Suburra

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jackiechan90 domenica 18 ottobre 2015
affresco criminale d'italia Valutazione 4 stelle su cinque
68%
No
32%

Da un po' di tempo a questa parte il cinema italiano "d'impegno civile" sta conoscendo un boom sena precedenti. Da "Gomorra di Matteo Garrone in poi la storia d'Italia (soprattutto quella ancora oscura, sotto tanti aspetti, degli "anni di piombo") è stata raccontata attraverso le gesta di boss e bande criminali in un grande affresco storico che si è servito anche della televisione (con le fortunate serie televisive "Romanzo Criminale", "Gomorra" e tra poco anche la serie su "Suburra", esordio Netflix nel nostro paese). Il motivo di questo successo è stata una rilettura estetica, influenzata (è il caso di dirlo) più dal rapporto con l'attualità che non per un'effettiva ricostruzione storica del periodo in questione (dal dopoguerra ad oggi). [+]

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gabrykeegan lunedì 26 ottobre 2015
il marchio sollima è garanzia Valutazione 4 stelle su cinque
64%
No
36%

Stefano Sollima torna sul grande schermo dopo aver raccontato la vita dei celerini in ACAB e aver conquistato critica e pubblico con le grandi serie tv Romanzo Criminale e Gomorra. 
Proprio ai due telefilm può far riferimento lo spettatore per ritrovare le stesse atmosfere, ormai affascinato dalla fotografia cruda del paese e dalle dinamiche di azione condite da una così potente caratterizzazione dei personaggi, che quasi sovrasta la vicenda vera e propria.
Ancora una volta, Sollima si affida a un libro di Giancarlo De Cataldo (scritto con Carlo Bonini) da cui trae la storia, rendendola cinematograficamente impeccabile, con quel suo stile che tanto si avvicina alla scuola americana di azione e crudeltà e al noir più oscuro. [+]

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carlosantoni domenica 18 ottobre 2015
romanzo politico-criminale Valutazione 4 stelle su cinque
62%
No
38%

Un film eccellente, dai moltissimi pregi, e parto dal primo per importanza: è una vera lezione di istituzioni parlamentari: mostra infatti che cosa sia veramente diventato (o forse sia sempre stato) il nostro parlamento, a cosa realmente serva, quale sia il reale rapporto tra rappresentanza politica e quella che in genere si definisce “società civile” (dove l’aggettivo “civile” va inteso però hegelianamente come “borghese: una società intrinsecamente violenta e iniqua, dove di civile non c’è proprio niente), chi davvero comanda, al di là delle apparenze, tra “mondo di sopra” e “mondo di mezzo”. Direi che marxianamente ci mostra (e non so se questo sia stato l’intendimento del regista) un aspetto del rapporto fra struttura economico-sociale e la corrispondente sovrastruttura ideologico-istituzionale. [+]

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dhany coraucci giovedì 5 novembre 2015
conto alla rovescia con il giorno dell'apocalisse Valutazione 4 stelle su cinque
63%
No
37%

Il conto alla rovescia con il giorno dell'Apocalisse mi ha conquistato immediatamente. E subito ho pensato: ecco un altro film italiano che pensa in grande, con sicurezza, maestria e forte personalità. E' un bellissimo noir che attinge a quella tradizione letteraria di sicura efficacia che si basa su solidi fatti realmente accaduti, abilmente ricostruiti e ambientati, per raccontare la storia “nera” di una sconfitta che è individuale e universale allo stesso tempo. Qui siamo a Roma, nel 2011. Che poi si ritrovi quella storia tutta italiana di corruzione, degrado e potere che intreccia, avviluppa e fonde in un unico rovo cariche politiche, religiose e mafiose, non è il principale merito di questo film perché, per quanto mi riguarda, mi è piaciuto proprio da un punto di vista squisitamente cinematografico che significa aver messo in scena la storia di personaggi ben scritti e interpretati, alcuni davvero carismatici e affascinanti, pur nella loro negatività (Claudio Amendola tra tutti), aver dato al film un gran ritmo, aver calibrato le scene violente (se non sadiche) con una rude, dolorosa poesia e aver realizzato ottime scene d'azione, come la sparatoria nel supermercato che non ha niente da invidiare a quelle dei maestri americani. [+]

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themaster martedì 10 novembre 2015
"oltre al sociale,una forte valenza biblica" Valutazione 4 stelle su cinque
67%
No
33%

Stefano Sollima è forse uno dei pochi eredi del cinema di genere italiano e,più di preciso,del genere crime e "poliziottesco",un regista straordinario che riesce a portare in scena dei prodotti veramente di qualità,cosa che,non può altro che far piacere invasi come siamo da spocchiosi e finti autori come Virzì e Ozpetec,buoni solo a raccontare storielle prive di mordente e vera cattiveria.
ACAB,il primo film di Sollima ha fatto scalpore,sarà per la forte cattiveria,sarà perchè i protagonisti erano dichiaratamente fasci,la pellicola non venne apprezzata,io dal canto mio lo trovo un film fighissimo e chi non lo ha apprezzato non lo ha capito. [+]

