Anno | 2005 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Gabriele Salvatores |
Attori | Angela Baraldi, Gigio Alberti, Claudia Zanella, Luigi Maria Burruano, Andrea Renzi Elio Germano. |
Uscita | venerdì 27 maggio 2005 |
MYmonetro | 2,45 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 27 ottobre 2017
La vicenda di un'investigatrice privata, che si vede recapitare un pacco contenente cassette vhs con immagini private della sorella defunta. In Italia al Box Office Quo vadis, Baby? ha incassato 2 milioni di euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Gabriele Salvatores, uno dei punti di riferimento più rassicuranti del nostro cinema, si è concesso una curiosa vacanza, realizzando un film inutile, che nasce dal desiderio di sperimentare nuove tecniche, che poi nuove non sono. Preso un piccolo romanzo di Grazia Verasani, edito dalla stessa Colorado Noir, Salvatores racconta una vicenda nella quale si respira un'aria di casa Argento, senza la truculenza morale e visiva della premiata ditta romana.
Affidandosi ad un turpiloquio di maniera, con parolacce a raffica, la pellicola racconta la mesta vicenda di una quarantenne investigatrice privata, fumatrice accanita, solitaria e poco attraente, che si vede recapitare un pacco contenente numerose cassette vhs che mostrano le immagini private, ma non imbarazzanti, della sorella morta sedici anni prima. La poveretta si confida con la telecamera, racconta le sue aspirazioni, non nasconde la sua filosofia di vita basata sul "carpe diem". Inizia così una sorta di indagine, sulla scorta delle videocassette, un tentativo di sciogliere i nodi di una famiglia votata al cupio dissolvi. Infatti Giorgia Cantini (Angela Baraldi), la protagonista, svolge il suo lavoro presso l'agenzia di cui è proprietario il padre, un uomo scostante e impettito. E qui si manifesta la solita sindrome da mancanza di affetto, con i luoghi comuni che tali situazioni comportano. Segue l'incontro con Andrea Berti (Gigio Alberti), un docente stropicciato e nemmeno giovane, dal quale la Cantini è attratta, facendo i conti con i suoi arretrati sessuali. Tra verità e menzogne la donna scopre numerosi altarini, grazie anche all'aiuto disinteressato di un commissario di polizia (Andrea Renzi), il solo personaggio umanamente decente dell'intera vicenda, affollata da "mostri" metropolitani.
Il finale, quanto mai prevedibile, lancia una sorta di ammonimento, che Salvatores invia da esperto cinefilo, affidandosi a Fritz Lang, del quale sono mostrate le sequenze finali di M, il mostro di Dusseldorf, con la v.f.c. che ci invita a proteggere i nostri figli. Scopriamo così che si tratta di un film sull'infanzia senza che vi siano bambini. Tutti i problemi della protagonista e la drammatica fine della sorella sono il frutto di un'infanzia costellata di violenza e autoritarismo. Ma guarda un po'!
Girato in HD, sistema digitale ad alta definizione, il film è penalizzato, oltre che dalla vicenda stessa, da questa tecnica, dal colore monocromatico e dalla scarsa luminosità. Quanto agli interpreti, tutti insieme, sembrano una bella compagnia di filodrammatici, capitanata dalla scostante Baraldi, dalla dizione approssimativa e dal look da rabbiosa insegnante di liceo. Il titolo è una citazione di Ultimo tango a Parigi, gli interni sono fatiscenti, il commissario beve caffè in auto come si conviene ad un poliziotto di Los Angeles, le battute sono scadenti, lo spettatore depresso. Ma il cinema italiano è vivo!
-"Ti sei divertito?" - "Da morire..." - Così dice il bimbo vestito da "scheletro" al ritorno da una festa in costume. Una delle divertenti battute di questo thriller tutto italiano di Salvatores. La trama non è banale, gli attori sono scelti bene e la colonna sonora è ai massimi livelli. Non bisogna paragonarlo a un "polar" francese, altrimenti ne esce sconfitto, perchè qua manca la crepuscolarità [...] Vai alla recensione »
Quo Vadis Baby è un passo indietro (forse due) rispetto al precedente "Io non ho paura", complice una sceneggiatura dal passo incerto. E con qualche ingenuità di troppo. Eppure è un film che non si dimentica, sia per le interpretazioni del cast (su cui spicca un'Angela Baraldi debordante) che per la magnifica, fascinosa fotografia gotica di Italo Petriccione.
Non amo Salvatores (almeno la maggior parte dei suoi film non mi convince) ma con questa pellicola ha toccato il fondo. Brutto, nero, volgare, noioso, inconcludente, svogliato e depresso come la protagonista Baraldi, una non attrice che fuma e dice parolacce per tutto il film in maniera gratuita e senza costrutto. La storia poi è davvero in confusione più totale.
