mantraliulai
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giovedì 3 novembre 2011
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satellite emozionale
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La Malinconia. Un sentimento così dirompente e distruttivo, a tratti "amichevole", a tratti terrorizzante da toglierti la forza di camminare. Ingestibile e gigantesco come un pianeta che entra in collisione con la Terra, con tutto ciò che sei, che respiri, che conosci.
Dobbiamo dare il merito a Lars Von Trier di aver creato una metafora talmente potente, forse la prima utilizzata in questo modo nella storia del cinema. Due sorelle due protagoniste: Justine se ne abbandona completamente, si arrende davanti ad essa mentre Claire cerca di combatterla come può. Intorno, i familiari, quegli di sangue e quegli acquisiti, poco importa perchè comunque, alla fine, si rimane da soli con se stessi.
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La Malinconia. Un sentimento così dirompente e distruttivo, a tratti "amichevole", a tratti terrorizzante da toglierti la forza di camminare. Ingestibile e gigantesco come un pianeta che entra in collisione con la Terra, con tutto ciò che sei, che respiri, che conosci.
Dobbiamo dare il merito a Lars Von Trier di aver creato una metafora talmente potente, forse la prima utilizzata in questo modo nella storia del cinema. Due sorelle due protagoniste: Justine se ne abbandona completamente, si arrende davanti ad essa mentre Claire cerca di combatterla come può. Intorno, i familiari, quegli di sangue e quegli acquisiti, poco importa perchè comunque, alla fine, si rimane da soli con se stessi. La bellezza degli elementi, l'evocatività delle musiche wagneriane accompagnano la sfiancante attesa.
Insuperabile la prova d'attrice di Charlotte Gainsbourg; l'unico motivo per cui non ha vinto nessun riconoscimento al festival di Cannes, è perchè l'aveva già vinto nel 2009 diretta dallo stesso regista danese. Non c'è altra spiegazione. E pensare che in questo film le hanno negato persino il parrucchiere, è sempre spettinata povera donna. Invece, non riesco proprio a spiegarmi il premio per la migliore interpretazione Cannes 2011 a Kirsten Dunst la quale sfodera le sue solite due espressioni facciali: un sorriso a labbra chiuse in su e una smorfia di disappunto a labbra chiuse in giù.
Nonostante ciò, anche questa volta Lars è riuscito a regalarci il suo particolarissimo pugno nello stomaco.
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kwinkurg
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mercoledì 2 novembre 2011
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film con un certo spessore artistico, ma... noioso
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sicuramente un film con tanto signicato, con una fotografia eccelsa e delle bellissime riprese...ma senza una vera storia, oltremodo noioso...
La tanto decantata interpretazione della Dunst si e' ridotta in un paio di inquadrature del suo (seppur spettacolare) decolte'...per il resto un nulla che dura all'infinito...
Bella serie di immagini e attimi a inizio film...anche se decisamente prolungato...
E' bella la contrapposizione tra le due sorelle, la diversita' e al contempo l'estrema similarita' tra le due...2 facce della medesima medaglia, che a volte si confondono tra loro, che non possono e non vogliono fare a meno l'una dell'altra...
Un film con una storia generale gia' vista in "visioni dal futuro".
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sicuramente un film con tanto signicato, con una fotografia eccelsa e delle bellissime riprese...ma senza una vera storia, oltremodo noioso...
La tanto decantata interpretazione della Dunst si e' ridotta in un paio di inquadrature del suo (seppur spettacolare) decolte'...per il resto un nulla che dura all'infinito...
Bella serie di immagini e attimi a inizio film...anche se decisamente prolungato...
E' bella la contrapposizione tra le due sorelle, la diversita' e al contempo l'estrema similarita' tra le due...2 facce della medesima medaglia, che a volte si confondono tra loro, che non possono e non vogliono fare a meno l'una dell'altra...
Un film con una storia generale gia' vista in "visioni dal futuro"...ma sicuramente di altro spessore...anche se non cambia il fatto che la storia sia prevedibile e e alquanto scadente...
forse non avro' capito io il film, ma in sala eravamo in 20 e nessuno mi e' sembrato entusiasta a fine film...e nemmeno tra colleghi e amici o riscontrato grandi apprezzamenti...
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zampetta
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mercoledì 2 novembre 2011
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grazie
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Volevo vedere il film a tutti i costi,anche se a Napoli lo proiettano in centro (Filangieri) e un solo spettacolo alle 16 ma ieri ci sono riuscita e dico :, non mihai delusa.GRAZIE Lars è un CAPOLAVORO mi è piaciuto più di Dogville non mi hai delusa.
