Titolo originale Black Swan.
Thriller,
durata 110 min.
- USA 2010.
- 20th Century Fox Italia
uscita venerdì 18febbraio 2011.
- VM 14 -
MYMONETROIl cigno nero
valutazione media:
3,34
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una ragazza, dopo tanto lavoro e sacrifici, ottiene l’ambito ruolo di protagonista nel Lago dei cigni.
Darren Aronofsky ci aveva abituato a processi fisici, più che mentali, nel progredire della trama (vedi Requiem for a dream), questo film sicuramente non fa eccezione. La differenza reale tra Il cigno nero ed tutta la precedente produzione sta nella maniacale ricerca di perfezione, non solo nella storia o nella tecnica, ma nell’insieme di tutto. Ambientazione sontuosa all’interno del quale si svolge il dramma di una ragazza che per il suo scopo ha dato tutto e che, anche ottenuto ciò tanto bramato, ancora non sembra abbastanza, mai è abbastanza.
[+]
Una ragazza, dopo tanto lavoro e sacrifici, ottiene l’ambito ruolo di protagonista nel Lago dei cigni.
Darren Aronofsky ci aveva abituato a processi fisici, più che mentali, nel progredire della trama (vedi Requiem for a dream), questo film sicuramente non fa eccezione. La differenza reale tra Il cigno nero ed tutta la precedente produzione sta nella maniacale ricerca di perfezione, non solo nella storia o nella tecnica, ma nell’insieme di tutto. Ambientazione sontuosa all’interno del quale si svolge il dramma di una ragazza che per il suo scopo ha dato tutto e che, anche ottenuto ciò tanto bramato, ancora non sembra abbastanza, mai è abbastanza. Poi c’è il lato più amato dal regista, il tema del corpo, un corpo in deterioramento, un corpo che riflette uno stato mentale altrimenti insondabile dalla schiva e frigida protagonista. Questo però dev’essere un film importante, niente lascia respiro nell’angoscia che fin da subito attanaglia; sotterfugi dall’orrore, inquietanti più che veramente spaventosi come inquietante è la favola raccontata. Chi è veramente il nemico della poveretta? Un vortice di mistero assorbirà Nina prosciugandola fino a capire che forse, ciò da cui veramente bisognava difendersi era lei stessa. Alla fine comunque tutto andrà per il verso giusto (più o meno), e in qualche modo Nina imparerà a difendersi da sé stessa riuscendo ad ottenere l’applauso del pubblico, a caro prezzo però.
Oscar a Natalie Portman, godetevi l’interpretazione da ragazza intrappolata in perenne fase preadolescenziale, dolce, triste, struggente, crudele. [-]
[+] lascia un commento a noia1 »[ - ] lascia un commento a noia1 »
Gran bel film, premetto che non conoscevo il cinema di Aronofsky ma ne sono rimasta meravigliata. La metamorfosi del cigno bianco, perfetto in cigno nero ribelle e imperfetto visto attraverso la vita della prima ballerina di una compagnia newyorkese. Mettendo da parte le scene erotiche, molto spinte, il resto è un ottimo mix di suspance, tensione e noir, in alcuni punti riesce a far venire i brividi in quanto il film riesce a toccare corde molto sensibili. Da vedere assolutamente, tra l'altro l'interpretazione della Bella Natalie è fantastica, è riuscita davvero ad entrare dentro il film regalandoci una performance che spero le varrà l'Oscar per la migliore attrice protagonista!!
[+] lascia un commento a giuli18 »[ - ] lascia un commento a giuli18 »
Non credo sia necessario commentare le capacità artistiche di un'attrice e di un regista tanto rinomati, piuttosto preferisco offrire una mia valutazione riguardo questo capolavoro cinematografico.
Il cigno, un animale tanto elegante quanto aggressivo che esprime in se i due principi di eros e tanathos, di angoscia e di speranza, nel film non si deve vedere associato ad una ragazza, ma ad un'artista.
Se l'arte è l'esaltazione della sfera irrazionale ed emotiva, allora il cigno è la materializzazione dell'arte, e l'artista, che non produce, ma diviene la sua stessa opera, necessita di una metamorfosi che lo tramuti in cigno bianco e cigno nero.
