Natalie Portman è una ballerina newyorkese: fragile, immatura, buona e talentuosa - costretta in una psiche infantile da una madre che proietta su di lei i rimpianti, le frustrazioni e le ambizioni di una carriera mai decollata. Vincent Cassel un insegnate di danza senza scrupoli: elegante, bello, cinico e affascinante. In mezzo, a far da motore a tutta la storia, un posto vagante da prima ballerina per l'ambitissimo spettacolo "The Black Swan". Lasciamo indovinare a voi chi avrà l'onore (e l'onere) di ottenere il prestigioso ruolo di cigno nero. Le tematiche presenti nel film non sono nouve: dualismo fra bene e male, adolescenza e maturita, indipendenza e sottomissione. Ottima la regia per almeno tre quarti, camera a mano dosata alla perfezione e luci d'atmosfera che immergono lo spettatore nel controverso mondo del balletto newyorkese.
Darren Aronofsky è un regista talentuoso, in grado di mouversi tra diversi registri stilistici (basti pensare alle differenze fra Requiem for a dream e The wrestler), che appena ne ha l'occasione, però, sfoggia manie d'onnipotenza a tutto campo. E se in "The Wrestler", anche a causa del fragoroso flop di The Fountain, aveva lavorato di sottrazione, martoriando il corpo esanime ma orgoglioso di uno straordinario Mickey Rourke, in Black Swan opta per il processo opposto, finendo per insabbiare una storia tutto sommato banale a colpi di allucinazioni horror e perversioni superficialmente affrontate. Ed ecco che per rendere originale una storia farcita di stereotipi - il cui finale appare scontato dopo i primi dieci minuti - finisce per condannare all'anonimato un film con un potenziale non indifferente.
Una domanda: colpa di un'eccessiva generosità stilistica o consapevolezza che giocando in questo modo con i generi si strizza l'occhio al pubblico da multiplex da una parte (scongiurando l'ipotesi di un film impegnato e noioso), e a qualche critico superficiale dall'altra?
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t. anderson
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sabato 19 febbraio 2011
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gusto personale o critica meritata?
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credo che un film come questo per essere apprezzato, richieda un minimo di simpatia, inteso con "soffrire-con", e che ci riesca molto bene. Le scene di forte impatto sono solo al servizio di questo obbiettivo, che ritengo, nel mio caso, grandemente raggiunto. Inoltre non è da trame originali o strampalate che emergono spesso i capolavori, ma dal riadattamento di temi che, quando pensiamo non abbiano più nulla da darci, nelle mani dei giusti artisti, ritrovano nuovo vigore. E se ciò non dovesse bastare a scagionare la trama, che peraltro non mi è parsa tanto scontata anche nel finale come tu scrivi, potrei dirti che quando i cittadini, nella antica grecia, andavano ad assistere alle rappresentazioni della tragedia, ne conoscevano già la storia per intero, eppure non penso proprio che si annoiassero, come la storia dimostra.
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credo che un film come questo per essere apprezzato, richieda un minimo di simpatia, inteso con "soffrire-con", e che ci riesca molto bene. Le scene di forte impatto sono solo al servizio di questo obbiettivo, che ritengo, nel mio caso, grandemente raggiunto. Inoltre non è da trame originali o strampalate che emergono spesso i capolavori, ma dal riadattamento di temi che, quando pensiamo non abbiano più nulla da darci, nelle mani dei giusti artisti, ritrovano nuovo vigore. E se ciò non dovesse bastare a scagionare la trama, che peraltro non mi è parsa tanto scontata anche nel finale come tu scrivi, potrei dirti che quando i cittadini, nella antica grecia, andavano ad assistere alle rappresentazioni della tragedia, ne conoscevano già la storia per intero, eppure non penso proprio che si annoiassero, come la storia dimostra. Inoltre, se proprio bisogna muovere tale critica, un film come the wrestler ne è la perfetta incarnazione: bisogna tentare il più possibile di separare i gusti individuali dalla critica sensata e costruttiva. Una missione impossibile, ma che può scoraggiare grossi abbagli.
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sandman84
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lunedì 21 febbraio 2011
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d'accordissimo con t. anderson...
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non esistono storie nuove, nè parole nuove. ma nuovi modi di raccontarle.come ho già detto altrove, questo film ha il respiro di una tragedia degna dell'Alfieri!! -il quale ci raccontava comunque vicende turpi, di incesti e di suicidi, attingendo a piene mani dal mito e dalla letteratura a lui più cara... ma da qui a dire che il Saul fosse un polpettone per palati facili, ce ne passa!!!-
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tritono
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lunedì 21 febbraio 2011
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balletto "the black swan"?
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Concordo sul giudizio negativo del film, ma segnalo che Tchaikovsky non ha mai scrittoun balletto dal titolo "Il cigno nero".
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