il superanto
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venerdì 25 febbraio 2011
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il cigno d'altri tempi
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Vedendo The Black Swan (mi sarebbe piaciuto molto di più come titolo se avessero lasciato l'originale) si ha come l'impressione di entrare in un mondo lontano, sconosciuto ma stranamente affascinante; quasi come se Il lago dei cigni fosse qualcosa d'altri tempi. Eppure la storia è terribilmente attuale in tutte le sue forme, si ha tuttavia la sensazione di essere catapultati indietro nel tempo o forse.. è solo un mondo surreale.
Sembra che la storia sia vissuta all'esterno del mondo attuale pur coinvolgendo aspetti importanti nella vita dell'adolescenza: la ricerca della sessualità, il credere in Sè stessi.
Tutto nasce da un rapporto emblematico tra madre - figlia ma è molto di più: la ricerca della perfezione, l'ossessione di riuscire a sorprendere in un mondo dove gli errori non sono tollerati e in cui la concentrazione è massima.
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Vedendo The Black Swan (mi sarebbe piaciuto molto di più come titolo se avessero lasciato l'originale) si ha come l'impressione di entrare in un mondo lontano, sconosciuto ma stranamente affascinante; quasi come se Il lago dei cigni fosse qualcosa d'altri tempi. Eppure la storia è terribilmente attuale in tutte le sue forme, si ha tuttavia la sensazione di essere catapultati indietro nel tempo o forse.. è solo un mondo surreale.
Sembra che la storia sia vissuta all'esterno del mondo attuale pur coinvolgendo aspetti importanti nella vita dell'adolescenza: la ricerca della sessualità, il credere in Sè stessi.
Tutto nasce da un rapporto emblematico tra madre - figlia ma è molto di più: la ricerca della perfezione, l'ossessione di riuscire a sorprendere in un mondo dove gli errori non sono tollerati e in cui la concentrazione è massima. Il tutto sullo sfondo del magnifico Lago dei Cigni.
La stella che brilla più di tutte è la Portman: perfetta nel suo ruolo, impeccabile. E anche Cassel sa il fatto suo.
La pellicola insegna tante cose, ma una su tutte: non bisogna per forza aspirare alla perfezione, spesso anche il lato non del tutto perfetto di noi può renderci felici e piacere agli altri. Con la perfezione si raggiunge l'apice ma si cade, si muore proprio come Nina e il cigno che interpreta-
Consigliatissimo!
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spike
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lunedì 28 febbraio 2011
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una ballerina cronenberghiana
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C'è tanto Cronenberg nel nuovo film di Aronofsky. Un film nel quale il balletto è solo il pretesto per trattare le nostre ossessioni che entrano nella carne (nel vero senso della parola) della protagonista. Un film in punta di piedi che si sporca di sangue e sudore. Ottima la regia, la sceneggiatura e la Portman. Un film da vedere e rivedere. Diventerà cult di un genere ora ancora difficile da definire.
[+] e un pò di lynch
(di spike)
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greg2
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sabato 12 marzo 2011
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thriller psicologico
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Il cigno nero è un thriller psicologico di altissimo livello che descrive in maniera eccellente la vera schizzofrenia degli artisti.
L'ansia per il ragiungimento della perfezione, la tensione, l'ossessione, una madre iperprotettiva, la rivalità con Lily condurranno Natalie Portman (oscar meritato) alla pazzia più estrema, descritta magnificamente dalla recitazione dell'attrice e dalla perfetta fotografia del regista.
Film davvero interessante, pur non essendoci azione trasmette parecchia tensione.
[+] la vera schizzofrenia degli artisti..
(di luana)
[ - ] la vera schizzofrenia degli artisti..
[+] non concordo sulla schizzofrenia...
(di hollyver07)
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alice in wonderland
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giovedì 24 marzo 2011
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una macchia rossa tra le piume bianche
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Nina è, per natura, un cigno bianco: dolce, riservata, fragile. Ed estremamente elegante, sinuosa, quasi perfetta. Quasi, perché la perfezione sta nel raggiungere anche l’alter-ego di se stessi: il cigno nero.