Questo è ciò che accade alla protagonista, una ragazza che perde ogni forma di connessione razionale con la realtà per confluire nella sua stessa anima tragica che, gradualmente, diviene il suo nuovo mondo.
[+]
Non credo sia necessario commentare le capacità artistiche di un'attrice e di un regista tanto rinomati, piuttosto preferisco offrire una mia valutazione riguardo questo capolavoro cinematografico.
Il cigno, un animale tanto elegante quanto aggressivo che esprime in se i due principi di eros e tanathos, di angoscia e di speranza, nel film non si deve vedere associato ad una ragazza, ma ad un'artista.
Se l'arte è l'esaltazione della sfera irrazionale ed emotiva, allora il cigno è la materializzazione dell'arte, e l'artista, che non produce, ma diviene la sua stessa opera, necessita di una metamorfosi che lo tramuti in cigno bianco e cigno nero.
Questo è ciò che accade alla protagonista, una ragazza che perde ogni forma di connessione razionale con la realtà per confluire nella sua stessa anima tragica che, gradualmente, diviene il suo nuovo mondo.
Nel palcoscenico assistiamo all'enfasi del metateatro, un processo circolare che ha inizio nella realtà che si cala nella finzione scenica che però è "falsa" e quindi il teatro è un luogo concreto quanto la sua messa in scena.
La cosa che però mi permette di definere geniale questo lungometraggio è la sua capacità di intrappolare lo spettatore nelle emozioni della protagonista.
In alcune scene in cui vi è la seduzione da parte di un uomo verso la protagonista, il pubblico maschile si sente toccato e non colui che corteggia la ragazza; in più la scena finale è il risultato di un processo inconscio di autoimmedesimazione dello spettatore.
Il pubblico infatti è ormai così partecipe alla vita artistica della ragazza e non più quella reale così che l'atto finale rende felice lo spettatore per il compimento "eroico" dell'arte a scapito della vita stessa.
La luce del genio artistico così riesce a spegne re la buia vita di una ragazza traumatizzata, che riesce in questo modo a diventare lei stessa pura luce.
[-]
[+] lascia un commento a van dailer »[ - ] lascia un commento a van dailer »
“ Un viaggio onirico nella mente di un ballerina in cui realtà e immaginazione creano un ‘alchimia perfetta ”
Nina ( Natalie Portman ) , una giovane ballerina di New York , ambiziosa e fragile al tempo stesso , vede assegnarsi il ruolo della definitiva consacrazione , un ruolo che sente di poter interpretare solo a metà . Infatti il coreografo Thomas Leroy ( Vincent Cassel ) le assegna il doppio ruolo del cigno bianco e del cigno nero nella sua personale rivisitazione dell’opera “Il lago dei cigni” , da qui partirà la incessante ricerca per trovare il suo lato oscuro capace di farla arrivare alla perfezione nell interpretazione del cigno nero .
Un film sul mondo della danza , tema molto usato in questi ultimi anni dal mondo del cinema , che ha portato alla creazione di film molto spesso identici e fini a se stessi , con trame prevedibili e finali da “favola”.
[+]
“ Un viaggio onirico nella mente di un ballerina in cui realtà e immaginazione creano un ‘alchimia perfetta ”
Nina ( Natalie Portman ) , una giovane ballerina di New York , ambiziosa e fragile al tempo stesso , vede assegnarsi il ruolo della definitiva consacrazione , un ruolo che sente di poter interpretare solo a metà . Infatti il coreografo Thomas Leroy ( Vincent Cassel ) le assegna il doppio ruolo del cigno bianco e del cigno nero nella sua personale rivisitazione dell’opera “Il lago dei cigni” , da qui partirà la incessante ricerca per trovare il suo lato oscuro capace di farla arrivare alla perfezione nell interpretazione del cigno nero .
Un film sul mondo della danza , tema molto usato in questi ultimi anni dal mondo del cinema , che ha portato alla creazione di film molto spesso identici e fini a se stessi , con trame prevedibili e finali da “favola”. Da questo filone tipicamente “teenager” si discosta ampiamente Black Swan , un film d’autore , diciamo anche un film per pochi , con un ritmo serrato dovuto ai continui colpi di scena e alla totale assenza di banalità , in cui lo spettatore si trova suo malgrado coinvolto in una storia per molti aspetti dark e che non sembra prospettare vie d’uscita e induce a una sorta di stato d’ansia .
