Black Swan, e' stato la rivelazione del 2011, il film nominato a ben 5 premi Oscar e che ha fatto vincere la statuetta ambita come 'Miglior Attrice' a Natalie Portman. Cosi anch'io sono partita alla visione di questo film con le migliori aspettative. Premettendo anche che non conosco a fondo i lavori di Aronosky, eccetto il potentissimo Requiem for a Dream, ero veramente curiosa di vedere questa nuova pellicola del rinomato cineasta.
Il balletto classico e' sullo sfondo di questo dramma psicologico (sicuramente non e' del genere "thriller") e il film e' incentrato su una ballerina in particolare: Nina Sayers. Una ragazza che si dedica anima e corpo alla danza, ne fa il suo obbiettivo di vita e quando il coreografo Thomas (Vincent Cassel) annuncia di voler rifare una nuova versione del famoso "Lago dei Cigni" lei fara' in modo di aggiudicarsi la parte della protagonista Odette. La speranza si avvera e da li in poi a inizio una corsa alla ricerca della perfezione, in ogni passo, in ogni movimento, tramitte l'autoimposizione di estenuanti ed esaustivi allenamenti, fuori e dentro il teatro. Perche' interpretare quella parte non e' solo l'ambizione di ogni ballerina del suo gruppo, ma rappresenta una oppurtunita' unica di riscatto da una madre amorevole ma fallita che inizio' la figlia alla danza con la speranza di rivedere se stessa. Nina prova e riprova, cercando la perfezione e la bellezza assoluta, ma la vera sfida per lei e' trasformarsi nella gemella cattiva di Odette, appunto il Cigno Nero. Nina verra' costantemente incoraggiata dal coreografo e dai professori a lasciarsi, finalmente, andare, a tirar fuori la sua parte piu' aggressiva e impulsiva. Nina intraprende cosi un percorso nuovo, un percorso che diventera' ossessione e l'ossessione sfocia in paranoia, in allucinazioni costanti che s'impossessano di lei. E ad accentuare questa volglia implacabile di essere perfette, questa ambizione irraggiungibile, c'e' la rivalita', piu o meno velata, tra Nina e Lily (Mila Kunis): l'ultima ballerina arrivata a far parte del gruppo. Lily, per Nina, rappresenta il suo esatto contrario. Lily e' liberale, emancipata, esuberante, non ha paura di sfondare essendo se stessa, non ha remore e non trova ostacoli in niente. Nina la ammira ma forse la invidia anche di piu' creandosi uno stato di rivalita' tra lei e Lily ossessivo.
Alla fine Nina riuscira' a liberarsi da se stessa, ed interpretare meravigliosamente il Cigno Nero, ma poi, come nella storia dove il Cigno Bianco si uccide per disperazione e rassegnazione, Nina morira', dopo aver combattuto contro se stessa in una allegorica scena di lotta tra le due Nina, quella buona e quella cattiva e distruttiva. Perche' la perfezione tanto desiderata da Nina, non esiste e quando esiste e' sempre sinonimo di sconfitta e distruzione, in questo caso rappresentato dalla morte contemporanea del Cigno e di Nina.
Il film risulta cosi basarsi sul concetto dei contrasti: partendo dal contrasto basilare di Nero (= malvagio, perfido) contro Bianco (=innocenza, bonta') e la continua lotta tra queste due forze, le quali si scontrano perpetuamente anche nella mente di Nina, che si ritrova a dover far emergere entrambi i lati del suo carattere, quello puro e quello piu' oscuro, prima come esigenza coreografica sul palcoscenico dove deve interpretare entrambe le parti del Cigno Bianco e del Cigno Nero, ma successivamente anche nella vita reale. Un contrasto che prosegue anche nello scontro visivo e psicologico tra Nina e Lily. Lily rappresenta la forza oscura in contrasto (e in lotta) contro Nina, rivale che incarna la bellezza e la bonta' nonche' l'ingenuita'. Contrasto che sullo schermo si manifesta anche con i colori degli indumenti indossati dalle principali protagoniste: Lily e' porta quasi sempre indumenti neri o molto scuri al contrario di Nina che veste sempre abiti chiari, bianchi o rosa, per accentuare ulteriormente la sua purezza.
Un altro elemento di contrasto e' quello tra la realta' della protagonista e la finzione, quella che rappresenta il ruolo che lei deve interpretare. Nina all'inizio e' consapevole che quello che lei diventa sul palco e' nettamente diverso da quello che e' nella realta. Ma pian piano che la sua ossessione per raggiungere la perfezione coreografica aumenta, Nina, perdera' ogni criterio e misura di distinzione tra la realta' e la fantasia, trovandosi cosi a sovvrappore la Nina della vita quotidiana con la Nina interprete dei due Cigni. E mentre queste forze oscure si combattono nella sua psiche portandola sul orlo della psicosi e dell'insanita' mentale, lei iniziera' ad immedesimarsi con il Cigno Nero che interpreta.
L'ultimo elemento chiave del film, ripreso dalla filosofia classica, e' lo specchio. Metafora del primordiale ed eterno contrasto tra l'Essere e l'Apparire. Lo specchio dunque, da ogetto fondamentale e irremovibile delle scuole e sale di danza classica, si trasforma nel oggetto che per eccelenza accentua il cambiamento di personalita' di Nina. La stessa, che dello specchio non puo' fare a meno, cerca il suo riflesso ovunque: nel camerino, sulla metro, a casa, nelle sale di prova del teatro. Nina e' ossessionata anche dalla sua stessa Immagine che la perseguita senza tregua. Lo specchio, durante tutto il film, e' quello che per primo fotografa il cambiamento di Nina e ne fa esaltare tutte le sue paure, insicurezze, incubi, allucinazioni ed ossessioni. Lo specchio e' il mezzo con il quale Nina si confronta col resto del mondo della danza, davanti al quale si trucca per perdersi nei panni del Cigno Nero nonche' il mezzo che "spezza l'incantesimo" della sua prigionia mentale e le regalera' la liberta' attraverso la morte.
Impeccabile la fotografia e gli effetti speciali sparsi un po' per tutto il film. Buona la regia e la sceneggiatura nonstante scorra abbastanza lentamente e senza troppi colpi di scena. Il finale e' abbastanza prevedibile e anche la storia non e' originalissima ( la protagonista si lascia ossessionare ed impossessare dalla interpretazione di un ruolo) ma la Portman e' piu' che brava a destreggiarsi nel ruolo della ambiziosa Nina combattuta tra invidie, paure e ossessioni.
Tutto sommato, un prodotto piu' che valido, con buone tematiche che vengono arrangiate bene per tutta la durata della pellicola, e buone interpretazioni. Capolavoro visivo (per via delle coreografie, fotografia) ma non di contenuti innovativi o originali.
Consigliato.
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