Nina, danzando, deve far emergere il suo lato oscuro, sensuale, spregiudicato. Perché finalmente ha raggiunto il suo sogno, quello di poter essere la prima ballerina nella pluri consacrata opera di Čajkovskij, Il lago dei cigni, grazie alla determinazione del suo maestro, che l’ha scelta per quella parte.
Ma si può, per un ruolo di finzione, modificare il proprio vero io? Nina diventa pian piano ossessionata dal diventare ciò che non è. Trasportata dalla sensuale compagna d’accademia, verso una “libertà” che diventa estremismo, comincia ad entrare nella trasformazione.
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Nina è, per natura, un cigno bianco: dolce, riservata, fragile. Ed estremamente elegante, sinuosa, quasi perfetta. Quasi, perché la perfezione sta nel raggiungere anche l’alter-ego di se stessi: il cigno nero.
Nina, danzando, deve far emergere il suo lato oscuro, sensuale, spregiudicato. Perché finalmente ha raggiunto il suo sogno, quello di poter essere la prima ballerina nella pluri consacrata opera di Čajkovskij, Il lago dei cigni, grazie alla determinazione del suo maestro, che l’ha scelta per quella parte.
Ma si può, per un ruolo di finzione, modificare il proprio vero io? Nina diventa pian piano ossessionata dal diventare ciò che non è. Trasportata dalla sensuale compagna d’accademia, verso una “libertà” che diventa estremismo, comincia ad entrare nella trasformazione. Arrivano le visioni, la realtà e l’immaginazione si intrecciano e si sovrappongono: il cigno nero sta emergendo, con folte piume nere, dall’interno del candido corpo del cigno bianco.
Al momento dell’esibizione, la manifestazione è totale: Nina non solo impersonifica con fervore il proprio lato oscuro, ma si abbandona in modo totale al proprio personaggio, cioè una commistione di bene e male all’interno dello stesso corpo. Bianco e nero, due mondi così diversi che, toccandosi, possono scaturire l’apocalisse. E infatti alla fine della storia, l’unica via d’uscita è la morte, che è nel contempo completa catarsi, purificazione estrema.
La luce e gli applausi scroscianti del pubblico, e una macchia rossa tra le piume bianche.
Un film senza dubbio appassionante. Una Natalie Portman giustamente premiata con l’oscar, grazie a quei movimenti e a quegli sguardi che difficilmente lo spettatore dimentica. Di spessore anche il ruolo dell’ottima Wynona Ryder, la prima ballerina ormai “vecchia” che deve essere rimpiazzata, una sorta di profeta, un’anticipazione vivente del tragico epilogo della storia. I personaggi che determinano, a loro modo, il doloroso cambiamento di Nina, sono l’affascinante maestro (Vincent Cassel), dal ruolo ambiguo di tentatore e protettore, la bellissima quanto diabolica ballerina (Mila Kunis) e la madre (Barbara Hershey), che con la sua iper-protettività ha costruito attorno a Nina una gabbia che verrà irrimediabilmente distrutta.
Ci si allontana dalla sala con un nodo in gola e la sensazione che il grande cigno nero ci osservi, quasi ridendo della nostra impotenza di fronte alla tragedia della morte. Ma, allo stesso tempo, cullati da quella melodia avvolgente e meravigliosa, che dona un certo senso di eternità.
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fueilles
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lunedì 4 aprile 2011
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è sempre tutta colpa della mamma...e di nietzsche.
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Una giovane promessa della danza classica, ottiene io ruolo di prima ballerina per il nuovo spettacolo della compagnia di danza di New York, "Il lago dei cigni" a scapito della "vecchia" etoile (non a caso Winona Ryder, una bella steccata al cinema hollywoodiano, non c'è che dire) e con suo o piacere (o di sua madre?) comincia a preparare i ruoli dI Odette, il cigno bianco e BUONO, e Odile, il cigno nero, CATTIVO (e in questa interpretazione freudiana del libretto, SENSUALE e SEDUTTIVO). La dolce ed ingenua Nina, perfetta per il cigno bianco, deve lottare per tirar fuori da sè il lato sensuale, provocare nel ballerino-principe, nel pubblico, nel coreografo( ma va?) la voglia di "scoparla".