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vileto giovedì 22 ottobre 2015
suburra capolavoro Valutazione 5 stelle su cinque
56%
No
44%

Stupendo, perfezionato nei dettagli più piccoli, intenso, colonna sonora perfetta, come se fosse stata creata apposta. Uno dei pochi film italiani, nonostante sia amaro e non facile da vedere perchè rispecchia molto la realtà, che rivedrei ancora tante volte con piacere perchè Sollima e il suo team sono stati dei veri professionisti della cinematografia italiana. Si vede che ha investito tempo, denaro e tanti sacrifici, sforzi, passione e amore in ciò che fa. Ne fossero di più come lui.... Alessandro Borghi, Pierfrancesco Favino e Elio Germano in alcune scene mi hanno lasciata senza fiato talmente ero coinvolta, non bravi, di più, intensi, coinvolgenti, linguaggio non verbale vivo profondo. [+]

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maramaldo lunedì 26 ottobre 2015
gotham city...o cinesuburra? Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

"Sotto un manto di ...pianto, Roma fosca mi appare"
Penso anch'io che Sollima abbia tratto ispirazione dai luigubri ed inquietanti fondali su cui si erge, torvo e letale, Batman: Gotham City. Non foss'altro per la nota assonanza con God damn City. Come dire: un postaccio, che Dio lo stramaledica!
Suburra, basta la parola. Rifugio di reietti, covo di ribaldi, punto di raccolta della feccia della società. Caratteristiche, queste, che oggi si estendono all'Urbe intera. (Era questo il messaggio, vero?)
Ma, richiamo metastorico, atmosfere da incubo, simbolismi da fine del mondo erano necessari per raccontare una storia, tutto sommato, di ordinario malaffare che s'intreccia col triste destino di malavitosi di mezza tacca? Cosa copre o nasconde l'Autore nel ritmo di un thriller, negli spari da gangsters movie, nelle scene di débauche piaciute a tanti?
Non la condanna di un moralista ( e lo spettatore gliene è grato; Sollima, come tant'altri, ha già dato). [+]

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bob11_17 martedì 3 novembre 2015
l’ennesimo tributo alla nostra “bella” italia Valutazione 4 stelle su cinque
64%
No
36%

 Eccoci arrivati all’ultima fermata di questo viaggio.

E sì, perché Suburra lo possiamo definire come il capitolo conclusivo degli altri tre precedenti capitoli firmati Stefano Sollima: Romanzo Criminale la serie, A.C.A.B. e Gomorra la serie. L’idea del regista era chiara fin da quando decise di far prendere vita alla ormai famigerata Banda della Magliana, perché è da lì che cominciò tutto, è da lì che poi uscì tutto il resto. In questi anni abbiamo visto nelle nostre sale cinematografiche una ricostruzione dettagliata di come la criminalità italiana da nord a sud abbia compiuto la sua ascesa al potere totale, di come una persona uscita fuori dal nulla possa costruire sotto a se di anno in anno un vero e proprio impero basato su attività illecite, traffico di droga, corruzione e di come lo “Sbirro” adotti a volte dei metodi un po’ discutibili per esercitare la propria professione. [+]

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valterchiappa martedì 24 ottobre 2017
il malaffare diventa prodotto di serie Valutazione 2 stelle su cinque
100%
No
0%

C’è un genere in cinematografia che a ragione può definirsi tipicamente italiano, perché dalla storia o dalla cronaca del nostro paese attinge materia inesauribile: è quello che si incentra su tutte le declinazioni dell’italico malaffare.
Quando eravamo un popolo di persone semplici, erano solo racconti di guardie e ladri: un commissario fascinoso e malinconico, bande organizzate alla bell’e meglio, rapine, spaccio, violenza da guappi, criminalità spiccia. Erano i “poliziotteschi” degli anni ’70, B-movies realizzati con pochi metri di pellicola e tanto talento: arditi movimenti di macchina, il montaggio serrato, le colonne sonore di Franco Micalizzi, perle che un cinefilo d’oltreoceano, Quentin Tarantino, ha saputo riportare alla luce. [+]

[+] complimenti (di 400colpi)
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nello2ivanovic giovedì 15 ottobre 2015
vinti e...vinti! Valutazione 3 stelle su cinque
58%
No
42%

Piacevolmente sorprendente. Si tratta di un film corale in cui tutti i personaggi si amalgamano alla perfezione, Borghi e Scarano. L'unico un pò fuori dal coro è Amendola, con un personaggio tanto importante quanto poco caratterizzato e deficiente di quell'aura peculiare da boss a cui ci hanno abituato i vari "Il Padrino", "Gomorra" o altri film di genere. Inutile gridare al capolavoro perché non lo è. Non sconvolge, non presenta niente di nuovo (sarà facile fare paragoni con le serie dirette dallo stesso Sollima), ma la tensione narrativa e il ritmo incalzante ti prendono totalmente e sono tali da non concedere neanche un secondo di respiro. Dimenticate pure la Roma de “La Grande Bellezza”. [+]

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