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Il film ricostruisce la figura di Edgardo Mortara, il bambino ebreo il cui rapimento da parte del Vaticano nel 1858 divenne un caso internazionale. Espandi ▽
Bologna, 1858. Edgardo Mortara, un bambino ebreo di quasi sette anni, viene sottratto alla sua famiglia e consegnato al "Papa Re" Pio IX. La motivazione ufficiale fornita dal Diritto canonico è che a sei mesi il bambino era stato battezzato e dunque non può che ricevere dalla Chiesa un'educazione cattolica che lo "liberi dalle superstizioni di cui sono imbevuti gli ebrei". I genitori di Edgardo, Momolo e Marianna, non si rassegnano e continuano a cercare di riavere il figlio, sollevando un caso internazionale che vedrà schierati contro il Papa la comunità ebraica mondiale, la stampa liberale e persino Napoleone III. Ma Pio IX non teme la disapprovazione di nessuno, rispondendo alle richieste di restituire Edgardo alla sua famiglia con un "non possum" e il sorriso serafico di chi si ritiene al sopra delle umane regole. E nonostante il clima sia quello risorgimentale la Chiesa rimane inamovibile, contando sulla sua sedicente inviolabilità. Recensione ❯
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Calcio, emigrazione, Meridione. Un'opera prima semplice ma appassionata, su un Sud pieno di malinconia universale. Drammatico, Italia2023. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Una storia di amicizia tra il piccolo Marcello, interpretato dal giovanissimo Giuseppe Pacenza, alla sua prima prova cinematografica, e il calciatore a fine carriera Andrea Viscomi, alias Fausto Verginelli. Espandi ▽
Siamo sulla Costa degli Aranci, all'altezza di Catanzaro Lido. Questa è un'estate diversa, italiana, quella delle Notti Magiche, dei Mondiali di Italia '90. Lo è anche per Marcello, ragazzino di origine arbëreshë che vive con la madre Tereza nel quartiere popolare dell'Aranceto. E se gli stadi della Nazionale sono lontani, quello dell'U.S. Collidoro, la squadra locale, è invece dietro l'angolo. Qui gioca Andrea Viscomi, capitano, trentacinquenne romano trapiantato da anni in Calabria e alla sua ultima stagione come professionista. Andrea è piagato dagli infortuni, spremuto dalla criminalità, amareggiato dalla vita. Marcello e Andrea si incontrano, forse qualcosa in loro cambierà.
Quanta semplicità e quanta appartenenza in questa opera prima che mostra un Sud pieno di malinconia universale.
L'altra via è più essenziale che esile, più familiare che impersonale, con quella voglia di riscatto di Andrea e la necessità di crescita di Marcello, la parabola amara di un calciatore che si dà al Totonero e la formazione tra botte e pietre tirate contro i muri di un ragazzino. Recensione ❯
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La ri-scoperta di una figura fondamentale della nostra cultura in un'opera che ne coglie tutte le sfumature. Documentario, Italia2023. Durata 128 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
In occasione del 70° anniversario della nascita dell'indimenticabile Massimo Troisi, docufilm che ne racconta il mito e la genialità tramite materiali inediti. Espandi ▽
Mario Martone torna ad incontrare, dopo averlo fatto nella vita, Massimo Troisi riproponendolo a chi 'c'era' quando entrava progressivamente nella case (con la televisione) e nel cuore (con il cinema) degli italiani di qualsiasi latitudine e anche a chi è venuto dopo. Lo fa attraverso un percorso nella sua carriera di attore e di regista ma anche in quella di uomo con il suo carattere schivo ma estremamente sensibile. Ne ricostruisce il lavoro e le passioni tramite le testimonianze di chi, come Anna Pavignano, lo ha amato e ne ha condiviso il percorso di scrittura e di molti altri che ne hanno apprezzato la genialità e l’arte. A settanta anni dalla nascita Troisi viene ricordato in un'opera che coglie tutte i molteplici aspetti del suo essere uomo ed artista. Recensione ❯
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Una commedia animata musicale che rende meno insopportabile la perdita e l'oblio. Animazione, Francia, Italia2023. Durata 73 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Un film che parla dell'infanzia dal punto di vista di un bambino, senza essere sentimentale o esagerato. Espandi ▽
Linda non ha preso l'anello di sua madre! Non meritava di essere punita! Che ingiustizia!
