stefano73
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lunedì 2 novembre 2015
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valido tecnicamente ma tro alla ricerca di eccessi
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Validissimo film ad alta tensione tra potere politico, criminalità e benestare religioso. 130' di pura tensione per un film italiano di mestiere. Purtroppo pesano alcuni accessi di violenze e sesso. Credono che la qualità é fatta di eccessi....non é così ma sicuramente crea una certa impressione e adesione di pubblico che ricerca durezza.
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maynardi araldi
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giovedì 15 ottobre 2015
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piove
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La pioggia è la protagonista morale del film. Piove su tutto. Sulle tamerici sparse, sulle rupi salmastre. Piove governo ladro. Piove freddo come in Blade Runner, sulla corruzione umana e urbana. E piove anche quando è asciutto. Perché ogni realtà è fradicia. Roma è ancora ‘caput mundi.’ Ma capovolta. Come nella locandina. Sollima, in Suburra, ci racconta il countdown che precede l’apocalisse. Tutto inizia da una escort morta accidentalmente nel corso di un incontro sessuale col politico (Favino) e un’altra prostituta. Da quel momento in poi i personaggi del film saranno risucchiati in una furibonda spirale di vendette e d’interessi.
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La pioggia è la protagonista morale del film. Piove su tutto. Sulle tamerici sparse, sulle rupi salmastre. Piove governo ladro. Piove freddo come in Blade Runner, sulla corruzione umana e urbana. E piove anche quando è asciutto. Perché ogni realtà è fradicia. Roma è ancora ‘caput mundi.’ Ma capovolta. Come nella locandina. Sollima, in Suburra, ci racconta il countdown che precede l’apocalisse. Tutto inizia da una escort morta accidentalmente nel corso di un incontro sessuale col politico (Favino) e un’altra prostituta. Da quel momento in poi i personaggi del film saranno risucchiati in una furibonda spirale di vendette e d’interessi. Come venissero ingoiati dal Tevere. E risputati dalle sue fogne. Si mettono in moto tutti gli ingredienti del 'melodramma criminale' e del potere. Il Potere della Chiesa, il Potere dello Stato, il Potere della malavita. Il perno del film, dubito sia la progettazione di Ostia/Las Vegas. Soltanto il Potere è il centro di tutto. In tutte le sue forme. “tu sei robba mia” “quello è robba mia”… Favino interpreta quello che il pubblico si aspetta da un politico corrotto. Anche se il suo viso è talmente sensibile e disperato, da invocare una specie di perdono. Entra in scena anche il capo degli zingari, un fantastico attore decisamente azzeccato nella parte del troglodita e belluino al punto giusto. E con lui, un molle e impotente traffichino, (Elio Germano) che s’arrabatta sopravvivendo ad ogni ignominia. In un mondo che non gli appartiene, ma di cui ne è parte. E sarà proprio questo “omarino”, alla fine dei giochi, a far emergere “l’educazione compiuta” del suo lato oscuro, nell’ inaspettata rivalsa. “Numero otto” (Alessandro Borghi) è un malavitoso rampante, così bravo che gli appiopperei un “Numero nove”. E per finire, Amendola, alias “samurai”, il re di Roma. Il vero padre-padrone dei giochi. La sua faccia scolpita nel cuoio ha un impatto più violento delle parole che pronuncia a voce stanca. E’ anche l’ unico personaggio -in tutto il film (di 2 ore e passa)- che accenni un gesto di vera tenerezza. Accucciato presso la madre, la convince a mangiare una piccola briciola di dolce. Lo spettatore non s’immagina che quell’intimità sia il contraltare all’atto successivo. ‘Giusto’, nella politica dell’apocalisse. Perché nessuno si salva dall’apocalisse. Né esistono spiegazioni. Il ‘dopo’ come lascia detto la tossica: è “per la prossima volta”. Roma è splendida, tutta d’orata. Superiore e indifferente a ogni uomo. Solo il Potere rimane vivo! Ah…dimenticavo: eloquente la locandina. Da un cielo tormentato, una pallottola precipita, come un meteorite, sulla Suburra. E su Roma capovolta. Una Roma, le cui invisibili radici affondano nel buio dell’ imminente nubifragio. Non sarà un capolavoro ma è un film da vedere. (Con l’ombrello o senza…)
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(di eusebio abbondanza )
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claudio di trapani
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lunedì 26 ottobre 2015
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gomorra: silenzio, please
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Ai tempi dei Romani, la Suburra era un quartiere malfamato, oggi l'accosterei ad un un locale per tossici, con la saracinesca abbassata per eccesso di clienti; mentre qualcuno, rimasto fuori, urla: "Voglio entra', famme veni', ce voglio sta' pure io ner monno!". Er monno: se questo termine lo pronunciasse un romano di oggi non si riferirebbe solo e soltanto alla Roma attuale, come se nel'intimo la voglia dei fasti di un tempo non fosse mai cessata. Caputi mundi... Un mondo sule spalle di politici corrotti che s'atteggiano a novelli Atlante. E i cittadini normali potrebbero avere le sembianze di Elio germano: un coniglio costretto a diventare bestia.
