Anno | 2019 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Italia |
Durata | 111 minuti |
Regia di | Andrea Zaccariello |
Attori | Riccardo Scamarcio, Alessio Boni, Edoardo Pesce, Claudia Gerini, Sarah Felberbaum Barbara Ronchi, Caterina Shulha, Vincenzo De Michele, Pasqualina Sanna, Elisa Visari, Flavia Gatti, Silvia D'Amico, Arturo Gambardella, Andrea Santacroce, Francesco Marinelli, Christian Labianca, Claudia Lerro, Cesare Pasimeni, Giuseppe Ciciriello, Michele Loprieno, Domenico Lacriola, Saba Salvemini, Giovanni Galati, Nicola Ratano, Donato Placido, Tommy De Ceglie, Emanuele Maggi. |
Uscita | martedì 30 aprile 2019 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,79 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 7 maggio 2019
Il vice questore Francesco Prencipe esce di casa per raggiungere il suo migliore amico, il giudice Giovanni Mastropaolo, che non vede da quasi due anni. Quella stessa mattina il giudice viene trovato morto. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Non sono un Assassino ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 614 mila euro e 429 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Francesco Prencipe è vicequestore e amico fraterno del giudice Giovanni Mastropaolo, oltre che dell'avvocato Giorgio, di ricca famiglia ma che ha smesso di esercitare dopo una delusione d'amore e una caduta nell'alcolismo. Quando il giudice Mastropaolo viene trovato ucciso, Francesco, che è l'ultimo ad averlo visto, è il principale indiziato dell'indagine. Lui si dichiara innocente e si affida per la propria difesa a Giorgio, inoltre cerca di ricongiungersi con la figlia, che non gli perdona di aver lasciato la famiglia per un'altra donna. Tutti, inclusi i colleghi in polizia, accusano Francesco di essere una persona orribile e solo Giorgio sembra essere dalla sua parte, anche se da ragazzini Francesco finì per escluderlo e preferirgli Giovanni come amico del cuore. I tre strinsero anche un misterioso patto: non aprire mai un cassetto segreto della scrivania di Giovanni, dove lui aveva nascosto qualcosa che non ha mai voluto rivelare.
Tra noir, mèlo e flashback da romanzo di formazione, Non sono un assassino di Andrea Zaccariello è un adattamento del romanzo omonimo di Francesco Caringella del 2014, che spreca un buon intreccio con una infelice sceneggiatura.
Non si contano infatti le battute che suonano improbabili, stentoree ma fasulle, nel film di Zaccariello, opera quarta di un regista che aveva esordito in ambito thriller e per cui Non sono un assassino dovrebbe costituire una sorta di ritorno alle origini. Ma proprio come nel film, i momenti peggiori arrivano ripensando alla giovinezza, dove le versioni dei protagonisti ancora studenti universitari sono davvero poco credibili. La colpa comunque non è solo loro, ma di tutto l'impianto della sceneggiatura che in un continuo gioco di flashback e flashforward agita le carte per nascondere il trucco. Il risultato però è più caotico che appassionante, tanto che alla fine il colpo di scena potrebbe funzionare meglio e invece risulta sommerso in un via vai di salti temporali. Si apprezza che il film cerchi di non essere didascalico riguardo i rivolgimenti della trama, ma lo è invece fin troppo sui sentimenti dei personaggi, giocandosi così malamente le carte migliori.
Ci sono poi scelte di direzioni degli attori a dir poco bizzarre, su tutte Claudia Gerini che recita un personaggio con poca voce, finendo per farla parlare un po' come Marlon Brando ne Il Padrino tanto che a guardarla si pensa le manchi un po' di cotone in bocca. Edoardo Pesce, impressionante in Dogman, cerca di imitare Toni Servillo e lo si guarda recitare continuando a pensare a chi somigli quella parlata, con l'effetto di portare lo spettatore fuori dal film. Senza contare che la sottotrama a lui dedicata, dove è stalker ventennale della sua amata, ha una risoluzione a dir poco discutibile (che oltretutto è l'ultimo dei troppi sottofinali). Per altro, dopo aver raggiunto una stazza massiccia per Garrone, che ora Pesce si stia già riducendo la dice lunghissima sulla monotonia dei ruoli che il cinema italiano offre ai suoi attori.
