Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 130 min.
- Danimarca, Svezia, Francia, Germania 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 21ottobre 2011.
MYMONETROMelancholia
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una donna appena sposata entra in una profonda crisi esistenziale. Intanto un pianeta chiamato Melancholia minaccia di schiantarsi contro la terra. L'opera di Lars von Trier è un film che descrive la morte vista attraverso l'ottica di una donna, che sembra aver ormai perso tutto dopo aver mandato al vento il suo matrimonio e di sua sorella, terrorizzata all' idea che la Terra possa essere distrutta. Il film si divide in due capitoli, intitolati come i nomi delle due protagoniste e un prologo magnifico girato a rallentatore che mostra il finale da un' altro punto di vista che è quello dell'universo.
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Una donna appena sposata entra in una profonda crisi esistenziale. Intanto un pianeta chiamato Melancholia minaccia di schiantarsi contro la terra. L'opera di Lars von Trier è un film che descrive la morte vista attraverso l'ottica di una donna, che sembra aver ormai perso tutto dopo aver mandato al vento il suo matrimonio e di sua sorella, terrorizzata all' idea che la Terra possa essere distrutta. Il film si divide in due capitoli, intitolati come i nomi delle due protagoniste e un prologo magnifico girato a rallentatore che mostra il finale da un' altro punto di vista che è quello dell'universo. Von Trier gira bene questo film catastrofico con due protagoniste in stato di grazia e con una fotografia che rende benissimo i paesaggi. Più che un film un'opera grandiosa che poteva uscire solo dalla mente di questo regista.
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Film catartico, molto complesso, intimistico; ma la domanda è quale è il messaggio del regista? Quale è il senso di questo film che io, davvero, non sono riuscito ad apprezzare? Il film ha una costruzione molto intelligente con una sostanziale tripartizione in tre episodi che rappresentano tre diversi momenti, accomunati solo dal senso di angoscia rispetto all’incertezza del destino: questa volta legata ad un pianeta che ha perso la strada e che nonostante le rassicurazioni degli esperti potrebbe impattare sulla terra; e l’apocalisse che incombe si sente quasi a livello tattile, d’altronde Lars Van Trier è uno specialista di questo tipo di lavoro.
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Film catartico, molto complesso, intimistico; ma la domanda è quale è il messaggio del regista? Quale è il senso di questo film che io, davvero, non sono riuscito ad apprezzare? Il film ha una costruzione molto intelligente con una sostanziale tripartizione in tre episodi che rappresentano tre diversi momenti, accomunati solo dal senso di angoscia rispetto all’incertezza del destino: questa volta legata ad un pianeta che ha perso la strada e che nonostante le rassicurazioni degli esperti potrebbe impattare sulla terra; e l’apocalisse che incombe si sente quasi a livello tattile, d’altronde Lars Van Trier è uno specialista di questo tipo di lavoro. Ma nonostante il mestiere del regista e le premesse molto interessanti io mi sono annoiato. L’estrema ricercatezza del delirio umano sopraffatto dall’incombente catastrofe si trasforma in un semplice eccesso di lentezza del ritmo narrativo, privo di quella profondità o di quell’originalità che ci si aspetterebbe. Un film che non consiglio. E poterlo dire è il bello di stare dalla parte del pubblico e non della critica ufficiale.
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Questa opera cinematografica di Trier è tripartita in preludio (in cui compare per la prima volta il leitmotiv wagneriano di Tristano e Isotta che percorrerà tutto il film), prima parte (Justine) e seconda parte (Claire), intitolate con i nomi delle due protagoniste.
Nella prima parte, la messa in scena della festa di nozze di Justine, si evidenzia la sopravvivenza di alcuni dettami della filosofia cinematografica di Trier, cosiddetto Dogma 95, riconoscibile ad esempio nell'uso della camera 'a mano'.
L'opera, come altre di Trier, è dominata dalle figure femminili, che si stagliano su uno sfondo di figure maschili adulte per lo più insignificanti e meschine.
