Agente Speciale 117 al servizio della Repubblica - Allerta rossa in Africa Nera

Film 2021 | Commedia, 116 min.

Regia di Nicolas Bedos. Un film con Jean Dujardin, Pierre Niney, Fatou N'Diaye, Natacha Lindinger, Gilles Cohen. Cast completo Titolo originale: OSS 117: Alerte rouge en Afrique noire. Genere Commedia, - Francia, 2021, durata 116 minuti. Uscita cinema giovedì 11 novembre 2021 distribuito da I Wonder Pictures. - MYmonetro 2,14 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 10 novembre 2021

Una sontuosa produzione da 19 milioni di budget con protagonista il Premio Oscar Jean Dujardin che torna per la terza volta nei panni della celebre spia francese creata da Jean Bruce. In Italia al Box Office Agente Speciale 117 al servizio della Repubblica - Allerta rossa in Africa Nera ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 7,4 mila euro e 5,8 mila euro nel primo weekend.

Consigliato no!
2,14/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 2,42
PUBBLICO 2,00
CONSIGLIATO NÌ
Cambia la regia ma non la carica comica, che conferma dietro l'ottusità dell'agente di Dujardin una satira spietata della cultura francese.
Recensione di Tommaso Tocci
giovedì 11 novembre 2021
Recensione di Tommaso Tocci
giovedì 11 novembre 2021

La Repubblica francese è cambiata, e con essa la sua spia più rappresentativa: l'agente speciale 117, al secolo Hubert Bonisseur de La Bath, si affaccia agli anni ottanta tra la paura del comunismo e il terrore di non essere più quello di una volta. Dopo una missione in Afghanistan viene parcheggiato dietro un computer mentre una nuova recluta, l'agente 1001, parte per salvare una dittatura africana appoggiata dalla Francia che rischia di essere deposta. Ma Hubert ha ancora qualche asso nella manica, e non ci vorrà molto prima di vederlo sbarcare in prima persona sul territorio africano.

Ne è passato di tempo dall'ultima volta, agente 117: una quindicina d'anni nell'universo della storia, che balza dal finire degli anni Sessanta agli inizi degli Ottanta, e più di dieci nel mondo reale, che rivisita la saga parodico-spionistica con un terzo capitolo stavolta nelle mani di un nuovo regista.

Si congeda Michel Hazanavicius, autore dei primi due film, e fa il suo ingresso Nicolas Bedos, perfettamente a suo agio in una serie il cui trucco più mirabolante è di rimanere ostinatamente uguale a se stessa.

Bedos ne sa qualcosa di illusionismi temporali e seduzione del grande pubblico, come dimostra il successo del suo La belle époque. A distanza di due anni, il regista e sceneggiatore non batte ciglio nel passaggio a un genere diverso e si fa carico di sviscerare le paure dell'agente più ottuso di Francia, che già lo avevano visto smaniare per l'avvento degli hippies nel secondo capitolo. Stavolta l'obsolescenza è certificata da un nuovo collega-rivale, giovane e più aperto (un Pierre Niney come al solito godibilissimo), a fargli da spalla. E mentre lo spettro di Mitterand e del comunismo incombono sulla madrepatria, c'è da sistemare una spinosa questione in quel paese africano senza nome che comunque della Francia non può fare a meno (almeno agli occhi di Hubert).

Il particolare stile comico della saga non si sposta di una virgola, e mette in ridicolo il razzismo, l'omofobia e l'ignoranza del personaggio di Dujardin mentre al tempo stesso lo trasforma in un'icona della lotta al politically correct per chi sente di averne bisogno. L'enfasi monocorde della scrittura e degli sketch, improbabilmente costante attraverso i film, gli anni e i registi, eleva una maschera farsesca a eroe del "quando si poteva ancora scherzare".

E mai l'aderenza è stata più totale, visto che questo terzo capitolo mette di fronte alla cultura francese la questione coloniale in modo diretto. Hubert ha sempre in qualche modo rappresentato una satira della Francia stessa, ma stavolta la Francia si sublima addirittura come rapporto da consumare nell'estasi del desiderio, gettando il cuore oltre ogni defaillance.

L'essere diventata una trilogia non chiude ma anzi sembra aprire al futuro della saga, che d'altronde mantiene Bond come riferimento caricaturale primario (Allerta rossa in Africa nera introduce anche un'elaborata sequenza sui titoli di testa in pieno stile 007, con tanto di "title song"). E del resto se l'agente al servizio di sua maestà può attraversare i decenni mantenendo una natura conservatrice e reazionaria, perché non può farlo anche la controparte al servizio della repubblica?