Il film spazia dal drammatico al thriller , e non disdegna qualche momento tipicamente horror , la protagonista è ingabbiata , costantemente sotto pressione e in preda a visioni non sempre piacevoli. Natalie Portman ci offre una grande prova attoriale , mostrandoci tutte le debolezze , le paure , le insicurezze di Nina , un ruolo cucito addosso a lei , anche grazie al suo aspetto fisico che ben la integra al mondo della danza .
Il regista Darren Aronofsky dimostra ancora grandi doti registiche e di direzione degli attori , molto bella la fotografia , il film passa in modo piacevole nonostante le quasi 2 ore , indice di una buona sceneggiatura e di un buon ritmo di fondo .
Consigliato a chi è appassionato di danza classica ma non solo , certamente un film da affrontare con una discreta carica di buon umore e senza la pretesa di aspettarsi un capolavoro .
[-]
[+] lascia un commento a vannyx89 »[ - ] lascia un commento a vannyx89 »
Un film capolavoro sulla danza, il corpo, l'anima di chi - in questo caso Natalie Portman, che interpreta Nina - entra talmente nella parte del cigno nero da trasformarsi e alla fine morire proprio come racconta la storia. L'interpretazione della Portman è ad altissimo livello e merita l'oscar ricevuto. Ho letto che lei, prima di inziare la carriera di attrice avrebbe voluto diventare ballerina. Anche per questo riesce a interpretare bene la parte, ma principalmente perché comunica i sentimenti agli spettatori e li commuove. Purtroppo il film non ha ricevuto gli altri oscar per cui ha avuto la nomination: miglior film, regia, montaggio e fotografia. Hanno preferito dare l'oscar a un altro bel film, "Il discorso del re", che è fatto benissimo, ma non ha il potere di trasformazione di questo film.
[+]
Un film capolavoro sulla danza, il corpo, l'anima di chi - in questo caso Natalie Portman, che interpreta Nina - entra talmente nella parte del cigno nero da trasformarsi e alla fine morire proprio come racconta la storia. L'interpretazione della Portman è ad altissimo livello e merita l'oscar ricevuto. Ho letto che lei, prima di inziare la carriera di attrice avrebbe voluto diventare ballerina. Anche per questo riesce a interpretare bene la parte, ma principalmente perché comunica i sentimenti agli spettatori e li commuove. Purtroppo il film non ha ricevuto gli altri oscar per cui ha avuto la nomination: miglior film, regia, montaggio e fotografia. Hanno preferito dare l'oscar a un altro bel film, "Il discorso del re", che è fatto benissimo, ma non ha il potere di trasformazione di questo film. Il cigno nero rappresenta anche l'immedesimazione che abbiamo spesso con ciò che stiamo interpretando e, in un certo senso, per chi riesce a coglierlo, ripropone un messaggio shakesperiano: "La vita è una commedia... e l'attore muore per davvero per essere fedele al copione...". Nel suo tentativo di seguire in pieno le direttive del suo regista, e anche perché delusa dal fatto che lui si sia messo con un'altra ballerina, Nina, alla fine si uccide, realizzando in pieno la trama del "Cigno nero". Nina vive tra realtà e sogno, dove i due spesso si mescolano. Avrei dato un premio anche a Vincent Cassell, Mila Kunis e alla splendida sceneggiatura. Questo è vero cinema, dove il regista ha il coraggio di "osare" e non semplicemente descrivere la realtà o i fatti storici.
[-]
[+] lascia un commento a jayan »[ - ] lascia un commento a jayan »
Darren Aronofosky dopo "The Wrestler" aveva la stessa ambizione della Nina di questo film insolito e bizzarro, pellicola che ha fatto discutere ma indiscutibilmente ha raggiunto incassi notevoli per un prodotto del genere (non dimentichiamo il marchio di "film d'autore" e il divieto ai minori di 14 anni). Nina, per raggiungere la perfezione in due ruoli, esamina il suo io diviso in due parti, una candida e l'altra perfida, oscura, che non ha mai esplorato, che la porterà alla rovina, a conflitti interiori e infine al suicidio. Il film è un bel pasticcio, un mix di horror, dramma, thriller psicologico, tragico racconto di (de)formazione, senza contare l'introduzione del balletto, che complica le cose e fa del corpo il punto chiave del film.
