Anno | 2011 |
Genere | Fantascienza, |
Produzione | Danimarca, Svezia, Francia, Germania |
Durata | 130 minuti |
Regia di | Lars von Trier |
Attori | Charlotte Gainsbourg, Charlotte Rampling, Stellan Skarsgård, Alexander Skarsgård, Kiefer Sutherland Kirsten Dunst, John Hurt, Brady Corbet, Udo Kier. |
Uscita | venerdì 21 ottobre 2011 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,45 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 27 gennaio 2017
Un enorme e sconosciuto pianeta si avvicina minacciosamente alla Terra, sconvolgendo la vita di Justine e le relazioni con i suoi familiari. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, ha ottenuto 7 candidature e vinto 3 European Film Awards, ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Melancholia ha incassato 601 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Justine arriva con il neomarito alla festa delle nozze che il cognato e la sorella Claire le hanno organizzato con un ritmato protocollo. Justine sorride molto ma dentro di sé prova un disagio profondo che la spingerà ad allontanarsi in più occasioni dai festeggiamenti provocando lo sconcerto di molti, marito compreso. Non si tratta però solo di un malessere esistenziale privato. Una grave minaccia incombe sulla Terra: il pianeta Melancholia si sta avvicinando e, benché il mondo scientifico inviti all'ottimismo, il rischio di collisione e di distruzione totale del globo terrestre è più che mai realistico. Tempo dopo, con Melancholia sempre più vicino, sarà Claire a invitare a casa sua la sorella.
Dopo il harakiri a tutto schermo di Antichrist Lars Von Trier decide di rinunciare ai colpi bassi nei confronti dello spettatore offrendogli, in versione apocalittica, la sua visione delle sorti dell'umanità su questa Terra. Lo fa con un prologo wagneriano ("Tristano e Isotta") di alta e simbolica qualità estetica a cui fa seguire una bipartizione che vede protagoniste le due sorelle (prima Justine e poi Claire). Due sorelle, due donne che il 'misogino' per definizione del cinema europeo prende questa volta, in particolare Justine, come rappresentanti di se stesso. Di Justine condivide la sensazione viscontiana di fine di un mondo che merita di dissolversi e, al contempo, il dissacrante e sofferente distacco da tutte le convenzioni. In Claire vede il bisogno (registico) di 'mettere ordine', di trovare un senso, di controllare anche l'ineluttabile. Le circonda di una folla vinterberghiana (Festen) ritrovando parte degli stilemi del Dogma, nella prima parte, per poi, progressivamente, lasciarle sole con il figlio bambino della seconda e con la Natura. Una Natura che in Von Trier è sempre 'avanti' rispetto all'essere umano sia che avverta i segni di una catastrofe sia che ne anticipi la dissoluzione. Sulla complessità di un mondo che vorrebbe poter amare non riuscendoci, il regista danese fa intervenire il suo amore per l'Arte che si è data il compito di 'leggere' per noi la realtà nel profondo. Nel farlo getta un ponte (più o meno conscio non sappiamo) con un Maestro del Cinema come Andrej Tarkovskij. Come non pensare a Lo specchio dinanzi alla doppia proposizione de "Il ritorno dei cacciatori" di Pieter Brueghel il Vecchio? Ma, soprattutto, come non ricordare Sacrificio, l'ultimo film del regista russo che affrontava una tematica analoga partendo da premesse differenti ma con la stessa volontà di messa in gioco di uno sguardo e una ricerca 'alti'? Uno sguardo e una ricerca che Von Trier vuole condividere con lo spettatore, convinto com'è che "può darsi che non ci sia nessuna verità per cui provare un ardente desiderio ma che il desiderio di per sé stesso è già vero".
La morte secondo Lars Von Trier, fine ultimo di tutta la razza umana descritta attraverso due "[i]eroine[/i]" che hanno poco e nulla degli stilemi dell'eroe letterario e cinematografico al quale si è abituati a pensare. Nella prima parte ci mostra la [b]Dunst [/b]nelle vesti di sè stesso: la sua depressione è la depressione di Von Trier, la sua difficoltà a vivere, camminare, affrontare da sola le [...] Vai alla recensione »
Ci sono autori che ci fanno ricordare più di altri che anche il cinema è una forma d’arte: Lars Von Trier è certamente tra questi. Come considerare l’incipit di Melancholia se non come un’opera d’arte, dove vige il trionfo dell’estetica e dell’emozione? Immagini meravigliosamente surreali, rese incredibilmente espressive da un ralenti quasi statico [...] Vai alla recensione »
Melancholia di Lars Von Trier anno produzione ottobre 2011 è Sospesa fra un mondo visionario ed il cinico meccanicismo; è opera che appare sprovvista di aspettative spirituali ;vive la fine come attimo di vera dissoluzione senza riuscire a farsene una ragione ;tanto meno si intravede qualsivoglia purificazione per l'assenza di una visone armonica del tutto .
