Il cigno nero |
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Un film di Darren Aronofsky.
Con Natalie Portman, Vincent Cassel, Mila Kunis, Barbara Hershey.
continua»
Titolo originale Black Swan.
Thriller,
durata 110 min.
- USA 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 18 febbraio 2011.
- VM 14 -
MYMONETRO
Il cigno nero
valutazione media:
3,34
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film di grandi ambizioni con una brava attricedi jacopo b98Feedback: 37256 | altri commenti e recensioni di jacopo b98 |
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lunedì 10 giugno 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nina (Portman), ballerina classica a New York, ottiene la parte principale ne Il lago dei cigni di Tchaikovsky. Succube di una madre (Hershey) estremamente protettiva e delle sue paure, l’allenamento estremo per interpretare sia il cigno bianco che quello nero la farà crollare psicologicamente. Alla fine sarà perfetta ma pagherà la perfezione con la vita. Sceneggiato da Andrès Heinz, Mark Heyman e John McLaughlin, è un film che vuole suscitare e suscita scandalo per numerosi motivi: innanzitutto le numerose scene di masturbazione molto esplicite, accompagnate da esagerate scene di sesso, anche saffico, e autolesionismo. Ha aperto in concorso Venezia 67 e ha partecipato agli Oscar con la bellezza di cinque nomination, miglior film, regia, fotografia, montaggio e attrice protagonista, l’unico poi riconosciuto dall’Academy, peraltro meritatamente, ad una Portman memorabile che in una sofferta interpretazione mette tutta se stessa, impegnandosi anche in complesse scene di ballo. Difficile è attribuire un genere a questa controversa regia di Aronofsky, è un horror? In parte, molte le scene davvero insostenibili (Beth [Ryder] che si pugnala la faccia, Nina che si strappa la pelle dalle dita e picchia la madre…), ma non solo. Ci sono il melodramma e il thriller, oltre a numerosi sottogeneri. Di certo quello che si può dire è che un’opera che ha delle ambizioni, che però spesso non realizza, totalmente o solo in parte. Esemplari sono la prima e la seconda parte in cui il regista sottopone lo spettatore ad un calvario visivo e psicologico terribile, la sceneggiatura è sciocca, banale, volgare: che motivo c’è di così tante parole scurrili? Inoltre è stato, giustamente, criticato dal mondo del balletto, che ci ha tenuto ad evidenziare che le compagnie di ballo non sono tutte così. Poi c’è il finale, dove, grazie anche all’uso della musica di Tchaikovsky, il film è davvero emozionante, fino alla commozione finale con la morte della protagonista. Resta quindi un film riuscito a metà, con delle belle idee spesso mal sfruttate, che però affascina e coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine. BAFTA e Golden Globe, oltre a numerosi altri riconoscimenti, alla Portman.
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