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Questa opera cinematografica di Trier è tripartita in preludio (in cui compare per la prima volta il leitmotiv wagneriano di Tristano e Isotta che percorrerà tutto il film), prima parte (Justine) e seconda parte (Claire), intitolate con i nomi delle due protagoniste.
Nella prima parte, la messa in scena della festa di nozze di Justine, si evidenzia la sopravvivenza di alcuni dettami della filosofia cinematografica di Trier, cosiddetto Dogma 95, riconoscibile ad esempio nell'uso della camera 'a mano'.
L'opera, come altre di Trier, è dominata dalle figure femminili, che si stagliano su uno sfondo di figure maschili adulte per lo più insignificanti e meschine.
La depressione, il male di vivere, il pressimismo cosmico di Trier vengono incarnati nella figura di Justine (Kristen Dunst), cui viene contrapposta la sorella Claire (Charlotte Gainsbourg), rassicurante, materna, empatica, dedita al benessere suo e di chi la circonda.
Le sorelle si contrappongono come Melancholia, il misterioso pianeta azzurro emissario di morte, si contrappone nel cielo notturno alla Luna, rassicurante e 'amica' delle anime terrene.
La natura, con i suoi ritmi ed i suoi segnali, è l'altra grande protagonista.
Charlotte Gainsbourg di una grandezza interpretativa impressionante, che la mostra al culmine della maturità artistica.
L'opera al solito è dominata dalle figure femminili, che si stagliano su uno sfondo di figure maschili adulte per lo più insignificanti e meschine.
La depressione, il male di vivere, il pressimismo cosmico di Trier vengono incarnati nella figura di Justine (Kristen Dunst), cui viene contrapposta la sorella Claire (Charlotte Gainsbourg), rassicurante, materna, empatica, dedita al benessere suo e di chi la circonda.
Le sorelle si contrappongono come il dionisaco e apollineo teorizzato da Nietzsche, musicato da Wagner, così come, in una scena di struggente bellezza, Melancholia, il misterioso pianeta azzurro emissario di morte, si contrappone nel cielo notturno alla Luna, rassicurante e 'amica' delle anime terrene.
La natura, con i suoi ritmi ed i segnali di un prossimo sconvolgimento, è l'altra grande protagonista.
Charlotte Gainsbourg di una grandezza interpretativa impressionante, che la mostra al culmine della maturità artistica.
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La giovane bella sposa Justine (una grande Kirsten Dunst) nel giorno delle sue nozze matura,irremovibile,la decisione di non voler assolvere ai compiti di moglie e futura madre di famiglia,di non volere con sé il compagno che ha appena sposato né tutto quello che le ha promesso per il loro abbagliante futuro insieme.Scomoda nel suo abito nuziale,si nega agli ospiti,si sottrae alle attenzioni e alla passione ardente del fresco consorte,fa sesso con un altro uomo,rinuncia ad un brillante avvenire lavorativo liquidando,senza mezzi termini,l’infido datore di lavoro,che non la lascia in pace nemmeno il giorno del suo matrimonio.Nel bel mezzo del costosissimo ricevimento,organizzato nella splendida villa della sorella Claire (Charlotte Gainsburg) -moglie del ricco astronomo Keifer Suterland e madre di un grazioso pargoletto- i segni,via via sempre più chiari ed inequivocabili,del suo rifiuto alla vita.