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 13 novembre 2021
Maramaldo

Caro Tommaso Tocci, ringrazio e profitto dell'ospitalità. Non riesco a vedere il film, "una sontuosa produzione da 19 milioni con un premio oscar". Non maltrattato oltre che da te neanche da altri illustri critici forestieri.Quel Bedos, farlo passare inosservato... Come mai una così ristretta presentazione? Quanto c'è di meglio su piazza?Rivolgo per il tuo tramite un'istanza al Grande Fratello della [...] Vai alla recensione »

FOCUS
FOCUS
sabato 13 novembre 2021
Simone Emiliani

Il cinema di Nicolas Bedos è come un vecchio proiettore. Costruisce attraverso i personaggi (i due protagonisti di Un amore sopra le righe) o i luoghi (il café di Lione di La belle époque) la propria fiera delle illusioni. I suoi viaggi cinematografici sono la versione francese di quelli di Richard Curtis. Rispetto al cineasta e sceneggiatore britannico, c’è meno follia e fascino, più calcolo e consapevolezza. Dall’inizio degli anni ’70 di Un amore sopra le righe e il 16 maggio 1974 di La belle époque, con Allerta rossa in Africa Nera, film di chiusura del 74esimo Festival di Cannes, Bedos approda al 1981.

L’agente speciale 117, nome in codice di Hubert Bonisseur de la Bath, deve affrontare un’altra pericolosa missione, stavolta in Africa: sedare una rivolta contro il tirannico presidente Bamba. A lui viene affiancato un altro agente speciale, il numero 1001, interpretato da Pierre Niney, che è completamente diverso da lui. Il cineasta, che ha sostituito Michel Hazanavicius che non ha potuto dirigere il terzo capitolo della saga perché impegnato nelle riprese di Il principe dimenticato e soprattutto non convinto della sceneggiatura, lascia subito la sua impronta sulla serie con il suo tocco vintage sugli oggetti (il computer, la Renault Gordini), sui colori neutri con cui vengono filmati i paesaggi e sui volti dei protagonisti che potrebbero essere usciti da una commedia spionistica degli anni ’60, tra quelle di Philippe de Broca con Jean-Paul Belmondo (L’uomo di Rio e L’uomo di Hong Kong) e le bizzarre e affascinanti escursioni di Claude Chabrol (Marie Chantal contro il dr. Kha).

Il regista francese eredita un impianto già collaudato che in Francia, nei primi due capitoli realizzati nel 2006 e nel 2009, ha avuto un grandissimo successo di pubblico superando in entrambi i casi i due milioni di spettatori. Si affida ancora a Jean Dujardin che potrebbe anche pilotare il film da solo e alla sceneggiatura di Jean-François Halin che ha dato un altro preciso marchio temporale alla saga dopo il 1955 di Missione Cairo e il 1967 di Missione Rio. Da una parte si porta dietro le tracce di 007 nel mix tra azione e seduzione come nella scena dell’affascinante pilota dell’elicottero dopo la fuga e nella sua parodia quando il suo la responsabile dell’hotel dove alloggia gli preferisce il collega.

In realtà però, ancora di più rispetto ai primi due film, Allerta rossa in Africa Nera va al di là del contrasto modello/dissacrazione di James Bond. La prima ragione riguarda l’origine letteraria dei due personaggi; l’agente speciale 117 (in originale OSS 117) è stato protagonista dei romanzi di spionaggio scritti da Jean Bruce e pubblicati a partire dal 1949 mentre Ian Fleming ha creato Bond nel 1953. La seconda invece mostra Dujardin con la goffaggine e l’incoscienza dell’ispettore Clouseau, anche se nascosto dietro una sicurezza che fa apparire i suoi gesti ancora più ridicoli: l’espressione con cui guarda il manifesto di François Mitterand che proprio nel 1981 diventerà il nuovo Presidente della Repubblica francese prendendo il posto di Giscard d’Estaing, il modo con cui saluta la folla appena arrivato in Africa e il suo sbigottimento davanti a uno dei momenti più divertenti del film, quello in cui l’agente speciale 1001 gli fa l’imitazione.

L’obiettivo di Bedos è chiaro: illudersi di girare Allerta rossa in Africa Nera nell’anno in cui è ambientato. Il 1981 è l’anno di Solo per i tuoi occhi, che fa parte del gruppo dove 007 è stato interpretato da Roger Moore. Ma è anche lo stesso anno di I predatori dell’arca perduta. L’agente Speciale 117 prende qualcosa da Indiana Jones: l’inconsapevole autoironia, la tendenza ad affrontare la morte come una sfida alla roulette russa. La sua momentanea reincarnazione esce fuori quando parla in tedesco con il leone facendolo allontanare. Il cinema di Bedos però cerca anche quella scorrettezza tra il cinema demenziale statunitense e Ricky Gervais attraverso le battute omofobe e razziste del protagonista. Anche in questo caso la commedia prevale sull’action, la ricostruzione temporale sulla nostalgia. Le citazioni sono sempre molto precise, come quella di Marius Trésor, il primo giocatore di colore a giocare nella nazionale francese di calcio dove è diventato anche capitano. “La Francia va meritata” dice l’agente a un bambino che sta giocando con un pallone.