Sergio Sollima, regista di Gomorra, mantiene la stessa impronta stilistica, nuda e cruda, da grande direttore d'orchestra.
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Ai tempi dei Romani, la Suburra era un quartiere malfamato, oggi l'accosterei ad un un locale per tossici, con la saracinesca abbassata per eccesso di clienti; mentre qualcuno, rimasto fuori, urla: "Voglio entra', famme veni', ce voglio sta' pure io ner monno!". Er monno: se questo termine lo pronunciasse un romano di oggi non si riferirebbe solo e soltanto alla Roma attuale, come se nel'intimo la voglia dei fasti di un tempo non fosse mai cessata. Caputi mundi... Un mondo sule spalle di politici corrotti che s'atteggiano a novelli Atlante. E i cittadini normali potrebbero avere le sembianze di Elio germano: un coniglio costretto a diventare bestia.
Sergio Sollima, regista di Gomorra, mantiene la stessa impronta stilistica, nuda e cruda, da grande direttore d'orchestra. Il montaggio e la musica li ho trovati perfetti, mentre Claudio Amendola, pur essendo un buon attore, non credo fosse adatto alla parrte. Per entrare in quel ruolo avrebbe dovuto avere la giusta cattiveria, quella che traspira da ogni centimetro quadrato di pelle quando qualcuno ti guarda negli occhi e non ti chiedi perché ti sta guardando, ma se tu lo stai facendo. Insomma, un ottimo film, e riguardo alle scene di sesso esplicito a cui si riferiscono alcuni moralisti, che pornografiche non sono, di pornografico ed esplicito ho visto solo la faccia del potere, dei magna magna: porchetta o caviale, non importa, purché ci s'ingozzi.
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jaki95
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sabato 14 novembre 2015
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la distopia della roma contemporanea
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Siamo a Roma ed è il 5 novembre2011 - 7 giorni prima dell'Apocalisse, ovvero la caduta del Governo Berlusconi, dimostratosi incapace di arginare gli effetti della devastante crisi economica e di valori scoppiata nel 2008. Suburra è uno spaccato crudo, asciutto a tratti disturbante dell'odierna società romana, dipinta come un coacervo di criminali spietati e opportunisti pronti a sfruttare gli errori delle cosche avversarie e dei politici per ottenere profitto e potere. Le vicende scaturiscono da una serata all'insegna dell'eccesso del politico Malgradi, quando, dopo un cocktail di sfrenati piaceri carnali e inibizione da droghe, una prostituta muore di overdose. La reazione a catena è innescata e il gioco si fa inarrestabile: guerre di vendetta tra clan, ricatti ai politici, omertà, connivenza stato-mafia sono le travi che sorreggono la “Cupola” romana, una fotografia noir e distopica della Capitale ammantata da cupe tenebre notturne, in cui le uniche diafane luci che trionfano sono quelle di sordidi bar usati dai boss per il regolamento dei conti.
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Siamo a Roma ed è il 5 novembre2011 - 7 giorni prima dell'Apocalisse, ovvero la caduta del Governo Berlusconi, dimostratosi incapace di arginare gli effetti della devastante crisi economica e di valori scoppiata nel 2008. Suburra è uno spaccato crudo, asciutto a tratti disturbante dell'odierna società romana, dipinta come un coacervo di criminali spietati e opportunisti pronti a sfruttare gli errori delle cosche avversarie e dei politici per ottenere profitto e potere. Le vicende scaturiscono da una serata all'insegna dell'eccesso del politico Malgradi, quando, dopo un cocktail di sfrenati piaceri carnali e inibizione da droghe, una prostituta muore di overdose. La reazione a catena è innescata e il gioco si fa inarrestabile: guerre di vendetta tra clan, ricatti ai politici, omertà, connivenza stato-mafia sono le travi che sorreggono la “Cupola” romana, una fotografia noir e distopica della Capitale ammantata da cupe tenebre notturne, in cui le uniche diafane luci che trionfano sono quelle di sordidi bar usati dai boss per il regolamento dei conti.
