Melancholia |
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Un film di Lars von Trier.
Con Charlotte Gainsbourg, Charlotte Rampling, Stellan Skarsgård, Alexander Skarsgård.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 130 min.
- Danimarca, Svezia, Francia, Germania 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 21 ottobre 2011.
MYMONETRO
Melancholia
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La fine del nostro mondo, firmata Lars Von Trier.di Aurora M.Feedback: 405 | altri commenti e recensioni di Aurora M. |
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lunedì 14 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un lungo prologo, una lenta introduzione che si rivela riassuntiva, un sapiente mix di musica wagneriana e pittura in movimento. E' così che si presenta agli occhi dello spettatore l'inizio di Melancholia, pacifico e inquietante al tempo stesso. Chiunque abbia visto qualche film di Lars Von Trier, pensa di sapere cosa aspettarsi entrando in sala: il regista danese ha ampiamente dimostrato di saper abilmente, e volutamente, destabilizzare e frantumare ogni nostra sicurezza(Dogville), mettendoci nella situazione di doverci porre dei quesiti che si pensava avessero già trovato una risposta. In sala mi reputavo preparata, pensavo già al peggio. Ma sono rimasta spiazzata: in questo film Von Trier rinuncia, quasi interamente, alla crudezza e alla violenza delle sue celebri immagini, lasciandoci confusi, stordendoci con immagini che sembrano uscire dal Purgatorio, da quella terra di mezzo che ci è difficile ricondurre al modus operandi di questo regista. In un mondo prossimo alla Fine, due sorelle si destreggiano tra sentimenti complessi e una quotidianità al limite dell'inutilità: Justine (Kirsten Dunst) partecipa al suo matrimonio in grande stile come se fosse un avvenimento che le è totalmente estraneo, avvolta nel velo della depressione che si fa sempre più pesante e dal quale si lascerà facilmente vincere; Claire (Charlotte Gainsbourg, musa del regista) si preoccupa per la sorella, non la capisce, la critica, e cercherà di comprendere tutto ciò che accadrà, nonostante la razionalità si dimostri palesemente fallace e insufficiente. Le figure delle due sorelle dominano lo scheletro del film, che si fa bipartito, dando equamente a ognuna la propria parte (la prima è dedicata a Justine, la seconda a Claire). L'angoscia di Justine apre le porte all'oscurità, fino a quel momento a malapena intravista tra un sorriso e l'altro degli invitati al matrimonio. Justine riesce a percepire, così come allo stesso modo fa la Natura, cosa realmente sta accadendo: il pianeta Melancholia è diretto verso la Terra, e la collisione è solo questione di tempo. Attraverso Justine, Lars Von Trier ci lancia un messaggio, nemmeno troppo velato: l'umanità non merita di sopravvivere, l'uomo non merita la vita. A questa si oppone un'altra visione del regista, espostaci tramite Claire, secondo la quale deve esserci un'altra spiegazione, un senso più logico, e magari una via d'uscita. Ma una via d'uscita non c'è, e il mondo che noi conosciamo è destinato a dissolversi. Le certezze di Claire cominciano a vacillare quando la sorella, ospite in casa sua dopo il fallimento del matrimonio, comincia a sembrare più credibile, meno "folle". In Claire sboccia il seme della paura, mentre in Justine è ormai germogliato il fiore della rassegnazione: non c'è niente che si possa fare, questa è la fine, quella che la razza umana ha meritato di avere, ed è giusto che sia così. Uno scontro tra due personalità diverse, una battaglia tra la sopravvivenza e la morte, il cui esito è già stato percepito dalla Natura, che progressivamente si fa sempre più ostile e agitata; mentre in noi spettatori rimane comunque una sorta di calma, forse evocata dall'omaggio che il regista di Dogma ha voluto fare all'arte, perfetta e immutabile, anche in uno scenario apocalittico.Melancholia è un film magico, per la sua incredibile capacità di incantare lo spettatore.Credo che nel finale nessuno possa, e voglia, distogliere lo sguardo dallo schermo nemmeno per un secondo. Io ho preferito stancare le palpebre.
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