Giorgio Verdelli ricostruisce la carriera di Lelio Luttazzi, interrotta bruscamente nel 1970 per un errore giudiziario. Espandi ▽
Seguendo lo swing, negli anni '50 e '60 compose canzoni come "Legata a uno scoglio", "Rabarbaro Blues",
"Vecchia America" (per il Quartetto Cetra), "Una zebra a pois" (per Mina), "El can de Trieste" (in
triestino), "Souvenir d'Italie", forse il suo maggior successo, che sbarcò anche in America, incisa da
Perry
Como. Oltre che musicista, pianista e interprete delle proprie canzoni, fu direttore d'orchestra, attore
(
L'avventura di
Antonioni,
L'ombrellone di
Risi) ed eccezionale conduttore radiofonico e televisivo, da Hit
Parade a Studio Uno e Doppia coppia: Lelio Luttazzi, uno degli showman più eleganti e poliedrici apparsi sui
nostri schermi, nato con lo smoking, con un'anima jazz e un umorismo affiliato e bonario. Dopo i ritratti di
Ezio Bosso,
Pino Daniele,
Paolo Conte, Giorgio Verdelli ricostruisce la sua carriera, il clamoroso errore
giudiziario che la interruppe bruscamente nel 1970 (a lui è ispirato
Detenuto in attesa di giudizio di
Nanni
Loy) e, soprattutto, lo charme e l'intelligenza con cui rinnovava la musica e lo spettacolo italiani.