Riccardo Scamarcio e Alessio Boni sono poi scelti quasi in controcasting, con il primo che interpreta un personaggio deciso a sembrare trattenuto e contrito, mentre il secondo è segnato da una vecchiaia abbastanza impietosa che ne sminuisce il fascino senza dargli però carisma. Infine dei ruoli femminili è meglio tacere, visto che sono tutti ridotti ai minimi termini e con alcuni tra i dialoghi più sfortunati.
Ci sarebbero anche cose buone in Non sono un assassino, come la prima sequenza dove la cinepresa si sposta sul tetto di un palazzo e segue un inatteso ed acrobatico inseguimento, quasi a far sperare che si assisterà a un buon film di genere. Pure successivamente la messa in scena dimostra senso dello spazio e la capacità di accompagnare i personaggi nell'azione o di metterli in opposizione, inoltre le scene sono spesso riprese nei vari salti di montaggio ma riescono a essere riconoscibili prima di tutto per la loro atmosfera. Però non basta alla riuscita del film che risulta, in virtù di un cast sulla carta buono e di un intreccio davvero nero, come un'occasione mancata. Troppo dichiarato nelle proprie ambizioni di apologo sul Male (dove si parla varie volte del diavolo) e non abbastanza sottile nella scrittura per rendere inquietante questa oscurità di fondo.
“Non sono un assassino” è il quarto lungometraggio del regista di Sassuolo Andrea Zaccariello. In un cinema italiano propenso alla facile commedia senza succo ecco qualche pellicola che cerca di farsi strada. Tratto dal libro omonimo di Francesco Caringella, il regista emiliano propende a scombinarci le carte, giocando sui volti, le fatture, i ricordi e le amicizie.
Ho letto pareri di critica molto discordanti.A me è piaciuto molto, soprattutto per una particolare regia che riusciva a tenerti in allerta, pur lasciando spazio alla riflessione.Inquadrature, tagli e dettagli che catturano sempre l’attenzione. Ed anche qualche sfumatura tragicomica io l’ho apprezzata, pur nel contesto noir, proprio perché diversa dai soliti cliché e proprio perché l’animo umano, nel [...] Vai alla recensione »
La parte più emozionante del film sono state le musiche degli Emerson Lake and Palmer, colonna sonora non solo dei tre protagonisti del film ma anche della mia. Le emozioni però finiscono qui. Un film troppo farraginoso, troppo inutilmente complicato, troppi flash back che pasticciavano un po' tutto, togliendo la voglia di seguirlo.
Il problema "Non sono un assassino" è la sceneggiatura, è lei ad uccidere il film. Non tanto nella struttura, quanto nei dialoghi e nel ritrarre i personaggi principali, caratterizzandoli in alcuni momenti in modo derivativo e caricaturale. Dalla voce roca di Claudia Gerini, modello Brando, a un Edoardo Pesce, talento pazzesco, qui messo in difficoltà dall'essere [...] Vai alla recensione »
Un noir interessante e ben diretto la cui trama è caratterizzata da continui sbalzi temporali riguardanti vicende legate al passato ed al presente dei tre protagonisti principali: un vice questore, un magistrato ed un avvocato, un tempo amici per la pelle e il cui il destino ha parzialmente separato le loro strade. Un tocco di sofisticazione nella sceneggiatura che caratterizza un pò [...] Vai alla recensione »
E' un film quasi sperimentale secondo me, si muove in un territorio abbastanza inesplorato, realmente in una direzione che mi affascina moltissimo: l'inesistenza del tempo. Molto più di true detective 3. Io lo vedo quasi come uno stream of consciousness cinematografico ma innestato su un giallo che funziona ed è completamente comprensibile.
Un vicequestore è l’unico indiziato dell’omicidio di un giudice, suo amico d’infanzia. Durante i concitati giorni che precedono il processo affiorano inquietanti retroscena legati alla vita della vittima e dell’ipotetico carnefice. Pregevole adattamento all’omonimo romanzo, Non Sono Un Assassino si serve di un ottimo intreccio per mescolare abilmente svariati piani [...] Vai alla recensione »
Un film nuovo e originale! Ti coinvolge fino all'ultimo e non ti permette di scollarti neanche per un secondo! Finalmente non la solita roba... È un film che ha tutto! Sincero! Merita nel modo più assoluto!
