Melancholia |
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Un film di Lars von Trier.
Con Charlotte Gainsbourg, Charlotte Rampling, Stellan Skarsgård, Alexander Skarsgård.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 130 min.
- Danimarca, Svezia, Francia, Germania 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 21 ottobre 2011.
MYMONETRO
Melancholia
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'impotenza dell'uomo di fronte alla Naturadi TaxiDriverFeedback: 1975 | altri commenti e recensioni di TaxiDriver |
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lunedì 7 novembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il volto di Kirsten Dunst apre il film: un'espressione drammatica, un senso di tragedia incombente sull'aria di "Tristano e Isotta" di Wagner. Seguono scene a metà strada fra surrealismo e metafisica, fra cui un'inquadratura a tutto schermo de “Il ritorno dei cacciatori” di Pieter Brueghel il Vecchio: un chiaro omaggio a Solaris di Tarkovskij. Con Melancholia, Von Trier sembra volerci dire che siamo tutti in pericolo e, cosa ancor peggiore (ma anche consolante) non per causa nostra. L'umanità è in costante pericolo di estinzione, ma per cause esogene: cause che dipendono dal cosmo, dai suoi capricci, dinanzi al quale l'uomo è completamente impotente. E così il film è diviso in due parti: una che racconta la crisi di una donna (Kirsten Dunst), neosposata che si rende conto alla festa di matrimonio di non amare l'uomo con cui ha scambiato l'anello. Ogni personaggio è molto approfondito dal punto di vista psicologico, e il malessere di Justine sembra voler preannunciare ciò che sta per succedere. Von Trier, nel descrivere la sua visione dell'Apocalisse, gioca sul contrasto "particolare-universale": la fine del mondo causata da un oscuro pianeta vista attraverso gli occhi di una famiglia (soprattutto due sorelle) che sembra vivere isolata dal resto del mondo. E' lo stesso isolamento di Justine nella prima parte del film: Von Trier sembra voler dire che, alla fine, i rapporti che contano sono davvero pochi. E come medium, come nodo che tiene uniti questi rapporti, sceglie un bambino. Perchè un bambino? semplice: il bambino rappresenta l'innocenza, la purezza. E' il bambino che spinge Justine a costruire una "capanna segreta" per salvarsi dall'Apocalisse. Capanna nella quale si rifugiano lei, la sorella e ovviamente il bambino: qualche lungo ramo d'albero incrociato per affrontare la fine del mondo. Scena finale bellissima, anzi sublime: l'impotenza e la piccolezza dell'uomo davanti alla forza bastarda e implacabile della Natura, delle leggi universali del Cosmo. Polvere siamo e polvere ritorneremo.
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