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I soliti ignoti , La grande guerra, I nuovi mostri, Nuovo mondo di Crialese del 2007. Quanti lungometraggi non hanno vinto l’Oscar, né come regia, né come miglior film. Anche l’immenso Albertone non ha mai avuto questo importante riconoscimento. Eppure chi più di Sordi ha meglio rappresentato la romanità e la genuina cultura italiana nel mondo? Con queste considerazioni non voglio certo sminuire la validità dell’opera di Sorrentino & Co., ma rimane l’amarezza di vedere che spesso negli Stati Uniti vedono l’arte italiana o come la patria dell’intrigante mafioso, dipingendolo come un eroe romantico e pieno di fascino, oppure come un’accozzaglia di maschere felliniane, con le loro turbe sessuali e le loro ossessioni mondane. Poi quest’eterna crisi del trentenne piuttosto che il quarantenne, ora con Sorrentino è arrivata al sessantacinquenne! Ma perché non utilizzare il cinema, che è sicuramente la forma d’arte più potente del nostro tempo, come veicolo di valori e pensieri positivi, basati sull’onestà, sulla sana fatica quotidiana, sul sacrificio costruttivo, su ideali puliti e incentrati per una corretta crescita spirituale? Chi l’ha detto che l’arte deve essere sempre “negativa”, triste, drammatica?
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