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La giovane bella sposa Justine (una grande Kirsten Dunst) nel giorno delle sue nozze matura,irremovibile,la decisione di non voler assolvere ai compiti di moglie e futura madre di famiglia,di non volere con sé il compagno che ha appena sposato né tutto quello che le ha promesso per il loro abbagliante futuro insieme.Scomoda nel suo abito nuziale,si nega agli ospiti,si sottrae alle attenzioni e alla passione ardente del fresco consorte,fa sesso con un altro uomo,rinuncia ad un brillante avvenire lavorativo liquidando,senza mezzi termini,l’infido datore di lavoro,che non la lascia in pace nemmeno il giorno del suo matrimonio.Nel bel mezzo del costosissimo ricevimento,organizzato nella splendida villa della sorella Claire (Charlotte Gainsburg) -moglie del ricco astronomo Keifer Suterland e madre di un grazioso pargoletto- i segni,via via sempre più chiari ed inequivocabili,del suo rifiuto alla vita.Lenta dolorosa inesorabile parabola discendente verso l'annientamento di sé etichettato come depressione.Justine viene ospitata da Claire e lì,in quella sorta di paradiso terrestre “che conta 18 buche da golf’’,trascorre quelli che saranno gli ultimi giorni di vita,i suoi e dell'umanità tutta.Perché a gettare un'ombra oscura sulle sorti della Terra è un grande pianeta blu,Melancholia,più che concreta minaccia alla sua disintegrazione.C'è un nesso tra il rifiuto di vivere di Justine e l'influsso di Melancholia? O Sono solo due entità profondamente simili,perché entrambe portano dentro il senso della morte? Melancholia è la nostra apocalisse? Il giusto fio da pagare perché “la vita in terra è cattiva?”.Justine e Claire,due sorelle,due donne fisicamente e caratterialmente diverse,all'apparenza fragili ma nella sostanza e al momento giusto forti e determinate come rocce.Facce della stessa medaglia: la morte e la vita,l'immobilità e lo slancio,il presente e il futuro,la rassegnazione e la speranza,la calma e il panico,la fredda attesa e la paura,il disincanto e l'illusione.La prima possiede la visione chiara e netta delle cose (ecco perché indovina quanti fagioli contiene la bottiglia),la seconda traveste le stesse di magico e di sognante,distorcendone la percezione.Meraviglioso sensibilissimo dramma sulla condizione umana declinato al femminile (gli uomini restano sullo sfondo,sono presenze rozze,infide,deboli e vigliacche),che nel riflettere sul logorato ‘sistema umanità’ in cui annaspiamo e soffriamo le pene dell’inferno,opta come soluzione finale la catastrofe collettiva: radicale,istantanea,indolore,definitiva.Sempre più lontano dai rigorosi dettami del suo 'dogma',il cineasta danese traduce il suo pensiero in un'opera visivamente imponente,a dir poco straordinaria,affascinante nel girato -che alterna la camera a mano alla mdp- ,splendida nella messa in scena dove l'ambientazione da eden (il luogo ideale in cui finire i propri giorni) è impreziosita da una fotografia luminosa,nitida e avvolgente,in cui spiccano le tonalità calde del giallo(del giorno) e quelle fredde del blu/bianco(della notte).Almeno tre i momenti memorabili: l’eccellente prologo/rivelatore,tutto in ralenti,la Dunst nuda al chiarore blu/azzurro di Melancholia (pare amoreggiare e fondersi con esso) e il potentissimo epilogo,per un film da vedere assolutamente sul grande schermo. [-]
Apocalisse siderale, metafora dell' apocalisse dei sentimenti. Cupezza che lega in una sorta di trilogia della distruzione interiore Melancholia, Antichrist e Dancer in the Dark.
Un visionario meraviglioso prologo di "staticità in movimento" che ci annuncia le parti salienti del film fino all'impatto finale, con la struggente musica Wagneriana. Un primo atto in cui la falsa felicità di un matrimonio alto-borghese (riferimento a Festen di Dogmatica memoria?) viene annichilita dal "male oscuro" della protagonista (una splendida Kirsten Dunst, giustamente premiata a Cannes). Un secondo atto in cui l'imminenza della fine mette in risalto le precarie sicurezze dell'"homo sapiens" di fronte ad una natura distruttiva e vendicatrice.
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Apocalisse siderale, metafora dell' apocalisse dei sentimenti. Cupezza che lega in una sorta di trilogia della distruzione interiore Melancholia, Antichrist e Dancer in the Dark.