Bedos si tuffa nell’epoca anche da un punto di vista stilistico: lo zoom sui personaggi negativi, l’uso del montaggio alternato. Nella magia del viaggio nel tempo si vedono però gran parte dei meccanismi di un’impalcatura visiva di un film troppo pensato che tra la continuità con i due capitoli precedenti e la rottura si pone a metà.

FOCUS
mercoledì 10 novembre 2021
Giovanni Bogani

Agente speciale 117 al servizio della Repubblica – Allerta rossa in Africa nera è l’undicesimo film sull’agente segreto OS117, nato dalla penna di Jean Bruce quattro anni prima che Ian Fleming pubblicasse una sola riga del suo 007. Undicesimo film, sì: ma i primi otto sono rintanati nelle pieghe del tempo, fra il 1957 e il 1970. Questo è, più propriamente, il terzo che rilegge il personaggio in chiave di parodia, dopo Missione Cairo del 2006 e Missione Rio del 2009. A interpretare il personaggio dell’agente segreto è, anche questa volta con un misto irresistibile di stupidità, leggerezza e forza di seduzione, Jean Dujardin.

E dunque rieccolo, quel bellimbusto sessista, razzista, pasticcione, demodé di OS117. Ovvero, tutto quello che avreste voluto vedere di 007 e non avete più osato chiedere. Già, perché se al cinema abbiamo appena visto uno 007 “vero” che si è tolto, del personaggio originale, quasi tutto tranne lo smoking, perdendo per strada sicurezze, arroganza, ma anche canagliesca seduttività, qui abbiamo qualcuno che le caratteristiche degli 007 di Sean Connery e Roger Moore ce le ha tutte. Soprattutto le peggiori. E noi possiamo regalarci il piacere, un po’ peccaminoso, di ritrovare il “vecchio” 007 dentro una sua parodia.

Fra l’altro, particolare minuscolo ma significativo, a doppiare Dujardin nella versione italiana del film è Francesco Prando: che doppia anche il James Bond di Daniel Craig. E se lo sceneggiatore delle tre parodie – Missione Cairo, Missione Rio e Allerta rossa in Africa nera – è lo stesso, Jean-François Halin, qui cambia, e non è un dettaglio, il regista: via Michel Hazanavicius, l’uomo che aveva portato Jean Dujardin fino all’Oscar con The ArtistDujardin ha vinto la statuetta come Miglior attore protagonista per quel film – e dentro Nicolas Bedos, quarant’anni e spiccioli, che aveva fatto irruzione nel salotto buono del cinema francese con La belle époque, nel 2019.

Era un ottimo film, La belle époque: raccontava di un gruppo di teatranti che ricreava, a pagamento, viaggi nel tempo. Al protagonista Daniel Auteuil offriva una full immersion nella primavera del 1974, e lui estasiato nel ritrovare oggetti, vestiti, pettinature, atmosfere di quegli anni. Il gioco con il tempo passato torna anche in Allerta rossa in Africa nera. Finiamo in un anno non lontano da quel 1974: siamo nel 1981, quando in Francia si stanno preparando le elezioni che vedranno il socialista Mitterrand trionfare, a sorpresa, sul conservatore Valéry Giscard D’Estaing.

E dunque, ecco nel film i manifesti elettorali, e OS117 – appena scampato alle grinfie dei sovietici “cattivi” in Afghanistan – che discute delle elezioni con il suo capo, interpretato dal bravo Wladimir Yordanoff al suo ultimo film – è morto l’anno passato, poco dopo la fine delle riprese. Entrambi convengono su quanto sarebbe orrendo e deprecabile il trionfo di Mitterrand: “La sinistra al potere! Le file davanti ai negozi vuoti, niente acqua né elettricità, i carri armati russi in parata sugli Champs-Elysès…!”, esclama il capo. E Dujardin annuisce, compreso, costernato. Ovviamente saranno del tutto smentiti dalla Storia: Mitterrand vincerà e non accadrà niente di tutto questo.