Coraggioso e inconsueto. Va visto lasciandosi portare. E' un puzzle che piano piano si ricompone e la figura che ne esce fa venire i brividi. Per chi ha voglia di seguire una pista diversa.
Non credo che Fornasiero abbia capito questo film..o forse non ha prestato sufficiente attenzione. Questo è un film decisamente riuscito, un giallo ben costruito, intelligente e soprattutto con un messaggio profondo che arriva diretto a chi si abbandona al film. È da vedere assolutamente perché è un film diverso,e credo che oggi chi cerca di fare qualcosa di diverso,riuscendoci, [...] Vai alla recensione »
Le tinte noir e lente, l’interpretazione dei personaggi inclusa la Gerini nonostante la discussa interpretazione afona, anche i salti di tempo mi hanno lasciato un’impressione positiva e inaspettata. Dovrei leggere il romanzo per poter dare un più preciso giudizio, ma sono uscita dalla sala soddisfatta. I dialoghi lenti e fissati sul volto degli attori coinvolgono.
Scamarcio ha preso gusto nel ricoprire questi ruoli misteriosi, ma accattivanti e si sta costruendo una carriera da vero attore. Film interessante anche se presenta un montaggio esasperatamente frammentario nella prima parte, tanto che non è facile seguirlo. Il tutto miigliora nella seconda parte più scorrevole e coinvolgente e con un inaspettato colpo di scena finale. Film da vedere Vai alla recensione »
Nn sono d accordo con quello che ha scritto Fornasiero .A me il film ha emozionato, il fatto che ci siano dei flashback rende il film diverso dai soliti film ,ti spinge a stare dentro la storia ,E ti coinvolge.E a chi dice che nn si capisce niente sappia che al cinema a vedere il film c erano dei bambini di circa 6 anni e i commenti che facevano alla fine del film dimostravano che avevano capito tutto [...] Vai alla recensione »
Nn sono d accordo ......
Nonostante un inizio stracolmo di salti temporali che confondono un pò lo spettatore, e qualche farfugliamento di troppo nella recitazione di Scamarcio, il Thriller di Zaccariello prende forma e la storia assume un notevole interesse, fino a rivelare un finale decisamente sopra le righe e sorprendente (ma non troppo) che regala a questa pellicola una meritata sufficienza, grazie anche al resto [...] Vai alla recensione »
A parte che non basta scrivere (rischio spoiler!) e poi spoilerare il film. A quel punto non è un rischio, è una certezza! E trovo irrispettoso un commento del genere per il lavoro di chi il film l'ha fatto e soprattutto per chi il film lo vorrebbe vedere... Comunque, io il film l'ho visto e non sono assolutamente d'accordo con quanto hai scritto.
Mi ha sorpreso e mi è piaciuto molto. Un ottimo film, che mescola tinte noir, giallo giudiziario e cinema di introspezione, con una trama solida e compiuta, che incuriosisce e coinvolge. Bravi gli attori, interessanti trovate narrative, costruzione per flashback che arricchisce la sceneggiatura e dona un tono "nostrano" alla visione.
Come in tutti i film in cui troviamo i flashback che risultano di difficile lettura all'inizio, ma se ci si sforziamo un po', piano piano ne intuiamo l'importanza che ci porta a capire l'animo umano nascosto dei personaggi della storia. Infatti i tre protagonisti del film li vediamo da giovani, e già si può intuire il loro carattere, la loro indole.
Un giallo dai tratti spiccatamente noir in cui, purtroppo, i risultati sono di gran lunga inferiori alle aspettative. Il vice questore Prencipe, interpretato da Riccardo Scamarcio, viene indagato per l’omicidio di un suo carissimo amico, il giudice Mastropaolo. E per difendersi chiederà l’assistenza di Giorgio, amico dall’infanzia di entrambi.