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Una giovane promessa della danza classica, ottiene io ruolo di prima ballerina per il nuovo spettacolo della compagnia di danza di New York, "Il lago dei cigni" a scapito della "vecchia" etoile (non a caso Winona Ryder, una bella steccata al cinema hollywoodiano, non c'è che dire) e con suo o piacere (o di sua madre?) comincia a preparare i ruoli dI Odette, il cigno bianco e BUONO, e Odile, il cigno nero, CATTIVO (e in questa interpretazione freudiana del libretto, SENSUALE e SEDUTTIVO). La dolce ed ingenua Nina, perfetta per il cigno bianco, deve lottare per tirar fuori da sè il lato sensuale, provocare nel ballerino-principe, nel pubblico, nel coreografo( ma va?) la voglia di "scoparla"...Lo farà a suon di psicotiche visioni (vissute o meno, non è sempre chiaro) del suo doppio malefico, egocentrico, autolesionista, sessualmente represso, troppo a lungo soffocato da una vita votata al rigore ed alla innocenza, all'iperprotezione ed allo sguardo onnipresente della madre, ex ballerina che non realizzatasi per la gravidanza riversa sulla figlia le sue frustrazioni. Ora, al di là dei luoghi comuni fritti e rifritti da cinema & Co.( madre non realizzata e carnefice, mondo della danza classica terrificante, oscillante tra monastero e covo di vipere anoressiche e/o bulimiche dai piedi sanguinanti), il film veicola indubbiamente un messaggio non scontato ed interessante, sul rifuito del lato oscuro che soffocato a lungo prorompe in maniera distruttiva, sulla perfezione che non risiede mai solo da una parte etc.... Ma è troppo poco per far fronte ad una serie di temaiche (troppe) piazzate ( enon adeguatamente approfondite) lungo il doppio binario (un pò forzato) della vita di Nina e della vicenda della principessa-cigno che nella storia originale non viene scalzata da un cigno più sensuale di lei, ma da un cigno che si spaccia per lei grazie allo stesso mago che la imprigiona (in buona sostanza tutto il contrario del messaggio del film!)...ahimè anche questo è un ennesimo luogo comune, la dicotomia tra apollineo e dionisiaco ( e basta!), la purezza frigida (come se nel rigore e nel candore non vi sia erotismo!) e la sensualità pulsionale e imperfetta così "irresistibile". Impossibile conciliarle perfettamente nella realtà,come tenta di fare Nina, ma la pefezione non esiste e cercarla ad ogni prezzo puù costare la vita..però questo si sa, non è certo una rivelazione...
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mr_mojo.risin86
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martedì 22 febbraio 2011
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strepitoso
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Il cigno neroconferma, una volta di più, il talento e le straordinarie doti visionarie del regista Darren Aronofsky, già noto ai più per opere del calibro di Requiem for a dream e The wrestler. Il film vede Nina (Natalie Portman), un'ambiziosa e sensibile giovane ballerina di New York, riuscire ad ottenere il doppio ruolo che tutti sognano: il Cigno Bianco, delicato e innocente, e il Cigno Nero, che emana una malvagità seducente, nel classico Il lago dei cigni, ma non è sicura di poter incarnare la parte oscura della Regina dei cigni, agli antipodi della sua fragile personalità.
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Il cigno neroconferma, una volta di più, il talento e le straordinarie doti visionarie del regista Darren Aronofsky, già noto ai più per opere del calibro di Requiem for a dream e The wrestler. Il film vede Nina (Natalie Portman), un'ambiziosa e sensibile giovane ballerina di New York, riuscire ad ottenere il doppio ruolo che tutti sognano: il Cigno Bianco, delicato e innocente, e il Cigno Nero, che emana una malvagità seducente, nel classico Il lago dei cigni, ma non è sicura di poter incarnare la parte oscura della Regina dei cigni, agli antipodi della sua fragile personalità.
