Anno | 2008 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Gabriele Salvatores |
Attori | Elio Germano, Filippo Timi, Fabio De Luigi, Angelica Leo, Vasco Mirandola, Ludovica Di Rocco, Alvaro Caleca, Alessandro Bressanello . |
Uscita | venerdì 12 dicembre 2008 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 2,98 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 14 settembre 2015
La storia di un padre alcolizzato, sbandato e disoccupato che educa il figlio al culto della forza e della violenza. Il film ha ottenuto 4 candidature ai Nastri d'Argento, 2 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Come dio comanda ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 3,4 milioni di euro e 794 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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In una landa desolata del Nord-Est Italia, tra cave di pietra, case sparse e anonimi centri commerciali, vivono un padre e un figlio. Rino Zena, disoccupato e ostinato, educa Cristiano, un adolescente timido e irrequieto che i compagni schivano e le ragazzine umiliano. Soli contro il mondo e contro tutti, hanno un solo amico: Quattro Formaggi, un disgraziato offeso da un incidente con i fili dell'alta tensione e ossessionato da Dio, dal presepio e da una biondissima pornodiva. Uniti da un amore viscerale, Rino e Cristiano tirano avanti un'esistenza orgogliosa che reagisce alla prepotenza del prossimo e all'ingerenza dei servizi sociali. Dentro una notte di pioggia e fango una ragazzina cambierà per sempre i loro destini.
Gabriele Salvatores raccoglie per la seconda volta la sfida di Niccolò Ammaniti. Eppure non si tratta veramente di una sfida, piuttosto di un completamento, di uno sviluppo, di una naturale trasposizione dalle parole alle immagini. Il regista milanese si mantiene infatti sostanzialmente fedele al dettato del romanzo omonimo, con qualche minima variante e alcuni interventi chirurgici. La sua operazione consiste nel lasciarsi il tempo di trattare ciò che ha scelto di conservare e nell'evidenziare la natura "cinematografica" del libro.
Così dopo il viaggio verso la coscienza e la disubbidienza (all'ingiustizia) di Io non ho paura, Salvatores gira un('altra) favola nera, affollata di lupi, agnelli e bambine col cappuccio rosso, che procede in direzione contraria e parallela dentro un cono d'ombra e nella risonanza panica del paesaggio. Dopo essere andato a Sud, l'autore si sposta nel lontano e mitizzato Nord, palesandolo e rivelandone i tratti spaventosi. Un luogo di sassi e fango abitato da tre personaggi immersi in un sordo rancore nichilista, che si trascinano giorno dopo giorno tra voglia di integrazione e profonda insicurezza. Come dio comanda descrive le ferite e le miserie di "precari" dell'esistenza sgradevoli e violenti. Una tipologia impossibile da integrare che riesce a trasmettere lo strazio della propria condizione umana per la verità che esprime e che vive di espedienti in una realtà dove tutti sono diventati troppo ricchi. L'impetuoso padre di Filippo Timi porta in sé una ferita che i servizi sociali hanno diagnosticato ma che non si preoccupano di guarire. Nessuno lo protegge o lo sostiene nel quotidiano, nessuno gli offre una chance per uscire da un'esistenza impedita a ogni possibile normalità. Zena è un soggetto inaffidabile, costretto a lottare contro la logica implacabile di un assistente sociale che minaccia di togliergli il figlio, unica e reale possibilità d'amore, e il loro elementare diritto di essere una famiglia.
Poi, il lampo di un temporale infinito scatenerà un evento al di sopra delle loro possibilità, qualcosa di inatteso che ha il carattere del destino. Coniugando una tragedia privata con il non senso collettivo, Salvatores si pone il problema di come continuare a fare del cinema a partire dalla realtà e dalle sue storie, senza ricadere nell'ambiguità morale della mimesi del reale. Imprime quindi alle immagini uno sguardo etico, che rispetta la complessità dei corpi messi in scena e degli accadimenti di cui si fanno veicolo. Quest'ordine di considerazioni si produce come volontà di guardare il prima delle vite dei tre protagonisti, che sfocia nella tragedia quotidiana del loro durante.