Ma, a parte il contenuto di per sé scioccante, il merito va anche alla brillante regia di Stefano Sollima che riesce a imprimere alla narrazione un ritmo sostenuto per tutti i 130', con un taglio delle inquadrature estroso e iconico che, sebbene presti più attenzione alle vicende, non manca tuttavia di plasmare la personalità dei suoi personaggi: da Sebastiano, interpretato da Elio Germano, imprenditore untuoso e pusillanime, l'on. Malgradi (Pierfrancesco Favino), politico ipocrita e connivente con la mafia, numero 8 (Alessandro Borghi), impulsivo boss dallo sguardo allucinato della cosca ostiense, finendo con la composta, autorevole pacatezza di “samurai” (Claudio Amendola). In una interpretazione magistrale, che rilancia in grande stile Amendola come interprete di livello assoluto, stupisce come l'unico personaggio fonte di autorità non sia un poliziotto stile “Untouchables”, un politico o un luminare della religione (perfino il papa, sul finale, si spoglia del suo corredo, abdicando i suoi poteri), ma “samurai”, il gangster che dice di essere diventato Roma per l'influenza che è in grado di esercitare sull'organizzazione della Capitale. E il fatto che anche il boss all'apice della Cupola rimane vittima del gioco di cui egli stesso ha contribuito a dettare le regole, fa riflettere sulla desolante difficoltà della società nel porsi regole che non seguano le egoistiche logiche della violenza, dello sfruttamento e della sopraffazione, per uscire dalla crisi di valori, ancor prima che economica, nella quale è piombata.
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onufrio
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lunedì 6 giugno 2016
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mafia-stato-chiesa
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Un grande cerchio che col passare dei giorni si restringe sempre più facendo in qualche modo quadrare tutti i conti e far venire tutti i nodi al pettine. Roma Capitale, anno 2011, a 7 giorni dalle dimissioni del Presidente del COnsiglio Berlusconi e delle storiche dimissioni di Papa Ratzinger, la capitale è in fermento, storia di politica, storia di mafia e di conflitti interni fra bande rivali, il tutto mescolato con una forte spruzzata di noir e con delle musiche di sottofondo che a volte però appaiono pressochè inutili. Un cast importante per un film che sembra aver perso un occasione d'oro per conquistare maggiore visibilità e potere cinematografico.
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Un grande cerchio che col passare dei giorni si restringe sempre più facendo in qualche modo quadrare tutti i conti e far venire tutti i nodi al pettine. Roma Capitale, anno 2011, a 7 giorni dalle dimissioni del Presidente del COnsiglio Berlusconi e delle storiche dimissioni di Papa Ratzinger, la capitale è in fermento, storia di politica, storia di mafia e di conflitti interni fra bande rivali, il tutto mescolato con una forte spruzzata di noir e con delle musiche di sottofondo che a volte però appaiono pressochè inutili. Un cast importante per un film che sembra aver perso un occasione d'oro per conquistare maggiore visibilità e potere cinematografico.
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dandy
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domenica 8 ottobre 2017
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roma capoccia sempre più storta....
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10 anni dopo "Romanzo ciminale",un'altra epopea di criminali alti e bassi nella capitale,sempre tratta da un libro di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini.Solo che stavolta le vicende sono ambientate nel 2011.Sollima sfronda abbondantemente il romanzo(in vista della futura serie tv),e cerca una via di mezzo tra esigenze spettacolari e denuncia civile.Riuscendo egregiamente nella prima.I molti personaggi non appesantiscono la storia,la confezione è magistrale(con fotografia di Paolo Carnera) e le sequenze d'azione non hanno nulla da invidiare ai polizieschi d'oltreoceano(magistrale la sparatoria al supermercato,che ricorda "Carlito's way" e "The mission").