Ci risiamo. Dopo "Il Testimone Invisibile" di pochi mesi fa riecco lo Scamarcione nostrano che ripete la stessa (identica) parte. Il colpevole che vuol farsi credere innocente. Ammetto che se nel primo film qualche dubbio, durante la visione, l'ho avuto, su questo ci ho giurato (10 cent...) dalle prime riprese: doveva per forza esser lui il colpevole.
Sempre gli stessi attori, qui scarsi. Televisivo. Con sceneggiatura piatta. Stereotipato.
Sempre più spesso il cinema italiano si appoggia a romanzi di sicuro richiamo e di comprovato successo editoriale, in particolare quando si tratta di noir o thriller dall'architettura narrativa ben definita. L'esempio più recente è Non sono un assassino di Andrea Zaccariello, basato sul romanzo omonimo di Francesco Caringella: la storia di tre uomini - un vice questore, un giudice e un avvocato - amici fin dall'adolescenza, anche se prenderanno strade diverse, per ritrovarsi di nuovo insieme di fronte ad un crocevia giudiziario. Il vice questore (interpretato da Riccardo Scamarcio) verrà infatti accusato dell'assassinio del giudice (Alessio Boni) e difeso dall'avvocato (Edoardo Pesce), ricreando in età adulta quell'antico triangolo adolescenziale.
Di recente numerosi noir/thriller hanno preso spunto dalla letteratura, da Dolceroma, basato su un romanzo di Pino Corrias, a La ragazza nella nebbia (il cui autore, Donato Carrisi, ne ha anche diretto l'adattamento cinematografico), che aveva protagonista proprio Alessio Boni, o Pericle il Nero, scritto da Giuseppe Ferrandino, il cui ruolo del titolo era interpretato proprio da Riccardo Scamarcio.
Tornando un po' più indietro nel tempo, Il passato è una terra straniera di Gianrico Carofiglio, Almost Blue di Carlo Lucarelli o Come Dio comanda di Niccolò Ammaniti hanno ispirato i film omonimi di Daniele Vicari, Alex Infascelli e Gabriele Salvatores: quest'ultimo si era appoggiato ad Ammaniti anche per Io non ho paura, e avrebbe scelto Grazia Varesani per Quo vadis, baby?.
Anche il film e la serie Romanzo criminale nascono dal best seller di Giancarlo De Cataldo, così come il film e la serie Gomorra prendono le mosse dal saggio di Roberto Saviano. Infine la letteratura straniera ha fatto da base per alcuni recenti noir cinematografici italiani, basti pensare a I nostri ragazzi di Herman Koch o Il capitale umano Stephen Amidon.
Perché partire da un romanzo per raccontare al cinema una storia noir? In parte perché molti dei titoli citati avevano già riscosso un buon successo in libreria e avrebbero suscitato un minimo di attesa, una volta adattati per il grande schermo. Ma la ragione più profonda è che un noir ben scritto fornisce al regista e agli sceneggiatori un'ossatura solida che il regista può limitarsi a seguire "alla lettera", come è stato il caso di La ragazza nella nebbia di Carrisi, o scardinarla, sbizzarrendosi in flashback e flash forward, come ha fatto Zaccariello in Non sono un assassino.
Se la struttura è concepita come un congegno ad orologeria, come lo è quella del romanzo di Caringella, "terrà" anche se riassemblata seguendo una narrazione cinematografica più spregiudicata e una sceneggiatura più attenta ad evidenziare aspetti legati alla psicologia dei personaggi che a rispettare la sequenza degli eventi. Sta in questo la libertà dell'autore: prendere una narrazione ben definita e giocarci, inserendo elementi visivi e scelte di montaggio che ne modificano l'impianto senza alterarne il senso e le dinamiche essenziali. E spesso (anche se non sempre) è proprio la disinvoltura con cui un autore si riappropria del testo scritto a fare - cinematograficamente - la differenza.
In una Puglia senza sale e senza trulli, il vicequestore Francesco Prencipe (Riccardo Scamarcio) parte all'alba per incontrare il giudice Mastropaolo (Alessio Boni), suo vecchio amico, combattente contro le mafie. Il colloquio dura poco. Il giorno dopo il giudice viene trovato morto: un colpo alla testa. Prencipe è l'unico sospettato. Ha avuto l'occasione e forse ha anche un movente.