E’ ambientato in un paese immaginario del nord-est italiano, l’ultimo film di Gabriele Salvatores tratto dal libro di Nicolò Ammaniti (Premio Strega 2007) , “Come Dio Comanda“. Un paese che in certi momenti ricorda Twin Peaks, con il suo clima freddo, i boschi e il cadavere di un adolescente avvolto in un sacco di plastica. Rino Zena (Filippo Tini) è un ex operaio disoccupato che vive in una baracca [...] Vai alla recensione »
COME DIO COMANDA (IT, 2008) diretto da GABRIELE SALVATORES. Interpretato da FILIPPO TIMI, ALVARO CALECA, ELIO GERMANO, ANGELICA LEO, FABIO DE LUIGI Salvatores e Niccolò Ammaniti, autore del libro omonimo da cui il film è tratto, sono alla loro seconda collaborazione, dopo Io non ho paura (2003), e questa volta l’esperimento, rispetto a quel primo e fortunato episodio, non è [...] Vai alla recensione »
avere la possibilità del dubbio, la libertà di poter dubitare, ciò che ci rendere inquieti nelle nostre certezze, scosse dal destino che ci presenta una scelta: quella dell'errore, di sbagliare, di riconoscere il nostro sbaglio. un argomento che mi toccato nell'animo. A cominciare dall'utima scena ho cominciato a piangere, perchè sono stato svegliato, come cristiano, nella prima scena, nel sonno.
Nel 2008 Gabriele Salvatores decise di proseguire la liaison con l’autore drammatico Niccolò Ammaniti. Una collaborazione iniziata nel 2003 con il successo di Io non ho paura, film che seppe portare l’autore di Mediterraneo, e della “trilogia della fuga”, al successo di pubblico e critica sino a mietere numerosi premi nazionali e non solo.
Rino e Cristiano sono un padre e un figlio pieni di problemi. Rino è alcolizzato ma col suo amore tenta di educare, un po' a modo suo, il figlioletto che è a sua volta accecato dall'amore che prova per il padre. Con loro vive Quattro Formaggi, un uomo divenuto un ritardato mentale in seguito al contatto con dei cavi elettrici, fissato con una pornostar di nome "Ramona Star". [...] Vai alla recensione »
Questo film è un ottimo banco di prova: chi riesce ad ammirarlo subito dopo cena senza sentirsi la digestione rovinata, ha veramente uno stomaco capace di sopportare grosse difficoltà senza grandi problemi. La trama è incentrata sul rapporto tra un padre ed un figlio, reso difficile da vari fattori: l’assenza (non spiegata) della madre, il rapporto abbastanza intenso e costante del padre con l’alcol, [...] Vai alla recensione »
Il racconto comincia con una buona caratterizzazione dei personaggi, alla fine cade nel banale, specialmente con le ultime scene strappalacrime. I due attori principali lavorano bene. Troppe le scene buie ed un po' pasticciate. La critica ha sciorinato simpatie per il padre violento, neonazista ed alcolizzato, simpatie per me fuori luogo; inoltre le ideologie neonaziste con cui inizia la storia non [...] Vai alla recensione »
ho letto Come Dio comanda di Ammaniti e visto il film di Salvatores...che dire,è uno di quei film che ti rimangono dentro,molto emozionante,ricco di suspance,bravissimi Germano e Timi,bella fotografia,colonna sonora stupenda....per me uno dei migliori prodotti italiani degli ultimi anni!Complimenti a Gabriele Salvatores!
Complimenti a Gabriele Salvatores per aver tradotto magnificamente il "difficile" testo di Ammaniti. Il chiaroscuro è il tema principale di Salvatores, .... qui in realtà a prevalere era lo scuro, direi nero totale, (sia i personaggi, che il contesto, che la trama), per attendere un poco di chiaro ce n'è voluta, ... ma come sempre ne è valsa la pena!! Amore totale padre figlio, sì amore totale, [...] Vai alla recensione »
Dopo cinque anni da Io non ho paura, Salvatores mette in scena una storia drammatica e incisiva ma al contempo triste e malinconica. I due protagonisti Rino e Cristiano Zena (rispettivamente Filippo Timi e Alvaro Caleca), padre e figlio legati da un rapporto malato, malsano e molto strano ma comunque molto forte, profondo e inscioglibile. Rino è un uomo xenofobo, misogeno, nazista, un attaccabrighe [...] Vai alla recensione »
– Questo film è un ottimo banco di prova: chi riesce ad ammirarlo subito dopo cena senza sentirsi la digestione rovinata, ha veramente uno stomaco capace di sopportare grosse difficoltà senza grandi problemi. La trama è incentrata sul rapporto tra un padre ed un figlio, reso difficile da vari fattori: l’assenza (non spiegata) della madre, il rapporto abbastanza intenso e costante del padre con l’alcol, [...] Vai alla recensione »
Assieme a Pupi Avati, Salvatores è il regista italiano di cui ho più stima. E nella sua poliedricità e nel suo costante desiderio di mettersi di nuovo alla prova, sforna un altro piccolo capolavoro. Storia mai banale. Personaggi vivi e pungenti. Ti tocca l'anima. Immagini bellissime. Da vedere assolutamente.