Un visionario meraviglioso prologo di "staticità in movimento" che ci annuncia le parti salienti del film fino all'impatto finale, con la struggente musica Wagneriana. Un primo atto in cui la falsa felicità di un matrimonio alto-borghese (riferimento a Festen di Dogmatica memoria?) viene annichilita dal "male oscuro" della protagonista (una splendida Kirsten Dunst, giustamente premiata a Cannes). Un secondo atto in cui l'imminenza della fine mette in risalto le precarie sicurezze dell'"homo sapiens" di fronte ad una natura distruttiva e vendicatrice. E stranamente la calma viene mantenuta e indotta dalla "depressa cronica" a cui il regista autobiograficamente si affida ricordando i suoi trascorsi psicoanalitici. Un film la cui elaborazione individuale continua ben oltre la proiezione! [-]
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Lar Von Trier non conosce mezze misure e, per questo, o lo ami o non lo sopporti come la maggior parte delle sue opere. Lars è un Tarantino più colto e raffinato e, come tale, spesso tende ad esagerare, ma come mi disse un giorno un professore: "Un po' di sana esagerazione ogni tanto fa giusto che bene" e come mi disse un'amica "Il cinema non deve per forza rappresentare la realtà della vita". Questo film l'ho metabolizzato dopo una settimana averlo visto. Forse perché necessita di un certo distacco. Lars come sempre ci accompagna, talvolta abbandonandoci,nel suo mondo di fobie ed idiosincrasie più o meno confessate... Bellissima la fotografia di Claro, ottima l'interpretazione della Dunst (premiata giustamente a Cannes come migliore protagonista), peccato per alcuni buchi di sceneggiatura (inevitabili in una pellicola che dura più di due ore) ed i soliti autocompiacimenti di Von Trier, alcuni personaggi (come quello interpretato da Sutherland) un po' sfocati.
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Lar Von Trier non conosce mezze misure e, per questo, o lo ami o non lo sopporti come la maggior parte delle sue opere. Lars è un Tarantino più colto e raffinato e, come tale, spesso tende ad esagerare, ma come mi disse un giorno un professore: "Un po' di sana esagerazione ogni tanto fa giusto che bene" e come mi disse un'amica "Il cinema non deve per forza rappresentare la realtà della vita". Questo film l'ho metabolizzato dopo una settimana averlo visto. Forse perché necessita di un certo distacco. Lars come sempre ci accompagna, talvolta abbandonandoci,nel suo mondo di fobie ed idiosincrasie più o meno confessate... Bellissima la fotografia di Claro, ottima l'interpretazione della Dunst (premiata giustamente a Cannes come migliore protagonista), peccato per alcuni buchi di sceneggiatura (inevitabili in una pellicola che dura più di due ore) ed i soliti autocompiacimenti di Von Trier, alcuni personaggi (come quello interpretato da Sutherland) un po' sfocati. Qualche riferimento di troppo alla letteratura classica (la Dunst ci viene presentata come una sorta di rediviva Ophelia Shakesperiana) che tendono ad appesantire inutilmente l'intreccio narrativo.
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Il pianeta fino a quel momento sconosciuto Melancholia si sta avvicinando alla Terra. Per gli scienziati non ci sarà collisione, ma per molti astrologi non presi sul serio sì. Durante i giorni di attesa, la bella Justine si sposa con una cerimonia organizzata dalla sorella e dal cognato. Ma non si sente felice, spesso si allontana dai festeggiamenti, al punto da stancare già lo stesso marito. La sorella Claire vive invece con timore l'avvicinamento del pianeta, temendo l'impatto con la terra. Più il pianeta si avvicina e più i loro umori e stati fisici cambiano: postivamente per la prima, in negativo per la seconda.
Lars von Trier torna a stupire con un film anti-convenzionale, tra il drammatico e il fantascientifico.