E ora Paulette, la mamma di Linda, farà di tutto per farsi perdonare dalla figlia, anche se questo significa preparare il pollo con i peperoni, nonostante non sappia cucinare. Ma come si fa a comprare un pollo durante uno sciopero generale? Dal pollaio al camioncino dei cocomeri, dalla polizia dal grilletto facile al camionista allergico, dalla nonna alle inondazioni, Paulette e sua figlia si imbarcano alla ricerca del pollo, coinvolgendo la "banda di Linda" e, alla fine, l'intero quartiere. All'insaputa di Linda, il delizioso piatto di pollo che suo padre era solito preparare è la chiave della memoria. Recensione ❯
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Una parabola pura e scevra da retorica sulla necessità di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Drammatico, Italia, Belgio2023. Durata 121 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una coproduzione internazionale ispirata alle storie vere di alcuni ragazzi che hanno vissuto il viaggio dei due protagonisti. Espandi ▽
Seydou e Moussa sono cugini adolescenti nati e cresciuti a Dakar, ma con una gran voglia di diventare star della musica in Europa. Tutti in Senegal li cautelano contro il loro progetto, in primis la madre di Seydou, ma i due sono determinati, e di nascosto intraprendono la loro grande impresa. Un viaggio che si rivelerà un'odissea attraverso il deserto del Sahara costellato dei cadaveri di quelli che non ce l'hanno fatta, le prigioni libiche e il Mediterraneo interminabile e pericoloso. I furti, le violenze e i soprusi non si conteranno, ma ci saranno anche gesti di umanità e gentilezza in mezzo all'inferno. Soprattutto, Seydou dovrà scoprire che cosa comporta mettersi al timone della propria e altrui vita in circostanze ingestibili. Recensione ❯
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Moretti crede ancora nel cinema e balla e canta sulle note di un'apoteosi (s)canzonata e struggente. E noi andiamo con lui. Drammatico, Italia2023. Durata 95 Minuti.
Il cinema, il circo, gli anni '50 nel film di Nanni Moretti presentato in concorso a Cannes 2023. Espandi ▽
Giovanni, regista italiano in ambasce tra una moglie in analisi e un produttore sull'orlo del fallimento, ha smesso di credere nell'avvenire. La consorte ha deciso di investire su un giovane regista de-genere, la figlia di sposare un uomo (molto) più vecchio di lei, la sua attrice principale di improvvisare l'amore in un racconto politico e poi c'è Netflix che produce cinema in scatola. Tra una canzone e un refrain, arriva in fondo al suo film, ambientato nella Roma del '56, quella della nevicata storica, delle prime luci elettriche e delle sezioni comuniste in subbuglio dopo l'ingresso dei carri armati sovietici e Budapest.
Il sol dell'avvenire è la fine e l'inizio di qualcosa, una sorta di apoteosi (s)canzonata e struggente in cui l'autore materializza i suoi pensieri senza ostacoli, si lancia in brevi e squisite sfuriate contro la violenza al cinema, contro le piattaforme, i sabot, l'improvvisazione, Stalin, ridimensiona il compiaciuto sussiego, chiede alla moglie di non lasciarlo e all'improvviso si mette a cantare come in un film di Demy, a ballare, a tirare calci ad un pallone. Si lascia portare dalla musica e noi andiamo con lui, i suoi attori vanno con lui, girando come i dervishes tourners di Franco Battiato.