Arrivo un pò tardi a vedere questo film di Salvatores, che pure ho sempre apprezzato ed anche a volte amato. Come dio comanda è da un lato un cupo dramma della solitudine e del l'emarginazione, dall'altro una fervida storia d'amore padre figlio, con l'aggiunta di Quattro ( elio germano ). Il regista napoletano, negli ultimi anni, è passato dalle storie demenziali [...] Vai alla recensione »
Film interessante, bello anche se a tratti pesante e forse un pò troppo prevedibile!! Coinvolgente e complessivamente da vedere, anche se non è il miglior film di Salvatores!!
Pieno zeppo di scenari un po' da Coen e un po' da cinema indipendente americano (ma senza averne la stoffa), questo è un film di piogge, boschi bui, stradicciole desolate che non convincono. Innanzitutto, troppi luoghi comuni e banalità: l'assistente sociale anticonformista che pare spuntato direttamente dal Nebraska col suo cappello di pelo, il ragazzino introverso succube [...] Vai alla recensione »
Come dio comanda , ultima fatica di Gabriele Salvatores. Alla base l'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti. Volessimo approcciarci al film "come dio comanda", cioè come vuole la vulgata ufficiale, dovremmo raccontare la storia. Dire che si parla di un rapporto tra padre e figlio senza mamme e grembi materni in senso stretto, deformato dalla presenza di un terzo incomodo, un emarginato strambo, e da [...] Vai alla recensione »
Fosco, oscuro, plumbeo, minaccioso. L'uomo e il suo habitat uniti nell'assoluta assenza di speranza che determina il tono, il ritmo e il senso del nuovo film di Salvatores tratto dal premiato libro di Ammaniti: «Come Dio comanda» non perde tempo, infatti, con gli approcci circostanziati e s'immerge da subito nel cuore di tenebra dei suoi protagonisti.
Il regista, che ha appena finito le riprese del suo nuovo film tratto dal romanzo di Niccolò Ammaniti, presenta a Locarno un documentario sul progetto Intercampus. E racconta la voglia di giocare che gli è rimasta. Dall'infanzia. Se avessi potuto, per il ruolo di Cristiano Zena di Come Dio comanda avrei scelto Florin, un ragazzino che ho incontrato nel Campus dell'Inter in Romania girando questo documentar [...] Vai alla recensione »
Gabriele Salvatores torna a collaborare con Niccolò Ammaniti e a ispirarsi a un suo romanzo. Dopo Io non ho paura, il Premio Strega Come Dio comanda. Tra le centinaia di pagine del libro, che ha un avvio superbamente incisivo (conservato alla lettera dal film) ma un epilogo che non lo è altrettanto (e il film ci ha messo del suo, una conclusione più rotonda e anche più ottimista), tra le sue molte [...] Vai alla recensione »
Perché gli uomini diventano cattivi? Il secondo film di Salvatores tratto da un libro di Niccolò Ammaniti sembra voler rispondere a questa domandina insieme immensa e infantile. Cosa è che rende gli uomini malvagi? Non è una domanda innocente. Implica che il male sia un processo, un'affezione, magari latente, qualcosa che non necessariamente nasce con noi ma può impadronirsi del nostro essere.
Amore furente tra padre e figlio in una provincia del Nord Italia, terra desolata ai piedi delle montagne e tra i boschi: fabbriche, capannoni industriali, casette a schiera, centri commerciali, immense segherie, cumuli di alberi tagliati e accatastati. Diluvi. Cielo grigio. Gente ignorante e brutale dalle idee storte, avviata su quella che Fabrizio De Andrè chiamava «la cattiva strada».
In Come Dio comanda un padre insegna al figlio a essere «maschio» e violento. Eppure, suscita simpatia e comprensione: Così, sapendo che il film realizzato con lo scrittore farà discutere. Il regista dice: «Io non ho paura». Piove che Dio la manda, il bosco è un groviglio di rovi e di fango, il cielo un buco nero che vomita lampi: due uomini urlano di rabbia e dolore.
Il padre di famiglia è il grande assente dagli schermi italiani da mezzo secolo, cioè da quando morì Pio XII, che teneva - insieme a Giulio Andreotti - a questa figura essenziale. Tuttora, raramente, nei film italiani compare il padre: quasi sempre è un padre solo carnale; quasi sempre è un padre solo mascalzone. Tocca a Gabriele Salvatores con Come Dio comanda, ispirato dal romanzo di Nicolò Ammaniti, [...] Vai alla recensione »