Anno | 2023 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Iran, Germania |
Durata | 99 minuti |
Regia di | Ali Ahmadzade |
Attori | Amir Pousti . |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | 3,84 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 13 agosto 2023
Un uomo attraversa la malavita di Teheran con il suo cane. Spacciando droga e cura anime tormentate. Il film è stato premiato al Festival di Locarno,
CONSIGLIATO SÌ
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Amir vive a Teheran ed è una creatura della notte. Quando si separa dal suo adorato cane, unica compagnia del quotidiano, si muove in auto per le strade deserte lavorando come spacciatore di droga e vendendo ai clienti più disparati. Ma per gli abitanti di questa vita che scorre parallela alla normale routine della capitale, Amir è molto di più: guaritore, punto di riferimento e sostegno spirituale.
Critical Zone è il terzo film del regista Ali Ahmadzadeh dopo Kami's party e Atomic Heart, realizzato stavolta agli albori di uno dei momenti chiave della storia iraniana, subito prima dello scoppio delle proteste che hanno seguito la morte di Mahsa Amini.
Una congiunzione che fornisce al film parte della sua energia, insieme rabbiosa e dispersa in un oblio esistenziale, e che ci regala un prezioso documento storico-culturale: sempre in dialogo con la tradizione cinematografica del paese, ma rivelatorio di un Iran come raramente lo abbiamo visto.
Non c'è da stupirsi che Ahmadzadeh ne abbia fatto subito le spese, trovandosi ostacolato in ogni modo dalle autorità per aver provato a far circolare il film. Al suo interno ci sono infatti illegalità, droga, sesso, e soprattutto una generazione risolutamente fuori dal sistema; sono loro i seguaci della "chiesa mobile" di Amir, che nella notte diventa un'entità religiosa oltre che un aiuto pratico.
A legare gli episodi, in una struttura iper-frammentata che è in parte dovuta a una ricerca d'atmosfera e in parte dettata dalle costrizioni logistiche di dover girare in periodi diversi, sono le lunghe sequenze in auto di Amir, che si fa guidare dall'onnipresente voce del navigatore verso la prossima missione. Quella dell'automobile come metonimia della società - e suo riparo forzato - è un motivo ricorrente del cinema iraniano che ha precedenti illustri, da Kiarostami a Panahi, e torna qui in una veste inedita.
Tutto è filtrato nella visione di Ahmadzadeh, dai toni della fotografia ai riverberi del sound design (di particolare eccellenza), corrispettivo dal forte impatto estetico di un rifugio cercato negli stupefacenti per smussare le frustrazioni e la rabbia. Stati d'animo che pure qua e là fanno breccia, come nella sequenza più inaspettata che cuce un lancinante orgasmo fuori campo a un inseguimento liberatorio.
Amir Pousti dà vita a un protagonista-avatar, imperscrutabile come un profeta ma delineato da coordinate di umanità che lo riporteranno sempre a casa tra le braccia del suo cane. È il simbolo della disconnessione tra il privato domestico e il tessuto sociale all'esterno, in una città deserta e ostaggio della notte che ci ricorda di essere in procinto di esplodere.
La prima cosa da dire riguardo Critical Zone è il fatto che è stato girato in segreto, senza il permesso delle autorità, ed è assemblato mettendo insieme dieci cortometraggi rubati nella notte di una Teheran sconosciuta ed inedita. Una città resa solitamente in maniera opaca, fotografata dal regista in quegli aspetti secolari che la narrazione ufficiale del regime, impostata sul racconto di una società [...] Vai alla recensione »
La linea di fuga è tutta notturna, sospesa in un fuori orario che sta tra la coscienza disfatta di una Teheran fantasma e l'astrazione lisergica negli stati di alterazione di una realtà invivibile. Critical Zone (Mantagheye bohrani), in Concorso a Locarno76 in assenza del suo autore trattenuto in Iran, va a fondo nella tensione che caratterizza il cinema di Ali Ahmadzadeh.
Una donna si affaccia dal tettuccio apribile di un'automobile che scorre per le strade di Teheran e, senza motivo apparente, si mette a urlare "Fuck you!". Un atto di ribellione, un dito medio alzato contro il regime teocratico oppressivo. Si tratta dell'immagine simbolo del film Critical Zone (il titolo originale è traslitterato come Mantagheye bohrani), presentato in concorso al 76 Locarno Film Festival [...] Vai alla recensione »