La voce off del diario intimo acquista ne Il sol dell'avvenire lo statuto di 'corpo' dietro al quale avvertiamo costantemente l'espressione incerta e fragile di una posizione esistenziale, quella di un artista e di un intellettuale che crede nel cinema. Recensione ❯
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Il fulminante esordio alla regia di Michele Riondino porta con sé l'eredità di molto cinema. Drammatico, Italia2023. Durata 99 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film dal solido impianto civile e dagli echi grotteschi e arrabbiati che rimandano a La classe operaia va in paradiso di Elio Petri. Espandi ▽
1997. All’ILVA di Taranto è appena avvenuta l’ennesima morte sul lavoro, ma Caterino Lamanna, operaio addetto ai lavori di fatica nell’industria siderurgia, è pronto a darne la colpa ai sindacati. Caterino è un cane sciolto che pensa al suo imminente matrimonio con la giovane albanese Anna e si fa i fatti suoi, finché Giancarlo Basile, dirigente dell’ILVA, non lo recluta per “farsi un giro e dirgli quello che succede” in fabbrica, e resoconti in particolare le attività del sindacalista Renato Morra, che infiamma gli animi degli operai e li spinge alla ribellione. Basile offre a Lamanna la promozione a caposquadra e l’auto aziendale, ma Caterino chiede di essere mandato alla Palazzina Laf pensando che sia un luogo di privilegio riservato a pochi eletti. In realtà è un edificio in disarmo, incrocio fra una riserva indiana, un manicomio e una prigione, dove sono rinchiusi in orario di lavoro i dipendenti qualificati che hanno fatto l’onda, e che quindi sono invitati a licenziarsi o ad accettare un incarico demansionato e incoerente con la loro preparazione. Palazzina Laf segna l’esordio alla regia dell’attore Michele Riondino, ed è un esordio fulminante, che porta con sé non solo la conoscenza approfondita della storia ignobile dell’ILVA e delle sue ricadute sul territorio tarantino (dove Riondino è nato e cresciuto), ma anche l’eredità di molto cinema, dalla saga grottesca di Fantozzi fino all’alienazione stralunata di La pecora nera di Ascanio Celestini, Brazil di Terry Gilliam e Tony Manero di Pablo Larrain. Recensione ❯
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Un film in cui la vera ricchezza è nei sentimenti. Come se l'amore fosse ciò che è rimasto della militanza politica. Drammatico, Francia, Italia2023. Durata 106 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di una donna che si mette ancora in gioco nella politica, di suo fratello ("l'ultimo comunista"), suo figlio, la sua fidanzata e suo padre appassionato di libri. Espandi ▽
Voleva cambiare il mondo Rosa ma l’ora della pensione è vicina e il tempo stringe. Infermiera e militante dal cuore d’oro e il carattere temprato, vive nel quartiere popolare di Marsiglia circondata dall’affetto della sua famiglia. Alla vigilia dell’elezione elettorale incontra Henri, padre della futura nuora, e si innamora perdutamente. Il regista più impegnato di Francia ha rinunciato a ogni forma di militanza, salvo a credere - e Guédiguian vuole credere - che l’amore sia forse l’ultimo avatar dell’utopia comunista, quel modo di guardare al mondo attraverso la condivisione e la circolazione della ricchezza. La ricchezza nel film è quella dei sentimenti, il regista ne esplora tutta la potenza e l’ambivalenza, senza mai giudicare i suoi personaggi, che sanno bene che “la miseria è più tollerabile al sole”. Sempre alla ricerca di un posto al sole dove una vecchia replica possa suonare ancora nuova, Guédiguian getta le sue vecchie reti da pesca e trova il pesce d’oro: le partage de l’amour. La convivialità resta il suo motore, la resistenza interiore il suo diritto. Recensione ❯
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Un film al contempo arcaico e postmoderno, completamente libero come sa essere il cinema di Alice Rohrwacher. Drammatico, Italia2023. Durata 134 Minuti.
Ambientato negli anni '80, nel mondo clandestino dei "tombaroli", il film racconta di un giovane archeologo inglese coinvolto nel traffico clandestino di reperti archeologici. Espandi ▽
La chimera racconta una ricerca ostinata – di morte, di vita, di riscatto dalla povertà e di accumulo materiale – con il passo folk del cantastorie, evidenziandone il lato picaresco e quello simbolico.