La Portman, grazie a questa interpretazione di rara intensità e drammaticità, è da considerarsi l’assoluta favorita per l’Oscar come miglior attrice; la sua è una recitazione totale, in cui sono coinvolti tanto l’anima quanto il corpo. Difficile definire il genere di questa pellicola, che oscilla tra il thriller psicologico e il melodramma, passando per l’horror. La fotografia, essenzialmente giocata su netti contrasti di luci e ombre, di bianco e nero, è sublime e funzionale ad uno dei temi portanti del film, quello del doppio (l’altro è la perfezione). La perfezione appunto: quella che cerca di raggiungere Nina attraverso un’assoluta e tragica immedesimazione nei suoi personaggi e anche quella che viene ricercata da Aronofsky realizzando un film non certo per tutti i gusti, ma con un finale travolgente e memorabile che fa già parte, a buon titolo, della storia del grande cinema.
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orazio z.
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martedì 22 febbraio 2011
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qualche esagerazione fuori controllo
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La Portman convince sia come cigno bianco che nero; la regia convince nella tecnica ma meno nello spingere su immagini forti/crude e nell'indistinguibilità tra realtà e allucinazioni della protagonista, scelta che se aggiunge thrilling toglie credibilità e immediatezza ad alcuni passaggi salienti; la sceneggiatura m'è parsa troppo sbrigativa nell'accennare psicologie e background dei personaggi.
In realtà sono difetti soggettivi e non oggettivi, quindi capisco che a molti il film sia potuto legittimamente piacere molto di più; io però mi fermo a un 7-.
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eugenio
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lunedì 14 marzo 2011
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dentro di noi...
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Due anni dopo i muscoli di Rourke in “The Wrestler”,Aronofsky ritorna prepotentemente alle scene con l’ultima sua fatica: “Black Swan” presentato in apertura alla 67° mostra del cinema di Venezia che ha valso l’Oscar come miglior attrice protagonista a Natalie Portman,la bella ballerina del New York City Ballet.Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi in cui l’attrice,tredicenne,camminava con piantina al seguito a fianco del rude killer Jean Reno di Leon.. piccole donne crescono e occorre dire che il one girl show non delude grazie anche alla abilità registica del cineasta statunitense.La trama è imperniata sulla vicenda di una giovane frigida ballerina,Nina (Portman), che sogna l’emancipazione e il riscatto attraverso la danza aspirando al ruolo di protagonista nella versione rinnovata de“Il Lago dei cigni”.
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Due anni dopo i muscoli di Rourke in “The Wrestler”,Aronofsky ritorna prepotentemente alle scene con l’ultima sua fatica: “Black Swan” presentato in apertura alla 67° mostra del cinema di Venezia che ha valso l’Oscar come miglior attrice protagonista a Natalie Portman,la bella ballerina del New York City Ballet.Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi in cui l’attrice,tredicenne,camminava con piantina al seguito a fianco del rude killer Jean Reno di Leon.. piccole donne crescono e occorre dire che il one girl show non delude grazie anche alla abilità registica del cineasta statunitense.La trama è imperniata sulla vicenda di una giovane frigida ballerina,Nina (Portman), che sogna l’emancipazione e il riscatto attraverso la danza aspirando al ruolo di protagonista nella versione rinnovata de“Il Lago dei cigni”.Per tale ragione,alla ricerca di quella perfezione desiderata,la giovane arriverà a sottoporsi a estenuanti esercizi fisici sotto l’occhio attento ed esigente del coreografo Leroy (Cassel).
Quando,dopo qualche tempo,quest’ultimo notando la tenacia,la determinazione ma soprattutto l’istintualità repressa della ragazza le assegnerà la desiderata parte, per Nina inizierà un viaggio nell’abisso verso i recessi piu’ oscuri della sua anima.Imprigionata in una realtà deprimente a causa di una oppressiva madre che le impedisce ogni forma di libertà costringendola a una vita da “casa di bambola”, Nina maturerà ben presto un desiderio di rivalsa,una progressiva metamorfosi che, lenta, la muoverà da quel candore di cigno bianco verso il suo lato piu’ tenebroso,quella parte ignota cosi’ importante nello spettacolo cui non è possibile giungere attraverso normali esercizi. Cio’ che manca alla prima ballerina è la scioltezza,il lato disinibito, quel quid infernale che la giovane nel suo cristallino mondo ovattato non aveva mai conosciuto. Decisa a non deludere le aspettative di chi crede in lei e bisognosa di quel successo come della voglia di vivere, Nina intraprenderà un viaggio verso il mondo della trasgressione,accompagnata dalla mefistofelica e insidiosa rivale in nero Lily.In un continuo alternarsi tra sogno e realtà,Nina verrà travolta delle sue passioni,dalla sua incerta sessualità in un crescendo di violenza e paranoia che avrà uno sfogo doloroso anche sulla protettiva madre.
