Il cigno nero |
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Un film di Darren Aronofsky.
Con Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis, Barbara Hershey.
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Titolo originale Black Swan.
Thriller,
durata 110 min.
- USA 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 18 febbraio 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
Il cigno nero
valutazione media:
3,34
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il cigno nero, la luce che spegne il buiodi Van DailerFeedback: 121 | altri commenti e recensioni di Van Dailer |
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martedì 1 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non credo sia necessario commentare le capacità artistiche di un'attrice e di un regista tanto rinomati, piuttosto preferisco offrire una mia valutazione riguardo questo capolavoro cinematografico. Il cigno, un animale tanto elegante quanto aggressivo che esprime in se i due principi di eros e tanathos, di angoscia e di speranza, nel film non si deve vedere associato ad una ragazza, ma ad un'artista. Se l'arte è l'esaltazione della sfera irrazionale ed emotiva, allora il cigno è la materializzazione dell'arte, e l'artista, che non produce, ma diviene la sua stessa opera, necessita di una metamorfosi che lo tramuti in cigno bianco e cigno nero. Questo è ciò che accade alla protagonista, una ragazza che perde ogni forma di connessione razionale con la realtà per confluire nella sua stessa anima tragica che, gradualmente, diviene il suo nuovo mondo. Nel palcoscenico assistiamo all'enfasi del metateatro, un processo circolare che ha inizio nella realtà che si cala nella finzione scenica che però è "falsa" e quindi il teatro è un luogo concreto quanto la sua messa in scena. La cosa che però mi permette di definere geniale questo lungometraggio è la sua capacità di intrappolare lo spettatore nelle emozioni della protagonista. In alcune scene in cui vi è la seduzione da parte di un uomo verso la protagonista, il pubblico maschile si sente toccato e non colui che corteggia la ragazza; in più la scena finale è il risultato di un processo inconscio di autoimmedesimazione dello spettatore. Il pubblico infatti è ormai così partecipe alla vita artistica della ragazza e non più quella reale così che l'atto finale rende felice lo spettatore per il compimento "eroico" dell'arte a scapito della vita stessa. La luce del genio artistico così riesce a spegne re la buia vita di una ragazza traumatizzata, che riesce in questo modo a diventare lei stessa pura luce.
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