È un film completamente libero come sa esserlo il cinema di Alice Rohrwacher, che sceglie il tempo del racconto cominciando lentamente, per dare al suo protagonista lo spazio di una rincorsa fatale, e accelerando in “ascese velocissime” che rivelano una comicità da film muto.
Ha i colori delle fiabe e l’apparente scanzonatura degli stornelli, attraversa un’Italia nel processo di essere svenduta agli stranieri ma in cui due stranieri sembrano gli unici a volerne conservare il mistero, ci aiuta a “stimare l’inestimabile” e a rivendicare la tutela delle “cose che appartengono a tutti” perché la proprietà non deve essere necessariamente possesso.
E il cinema di Rohrwacher si conferma qui contemporaneamente arcaico e postmoderno, nonché capace di inventare parabole agresti che presagiscono, come il migrare degli uccelli, la transizione verso il degrado a seguire. Recensione ❯
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Un esordio autoriale e divulgativo che è pura emanazione dei codici etici ed estetici della sua autrice. Drammatico, Italia2023. Durata 118 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Paola Cortellesi fa il suo esordio alla regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra. Espandi ▽
Delia è “una brava donna di casa” nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però “ha il difetto che risponde”, in un’epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua “mancanza”. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa. C’è ancora domani è l’esordio alla regia di Paola Cortellesi, ed è una pura emanazione della sua persona. Il tono è divulgativo, pensato per raggiungere il più ampio pubblico possibile, ma questo non va a scapito della sua vocazione autoriale. L’aspetto più sorprendente del film è che, di fatto, è un horror, ma raccontato attraverso il filtro gentile della sensibilità di Paola Cortellesi, nel suo stile riconoscibilmente “leggero” che riassume ciò che abbiamo finora appreso di lei: la capacità di parlare di cose serissime rendendole appetibili, il rispetto della propria e altrui dignità. Recensione ❯
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La storia di Ginia e, più in generale, della scoperta della vita da parte di un'adolescente. Espandi ▽
Torino, 1938. Venuta in città a lavorare assieme al fratello Severino, la giovane Ginia fa la sarta in un atelier di moda. Durante l’estate conosce la misteriosa Amelia, di poco più grande, che fa la modella per vari pittori della città. Attraverso Amelia, Ginia conoscerà tra gli altri i pittori Rodrigues e Guido, innamorandosi di quest’ultimo e chiedendosi come sarebbe se anche lei si lasciasse disegnare. È al terzo lungometraggio come regista - a cinque anni da Fiore gemello - che Laura Luchetti incontra il Cesare Pavese della novella “La bella estate”, trovando un felice matrimonio di temi tra quelli a lei cari e quelli da riscoprire nell’opera che il romanziere firmò originariamente nel 1940. Romanzo di formazione al femminile ambientato nella Torino dell’immediato pre-guerra, storia d’amore celata e di rapporto fiorente con il proprio corpo e il proprio desiderio, La bella estate inquadra con maturità il racconto della giovinezza inquieta, dandogli anche una veste formale elegante e dal sapore classico. Recensione ❯
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Un film sull'Italia perbene, con bellissime intuizioni di regia e un Albanese come sempre magistrale. Drammatico, Italia2023. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Antonio, dovendo pagare il matrimonio della figlia, scoprirà, suo malgrado, che chi custodisce i nostri tesori non sempre custodisce anche i nostri sogni. Espandi ▽
Antonio Riva, operaio specializzato in prepensionamento, si reca in banca per prelevare dal conto su cui ha messo tutto ciò che ha. Non si è reso conto di aver tramutato le sue obbligazioni sicure in azioni a rischio, passando da risparmiatore ad azionista su consiglio di quella banca dove gli impiegati erano di famiglia, e che aveva sostenuto lo sviluppo dell’intero paesino sul lago di Lecco dove è nato e cresciuto. Quella banca, poi, mica può fallire, perché se fallisse “andrebbero a gambe all’aria tutti quanti”. Con Cento domeniche, di cui è protagonista, sceneggiatore (con Piero Guerrera) e regista, Antonio Albanese prosegue nel percorso di cinema civile che caratterizza la sua carriera di artista. Il suo intento qui è raccontare un’Italia perbene in via di sparizione, preda delle spietate logiche del mercato e della spregiudicatezza degli istituti bancari, che fanno ruotare il personale nelle filiali locali affinché nessuno possa costruire un rapporto di fiducia con il cliente. Dal punto di vista della regia Cento domeniche è convenzionale, quasi scolastico nelle transizioni fra un scena e l’altra, ma ha anche intuizioni bellissime e in qualche modo visionarie. Recensione ❯