Melancholia è un capolavoro che ferisce. Lars Von Trier dimostra ancora una volta cosa vuole dire fare un cinema libero da paradigmi narrativi e costrizioni commerciali, aprendo il film con una sequenza che, fosse stata furbamente usata nel finale, gli avrebbe fatto togliere non poche soddisfazioni festivaliere. Egli descrive la nostra condizione di anime perse di fronte all'impossibili [...] Vai alla recensione »
Quando si affrontano certi registi sembrano non esistere vie di mezzo. Tra il pubblico c'è subito chi grida al capolavoro e chi scuote la testa deluso. Di eccelsa fotografia i "quadri" d'inizio film. Molto "Dogma" la prima riguardante Justine, lo sfrenato uso di steadycam fa girare la testa e introduce lo spettatore al reale film. La seconda parte è più intensa, la Gainsbourg la fa da padrona, le [...] Vai alla recensione »
Leggo su Wikipedia: “La malinconia è una sorta di tristezza di fondo, a volte inconsapevole, che porta un soggetto al vivere passivamente, senza prendere iniziative, adattandosi agli avvenimenti esterni con la convinzione che non lo riguardino o che in essi non possa avervi un ruolo determinante.” Justine è una donna bella, bionda, con un lavoro creativo ed importante, ad un passo dalla realizzazione [...] Vai alla recensione »
una catarsi che non è purificazione Melanconia di Lars Von Trier anno produzione ottobre 2011 Tante riflessioni emergono nella loro intensità grazie a splendidi attori ed una regia veramente estetica introspettiva , sofferta. E' film che descrive, con un sentire trasognato ed estetico, il sofferto conflitto fra forma ed energia [...] Vai alla recensione »
Solitamente io non sono una di quelle persone che si diverte a fare ipotesi su film. Anche perchè c'è da dire che i film che escono di recente non sono così sofisticati da poter far pensare più di tanto lo spettatore. Ma v'è sempre l'eccezione alla regola, e quell'eccezione si chiama Melancholia, il nuovo Capolavoro firmato Lars Von Trier, che propone [...] Vai alla recensione »
Melancholia è un pianeta, azzurro e bellissimo, che viaggia nello spazio, in rotta di collisione con la Terra. Justine (Kirsten Dunst) è una sposa che si sforza di sorridere, ma non riesce a partecipare alla gioia del suo matrimonio e si allontana più volte dai festeggiamenti. Nel suo animo c’è I cacciatori nella neve di Bruegel.
La giovane bella sposa Justine (una grande Kirsten Dunst) nel giorno delle sue nozze matura,irremovibile,la decisione di non voler assolvere ai compiti di moglie e futura madre di famiglia,di non volere con sé il compagno che ha appena sposato né tutto quello che le ha promesso per il loro abbagliante futuro insieme.Scomoda nel suo abito nuziale,si nega agli ospiti,si sottrae alle attenzioni [...] Vai alla recensione »
Non mi dilungherò sulla trama, non ci sono abbastanza battute: la fine del mondo concreto è affrontata tramite la psicoesperienza di due sorelle, Justine e Claire. La fine, tema trattato e rimuginato più e più volte, in questo scenario ha una veste allegorica sorprendente: non è solo lo schianto di Melancholia con la Terra, che corrisponde ad ovvietà, ma la vera fine di cui Trier ci vuol parlare alberga [...] Vai alla recensione »
Una volta approdati all'Isola dei morti, non se ne esce, si è rovinati, spacciati e, con quel briciolo di volontà che resta, si desidera la fine, qualunque forma abbia, purché venga e sia rimedio a una sofferenza senza limiti che deforma sfinisce distrugge degrada e svilisce. Arriva allora Melancholia, immensa, inarrestabile, con la sua aura turchese, si avvicina inesorabile, [...] Vai alla recensione »
MELANCHOLIA è un film di fantascienza esistenziale, tremendamente bello e di una inaudita forza espressiva, come un angosciante incubo iper-reale dal quale ci si risveglia con sacro timore, che il genio creativo di Lars Von Trier ha magnificamente visualizzato. Rapporti conflittuali tra persone allo sflacelo e obbiettivo ravvicinato nella vita di due sorelle sempre [...] Vai alla recensione »
Film diviso in tre parti: un prologo, bellissimo, fatto di immagini e sequenze splendide, della durata di poco meno di dieci minuti, che in breve lascia intuire la sciagura che di lì a poco si abbatterà sulla Terra. Una seconda parte della durata di circa un'ora, dedicata a una delle due protagoniste e al suo matrimonio appena celebrato che si evolve nel giro di poche ore verso un completo disastro. [...] Vai alla recensione »
2 DIVERSE PAURE A CONFRONTO Questa è la storia di 2 sorelle e del loro indissolubile rapporto. I loro nomi sono Justine e Claire e, con i loro nomi questo ultimo film di Lars Von Trier è diviso in 2 parti nelle quali una protagonista sta alla storia dell’altra come il nero sta al bianco e viceversa nella nota raffigurazione del Tao.