[+]
Darren Aronofosky dopo "The Wrestler" aveva la stessa ambizione della Nina di questo film insolito e bizzarro, pellicola che ha fatto discutere ma indiscutibilmente ha raggiunto incassi notevoli per un prodotto del genere (non dimentichiamo il marchio di "film d'autore" e il divieto ai minori di 14 anni). Nina, per raggiungere la perfezione in due ruoli, esamina il suo io diviso in due parti, una candida e l'altra perfida, oscura, che non ha mai esplorato, che la porterà alla rovina, a conflitti interiori e infine al suicidio. Il film è un bel pasticcio, un mix di horror, dramma, thriller psicologico, tragico racconto di (de)formazione, senza contare l'introduzione del balletto, che complica le cose e fa del corpo il punto chiave del film. Un film che del corpo ha però una visione totalmente diversa da quella del già citato "The Wrestler": se in quest'ultimo un corpo martoriato cerca la redenzione, ne "Il cigno nero" un corpo immacolato diventa marotoriato. L'interpretazione della Portman, straordinaria, regala lameno una stella a questo film. [-]
[+] lascia un commento a burton99 »[ - ] lascia un commento a burton99 »
La saga della ballerina tormentata con una mamma agghiacciante Nathalie Portman (proprio non ce la faccio a chiamare i personaggi col proprio nome fittizio, pur per carità mantenendo le distanze fra il privato e il professionale di un attore) si snoda sui binari della tensione e dell'angoscia in questo dramma psicologico a tinte thriller targato Darren Aronofsky. Regista bravo, indubbio, ma che spesso rovina nelle trappole del narcisismo “piacendosi”, per l'appunto, un po' troppo a macchie con inquadrature & movimenti di macchina un po' pacchianamente strappa-lacrime e non solo.
[+]
La saga della ballerina tormentata con una mamma agghiacciante Nathalie Portman (proprio non ce la faccio a chiamare i personaggi col proprio nome fittizio, pur per carità mantenendo le distanze fra il privato e il professionale di un attore) si snoda sui binari della tensione e dell'angoscia in questo dramma psicologico a tinte thriller targato Darren Aronofsky. Regista bravo, indubbio, ma che spesso rovina nelle trappole del narcisismo “piacendosi”, per l'appunto, un po' troppo a macchie con inquadrature & movimenti di macchina un po' pacchianamente strappa-lacrime e non solo. Vedere per credere il finale in cui il suo nome spicca in bella vista su un telo bianco che cade figurativamente sulla macchina da presa in uno scrosciare di applausi non suoi. Ben più lodevole del lavoro del regista è il soggetto e la sceneggiatura di Andres Heinz che si avvale della collaborazione di Mark Heyman e John J. McLaughlin per dare vita ad un percorso narrativo dolente che, sebbene scada un po' nella banalità abbeverandosi con ingordigia alla populistica fonte del criticismo sullo spietato mondo della danza e dello spettacolo in genere, merita un plauso se non altro per essere arrivata fino in fondo, senza macchia e senza paura di censura (in america, nonostante tutto, si può) tenendo sempre la soglia dell'attenzione alta in uno spettatore finanche scettico ma concentrato, anch'egli con una gran voglia di criticare ma che tutto sommato non ci riesce. Certo lasciano un po' perplessi le scene di piedi e mani deformi, spruzzi di sangue come lapilli di lava, creste di piume e gambe da cigno che spuntano come funghi su corpi di esseri umani psichicamente instabili e scene di sesso quasi esplicito in perfetto stile “youporn”. Il tutto, però, oltre ad avere la “giustifica” delle turbe mentali, trova la propria ragion d'essere nella sua natura stessa: l'opera, difatti, è un “romanzo di formazione” colorato di horror a risvolti tragici e ci sta che non proliferi senza i suddetti shots. Ponendo l'accento su chi va posto, prendiamo lo Stabilo in mano e facciamola finita: la divina Nathalie si regala il suo primo Oscar con un'interpretazione forse sì nelle sue corde psicosomatiche, ma che sempre senza fiato non può che lasciare. Vedere