqua delle terme e degli acquedotti, alle mollezze della Roma papalina cui si contrappone, consueta legge del contrappasso, una vecchia suora che decanta il senso della povertà. La denuncia sociale del regista diventa essenziale quando si allontana dagli stereotipi del becero intellettualismo intriso di perbenismo che tanto male ha fatto alla cultura italiana. E la strana coppia Roma Servillo ci accompagna tra feste mondane e splendidi palazzi della nobiltà romana, squarci di albe e tramonti, il Tevere ed una Roma che sembra da bere ma è, semplicemente, da gustare estasiati. Come questo film che andrebbe accolto per quello è, un capolavoro, che va visto utilizzando tutti i sensi e con lo sguardo estasiato che solo il grande cinema può offrire anche allo spettatore più cinico e disincantato, come me.
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