La Malinconia. Un sentimento così dirompente e distruttivo, a tratti "amichevole", a tratti terrorizzante da toglierti la forza di camminare. Ingestibile e gigantesco come un pianeta che entra in collisione con la Terra, con tutto ciò che sei, che respiri, che conosci. Dobbiamo dare il merito a Lars Von Trier di aver creato una metafora talmente potente, forse la prima utilizzata [...] Vai alla recensione »
È un film che riempie d’immagine e pensiero che parlano in luogo del verboso e sovrabbondante di azione anticrhist. C’è l’immagine della bellezza della durnst che sfocia nell’immagine della depressione della stessa. C’è la sobrietà nevrotica della gainsbourg che cerca di tenere sotto scacco il marasma che la sovrasta dalle sue radici familiari fino alle sorti provenienti dal cielo, un cielo che cala [...] Vai alla recensione »
Non lascia scampo la Melancholia di Lars Von Trier. Parte come una classica commedia inglese di matrimoni e termina come un austero e visionario film di Tarkovskji. In questo percorso di progressivo allontanamento dai cardini delle convenzioni sociali, cui fa da contraltare l' angoscioso incombere del pianeta Melancholia, in rotta di collisione con la terra, il ruolo delle due protagoniste si ribalta, [...] Vai alla recensione »
Lo ho visto più di una volta, perchè qualcuno che mi è molto vicino lo considera il miglior film di tutti i tempi. Sarà: a parte il nichilismo assoluto di Lars Von Trier, qui ancora più depresso del solito; a parte la fotografia e le belle immagini (e le tre stelle sono per questo, non per altro), non rimane un granchè.
Una famiglia si ritrova per un ricevimento di nozze nel maniero (con annesso campo da golf a 18 buche!) del ricco cognato della sposa. Il matrimonio naufraga immediatamente e dopo la partenza degli ospiti i rimanenti componenti il nucleo familiare rimane ad attendere tra fiducia e disperazione l'imminente passaggio di un misterioso pianeta (Melancholia) che rischia di collidere catastrofi [...] Vai alla recensione »
Sono zampilli di morte quelle piccole fiammelle che compaiono all'inizio su uno sfondo di notte e brume, sono vivi già morti tutti i bellissimi e magnetici ospiti del gran party di matrimonio organizzato per Justine, delle due sorelle (l'altra è Claire), la più inquieta e selvaggia, capace di vedere il futuro e di accorgersi dell'immane catastrofe.
Questo film mi ha emozionato profondamente. All'inzio, è spiazzante, siamo sospesi su un registro magico e notturno, con sequenze oniriche e un po' spettrali, una per tutte: il cavallo che si accascia e che rimanda a cavalli al ralenti caduti in battaglia ma forse anche ad Artax che annega ineluttabimente nella Palude della Tristezza.
