Speciale attrice che ha contribuito enormemente al cinema e al teatro italiano, rallegrando il pubblico e invitandolo a pensare. Una buona interprete, innanzitutto, un'ottima regista, un'attivista in prima linea contro la mafia. Una donna che potrebbe essere epocale come Anna Magnani (non esageriamo nel riferimento) se qualcuno le desse la vera opportunità di mettersi sotto gli occhi di tutti con un ruolo giusto. Può essere classica, ma anche mitica, simpaticamente bionda con un gusto decisamente più trash ed esplicito rispetto all'originale quando la si vede ne Ma che colpa abbiamo noi di Carlo Verdone. Deliziosamente umana, gustosa, ma soprattutto autentica, anche quando è bizzarra. A noi è rimasta nel cuore per il ruolo di Felicia Impastato che Marco Tullio Giordana le ha regalato. Mai dimenticheremo il suo passo, vestita con un look Anni Settanta, mentre si avvia verso una saracinesca abbassata, all'interno della quale si nasconde suo figlio, Peppino Impastato. Con sé porta una pesante valigia di cuoio piena di cibo, per quel figlio che non vuole proprio abbandonare a se stesso. Mai dimenticheremo quella voce roca, quel sorriso imperfetto che ha dato quel valore aggiunto a un'interpretazione da fiction o quello sguardo meraviglioso contornato da rughe che conferisce a questa attrice l'umana realtà di una donna. Una presenza scenica da brivido. Lucia Sardo c'è davanti alla cinepresa e brucia come una vera Eleonora Duse anche quando non parla, ma lentamente e in silenzio, si avvicina al vetro di una finestra chiusa e velata fra le tende, dalla quale provengono gli schiamazzi della gente che urla: «Peppino è vivo e lotta insieme a noi! Le nostre idee non moriranno mai!», e sorridente, ma con il labbro inferiore tremante e con amarezza dice: «Non se lo sono scordati a Peppino». Noi, invece, non ci scorderemo mai di lei.
Gli impegni teatrali
Nata a Francofonte, in provincia di Siracusa nel dicembre del 1952, Aurora Sardo, detta Lucia, vive per lungo tempo fra Bergamo, Santarcangelo di Romagna e Roma, formandosi al Teatro di Ventura sotto Ferruccio Merisi, un gruppo di ricerca teatrale con sede a Treviglio. Nel 1981, fonda l'Istituto di Cultura Teatrale e organizza, per diversi anni, il Festival del Teatro di Strada, uno dei perni del teatro sperimentale. Regista e interprete, si impone nel teatro italiano in spettacoli come "Storia di Matilde", "Concettina", "Storie di cuore e di pietà", "Attonite verbosità", "Lascerà una traccia", "Opera Pupe" e "La madre dei ragazzi", dedicato alla coraggiosa Felicia Impastato. È un'attrice a tutto tondo, di grandissimo, enorme talento sia nel campo comico che in quello drammatico. Tutti rimangono affascinanti dall'immenso impegno, dall'intensa partecipazione che riesce a racchiudere nei panni dei personaggi che interpreta sul palcoscenico in piece come "La ballata di Donatian", "Un dramma per pazzi", "Lo schiavo del demonio" per la regia di Raoul Ruiz, "Straziami ma di riso saziami" dove ha il piacere di lavorare con comiche femminili come Lella Costa, Susy Blady e Angela Finocchiaro, "Le buttane" (che poi reciterà anche nel grande schermo), "Due donne in amore", "La lupa" di Giovanni Verga e "La corsa di Moncicì".
Il sodalizio con Aurelio Grimaldi
Superpremiata meritatamente in teatro, debutta al cinema a partire dal 1992, quando recita per Aurelio Grimaldi (che la imporrà in numerosi suoi film) ne La discesa di Aclà a Floristella con Tony Sperandeo, Tano Cimarosa e uno dei suoi più longevi compagni di set Luigi Maria Burruano. La tv la racchiude nella parte della siciliana, alcune volte madre. Sono i tempi de La piovra 7 - Indagine sulla morte del Commissario Cattani (1995) con Patricia Millardet, Ennio Fantastichini, Florinda Bolkan, Raoul Bova, Anita Zagara, Renato De Carmine, Stefan Danailov, Lorenza Indovina, Alfredo Pea, Francesco Benigno, Gedeon Burkhard, Vittorio Di Prima, Sergio Fiorentini, Romina Mondello e Giancarlo Prete.
Una vera Felicia Impastato
La si ritroverà poi nel 2000, con Malèna di Giuseppe Tornatore, ma ancora più perfetta, ancora più commovente e da lasciare senza fiato è la sua Felicia Impastato ne I cento passi (2000) di Marco Tullio Giordana con Sperandeo, Burruano, Luigi Lo Cascio, Paolo Briguglia, Andrea Tidona, Aurora Quattrocchi, Ninni Bruschetta e Francesco Giuffrida. Ma un film di impegno civile che si ispira a fatti realmente accaduti fu così sentito come vivo dal pubblico. Merito anche suo, che nel ritratto di una madre straziata dal dolore per l'omicidio mafioso del figlio, mette tutta se stessa e, ne siamo più che convinti, tutto lo spirito di quella Sicilia che si vuole ribellare ai suoi padroni. È meritato, per cui la nomination ai Nastri d'Argento come miglior attrice non protagonista. Ma nessun premio all'orizzonte. Peccato, perché un bel David di Donatello se lo meritava molto di più di una urlante Stefania Sandrelli ne L'ultimo bacio.
Le fiction
Molte, tante le sue partecipazioni televisive: Linda e il brigadiere (2000); Don Matteo (2001); Brancaccio (2001); Il Commissario Montalbano (2002); la miniserie Un caso di coscienza (2003) di Luigi Perelli con Sebastiano Somma, Elisabetta Gardini, Loredana Cannata, Orso Maria Guerrini, Stefan Danailov, Nina Soldano, Paolo Maria Scalondro ed Eleonora Giaggioli; La omicidi (2004) di Riccardo Milani, con Massimo Ghini, Luisa Ranieri, Gabriele Mainetti, Massimiliano Bruno, Chiara Conti e Lucia Ocone; L'uomo sbagliato (2005) di Stefano Reali con Antonia Liskova e Alberto Molinari; Callas e Onassis (2005); Il padre delle spose (2006); Le stagioni dei delitti (2007) e La Baronessa di Carini (2007) con Vittoria Puccini, Luca Argentero ed Enrico Lo Verso.