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Il pianeta fino a quel momento sconosciuto Melancholia si sta avvicinando alla Terra. Per gli scienziati non ci sarà collisione, ma per molti astrologi non presi sul serio sì. Durante i giorni di attesa, la bella Justine si sposa con una cerimonia organizzata dalla sorella e dal cognato. Ma non si sente felice, spesso si allontana dai festeggiamenti, al punto da stancare già lo stesso marito. La sorella Claire vive invece con timore l'avvicinamento del pianeta, temendo l'impatto con la terra. Più il pianeta si avvicina e più i loro umori e stati fisici cambiano: postivamente per la prima, in negativo per la seconda.
Lars von Trier torna a stupire con un film anti-convenzionale, tra il drammatico e il fantascientifico. Scava nei personaggi, ce li fa sentire come sempre molto vicini, ci fa una radiogradia delle loro sensazioni. Più la fantomatica Melancholia si avvicina, più le loro vite si ribaltano, con una trama che li accompagna lentamente a un tragico destino. [-]
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"Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia e ho compreso che anche questo è un inseguire il vento, perché molta sapienza, molto affanno: chi accresce il sapere, aumenta il dolore."
Libro di Qoelet
La storia prende avvio con una limousine enorme che resta bloccata in una stretta strada di campagna. A bordo dell'auto ci sono Justine (Kirsten Dunst) e Michael (Alexander Skarsgård, figlio di Stellan), novelli sposi, che si stanno recando al loro ricevimento nuziale, il quale si tiene nella lussuosa tenuta di John (Kiefer Sutherland) e Claire (Charlotte Gainsbourg), sorella di Justine.
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"Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia e ho compreso che anche questo è un inseguire il vento, perché molta sapienza, molto affanno: chi accresce il sapere, aumenta il dolore."
Libro di Qoelet
La storia prende avvio con una limousine enorme che resta bloccata in una stretta strada di campagna. A bordo dell'auto ci sono Justine (Kirsten Dunst) e Michael (Alexander Skarsgård, figlio di Stellan), novelli sposi, che si stanno recando al loro ricevimento nuziale, il quale si tiene nella lussuosa tenuta di John (Kiefer Sutherland) e Claire (Charlotte Gainsbourg), sorella di Justine. A causa del contrattempo provocato dalle imponenti dimensioni della limousine, gli sposi arrivano al ricevimento con un ritardo di due ore, facendo infuriare il direttore di cerimonia (Udo Kier). Ben presto, durante il ricevimento, la sposa alterna momenti di brillante euforia ad altri che sono indice di un profondo disagio interiore. Questo suo stato psicologico calato in un parnaso di personaggi assolutamente al di sopra delle righe fa naufragare il ricevimento nel peggiore dei modi possibili. Lars von Trier da tempo ha abituato il pubblico ad assistere a film i cui tempi sono scanditi in capitoli. "Melancholia" si compone di un prologo e di due segmenti narrativi, ciascuno dei quali è incentrato su una delle due protagoniste. La prima parte è dedicata a Justine, la seconda è dedicata a Claire. I registri narrativi sono assolutamente differenti, ma perfettamente complementari.
Il film si apre con un intenso primo piano di Kirsten Dunst, il cui personaggio ancora non ha un nome, e da una serie di immagini oniriche struggenti che si alternano al moto dei corpi astrali. L'intera sequenza è accompagnata dalla musica del preludio al primo atto dell'opera "Tristano e Isotta" composta da Richard Wagner. Su questo prologo torneremo in seguito passando prima ad analizzare le due parti del film. I due segmenti cinematografici si reggono sull'antitesi caratteriale delle rispettive protagoniste.
Justine è passionale, carnale, palesemente irrazionale, emotivamente instabile, vive al di fuori degli schemi. Sua sorella Claire è una moglie e una madre e prima che in qualsiasi altro ruolo, lei si cala in questi due. È una donna dal carattere controllato, amante delle forme e che cerca le proprie sicurezze nel controllo e nell'organizzazione del mondo che le ruota intorno.