I film di Lars Von Trier sono in genere delle creazioni estremamente raffinate e originali. Anche Melancholia non fa eccezione, il film si sviluppa a partire da un'idea geniale, e descritta dal punto di vista narrativo in modo assai curioso e particolare. In sostanza viene raccontato l'avvicinamento, prima impercettibile, poi sempre più drammatico e catastrofico di una sorta di pianeta [...] Vai alla recensione »
Il pianeta Melancholia da cui prende titolo il film può avere più di un’interpretazione, o meglio, più di un’allegoria. La prima è la seguente: il pianeta è un’allegoria delle emozioni dei protagonisti del film, e il sentimento è la Malinconia (non a caso il pianeta è azzurro, e il blu e le sue sfumature sono da sempre [...] Vai alla recensione »
Il film è un magnifica rappresentazione della depressione, fatta di scene e musiche ben equilibrate, con immagini terribilmente fisse della catastrofe universale alternate a sequenze traballanti del dramma personale dei protagonisti.Il tutto a creare un clima ansiogeno e depressivo che invade lo spettatore facendolo calare progressivamente nella dimensione emotiva della depressione [...] Vai alla recensione »
Melancholia di Lars Von Trier anno produzione ottobre 2011 è Soseso fra il visionario ed il cinico meccanicismo; appare sprovvista di aspettative spirituali ;vive la fine come attimo di vera dissoluzione senza riuscire a farsene una ragione, tanto meno si intravede purificazione per l'assenza di una visone armonica del tutto . Il dualismo di Justine e Claire di fronte alla morte [...] Vai alla recensione »
Melancholia, la continuazione ideale di "The antichrist". Continuazione nel conflittuale rapporto uomo - natura dove quest'ultima viene vista nella sua accezione nuda, priva di una morale che comporterebbe un giudizio, quindi una visione positiva o negativa. La natura è, punto e basta. Anche se culturalmente siamo portati a pensare ad un rapporto armonico con la natura (di cui anche l'uomo ne fa parte [...] Vai alla recensione »
Due sorelle di segno opposto: Justine rappresenta il caos, il disordine, l'incapacità di formare una famiglia; creativa, non sappiamo nemmeno dove vive, ma sappiamo che non sa mantenersi un lavoro o un affetto. Claire è, al contrario, moglie e madre perfetta, e vive in un luogo da favola che è il luogo del film. L'auto nuziale di Justine non riesce nemmeno ad arrivarci, [...] Vai alla recensione »
... settimana che si concluderà sabato con un'esame sul mito e sulla psicologia di Faust... è mercoledì la giornata dello spettatore... si decide di andare al cinema. Il cinema non è del Berlusca e di conseguenza la programmazione non è mai scontata o superficiale ma piuttosto impegnata e d'autore. Ore:18 Film: "Melancholia" la trama e varie fugaci recensioni su internet, lasciano intravedere una [...] Vai alla recensione »
Bel film, poetico e inquietante, dal ritmo lento e dilatato per far crescere sempre più il senso di attesa per l'Evento. La visione pessimistica e disperante di una Natura che incombe implacabile sul genere umano è lo sfondo su cui si muovono i personaggi. Stranamente in questo film, le donne hanno un ruolo più forte, dinamico e intuitivo; il maschio, fiducioso nelle "magnifich [...] Vai alla recensione »
Empedocle affermava che la vera perfezione è l’imperfezione. Se il mondo non fosse perfetto non sarebbe migliorabile e quindi avrebbe la pecca di essere finito nella sua perfezione. In parole povere ciò che è denominato perfetto non ha la possibilità di migliorarsi e quindi non è più perfetto. Al contrario l’imperfezione è migliorabile e quindi di per se stessa perfetta.
Lar Von Trier non conosce mezze misure e, per questo, o lo ami o non lo sopporti come la maggior parte delle sue opere. Lars è un Tarantino più colto e raffinato e, come tale, spesso tende ad esagerare, ma come mi disse un giorno un professore: "Un po' di sana esagerazione ogni tanto fa giusto che bene" e come mi disse un'amica "Il cinema non deve per forza rappresentare la realtà della vita".
Il pianeta fino a quel momento sconosciuto Melancholia si sta avvicinando alla Terra. Per gli scienziati non ci sarà collisione, ma per molti astrologi non presi sul serio sì. Durante i giorni di attesa, la bella Justine si sposa con una cerimonia organizzata dalla sorella e dal cognato. Ma non si sente felice, spesso si allontana dai festeggiamenti, al punto da stancare già lo [...] Vai alla recensione »
"Ho deciso allora di conoscere la sapienza e la scienza, come anche la stoltezza e la follia e ho compreso che anche questo è un inseguire il vento, perché molta sapienza, molto affanno: chi accresce il sapere, aumenta il dolore." Libro di Qoelet La storia prende avvio con una limousine enorme che resta bloccata in una stretta strada di campagna.