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10 anni dopo "Romanzo ciminale",un'altra epopea di criminali alti e bassi nella capitale,sempre tratta da un libro di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini.Solo che stavolta le vicende sono ambientate nel 2011.Sollima sfronda abbondantemente il romanzo(in vista della futura serie tv),e cerca una via di mezzo tra esigenze spettacolari e denuncia civile.Riuscendo egregiamente nella prima.I molti personaggi non appesantiscono la storia,la confezione è magistrale(con fotografia di Paolo Carnera) e le sequenze d'azione non hanno nulla da invidiare ai polizieschi d'oltreoceano(magistrale la sparatoria al supermercato,che ricorda "Carlito's way" e "The mission").Ma di coraggio vero non ce n'è:le allusioni alle dimissioni di Papa Benedetto,al clan Casamonica,e alla caduta di Berlusconi restano tali.Non si fanno nomi e le scene più "scorrette"(il politico "minore" che fa festini con droga e minorenni;la protesta finale davanti a Montecitorio,con tanto di Presidente[che non si vede]in fuga sul macchinone)sono facili e scontate.Come la pioggia metaforica che incombe per quasi tutto il film e alla fine fa straripare le fogne.Invadenti le musiche degli M83.Ottimi gli attori.Favino è magistrale;Amendola,in sordina,dimostra di saper ancora recitare anche dopo anni di "Cesaroni" ed altra spazzatura simile;Germano è perfetto nel ruolo di un vigliacco sempre più esasperato e destinato ad esplodere;Dionisi è un cattivo che resta impresso,già solo per la faccia.Più stereotipati i personaggi di Numero 8 e della fidanzata Viola,anche se sempre ben interpretati.Jean Hugues Anglade è il cardinale Berchet.Come il film di Placido del 2005,un discreto prodotto d'intrattenimento.
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magiciansofà
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giovedì 15 ottobre 2015
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da vedere
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Suburra è un film da vedere. Uno sguardo totalmente disincantato sull'Italia. Tutti sembrano cercare "la svolta" ma si resta in un eterno impasse che affligge, svilisce e spinge quasi tutti i protagonisti ad esagerare, fatta eccezione per il personaggio del Samurai (Claudio Amendola) che è l'unico vero adulto del film. Personalmente ho trovato la parte fianle un po' disancorata dalla realtà narrata in tutto il film; la morte di quasi tutti i protagonisti, infatti, viene percepita come una rivincita della vendetta che sembra essere l'unico vero valore a cui tutti sono fermamente legati (togliendo la "sete di denaro" naturalmente).
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alberto mancini
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venerdì 13 novembre 2015
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denuncia o noir?
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Roma è una città molto conosciuta e ammirata, ma poco amata. Turisti e cittadini mostrano spesso una certa diffidenza ed estraneità verso quella che tuttavia definiscono la città più bella del mondo.
Anche il cinema dà spesso dell'Urbe un'immagine fantasiosa irreale e onirica, però lontana dal vero cuore della città.
Certo esistono i tanti capolavori di Fellini e Pasolini, Scola e Moretti, Proietti e Sordi: ma a volte Roma resta una cornice contemplata da lontano o mistificata.
Anche il recente Suburra, che trasuda romanità nei dialoghi e nelle immagini (in genere molto belle), non affonda le mani nella gente, nei problemi, nel quotidiano della Città. Prevale il noir, l'azione, la location: ma il film potrebbe svolgersi ugualmente a Palermo o New York; e non bastano i perfidi cardinali e parlamentari, i violentissimi malviventi a far incarnare gli avvenimenti nella chiacchierata città.
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Roma è una città molto conosciuta e ammirata, ma poco amata. Turisti e cittadini mostrano spesso una certa diffidenza ed estraneità verso quella che tuttavia definiscono la città più bella del mondo.
Anche il cinema dà spesso dell'Urbe un'immagine fantasiosa irreale e onirica, però lontana dal vero cuore della città.
Certo esistono i tanti capolavori di Fellini e Pasolini, Scola e Moretti, Proietti e Sordi: ma a volte Roma resta una cornice contemplata da lontano o mistificata.