per credere parte seconda: espressione di soddisfazione mista a rabbia mista a sollievo mista a quello che volete voi durante la caduta finale del suo personaggio che muore, ride, sanguina e piange unendosi in toto al suo doppio scenico, resa con una maestria rara, punto. Innocentina, forse come sempre, ma sputateci voi sopra alle scene da ubriaca e da cigno nero vero e proprio, che rivelano una classe intrisa di studio e talento, che raccolgono in un'oncia di prosperità tutto il sudore di una bambina prodigio. Anche l'alter ego Mila Kunis è comunque perfetta per il ruolo, dotata com'è di una buona dose di “whore” face (senza offesa, per carità, questione di appeal), dotata com'è pur di applicazione in un ruolo comunque non facile, da contraltare a “contro” e basta. Un po' in stile cammeo invece la partecipazione di Winona Ryder, non troppo convincente nella parte dell'irascibile diva-ballerina in età pensionabile (cioè quarant'anni) che si sente oscurata dalla stellina di turno. Discorso simile per Vincent Cassel che si avvale del suo accento francese nonché della sua ambiguità innata per incarnare il capo-coreografo dal cuore d'oro ma dai metodi discutibili e l'intraprendenza del gigolò. Volendo tracciare un profilo definitivo si fatica un po', storditi, impressionati e scettici insieme. Il mondo della danza ne esce debilitato, Nathalie Portman è una grande attrice e Aronofsky un regista perlomeno interessante. Se è un “ma và” quello che vi esce dal cuore io che ciancio a fare. Senza tocco si diffonda nell'aere il mio “just enjoy it”.
[-]
[+] lascia un commento a frenky 90 »[ - ] lascia un commento a frenky 90 »
Nina Sayersè una talentuosa ballerina classica. Vive con sua madre, da giovane pure lei ballerina. Il rapporto fra le due donne è angosciante: la madre riflette le sue delusioni ed i suoi sogni infranti sulla figlia. Vivono in simbiosi pensando unicamente alla danza. Entrambe sono inquiete e nevrotiche. Proiettano ogni loro desiderio solo nel palcoscenico di un teatro.
[+]
Nina Sayersè una talentuosa ballerina classica. Vive con sua madre, da giovane pure lei ballerina. Il rapporto fra le due donne è angosciante: la madre riflette le sue delusioni ed i suoi sogni infranti sulla figlia. Vivono in simbiosi pensando unicamente alla danza. Entrambe sono inquiete e nevrotiche. Proiettano ogni loro desiderio solo nel palcoscenico di un teatro. Thomas Leroyè il regista di una versione del Lago dei Cigni. Nina è scelta per la parte di Odette. Fra i due inizierà un doloroso contrasto; il regista pretende l’emersione della parte ‘‘nera’’ di Nina. Quali sentimenti, quali inquietudini, quali frustrazioni prova un attore o un artista quando è incapace di penetrare nel personaggio richiesto? I due cigni: quello bianco e quello nero, rappresentano le inquietudini dell’artista nel momento della rappresentazione. Nina ha una atroce domanda, quasi impossibile: lei è un cigno bianco come può essere un cigno nero contemporaneamente. La crescente tensione nasce da questo dubbio ambiguo. La dualità, la divisione di personalità, il dimezzamento sono i termini essenziali. Thomasdeve trasformare la sua dolce e modesta personalità. Comprende il suo punto sensibile, la sua debolezza; Nina dichiara senza esitazione: “Io voglio solo essere perfetta”. Sarà proprio l’orgoglio a scardinare Nina. Se tu desideri essere perfetta devi trasformarti. Non devi più essere te stessa, sei inesistente. Cerca il tuo alter ego, cerca la tua diversità. Il tema della trasformazione è imprescindibile. Per ottenere questo risultato si scatenano le visioni. Il carattere si spezza, la schizofrenia è incipiente, ma improvvisamente tutto trova il suo culmine con l’arte. L’arte può esaltare la vita. L’arte è la vita. Noi viviamo una trasformazione – non quella di Nina – ma quella della creatività artistica. Darren Aronofskygioca con il mutamento, con la trasformazione con mani esperte ed abili. Usa delle tonalità bianco e nero in tutta la pellicola. La