Legal thriller interessante, più influenzato dal metafisico pessimismo dei drammaturghi svizzeri Frisch e Durrenmatt che dai consueti modelli italo-americani, "Non sono un assassino" conferma le promettenti ancorché non ancora pienamente sviluppate qualità del giovane regista Zaccariello. Il misterioso omicidio del giudice Mastropaolo e l'apparente colpevolezza dell'amico d'infanzia vicequestore Prencipe [...] Vai alla recensione »
Tanto vale confessarlo subito: un film che inizia facendoci (ri)-sentire l'angelica voce di Greg Lake che canta The Great Gates of Kiew, tratto dal memorabile Pictures at an Exibition degli Emerson, Lake & Palmer, registrato dal vivo 48 anni fa a Newcastle, ci predispone immediatamente molto, molto bene. Quel disco ha per i tre protagonisti un valore identitario: si sono conosciuti da ragazzi ascoltandolo [...] Vai alla recensione »
E l'ultimo che l'ha visto vivo. Si sono parlali per pochi istanti e subito si sono separati. Ma poco dopo il giudice Mastropaolo (Alessio Boni) è stato trovato morto con un colpo di pistola alla tempia. Tutti gli indizi sembrano accusare il vice-questore Prencipe (Riccardo Scamarcio), che del giudice era amico, che l'ha incontrato poco prima del delitto e ha lasciato tracce e impronte in tutta la casa. [...] Vai alla recensione »
Un vicequestore amico di un avvocato, ritiratosi dalla professione per alcol e pene d'amore, viene accusato della morte di un altro suo caro amico, un giudice. Il vicequestore è l'ultimo ad averlo visto vivo e il suo alibi non regge. Tra ex mogli, amanti e una figlia arrabbiata con lui, il vicequestore si dichiara innocente e chiederà all'amico avvocato di difenderlo.
Un giudice (Alessio Boni) viene trovato morto nella sua casa di campagna, isolata tra i trulli pugliesi. L'ultimo a vederlo vivo è stato il vicequestore, nonché suo amico fraterno, Francesco (Riccardo Scamarcio), che diventa subito il primo nella lista dei possibili indagati. A difenderlo in tribunale sarà un amico altrettanto fraterno, Giorgio (Edoardo Pesce), da qualche tempo abbandonatosi all'alcol [...] Vai alla recensione »
Il vice questore Francesco (Scamarcio) va a trovare il giudice Giovanni (Boni), che non vede da tempo, pur essendo come un fratello. Il problema è che il magistrato viene ucciso e il poliziotto è l'ultimo ad averlo visto. II PM (la Gerini raffreddata) non ha dubbi; è stato lui. Riuscirà il suo amico avvocato (Pesce) a liberarlo dai guai? Quasi due ore di bla bla continuo, tra flashback e vite private, [...] Vai alla recensione »
A uccidere il giudice Mastropaolo (Boni) è stato il vicequestore Prencipe (Scamarcio), l'amico di una vita e l'ultimo a vederlo vivo? Zaccariello (anche co-sceneggiatore dall'omonimo romanzo di Francesco Caringella) cita Simenon per dire che l'interesse principale non è chi l'ha fatto, ma perché. Stando al gioco, potremmo aggiungere che il legal thriller di partenza gli interessa in quanto consente [...] Vai alla recensione »
Il vice questore Francesco Prencipe (Riccardo Scamarcio) una mattina riceve una telefonata insistente. Dall'altra parte della cornetta c'è il giudice Giovanni Mastropaolo (Alessio Boni), amico d'infanzia che non sente più da anni in seguito ad un litigio. Loro due, assieme a Giorgio (Edoardo Pesce), poi diventato avvocato, erano cresciuti col mito della legge, spinti da un amore quasi fraterno che [...] Vai alla recensione »
Riccardo Scamarcio sembra averci preso gusto. Dopo Il testimone invisibile è protagonista a breve giro di posta di un altro thriller. Stavolta è il vice questore Prencipe, accusato di aver ucciso il giudice Mastropalo (Alessio Boni), suo amico da una vita. Mancano le prove schiaccianti, ma è altrettanto vero che lui è l'ultimo ad averlo visto vivo.