Però, il viaggio nel tempo che il film offre è godibile, così come le strizzatine d’occhio alla Storia. Come quei diamanti che il dittatore africano, nel film, dà a OS affinché li faccia giungere al presidente francese Giscard D’Estaing: è un’allusione allo “scandalo dei diamanti”, che D’Estaing avrebbe ricevuto dal dittatore africano Bokassa, scandalo che lo travolse proprio nell’imminenza delle elezioni.

Ma se quelle sono citazioni, come dire?, tutte francesi, ben più universali sono le citazioni bondiane. Chi ama lo 007 doc, tutto certezze, dell’era Connery e anche dell’era Moore, troverà una miniera di piccoli regali. I titoli di testa scorrono sulle note di una canzone che più bondiana non si può, e che echeggia Bond fin dal titolo, “From Africa with Love”, mentre nella stessa sequenza le immagini proiettate su corpi di donna sono un’allusione sia a Dalla Russia con amore che a Goldfinger.  Nel film apparirà un localizzatore, una scatoletta nera con una spia rossa che fa bip, esattamente come in Goldfinger. OS117 troverà un “vilain” con un uncino d’acciaio al posto della mano, e i coccodrilli, allusioni a Vivi e lascia morire, il primo 007 dell’era Roger Moore. Troverà fra le lenzuola una bestia dal veleno mortale, come in Licenza di uccidere. E non mancheranno i campi da golf, le ragazze in bikini, le piscine. E una musica di sax che cita Solo per i tuoi occhi.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 27 gennaio 2022
Alice Sforza
Il Giornale

Terzo film della saga dedicata all'irresistibile agente segreto francese OSS 117, impersonato da un perfetto Jean Dujardin, che smonta, con ironia, razzismo e sessismo. In questa nuova missione, 117 è alle prese con un giovane agente speciale, scomparso in Kenya, dove si era recato a sostegno dello spregevole leader locale. Toccherà a lui andare a salvarlo.

giovedì 11 novembre 2021
Gianluca Tana
Sentieri Selvaggi

Con Agente speciale 117 al servizio della Repubblica - Allarme rosso in Africa nera ritorna Hubert Bonisseur de la Bath, meglio noto come l'OSS 117, agente segreto interpretato da Jean Dujardin, molto amato in Francia e riportato sullo schermo nel 2006 da Michel Hazanavicius, che qui lascia la regia a Nicolas Bedos. Bedos prosegue il discorso di decostruzione parodica del genere spionistico avviato [...] Vai alla recensione »

mercoledì 10 novembre 2021
Massimo Lastrucci
Cineforum

Terza comica avventura nata dalla riesumazione di una delle grandi spie prodotte dalla letteratura di massa. Anzi: Hubert Bonisseur de la Bath (questo l'improbabile vero nome), creato da Jean Bruce, ha cominciato le sue avventure nelle edicole e nelle librerie delle stazioni ferroviarie transalpine nel 1949, ben prima dello 007 che debutterà nel 1953.

martedì 2 novembre 2021
Emanuela Martini
Film TV

Hubert Bonisseur de La Bath, 14 anni dopo, dal 1967 di Missione Rio al 1981 di Allerta rossa in Africa nera. Annus horribilis, il 1981, quello in cui il socialista François Mitterand vinse le elezioni presidenziali francesi, contro il predecessore di centrodestra Giscard d'Estaing. Un trauma per l'agente segreto più conservatore del mondo, che parte in missione per il Kenya durante la campagna elettorale [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 ottobre 2021
Francesco Del Grosso
Cineclandestino

C'è chi va, chi viene e chi invece decide di restare. Se con No Time to Die, Daniel Craig ha ufficialmente dato l'addio a James Bond, del quale ha vestito i panni negli ultimi cinque episodi della saga dedicata al celeberrimo personaggio immaginario creato nel 1953 dallo scrittore britannico Ian Fleming, aprendo di fatto la "caccia" all'attore che ne raccoglierà il testimone, al contrario un Jean Dujardin [...] Vai alla recensione »

NEWS
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venerdì 5 novembre 2021
Giorgio Crico

Su MYmovies i primi minuti della terza avventura cinematografica di Hubert Bonisseur de la Bath. Dall'11 novembre al cinema. Guarda l'inizio »

TRAILER
martedì 5 ottobre 2021
 

Il terzo ed ultimo capitolo della saga francese di grandissimo successo, divenuta ormai un cult. Da giovedì 11 novembre al cinema. Guarda il trailer »

NEWS
giovedì 16 settembre 2021
 

Una sontuosa produzione da 19 milioni di budget con protagonista il Premio Oscar Jean Dujardin. Vai all'articolo »

CANNES FILM FESTIVAL
venerdì 25 giugno 2021
 

Il film è il “Last Screening” di questa edizione. Al cinema dal 4 novembre. Vai all’articolo »

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