stessa diafana Nicole è parte integrante del bianco, come la sua collega Lily è il nero. Le ragazze sono separate all'inizio del percorso, poi si incontrano e si confrontano drammaticamente, fino a realizzare una unione sconvolgente: materiale e platonica. La trasformazione continua. Aronofsky la accentua utilizzando l’immagine riflessa in modo distaccato dalla principale. Lo specchio non riflette la persona di fronte servilmente. Invece rispecchia il suo orgoglio infinito, la sua disponibilità totale a compromettersi, la sua amoralità totale. Tutto il film è una continua duplicità. L’immagine principale è seguita dal suo alter ego riflesso ovunque: sugli specchi, sui vetri della metropolitana, sui bicchieri. Bisogna essere pronti a tutto se vogliano essere ‘‘perfetti’’. La solitudine prevale senza limite. Gli squarci della città oscuri, senza segno di vita, sono interrotti solo da una Nina sempre più indebolita. Il suo regista gli ordinerà “Ho un compito per te. Vai a casa e toccati. Vivi”. E per essere perfetta si trasforma accettando la perversione della vita. Siamo di fronte ad un incrocio fra un Dorian Gray ed una a Giovanna d’Arco: con le sue visioni e le sue voci. Per tutto il film sentiamo e viviamo le tensioni di un artista nel eseguire la sua opera d’arte. Il sudore, la fatica, lo sforzo, ma pure i dettagli particolari come le ferite ai piedi sono parte viva di un mestiere sempre complicato e disumano. Di fronte ad uno spettacolo possiamo apprezzare la sola apparenza.
Urliamo al capolavoro o fischiamo al fiasco senza comprendere minimamente il lavoro, la passione e l’impegno nascosto dalla perfezione del gesto. Non siamo di fronte ad un film sulla danza. Qualsiasi attività artistica poteva essere ripresa. Pure un gesto atletico e sportivo racchiudono in se la tensione del perfezionista. Aronofsky ci ha già mostrato nel suo The Wrestler l’umanità nascosta dello sport. Se una danzatrice volesse essere perfetta ed interpretare magistralmente Il Lago dei Cigni quale trasformazione sarebbe appropriata? Ovviamente trasformarsi nel cigno stesso. Natalie Portman non si risparmia minimamente per ottenerla. La sua interpretazione è esagerata, sopra le righe. Quale trasformazione ha dovuto compiere Natalie per essere Nina?
[-]
[+] ok.....??? (di mariatiziana)[ - ] ok.....???
[+] lascia un commento a andyflash77 »[ - ] lascia un commento a andyflash77 »
Indubbiamente si tratta del capolavoro di Aronofsky, che crea un gioiello di regia e grazia, con riprese dettagliatissime e sconvolgenti che accompagnano una sceneggiatura molto bella e piena di suspense. Ma oltre la grandiosa fotografia e un montaggio azzeccato, c'è la prova strabiliante di Natalie Portman, che sembra essersi spinta al di sopra dei limiti come il personaggio da lei interpretato(meritatissimi i riconoscimenti ottenuti), Nina, che nella trama deve andare oltre la sua personalità fragile ed introversa, trasformandosi nel seducente e crudele cigno nero; una metarecitazione dunque, che mette la Portman nell'olimpo delle migliori attrici del momento (e certamente del futuro) e che ci fa capire la non facilità del mestiere dell'attore.
[+]
Indubbiamente si tratta del capolavoro di Aronofsky, che crea un gioiello di regia e grazia, con riprese dettagliatissime e sconvolgenti che accompagnano una sceneggiatura molto bella e piena di suspense. Ma oltre la grandiosa fotografia e un montaggio azzeccato, c'è la prova strabiliante di Natalie Portman, che sembra essersi spinta al di sopra dei limiti come il personaggio da lei interpretato(meritatissimi i riconoscimenti ottenuti), Nina, che nella trama deve andare oltre la sua personalità fragile ed introversa, trasformandosi nel seducente e crudele cigno nero; una metarecitazione dunque, che mette la Portman nell'olimpo delle migliori attrici del momento (e certamente del futuro) e che ci fa capire la non facilità del mestiere dell'attore. Notevoli anche, le performances di Vicent Cassel e Mila Kunis.
