Melancholia |
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Un film di Lars von Trier.
Con Charlotte Gainsbourg, Charlotte Rampling, Stellan Skarsgård, Alexander Skarsgård.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 130 min.
- Danimarca, Svezia, Francia, Germania 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 21 ottobre 2011.
MYMONETRO
Melancholia
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sublime terrore e pace infinita.di eliosFeedback: 106 | altri commenti e recensioni di elios |
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lunedì 24 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non lascia scampo la Melancholia di Lars Von Trier. Parte come una classica commedia inglese di matrimoni e termina come un austero e visionario film di Tarkovskji. In questo percorso di progressivo allontanamento dai cardini delle convenzioni sociali, cui fa da contraltare l' angoscioso incombere del pianeta Melancholia, in rotta di collisione con la terra, il ruolo delle due protagoniste si ribalta, così come il piano della nostra percezione del film si rivela inadeguato, e siamo costretti a capovolgere non solo il nostro atteggiamento rispetto alla pellicola, ma rispetto alla nostra stessa esistenza. Il regista fa seguire a un preludio di inaudita bellezza e di schiacciante potenza visiva, due capitoli, ognuno dedicato a una delle due sorelle protagoniste del film. Se nel primo capitolo del film (dedicato a Justine, incarnata da una umanissima e anti-retorica Kirsten Dunst) il disagio è tutto della novella sposa Justine, incapace di adattarsi alle norme e alle modalità condivise di una struttura sociale ancora pienamente stabile che la sorella Claire ha invece sposato totalmente, nel secondo capitolo del film è proprio quest'ultima (interpretata da una angosciante Charlotte Gainsbourg) a rivelarsi come la vera persona in preda all'orror panico. Di fronte all'avvicinarsi del pianeta Melancholia, non c'è convenzione sociale che tenga: scienza, bon ton, denaro, strutture familiari si polverizzano alla velocità della luce e Claire sprofonderà in un limbo esistenziale senza direzione. Soltanto la serena consapevolezza della vanità del mondo, di cui Justine è stata in qualche modo profeta malcompreso nella prima parte del film, porteranno a un dignitoso commiato alla Terra. Non si è mai visto un film che rendesse grazie alla catastrofe in modo così superbo. Decenni di cinema americano di fantascienza si sgretolano miseramente di fronte ai primi piani di Kirsten Dunst, di Charlotte Gainsbourg, e del suo bambino, teneramente uniti, mano nella mano, sotto a un'ancestrale capanna di rami d'albero, in attesa della fine. E alla fine del film la sensazione è che il pianeta Melancholia non si sia schiantato soltanto sulla terra, ma anche sullo schermo della sala cinematografica, facendo esplodere nel buio, anche le nostre finte certezza, regalandoci un sublime terrore e una pace infinita. Soltanto se guardiamo in faccia la morte senza ipocrisie, come la Justine di Lars Von Trier, vivere potrà essere lieve.
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