Pellicola spezzata in due parti distinte che tenderanno presto a unificarsi in una sola, a metà strada tra un musical e un thriller-horror,Aronofsky,dopo un inizio ex-abrupto sulla prove della giovane,muove svelto la macchina da presa concentrandosi sull’indagine psicologica della protagonista.
E’ facile riconoscere nella giovane delle somiglianze con il tormentato consigliere Goljadkin del Sosia di Dostoevskij, contestualizzato tuttavia a una realtà odierna di sesso e droga che fa da paio speculare all’eterea purezza dei balletti. Non è un caso che il regista ponga particolare accento sulla duplicità,sul tema del doppio cosi’ caro alla letteratura della crisi ottocentesca. Nel film, sono infatti frequenti le scene in cui la protagonista è ripresa dinanzi allo specchio (davanti al quale vede la sua proiezione malvagia), o in acqua,due luoghi simbolo dell’incertezza che sembrano quasi avvertire lo spettatore circa la veridicità di alcune scene.L’unico punto saldo è la bravura di una convincente Portman,sensuale e pura che nell’apoteosi finale,mostrerà a se’ stessa e agli altri, il fallimento di quella mimesis ottenuta al prezzo della sua stessa vita.
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hollyver07
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venerdì 25 febbraio 2011
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inquietudine... distorta
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Occasione perduta potrei affermare, se la proposta del film fosse quella di mostrare la storia di un lacerante conflitto interiore. Ritengo che l'inquietudine, sollecitata nello spettatore, sia essenzialmente dovuta alla mancanza di elementi di supporto cognitivo nello svolgimento della storia, piuttosto che ad una sceneggiatura adeguatamente articolata. Si è quindi confezionato un quasi hot-horror pretestuosamente spacciato per uno pseudo "psico-thriller", mica male come distorsione! Nonostante una trama poco realistica, peraltro gravata da non poche forzature "estetiche", brava la Portman ma senza eccellere.
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Occasione perduta potrei affermare, se la proposta del film fosse quella di mostrare la storia di un lacerante conflitto interiore. Ritengo che l'inquietudine, sollecitata nello spettatore, sia essenzialmente dovuta alla mancanza di elementi di supporto cognitivo nello svolgimento della storia, piuttosto che ad una sceneggiatura adeguatamente articolata. Si è quindi confezionato un quasi hot-horror pretestuosamente spacciato per uno pseudo "psico-thriller", mica male come distorsione! Nonostante una trama poco realistica, peraltro gravata da non poche forzature "estetiche", brava la Portman ma senza eccellere. Vincent Cassel... non pervenuto. Buona la colonna sonora e validi il montaggio e la fotografia. Regìa.... se Aronofsky è un visionario... in questo caso le visioni migliori gli son restate dentro. In definitiva, un film pretenzioso che non credo mi ha convinto più di tanto, peccato! Saluti a tutti
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[+] portman
(di lady libro)
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(di hollyver07)
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dario
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martedì 28 giugno 2011
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enfatico
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Realtà ideale e realtà materiale, la seconda vincente a prezzo di sacrifici e compromessi che mettono sale nella vita. Aronofofsky ne mette troppo per scarsa fiducia nell'idealismo. Trionfa un uomo (in questo caso una donna) pronto a tutto, pronto a metabolizzare ogni cosa. Il regista tratta male i principi aurei, ma poi sprofonda in un materialismo di maniera, volgare e becero. Gli attori bamboleggiano troppo, giocano troppo al manicheismo.
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