Titolo internazionale | Let Yourself Go |
Anno | 2017 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 102 minuti |
Regia di | Francesco Amato |
Attori | Toni Servillo, Verónica Echegui, Carla Signoris, Luca Marinelli, Pietro Sermonti Carlo Luca De Ruggieri, Valentina Carnelutti, Giulio Beranek, Vincenzo Nemolato, Giacomo Poretti, Paolo Graziosi, Odette Adado, Antonio Petrocelli, Glen Blackhall, Lucia Modugno, Stefania Felicioli, Gilberta Crispino, Hervé Ducroux, Claudio Pallitto, Arpad Vincenti, Micol Pavoncello, Giulia Paulis, Claudio Di Segni. |
Uscita | giovedì 13 aprile 2017 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,95 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 23 giugno 2020
Elia, uno psicanalista arido di emozioni, si trova costretto a dimagrire. In palestra incontra un'eccentrica personal trainer che gli cambierà la vita. Il film ha ottenuto 3 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Lasciati andare ha incassato 1,9 milioni di euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Elia Venezia è uno psicanalista che cura i suoi pazienti anche attraverso l'ipnosi. La sua pigrizia rasenta i languori di Oblomov, la sua taccagneria non riguarda solo il denaro ma anche le energie vitali, che conserva come se dovessero servirgli per qualche esistenza successiva. Anche il suo rapporto con la moglie Giovanna, da cui è separato in casa (ma l'appartamento in cui abitano è diviso strategicamente in due), sono improntati alla passività: lei gli lava la biancheria, gli cucina il polpettone e il venerdì lo trascina a teatro. Ma quando la ghiottoneria e il sovrappeso rischiano di creare ad Elia seri problemi di salute, lo psicanalista si vede costretto a fare ciò che detesta con tutto se stesso: un po' di esercizio fisico. Ad allenarlo sarà una improbabile personal trainer, la spagnola Claudia, sciroccata sempre pronta a cacciarsi nei guai ma dotata di una capacità speculare a quella di Elia: lui ristruttura le menti, lei i corpi. Inutile dire che la strana coppia finirà per rivelarsi una preziosa società di mutuo soccorso, e che fra Elia e Claudia nascerà una grande amicizia.
Al suo terzo lungometraggio di finzione dopo Ma che ci faccio qui! e Cosimo e Nicole, Francesco Amato si cimenta con questa urban comedy cucita addosso a Toni Servillo che presta ad Elia la sua fisicità leggermente appesantita e il suo disincanto esistenziale, ma aggiunge una misura di tenerezza e una vis comica finora poco vista (in lui) sul grande schermo.
Accanto a Servillo, Veronica Echegui sembra un tricche tracche in perenne scoppiettio, sempre eccessiva e rumorosa, ma occasionalmente capace di un'introspezione psicologica che non ha bisogno di diplomi e lettini da analisi.
Intorno a loro si sviluppa una galleria di personaggi minori capitanata da Carla Signoris nel ruolo di Giovanna, campionessa di saggezza e di ironia: galleria che trova la sua espressione comica più alta in Luca Marinelli, ormai consacrato nell'olimpo degli interpreti più versatili del grande schermo nazionale, qui nei panni del patetico Ettore, un buono a nulla malinconico e balbuziente. Nota di merito anche per Giulio Beranek nei panni di un calciatore che avremmo voluto vedere più spesso in scena, e Vincenzo Nemolato in quelli di Yuri.
La sceneggiatura, firmata da Francesco Bruni e Davide Lantieri, oltre allo stesso Amato, è agile e misurata, flirta con lo stereotipo (che penseranno la comunità ebraica del braccino corto di Elia e quella ucraina dell'eloquio scomposto di Yuri?) e si lascia andare a microderive che fanno la differenza, in una commedia ben riuscita. Quel che manca è un po' di spazio di improvvisazione in una struttura (più filmica che narrativa) che trattiene Servillo entro i limiti della sua consumata disciplina teatrale, nonostante il titolo del film sia proprio un esplicito invito a "lasciarsi andare". Marinelli quello spazio di improvvisazione se lo prende senza indugi, e segna in rete con un goal da fantasista, invece che accontentarsi di un ruolo da mediano.
