Eccoci arrivati all’ultima fermata di questo viaggio.
E sì, perché Suburra lo possiamo definire come il capitolo conclusivo degli altri tre precedenti capitoli firmati Stefano Sollima: Romanzo Criminale la serie, A.C.A.B. e Gomorra la serie. L’idea del regista era chiara fin da quando decise di far prendere vita alla ormai famigerata Banda della Magliana, perché è da lì che cominciò tutto, è da lì che poi uscì tutto il resto. In questi anni abbiamo visto nelle nostre sale cinematografiche una ricostruzione dettagliata di come la criminalità italiana da nord a sud abbia compiuto la sua ascesa al potere totale, di come una persona uscita fuori dal nulla possa costruire sotto a se di anno in anno un vero e proprio impero basato su attività illecite, traffico di droga, corruzione e di come lo “Sbirro” adotti a volte dei metodi un po’ discutibili per esercitare la propria professione. Tutti noi questi personaggi attraverso lo schermo abbiamo avuto modo di conoscerli, li abbiamo visti crescere, episodio dopo episodio, scena dopo scena arrivando anche ad ammirarli, a vederli come dei modelli da seguire. Ormai nei social vengono create apposite pagine dove vengono appuntate le frasi più celebri, più da “duri” che i nostri attori recitano interpretando il criminale in questione. Ma Suburra proprio perché è la conclusione di tutto è una storia leggermente diversa; qui non si parla più di ascesa al potere o a farsi la guerra con pistole e bombe, ormai si va oltre in Italia, non serve più fare casino, meglio agire con calma e in silenzio. Il film è incentrato su un giorno in particolare, definito in modo fantasioso dal regista e dall’omonimo libro di Giancarlo De Cataldi come “l’Apocalisse” e viene spiegato anche perché: le vicende ripercorrono i sette giorni precedenti al 2 novembre 2011 giorno in cui il Presidente Silvio Berlusconi rassegna le sue dimissioni, immaginando che, proprio allora, Papa Ratzinger prenda la fatidica decisione di abbandonare il ruolo di pontefice. I presupposti per l’Apocalisse ci sono tutti, perché ci troviamo davanti a due avvenimenti non da poco, ma siamo veramente sicuri che se si ricominciasse da zero si riuscirebbe a ricreare una nazione, un mondo completamente rinnovato dove gli esseri umani sfrutterebbero una seconda chance? La risposta ci viene data dal “Samurai”, il boss della malavita Romana interpretato da un grandissimo Claudio Amendola che alla notizia della caduta del governo rilascia un semplice commento: “E’ caduto il governo? Nessun problema, troveremo un altro politico corrotto da spremere”. Grazie a questa affermazione capiamo a che tipo di Apocalisse si va incontro; un semplice giro di boa, un leggero e imprevisto cambio di programma, un cambiamento che può giusto preoccupare qualche parlamentare il quale si trova improvvisamente senza più una poltrona in parlamento, nulla di apocalittico insomma.
Ed è qui che si arriva al termine del lungo viaggio di Stefano Sollima; con questo film lui scrive la parola FINE ad un ciclo iniziato nei lontani anni 70 arrivando fino ai giorni nostri. Un ciclo che ora ricomincerà di nuovo, magari con un nuovo “Samurai”, un nuovo “Ciro l’immortale” o addirittura una rinnovata banda della Magliana ancora più potente della precedente. E magari fra vent’anni saremo di nuovo qua a parlare di un’altra “Apocalisse”.
Noi gente comune non possiamo fare nulla purtroppo. Siamo troppo incompetenti e troppo “poveri” per confrontarci a loro. Siamo solo capaci ad andare a urlare sotto il palazzo del “Governo” e buttare fango sui nostri rappresentanti che lavorano per noi, che mandano avanti una nazione stringendo accordi con la criminalità e di tanto in tanto si concedono qualche nottata passionale con Escort molto attraenti e il più delle volte minorenni.
Questo è Suburra, una triste verità Italiana.
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