Una bella e giovane ragazza si trova a festeggiare il proprio matrimonio nella splendida residenza del cognato ma non è affatto felice. Intanto un piccolo pianeta di nome Melancholia si sta avvicinando pericolosamente alla Terra ma a detta degli scienziati non ci sono pericoli. Splendida l'ultima opera di Trier. Un'opera che sostanzialmente si divide in due parti come per'altro [...] Vai alla recensione »
MELANCHOLIA di Lars Von Trier: L’inizio del film è particolare sembrano delle fotografie che prendono vita, molto suggestivo. Il regista fa vivere lo spettatore con grande partecipazione tutto il film fin dalla prima scena, lo prende per mano e quasi come per magia lo porta come un entità invisibile dentro le scene, lo fa sentire libero di vagare tra gli attori e la macchina [...] Vai alla recensione »
Come nella creazione di un dipinto, Lars Von trier miscela i colori e li compone in un fragile equilibrio. Film in due parti. Nella prima, l'atmosfera cupa e il dedalo di labirinti (dell'imponente villa palcoscenico del matrimonio di Justine) la fanno da padrona; kirsten dunst- debole sposa sopraffatta dal malessere di vivere, pianta in asso tutto e tutti [...] Vai alla recensione »
Variazione sul tema della fine del mondo, Melancholia è un intenso dramma che tiene avvinto lo spettatore ricorrendo a un'atmosfera opprimente, presagio di sciagure, nella quale i comportamenti dei personaggi e soprattutto la loro incomunicabilità contribuiscono con la freddezza dell'ambiente natuale a suggerire che qualcosa di terribile sta per accadere, e poco importa se [...] Vai alla recensione »
IL SOGNO – In uno splendido giardino color oro gli alberi mostrano ombre anomale, un’enorme meridiana segna un tempo alterato; tutto è estremamente rallentato, come se la natura, florida ma rassegnata, perfetta ma turbata, s’ingessasse in ansiosa e statica attesa dell’ineluttabile. Anche i movimenti umani sono quasi impercettibili nella consapevolezza che un passaggio [...] Vai alla recensione »
La riflessione di von Trier sul tema della morte, della condizione umana e del potere inarrestabile della natura si avvale di una fotografia di grande spessore artistico, della sublime musica di Wagner e della prova di due bravissime attrici. Il risultato è, a mio avviso, un film di quelli destinati ad entrare nella storia della settima arte.
Compito di alcuni artisti, come Pasolini, è cogliere i segnali deboli che arrivano dal futuro. Quello di artisti come von Trier è di spiegarci - con la poesia delle immagini - l'oggi che viviamo. Un oggi fatto di angoscia personale, quella scaturita da genitori inadeguati, come lo sono quelli di Justine e di Claire, e l'angoscia per qualcosa che non possiamo gestire, come la crisi economica e finanziaria, [...] Vai alla recensione »
Lar Von Trier è sempre se stesso nel male e nel bene(anche se spesso è il primo aspetto a prevalere). Se non è una novità che gli artisti possano essere sregolati e autodistruttivi(che Von Trier appartenga alla categoria è indubbio) il visionario Von Trier ha fatto degli eccessi verbali, fuori dal set, e visivi più sgradevoli il suo marchio(un pò come [...] Vai alla recensione »
Un lungo prologo, una lenta introduzione che si rivela riassuntiva, un sapiente mix di musica wagneriana e pittura in movimento. E' così che si presenta agli occhi dello spettatore l'inizio di Melancholia, pacifico e inquietante al tempo stesso. Chiunque abbia visto qualche film di Lars Von Trier, pensa di sapere cosa aspettarsi entrando in sala: il regista danese ha ampiamente dimostrato di saper [...] Vai alla recensione »
Una romantica,drammatica e razionale rassegnazione all'ostacolo insormontabile che la vita ci presenta,la morte.Questo è quello che mi è venuto in mente guardando il film,ascoltando le sagge parole di una delle due protagoniste ,Kirsten Dunst,"siamo soli,la vità è soltanto sulla terra";penso che al di là dell'apocalisse il regista abbia voluto [...] Vai alla recensione »
Questa opera cinematografica di Trier è tripartita in preludio (in cui compare per la prima volta il leitmotiv wagneriano di Tristano e Isotta che percorrerà tutto il film), prima parte (Justine) e seconda parte (Claire), intitolate con i nomi delle due protagoniste. Nella prima parte, la messa in scena della festa di nozze di Justine, si evidenzia la sopravvivenza di alcuni dettami [...] Vai alla recensione »
Questo film, a mio avviso capolavoro del cinema contemporaneo, utilizza il pretesto dell'ipotetica distruzione della terra, che si andrà verificando a seguito della collisione di un pianeta chiamato 'Melancholia', per esplorare i meandri dell'animo umano. La protagonista, Justin, è una giovane donna afflitta da una forte depressione che giorno dopo giorno la rende sempre più debole, incapace di compiere [...] Vai alla recensione »
Nell’ouverture wagneriana l’apocalisse patinata, rallentata e in alta definizione. Il mondo si dissolve come uno spruzzo di profumo, nell’estetica ideale della copywriter Justine, ostentatamente elegante e affezionata a un’intertestualità che travolge Brueghel e indossa i panni di Ofelia. I primi minuti, quadri fantastici in minimo movimento.