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Commedia piacevolissima, con caratterizzazione dei personaggi interessante. Servillo, che non amo, bravo nella parte di un misogino, ebreo, avaro e persona priva di affettività. Carla Signoris, che non conosco, nella parte della moglie separata, molto piacevole. Ma soprattutto, come sempre quando c'è lui, colpisce Marinelli, qui ritornato ad un ruolo, anche se buffo e spesso [...] Vai alla recensione »
Inizia in sordina ma è un turbine in crescendo di battute e attori meravigliosi: Servillo guida un cast che tiene il suo passo anche nei ruoli secondari e anche gli attori solitamente più drammatici qui fanno ridere, con intelligenza e un inedito senso dello humor. Esilarante Servillo, incantevole la Signoris, sorprendente la Echegui, un fuoriclasse Marinelli, ma davvero azzeccati tutti: [...] Vai alla recensione »
Comicità di gusto woodyalleniano, attori impeccabili per personaggi stravaganti, e storia che sorprende. Quando è a un passo dal scegliere la strada più semplice, ecco che nel giro di una battuta e una risata il film, con intelligenza e una punta di follia, rilancia e va a parare dove meno ti aspetti. Per chi apprezza la commedia pura, di genere, questo si chiama colpo di scena. Il [...] Vai alla recensione »
Un commedia spumeggiante alla Howard Hawks, battute più o meno belle infilate una dietro l'altra. Una sceneggiatura molto interessante, quindi, ma bravissimi soprattutto Servillo e la Echegui. Proprio il personaggio della personal trainer spagnola mi è piaciuto molto, per la sua allegria e tenerezza che contagiano l'annoiato analista.
Tre stelle/4. Godevole commedia fuori dall'ordinario. Attori in stato di grazia e occasione per vedere un Servillo insolito,che sembra anche ringiovanito. Molto brava la Signoris e Marinelli...il solito incredibile camaleonte. Ci sono ritmo,situazioni isilaranti,assenza assoluta di battute di dubbio gusto e di volgarità. Si esce dalla sala con ottimismo e buon umore.
Prodotto da passatempo con un inedito, ironico, spaesato e disincantato Toni Servillo che si ricicla in una parte comica, riuscendo anche a non cadere nel ridicolo. Film che rientra negli schemi classici della commedia all'italiana, ma che nella sua leggerezza e superficialità può anche essere visto con una certa simpatia soprattutto grazie alla vivacità della protagonista [...] Vai alla recensione »
Una commedia perfetta in cui si fondono con armonia reminiscenze dei mostri sacri del passato sia nostrano che internazionale, spaziando da Woody Allen a Manfredi, da Gassman ai fratelli Cohen.Servillo è favoloso anche in queste vesti "comiche", anzi, è stupefacente come Francesco Amato gli abbia cucito addosso un ruolo così apparentemente distante da ciò che l'attore ci aveva abituato ad apprezzare. [...] Vai alla recensione »
Toni Servillo torna nelle sale cinematografiche con il film "Lasciati Andare" in un ruolo per lui insolito e comico e, cioè, quello di uno psicanalista molto pigro, disincantato e ben distante dal resto del mondo e dalla varia umanità che affolla il suo lettino di medico ed inoltre separato in casa dalla propria moglie (Carla Signoris) che però lo accudisce ancora [...] Vai alla recensione »
Ahi ahi, decisamente una prova non riuscita, nonostante Servillo sia un interprete di tutto rispetto, la Signoris di norma convincente, Marinelli ce lo ricordiamo con nostalgia come lo Zingaro, nemico giurato dell'antieroe capitolino Enzo Ceccotti ovvero"Jeeg Robot". Ma questa pellicola è onestamente imbarazzante: storia improbabile che fa acqua da tutte le parti.
Il modello narrativo (e non solo) è quello di Scialla! L'incontro/scontro/abbraccio tra un intellettuale agé e una presenza giovanile ignorante, lacunosa, inaffidabile ma carica di un'energia vitale positivamente contagiosa. Il modello ha il brevetto di Francesco Bruni, il migliore scenggiatore italiano, evidentemente alle prese con archetipi a lui famigliari messi in scena con [...] Vai alla recensione »
Quando sono arrivato ai titoli di coda non posso dire che l'ora e mezza non mi fosse passata veloce, pero' la sola cosa che é riuscita a venirmi in mente, un pensiero che mi ha perseguitato sempre più man mano che il film si sviluppava, é la scena di Fantozzi che, interpellato, urla la frase liberatoria : UNA CAGATA PAZZESCA !! Mi dispiace forse non é politically [...] Vai alla recensione »
Ma che razza di film è questo? Sceneggiatura banale e noiosa. Mi chiedo come mai Servillo abbia accettato di fare un film come questo. Ho resistito solo mezz'ora e poi me ne sono andato. I produttore mi rimborserà i 6 euri del biglietto?