Il ricevimento per il matrimonio di Justine e Michael è il teatro in cui le due differenti personalità si avvicinano e si distanziano, s'incontrano e si scontrano. A facilitare il tutto ci sono i veleni familiari, l'odio e il disprezzo mai sopito fra i loro genitori (Charlotte Rampling e John Hurt), le meschinità di alcuni invitati fra cui spicca il testimone dello sposo (Stellan Skarsgård) che è anche il datore di lavoro di Justine. È in questo contesto che il film perde una parte del proprio valore artistico a causa di una scrittura cinematografica non sempre compiuta.
Lars von Trier ha dichiarato di essersi inspirato all'opera del commediografo francese Jean Genet e, in particolare, alla sua pièce "Le Serve" per costruire le atmosfere ed i personaggi della festa. Purtroppo, quella che inizialmente sembra essere una sintesi dell'umanità in scala assai ridotta, si rivela ben presto un'accozzaglia di personaggi fuori dalle righe con manifestazioni eccessive delle loro rispettive individualità. Manifestazioni che in più casi si rivelano gratuite o parzialmente gratuite.
Tuttavia, fra eccessi quali quello esternato dal direttore di cerimonia che si copre la faccia per non vedere Justine ogni volta che la incrocia accusandola di aver rovinato il matrimonio, come se questo appartenesse a lui e non fosse la festa di lei, fra datori di lavoro che prima promuovono la sposa per poi sguinzagliarle dietro un apprendista affinché prima della fine festa lei gli fornisca un nuovo slogan pubblicitario per la sua agenzia, fra padri davvero così "qualunque" da dimenticarsi il nome della figlia, troviamo una serie di legami e di equilibri precari perfettamente descritti e analizzati sapientemente.
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Una bella e giovane ragazza si trova a festeggiare il proprio matrimonio nella splendida residenza del cognato ma non è affatto felice. Intanto un piccolo pianeta di nome Melancholia si sta avvicinando pericolosamente alla Terra ma a detta degli scienziati non ci sono pericoli.
Splendida l'ultima opera di Trier. Un'opera che sostanzialmente si divide in due parti come per'altro suggerisce lo stesso regista; infatti inizialmente siamo a una festa sontuosa di matrimonio dove però aleggia tensione e la prima a non essere dell'umore è la sposa stessa. La ragazza è schiacciata da una famiglia con una madre esaurita e lei stessa è fragilissima.
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Una bella e giovane ragazza si trova a festeggiare il proprio matrimonio nella splendida residenza del cognato ma non è affatto felice. Intanto un piccolo pianeta di nome Melancholia si sta avvicinando pericolosamente alla Terra ma a detta degli scienziati non ci sono pericoli.
Splendida l'ultima opera di Trier. Un'opera che sostanzialmente si divide in due parti come per'altro suggerisce lo stesso regista; infatti inizialmente siamo a una festa sontuosa di matrimonio dove però aleggia tensione e la prima a non essere dell'umore è la sposa stessa. La ragazza è schiacciata da una famiglia con una madre esaurita e lei stessa è fragilissima. Infatti da lì a poco si aprirà il baratro di una buia disperazione e depressione. Inutili saranno i tentativi della sorella e del piccolo nipotino per farla riemergere. Ma anche la sorella è a sua volta facilmente impressionabile e assai distaccata. Solo il cognato vive nell'eccitazione per il passaggio di questo nuovo pianeta che non farà altro che portare i personaggi ad interrogarsi su una propria eventuale fine nel caso in cui il pianeta entrasse in collisione con la Terra. Cinica e distaccata la bionda Dunst (assolutamente splendida nel ruolo) sarà quella che aspetterà senza paura l'evento in quanto ormai lei stessa è già stata ingoiata dalla malinconia. Sarà la sorella (un altrettanto splendida Charlotte Guinsburg) ad avere i problemi maggiori cercando anche una inutile e isterica fuga verso il villaggio. Detto anche di Sutherland perfetto comprimario il film si apprezza anche e non solo per l'azzecata colonna sonora wagneriana che domina l'intero film ma anche perchè affronta il tema dell'Apocalisse senza bisogno di isterismi di massa o scene di inutile catastrofismo. Sicuramente uno dei migliori lavori di Trier. [-]
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