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Un film di fantasmi che esce dai canoni di genere per riflettere sui traumi che la guerra lascia nell'inconscio. Drammatico, Francia, Italia, Polonia, Belgio2023. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un arruolato della Legione Straniera incrocia il destino di un uomo che sta cercando di salvare il suo villaggio. Espandi ▽
Aleksei è un giovane bielorusso che per raggiungere la Francia è costretto ad aderire alla Legione Straniera. Si troverà così a combattere sul delta del Niger dove un giovane, Jomo, a sua volta combatte contro le multinazionali che sfruttano il territorio. Disco Boy è un film che parla di guerra uscendo dai canoni del genere per affrontare sensazioni e traumi che permangono nell’inconscio. È un film di fantasmi quello che Abbruzzese ci propone. Sono ectoplasmi della memoria che tornano a tormentare chi ne ha visto e toccato concretamente i corpi e non può più liberarsene. Non è un film, come altri ne abbiamo visti, sui corpi militari speciali e sulla loro struttura gerarchica pressoché assoluta. Abbruzzese si colloca semmai sulla scia di chi, come Clint Eastwood con Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima ha mostrato la guerra dai fronti opposti. Recensione ❯
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Cosmo in un doc musicale sui generis, in parte coming of age, in parte spaccato della desolazione emozionale di provincia. Documentario, Italia2023. Durata 60 Minuti.
Il ritratto del musicista Cosmo, dagli inizi in provincia all'affermazione nazionale. Espandi ▽
Un doc sul musicista Cosmo, il racconto di un giovane che è uscito dalla provincia per abbracciare la musica come strumento di affermazione e salvezza. Gli inizi indie-rock dell'artista e delle sue band si mescolano al ritratto di Ivrea, una provincia un po' folle, come se quel che è seguito fosse una conseguenza inevitabile di quel luogo e di quegli umori. Con la voglia di raccontarsi a parole e in musica, il ritratto generazionale di uno spaesamento nei suoni di uno dei musicisti più originali della scena italiana contemporanea. Recensione ❯
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Divertente e produttivo di riflessioni, l'esordio da regista di Neri Marcorè non perde mai di vista la giusta misura. Drammatico, Italia2023. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ragioniere di provincia arrivato a Milano deve fingersi abile portiere. Tratto dal romanzo del giornalista sportivo Roberto Perrone. Espandi ▽
Anni '60. Walter Vismara è il contabile di una piccola fabbrica di provincia. Trasferitosi per necessità a Milano si trova a lavorare in un'azienda il cui proprietario è fissato con il calcio e tiene tantissimo al fatto che i suoi dipendenti disputino ogni anno una partita. A una delle due squadre che dovranno affrontarsi manca però il portiere e Walter, per assecondare i voleri del boss, finge di esserlo. Dovrà però cercare di trovare una soluzione prima dell'incontro.
Neri Marcoré debutta dietro la macchina da presa con originalità e, al contempo, con una nota personale anche se il film si ispira al romanzo del giornalista sportivo Roberto Perrone scomparso nel 2023.
Un apprezzamento ulteriore merita di essere sottolineato: Marcoré è un attore di vaglia e lo si vede non solo nella sua interpretazione (e sarebbe scontato). Lo si può apprezzare nella selezione di un cast in cui non c'è un interprete che non sia adeguato al ruolo affidatogli. Irresistibile poi il confronto tra un Giovanni e un Giacomo rivali in ambito calcistico in un film che sa essere divertente e produttivo di riflessioni senza mai perdere di vista la giusta misura. Recensione ❯
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