L'importanza del film, a parte la descrizione del mondo del balletto dei giorni nostri, è data dalle riflessioni psicologiche di cui discute, su come sia possibile immedesimarsi talmente tanto in un ruolo da far sfociare una doppia personalità che, potrebbe portarci alla totale auto-distruzione, solo per rendere perfetta la propria prestazione allo spettacolo; d'altra parte c'è anche la totale dedizione che si dà all'attività che amiamo, fino allo sfinimento ed alla perdizione del nostro essere.
“Il Cigno Nero” è un'opera emozionante e turbolenta, che sa mettere in risalto il valore della danza e delle sue meravigliose musiche(firmate Tchaikovskij), che dopo la sua visione, anche i peggiori ignoranti brameranno per la conoscenza di ciò che c'è dietro i famosi balletti russi creati da Daghilev; ed è anche per questo che, risulta senz'altro una delle migliori pellicole degli anni duemila.
[-]
[+] lascia un commento a shiningeyes »[ - ] lascia un commento a shiningeyes »
Nina (Portman), ballerina classica a New York, ottiene la parte principale ne Il lago dei cigni di Tchaikovsky. Succube di una madre (Hershey) estremamente protettiva e delle sue paure, l’allenamento estremo per interpretare sia il cigno bianco che quello nero la farà crollare psicologicamente. Alla fine sarà perfetta ma pagherà la perfezione con la vita. Sceneggiato da Andrès Heinz, Mark Heyman e John McLaughlin, è un film che vuole suscitare e suscita scandalo per numerosi motivi: innanzitutto le numerose scene di masturbazione molto esplicite, accompagnate da esagerate scene di sesso, anche saffico, e autolesionismo. Ha aperto in concorso Venezia 67 e ha partecipato agli Oscar con la bellezza di cinque nomination, miglior film, regia, fotografia, montaggio e attrice protagonista, l’unico poi riconosciuto dall’Academy, peraltro meritatamente, ad una Portman memorabile che in una sofferta interpretazione mette tutta se stessa, impegnandosi anche in complesse scene di ballo.
[+]
Nina (Portman), ballerina classica a New York, ottiene la parte principale ne Il lago dei cigni di Tchaikovsky. Succube di una madre (Hershey) estremamente protettiva e delle sue paure, l’allenamento estremo per interpretare sia il cigno bianco che quello nero la farà crollare psicologicamente. Alla fine sarà perfetta ma pagherà la perfezione con la vita. Sceneggiato da Andrès Heinz, Mark Heyman e John McLaughlin, è un film che vuole suscitare e suscita scandalo per numerosi motivi: innanzitutto le numerose scene di masturbazione molto esplicite, accompagnate da esagerate scene di sesso, anche saffico, e autolesionismo. Ha aperto in concorso Venezia 67 e ha partecipato agli Oscar con la bellezza di cinque nomination, miglior film, regia, fotografia, montaggio e attrice protagonista, l’unico poi riconosciuto dall’Academy, peraltro meritatamente, ad una Portman memorabile che in una sofferta interpretazione mette tutta se stessa, impegnandosi anche in complesse scene di ballo. Difficile è attribuire un genere a questa controversa regia di Aronofsky, è un horror? In parte, molte le scene davvero insostenibili (Beth [Ryder] che si pugnala la faccia, Nina che si strappa la pelle dalle dita e picchia la madre…), ma non solo. Ci sono il melodramma e il thriller, oltre a numerosi sottogeneri. Di certo quello che si può dire è che un’opera che ha delle ambizioni, che però spesso non realizza, totalmente o solo in parte. Esemplari sono la prima e la seconda parte in cui il regista sottopone lo spettatore ad un calvario visivo e psicologico terribile, la sceneggiatura è sciocca, banale, volgare: che motivo c’è di così tante parole scurrili? Inoltre è stato, giustamente, criticato dal mondo del balletto, che ci ha tenuto ad evidenziare che le compagnie di ballo non sono tutte così. Poi c’è il finale, dove, grazie anche all’uso della musica di Tchaikovsky, il film è davvero emozionante, fino alla commozione finale con la morte della protagonista. Resta quindi un film riuscito a metà, con delle belle idee spesso mal sfruttate, che però affascina e coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine. BAFTA e Golden Globe, oltre a numerosi altri riconoscimenti, alla Portman. [-]
[+] lascia un commento a jacopo b98 »[ - ] lascia un commento a jacopo b98 »