Le premesse sono buone, ma dopo 15 minuti il film scade decisamente nella banalità. Trama e battute sembrano quelle dei film di Boldi e De Sica. Solo che a dirle questa volta è Servillo e quindi guai! Se lo critichi non capisci nulla! Servillo ha toppato. Echegui davvero imbarazzante.Quasi fastidiosa. Signoris anonima. Bravo solo Marinelli.
l'interpretazione magistrale di Giovanna, la pseudo moglie del protagonista cui Carla Signoris ha dato vita, e una scelta generale dei personaggi veramente appropiata nei ruoli rendono il merito d'un lavoro corale piacevole e fresco da gustare sotto molteplici punti di vista. Elia infatti non è un protagonista unico ed egoista, ma un anfitrione del mondo che lo circonda.
È politicamente troppo scorretto se cito Fantozzi per esprimere ciò che penso di questo film? Non importa, lo dico comunque : UNA CAGATA PAZZESCA. Tutto inverosimile dall'inizio alla fine , assai deludente che Toni Servillo si presto a queste operazioni, ma probabilmente lo sopravvalutavo.
Commedia divertente, si ride dai, accidenti che bella e brava Veronica Echegui.
Film divertente e gradevole.Attori bravi e solito Servillo avanti a tutti.Consigliato.
Commedia dalla trama semplice con un discreto cast dove svetta Toni Servillo che da solo regge tutta la pellicola. Le battute sono poche ed il lato comico è solo accentuato, non si ride mai ma ogni tanto si sorride. Non c'è molto altro da dire o da sottolineare; un prodotto più che sufficiente che si guarda con piacere ma nulla più.
Bello, toni Servillo e’ bravo, non bello come Mastroianni, ma bravo. Un cast giusto, si rivede pure irriconoscibile Luca Marinelli direttamente da “Jeeg Robot “, qualche battute e gli sbuffi di Servillo fanno ridere, i dialoghi egregi, la ragazza spagnola (Veronica Echegui) simpatica. Insomma con il pretesto di smaltire un po’ di pancia, si confeziona un’ora e mezza di ottima cinematografia.
http://www.cinemabendato.it/index.php/film-in-sala/item/1818-lasciati-andare-francesco-amato-recensione
Ancora stereotipi razzisti sugli ebrei... per far ridere! Come dicono i sciocchini dei film mediocri italiani: "è carino". Segnato dagli stereotipi razzisti da stampo nazista, da noi sopravvissuti agevolmente al regime, qualvolta ci fa scappare una risatina. Toni Servillo è uno psicanalista ebreo (visto che Freud era ebreo.
Lasciati andare è il film di Francesco Amato, con Toni Servillo. L'attore napoletano -sì, è di Afragola, ma è napoletano- negli anni si è guadagnato una franchigia che è di pochi: quando arriva nella sale lo vai a vedere. Un privilegio che apparteneva a gente come Sordi, Gassman, Mastroianni e pochi altri. E a Totò naturalmente. Nell'età dell'oro del cinema italiano. E mi piace iniziare proprio con un contrappasso, di arte e di tempo, fra Totò e Servillo, un riconoscimento che li unisce al livello più alto, che per la gente di cinema è molto raro, una laurea honoris causa in "Discipline della musica e del teatro". A Totò è stata consegnata dopo che era morto da cinquant'anni e in questi giorni, scrivendo del "principe", ho cercato di indovinare le sue parole alla notizia della laurea "Ci ho messo un secolo a prenderla, sono lo studente più fuoricorso del mondo".
Servillo ha sempre tenuto alla sua "napoletanità", omologandosi a un altro gigante, facendo Eduardo nelle "Voci dentro" di Eduardo.