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ava88
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mercoledì 2 novembre 2011
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capolavoro
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Un film del genere non ha bisogno di altri commenti. Trovo semplicemente che il regista Lars Von Trier è riuscito a creare una tensione che andava via via sempre più crescendo fino a far raggiungere le nostre curiosità al massimo livello. L'interpretazione della Dunst è sbalorditiva. Non mi piaceva per niente, ma con questo film mi sono decisamente ricreduta.
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pin eyes
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lunedì 31 ottobre 2011
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meglio un buon libro
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Spenderò poche parole per questo che considero uno di quei film che si possono anche perdere. A parte l'inizio che ricorda Kurosawa in cui sembra dare la sensazione di voler proporre un film del tutto diverso, il buon Lars ricasca nei suoi giochetti "sismici" con la camera a spalla a prova di cattiva digestione. Detesto da sempre questa tecnica e purtroppo pur essendomi ripromesso di non andare mai più a vedere un suo film, l'alternativa alla televisione era mister Bean o il panettone parigino, ci sono ricascato. Quanto ai personaggi ricalcano l'estrema tensione del film che si regge su un presupposto scientificamente assurdo: i pianeti non vanno a passeggio per il cosmo come le tate ai giardini, semmai un meteorite, ma questo odorava di già sentito.
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Spenderò poche parole per questo che considero uno di quei film che si possono anche perdere. A parte l'inizio che ricorda Kurosawa in cui sembra dare la sensazione di voler proporre un film del tutto diverso, il buon Lars ricasca nei suoi giochetti "sismici" con la camera a spalla a prova di cattiva digestione. Detesto da sempre questa tecnica e purtroppo pur essendomi ripromesso di non andare mai più a vedere un suo film, l'alternativa alla televisione era mister Bean o il panettone parigino, ci sono ricascato. Quanto ai personaggi ricalcano l'estrema tensione del film che si regge su un presupposto scientificamente assurdo: i pianeti non vanno a passeggio per il cosmo come le tate ai giardini, semmai un meteorite, ma questo odorava di già sentito. L'angoscia della fine del mondo si sà è atavica specie in un periodo storico come questo in cui si parla di radicali cambiamenti, ma qui mi sembra la si voglia buttare in vacca. Ribadisco, si può anche non vederlo.
Pin Eye
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gpistoia39
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domenica 30 ottobre 2011
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sicuramente allievo di greenway,
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Ho già scritto parecchie righe su ciò che penso di questo meraviglioso film, ma mi pare che non saranno pubblicate per questioni tecniche, quindi non ho più voglia di ripetermi, e pensare che credevo di aver scritto cose intelligenti. Paziena: Von Trier è un neo romantico, uno che sa usare la macchina da presa, uno che conosce nel profondo l'animo umano anche di un malato, un genio, grande. Graziella.
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figlio del cielo e della terra
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domenica 30 ottobre 2011
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oltre l'apocalisse...
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Siamo dentro l'apocalisse dei riti di una società borghese, dove la solitudine dei destini, l'incomunicabilità quella profonda regna sovrana. L'ultimo capolavoro di Trier restituisce all'umanità una vera e propria opera d'arte. Il soggetto è una scusa, come lo è il pianeta Melancholia per narrare la caduta dei castelli di carta, della Babele che l'umanità ha eretto sull'opulenza. Oltre il bene e il male qual'è il senso dell'agire umano, di fronte alla catastrofe imminente? Due sorelle sono il tentativo dell'adattamento all'esistenza del vivere. I maschi, gli uomini i l sesso maschile fallisce insieme alla scienza la sua visione sul mondo che è la mania di descrivere, comprendere controllare la forza della diversità dell'irrazionale femminile.