Salvatores mi ha abituato a vedere qualcosa di molto meglio(marrakech express,mediterraneo,ecc ecc..)questo film l'ho trovato abbastanza deludente,la storia è scadente,non so cosa aveva in mente di fare il regista ma nn credo ke gli sia riuscito tanto bene,il film è prevedibile in ogni suo avvenimento,si capisce subito chi sia il misterioso A e quella videocassetta finale era [...] Vai alla recensione »
Un filmino in super8 scorre sullo schermo, le protagoniste sono due bimbe, mentre sale la colonna sonora con la canzone «Impressioni di Settembre» della Pfm, classico del prog-rock italiano anni Settanta. Sul pieno orchestrale si passa all'oggi, a Bologna, con una coppia che amoreggia dietro i vetri di una casa, mentre dal palazzo di fronte una donna, armata d'obiettivo telescopico, ne fotografa impietosame [...] Vai alla recensione »
Il noir con il quale Gabriele Salvatores si allontana (non è una fuga o un marcare le distanze) dal suo film precedente lo non ho paura, opera importante, bella e di successo, è imbevuto di cinema. Nelle sue vene scorrono i classici, le battute-sintomo (quella del titolo arriva da Ultimo tango a Parigi), le immagini-archetipo (M, il mostro di Düsseldorf), le locandine e i manifesti (tra gli altri quelli [...] Vai alla recensione »
Chissà se Salvatores ancora pensa, come ai tempi di Mediterraneo, di dedicare i film a chi fugge? Certo è che del cinema ha conservato un'idea di sperimentazione e di viaggio di ricerca. Scegliendo questa volta il genere noir, sulla base (fedelmente ma anche liberamente) del primo romanzo delle edizioni "Colorado" da lui stesso promosse (di Grazia Verasani, stesso titolo), ha voluto intanto dire che [...] Vai alla recensione »
L'indagine sulla morte del cinema (specialmente in Italia e di questi tempi) è di grande attualità. Gabriele Salvatores è impegnato a dimostrare con il suo cinema di atélier che forse bisogna spostare l'attenzione sulla macchina complessiva del prodotto, meccanismo di sperimentazione tecnologica e allo stesso tempo di mestieri da fare ad alto livello: Quo vadis, Baby? con la sua trama da film noir [...] Vai alla recensione »
Sotto i portici del centro di Bologna, la cinepresa di Gabriele Salvatores segue i movimenti nervosi di una detective privata decisa a risolvere il caso più importante della sua vita. Sono le scene notturne del nuovo film del regista milanese che, dopo le riprese già effettuate a Roma, si è spostato nel dedalo di vie sotto le Due Torri per filmare gli esterni di «Quo vadis, baby?».
Misteru, famiglie e videotapes. Da quando il Dvd ha condannato a morte il nastro magnetico, le care vecchie videocassette si sono fatte sempre più minacciose. Nell’horror giapponese The Ring , successo planetario, c’è una cassetta che uccide chi la guarda. Nell’horror d’autore appena visto a Cannes, Caché di Michael Haneke, Daniel Auteuil è costretto a riesumare i suoi scheletri nell’armadio da una [...] Vai alla recensione »
Dopo i viaggi intorno al mondo, nel futuro e nelle paure dell'infanzia, Gabriele Salvatores ci porta in una atmosfera noir con il suo ultimo film Quo vadis, baby? dal romanzo di Grazia Verasani, prodotto dalla Colorado Film con Medusa e distribuito da venerdì con 250 copie. Si respira un'aria da bottega dell'artista dove i segreti tecnici non mancano e tutto è sotto perfetto controllo.
«Credi in Dio?», «Diciamo che lo stimo». La vecchia battuta non danneggia il nuovo film di Gabriele Salvatores, «Quo vadis, baby?» (Una frase di Marlon Brando in «Ultimo tango a Parigi» di Bernardo Bertolucci), tratto dal romanzo di Grazia Verasani (editore Colorado noir). E' un thriller bello, interessante, sciolto, drammatico, girato benissimo: una piena riuscita.
Esistono due Gabriele Salvatores, entrambi sono apprezzati registi del cinema italiano e gli spettatori ancora non sanno a chi debbano davvero rivolgersi. Non a caso in quest'ultima impresa, allestita con lungimiranza multimediale dalla sua Colorado Film, il Salvatores coraggioso sperimentatore propone al pigro pubblico nazionale un noir d'atmosfera, girato in alta definizione digitale e moltiplicato [...] Vai alla recensione »
Cupo, anzi, cupissimo. Oscuro. Notturno, come la piovosa e fredda Bologna in cui si muove la protagonista, una detective privata ossessionata dal passato e dai suoi demoni familiari: si presenta così Quo vadis, baby?, thriller con venature noir firmato Gabriele Salvatores. Una storia di mistero, sesso e (presunti) crimini che ruota tutta attorno al personaggio principale, definita dal regista "un'eroina [...] Vai alla recensione »