Von Trier conosce il linguaggio fotografico, meno quello cinematografico: è una costante nei suoi film. Ha inoltre sentore dei grandi temi della vita, ma il suo narcisismo gli impedisce di svilupparli decentemente. Parecchia retorica, compiacimento di grana grossa, apocalittismo di scarso spessore. Sceneggiatura ridotta a zero. Buona scenografia (ma questa è tecnica, è mestiere) [...] Vai alla recensione »
Il volto di Kirsten Dunst apre il film: un'espressione drammatica, un senso di tragedia incombente sull'aria di "Tristano e Isotta" di Wagner. Seguono scene a metà strada fra surrealismo e metafisica, fra cui un'inquadratura a tutto schermo de “Il ritorno dei cacciatori” di Pieter Brueghel il Vecchio: un chiaro omaggio a Solaris di Tarkovskij.
Dopo averci traumatizzato con il tenebroso e disturbante Antichrist, Lars Von Trier decide, con questo secondo episodio della trilogia della depressione, di stupirci ancora ma stavolta con l'ausilio della spettecolarità delle immagini (oltre all'inquietudine generale). Lo sfondo apocalittico e fantascientifico si fa strada attraverso un film che ci mostra, nella prima parte, il matrimonio [...] Vai alla recensione »
«Forse questo film è una schifezza. O forse no. Comunque è abbastanza probabile che non valga la pena vederlo. E quindi? Adesso che facciamo? Parliamo de L'Uomo Ragno?». Lars Von Trier, eccentrico e provocatorio per contratto: impossibile prenderlo sul serio, persino nel serissimo contesto del Festival di Cannes. Il suo film Melancholia, immaginifica storia sulla fine del mondo presentata oggi in concorso e accolta in sala da qualche fischio e applausi, sarebbe bastato a fornire sufficiente materia di discussione.
Torniamo indietro nel tempo di 6mesi. Maggio 2011: Melancholia passa in concorso al festival di Cannes, e durante la conferenza stampa Lars von Trier dichiara serenamente di essere «nazista» dopo aver definito lo stato di Israele «a pain in the ass» (letteralmente «un dolore nel culo»). Chi è presente capisce bene che si tratta di uno scherzo venuto male, ma stavolta Lars l’ha sparata troppo grossa. [...] Vai alla recensione »
Quella incisa da Albert Durer nel 1514, è un’alata immagine femminile dai chiari capelli sciolti, che siede con lo sguardo perso nel vuoto: sullo sfondo, nel cielo illuminato, spicca il suo nome, Melencolia. Impersonata da Kirsten Dunst, la Melancholia / autoritratto del tormentato cineasta danese Lars Von Trier è altrettanto bella, bionda e tristemente chiusa in se stessa.
Von Trier contro tutti. Massacrato dalle polemiche all'ultimo festival di Cannes (a causa di un'uscita pro-nazi, mentre in passato tante altre in veste di gauchiste sembravano normali), l'imprevedibile danese si vendica a suo modo con un film intenso e contraddittorio che profetizza per il mondo chiaramente detestato una fine imminente e meritata. Preceduto da un misterioso e allarmante prologo sulle [...] Vai alla recensione »
Quanto peso dovrebbe avere la biografia di un artista sulla lettura critica delle sue opere? La risposta corretta dovrebbe essere: niente, perché ciò che conta, a livello di valutazione artistica, è solo ciò che resta sullo schermo (o sulla tela, lo spartito, eccetera). Tuttavia talvolta qualche conoscenza di base della biografia di un autore può aiutare a capire meglio i suoi lavori, ed è il caso [...] Vai alla recensione »