Anche il recente Suburra, che trasuda romanità nei dialoghi e nelle immagini (in genere molto belle), non affonda le mani nella gente, nei problemi, nel quotidiano della Città. Prevale il noir, l'azione, la location: ma il film potrebbe svolgersi ugualmente a Palermo o New York; e non bastano i perfidi cardinali e parlamentari, i violentissimi malviventi a far incarnare gli avvenimenti nella chiacchierata città. Roma non è così americanamente violenta, holliwoodianamente disseminata di ville pacchiane per arricchiti: è, più miseramente, cialtrona, sovraffollata di palazzine brutte, rimpinzata ad arte di politici incapaci, amministratori furbetti, cittadini volgari. Ha perso la grandezza di Caligola che N.8 non può imitare, restando solo un drogato presuntuoso: ha barattato la protervia dei cardinal nipoti con la sfrontatezza di politicanti sicuri dell'impunità: ha preferito a Lucrezia Borgia le ben più provocanti escort. Suburra vagheggia con nostalgia, come tanti romani, il ricordo di una città più umana e borghese. L'acqua che, esplodendo dai tombini, affoga la città, la pisciata sprezzante del politico nudo dal terrazzino, la muta disperazione del Papa mi sono sembrati i migliori momenti del film, momenti di partecipato compianto per la città regina e decaduta: ma la corrosiva miseria del quotidiano, vera piaga di Roma, è assente, l'abbandono e l'indifferenza verso le sofferenze della Capitale non sono stigmatizzate. Resta un lussuoso film di azione, con sontuose inquadrature, con tesa suspence; troppa diversità dallo squallido degrado che sperimentano ogni giorno i cittadini SPQR .
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enrico danelli
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domenica 22 novembre 2015
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cosa ci vuol dire ?
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Il difetto di questi film di attualità è quello di arrivare tardi, quando ormai tutti sono informati e istruiti dalla stampa di regime. Su "mafia capitale" questo film aggiunge ormai ben poco rispetto a quello che ci è dato sapere. Nonostante ciò il film è piacevolmente crudele e non lascia mai calare la tensione. Piacevole per le ottime interpretazioni (conseguenti ad un casting azzeccato) e per la fotografia ricca ed efficace (in una Roma piovosa, notturna e angosciante). Crudele per le storie narrate: lasciate ogni speranza voi che entrate ... In questo inferno suburbano. Solo i deboli e i perdenti si salvano a costo di usare la stessa violenza che lí soggiogava: Viola e Sebastiano ( la tossica e il publicist) riescono a riscattarsi dai loro aguzzini semplicemente eliminandoli con impietosa violenza.
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Il difetto di questi film di attualità è quello di arrivare tardi, quando ormai tutti sono informati e istruiti dalla stampa di regime. Su "mafia capitale" questo film aggiunge ormai ben poco rispetto a quello che ci è dato sapere. Nonostante ciò il film è piacevolmente crudele e non lascia mai calare la tensione. Piacevole per le ottime interpretazioni (conseguenti ad un casting azzeccato) e per la fotografia ricca ed efficace (in una Roma piovosa, notturna e angosciante). Crudele per le storie narrate: lasciate ogni speranza voi che entrate ... In questo inferno suburbano. Solo i deboli e i perdenti si salvano a costo di usare la stessa violenza che lí soggiogava: Viola e Sebastiano ( la tossica e il publicist) riescono a riscattarsi dai loro aguzzini semplicemente eliminandoli con impietosa violenza. Film esteticamente bello, ma poco innovativo o propositivo.
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supersantos
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lunedì 13 novembre 2017
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gli intrallazzi di roma capitale
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IL finale non è particolarmente convicente,alla ricerca del colpo di scena e di sparizioni "punitive" ma narrativamente poco studiate nei dettagli,fin troppo facili se mi è concesso il termine.
La corruzione politica ha sempre il suo "appeal" c'è poco da fare ,a parte questo Solima utilizza la fotografia come meglio non si potrebbe per aggiungere quell'indispensabile tocco "Noir".
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IL finale non è particolarmente convicente,alla ricerca del colpo di scena e di sparizioni "punitive" ma narrativamente poco studiate nei dettagli,fin troppo facili se mi è concesso il termine.
La corruzione politica ha sempre il suo "appeal" c'è poco da fare ,a parte questo Solima utilizza la fotografia come meglio non si potrebbe per aggiungere quell'indispensabile tocco "Noir".
Sotto questo aspetto il lavoro svolto è impeccabile.
Tuttavia mi è sembrato che L'azione (intesa come proprio come scontri fisici) abbia preso spesso il sopravvento sulla parte politica del sistema che avrei voluto fosse snocciolata in maniera più esaustiva.
Insomma per usare termini spiccioli c'è molto fumo e poco arrosto e quei dettagli alla "Gomorra" (il film non la serie) per capire come funzionano certi sistemi, mancano e non poco.
Un prodotto interessante,con una confezione versione deluxe ma privo di quell'anima profonda che prodotti del genere dovrebbero avere.
Bravi gli attori.
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