Chi ha visto la commedia al "Piccolo", faceva fatica a distinguere il vecchio dal giovane, definiamoli così. Che Servillo possa rappresentare, al livello più alto, il teatro e il cinema è un altro segnale che appartiene a pochi.
In Lasciati andare Servillo è Elia, uno psicanalista che sarebbe invece un perfetto paziente in quel senso, sdraiato a esternare, invece che seduto ad ascoltare. È un pigro radicale, di soldi, di affetti, di tutto. Vive con una moglie, e non può essere che separato in casa, alla quale concede solo... pigrizia, appunto. Quando arrivano problemi di salute e occorre fare qualcosa, Elia si vede costretto a fare esercizio fisico. E così irrompe nella sua vita Claudia, personal trainer spagnola, iperattiva e matta al punto giusto. L'opposto del dottore nel carattere e nel ruolo: lui esperto di mente e lei di corpo. E il "corpo" diventa strumento di recitazione: non è facile passare da soggetto lento e bolso a reattivo e scattante. Come quando rincorre Claudia lungo una scalinata ripida senza perdere terreno.
Piacevole, spiritosa commedia italiana, priva di volgarità, con il serioso Toni Servillo in un ruolo buffo, capace di compiaciuta autoironia. Lo psicanalista ebreo Elia Venezia, avaro, goloso, pigro e egoista, abita di fronte all'ex moglie, la psicologa infantile Giovanna. Condividendo con lei bucato e opera. Dove s'addormenta, come davanti ai pazienti.
Elia è uno psicanalista di origini ebraiche. Separato si fa comunque fare il bucato dalla moglie che vive nell'appartamento accanto. Sembra concepito da L'avaro di Moliere e un personaggio di Allen. Quando il medico gli impone attività fisica si trova quasi per caso a farla con Claudia una personal trainer spagnola, squinternata e confusa. Aggiungete un po' di pazienti di Elia dalle connotazioni spassose, [...] Vai alla recensione »
"Il ridicolo non è minaccioso", sentenzia Elia Venezia, psicanalista ebreo, agiatissimo residente nel Ghetto romano, burbero, pigro e viziato al punto da utilizzare da colf l'ex moglie domiciliata sul medesimo pianerottolo. A forte rischio di diabete, viene messo a stretto regime alimentare e sportivo dal medico. L'incontro con una personal trainer spagnola e svitata gli dimostra che cambiare si può. [...] Vai alla recensione »
Psicanalista ebreo tirchio (Servillo) incontra personal trainer spagnola generosa (Echegui). Lo dovrebbe solo far dimagrire e invece lo farà divertire, eccitare (dopo parecchio tempo), forse uccidere (la signora ha frequentato dei criminali) e, addirittura, pensare di rinunciare all'accidia (c'è un'ex moglie che vive dirimpetto da riconquistare). Quando il cinema di Allen (soprattutto La dea dell'amore) [...] Vai alla recensione »
Sprezzante nei confronti dell'attività fisica, lo strizzacervelli Elia Venezia (Toni Servillo) capita in palestra solo per riaggiustare i valori della glicemia, ma il rapporto con la svitata personal trainer spagnola Claudia (Veronica Echequi) lo aiuterà a capire che forse a essere davvero in crisi è il suo ego e non il suo corpo. Carina l'idea al centro di Lasciati andare; e apprezzabile la scelta [...] Vai alla recensione »
Jep Gambardella fa lo psicanalista con barba freudiana nella dite ebraica romana, anafettivo e taccagno sfruttatore di ex moglie. Gli sconvolge l'equilibrio la giovane personal trainer spagnola anti colesterolo. Nella prima parte è una commedia sofisticata nostrana afflitta dal modello Allen, nella seconda è l'abbordo tra il diavolo e l'acquasanta con morale psicosomatica, la terza una "splastick comedy" [...] Vai alla recensione »
Abbiamo appena finito di dire che la commedia cinematografica italiana langue, che perde colpi e mordente in senso inversamente proporzionale alla sua resistente presenza in quantità massicce, che ecco nuovi elementi costringono a un riesame. Lasciati andare di Francesco Amato è uno di questi (ma lo è anche Moglie e marito, primo lungometraggio di finzione di Simone Godano, che esce negli stessi giorni). [...] Vai alla recensione »