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Siamo dentro l'apocalisse dei riti di una società borghese, dove la solitudine dei destini, l'incomunicabilità quella profonda regna sovrana. L'ultimo capolavoro di Trier restituisce all'umanità una vera e propria opera d'arte. Il soggetto è una scusa, come lo è il pianeta Melancholia per narrare la caduta dei castelli di carta, della Babele che l'umanità ha eretto sull'opulenza. Oltre il bene e il male qual'è il senso dell'agire umano, di fronte alla catastrofe imminente? Due sorelle sono il tentativo dell'adattamento all'esistenza del vivere. I maschi, gli uomini i l sesso maschile fallisce insieme alla scienza la sua visione sul mondo che è la mania di descrivere, comprendere controllare la forza della diversità dell'irrazionale femminile. Sorvegliare e punire, ciechi in Dancer in the Dark, angeli vendicatori in Dogville, isteriche visionarie in Le onde del Destino, e depressi in quest'ultimo capolavore. Film sulla parte cupa inquietante ma ineludibile dell'essere umano. Lars Von Trier ci trascina in un opera di potenza visiva unica dove una cruda e apparentemente semplice sceneggiatura sottointendono ad una domanda cui lo stesso spettatore non può sfuggire. La potenza visiva dell'autore si rifiuta o si ama, come la sua poetica, ma l'umanità non può credere di essere immortale, nè di non affrontare i temi ultimi dello stare insieme. La sfida resta sempre quella di prenderi per mano, a farlo sono le donne il loro senso materno, le ultime che accettano la contraddizione di esistere in un mondo oggi dominato da Crisi economiche e da guerre che sono come il Pianeta Melancholia sopra i nostri destini a oscurare il futuro e la specie umana. Il pianeta è il fallimento delle relazioni umane gerarchiche paternalistiche e capitalistiche. La donna è la cartina di tornasole di questo fallimento l'unico attore capace col suo corpo la su sessualità a sfuggire alla volontà romantica di controllo persino dello sposo della Dunst. Attrici eccelse, fotografia indimenticabile, un capolavoro del Cinema e della Storia dell'Arte. Grandissimo Lars Von Trier.
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riccardo76
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domenica 30 ottobre 2011
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ma che succede a mymovies???
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Oramai è più di una settimana che sul sito non vengono pubblicate recensioni del pubblico! Ci sono un sacco di film che non ne hanno nemmeno una, quando il forum ne è pieno! In questo modo il motto del sito " Il cinema dalla parte del pubblico" non è più veritiero! Che sia una questione di tagli al personale anche qui??
[+] eccome
(di gpistoia39)
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(di riccardo76)
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emanuel sava
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domenica 30 ottobre 2011
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le antinomie di trier
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Melancholia, la continuazione ideale di "The antichrist". Continuazione nel conflittuale rapporto uomo - natura dove quest'ultima viene vista nella sua accezione nuda, priva di una morale che comporterebbe un giudizio, quindi una visione positiva o negativa. La natura è, punto e basta. Anche se culturalmente siamo portati a pensare ad un rapporto armonico con la natura (di cui anche l'uomo ne fa parte ma si auto-discosta) l'armonia è per Trier l'equilibrio di forza che regge le antinomie. E' l'occhio freddo e trasparente del cervo in "Antichrist"; é la placidità con cui il pianeta Melancholia si avvicina alla Terra per la sua irenaica e diafana collisione.
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Melancholia, la continuazione ideale di "The antichrist". Continuazione nel conflittuale rapporto uomo - natura dove quest'ultima viene vista nella sua accezione nuda, priva di una morale che comporterebbe un giudizio, quindi una visione positiva o negativa. La natura è, punto e basta. Anche se culturalmente siamo portati a pensare ad un rapporto armonico con la natura (di cui anche l'uomo ne fa parte ma si auto-discosta) l'armonia è per Trier l'equilibrio di forza che regge le antinomie. E' l'occhio freddo e trasparente del cervo in "Antichrist"; é la placidità con cui il pianeta Melancholia si avvicina alla Terra per la sua irenaica e diafana collisione. E' la nudità notturna della protagonista vicino al corso d'acqua, dinnanzi al nuovo pianeta. In tinte d'azzurro il film è tipico della regia di Von Trier e segue l'antico ideale greco-romano dove la melanconia o bile nera è uno dei quattro umori che determina gli stati d'animo delle persone. Due sorelle che si alternano appunto tra due forme di depressione. La prima depressa e melanconica nella vita "normale/eccezionale (esempio delle nozze)" ma è calma, quasi profetica, nella situazione di minaccia della scomparsa del pianeta Terra. La seconda "normale e pratica" nella vita "normale" ma incapace di accettare l'idea della morte nella situazione catastrofica. Per i Greci il discompenso di uno dei quattro umori era la causa della morte. A mio avviso la soluzione dei conflitti per il regista è la morte nella sua forma liberatrice. Paradossalmente è una morte-vita, una morte che esiste perché esiste appunto la vita. Il non-essere alla fine vince l'essere. La sintesi, il risultato del rapporto duale (la coppia di antinomie) è di nuovo l'essere. Per continuare l'eterno conflitto e la inevitabile sconfitta di chi cerca la soluzione.
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