ollipop
|
lunedì 18 febbraio 2013
|
quando il genio fa cinema
|
|
|
|
Tutto cio che fa cinema grande cinema è concentrato in questo capolavoro : ritmo incalzante personaggi indimenticabili sceneggiatura perfetta e regia magistrale ; il razzismo visto da Tarantino diventa storia del cinema , dialoghi poi essenziali
primi piani con sguardi che non necessitano di parole scene di violenza al limite dell'assurdo e del grottesco ma di una efficacia sconvolgente
Tutti si muovono in una sorta di teatro dove ognuno svolge un ruolo peculiare e fondamentale a costruire un affresco di rara efficacia . La recitazione poi supportata da un doppiaggio perfetto concorre a ingigantire questa pellicola che non conosce soluzioni di continuità ma ti incolla alla poltrona per oltre due ore e mezza .
[+]
Tutto cio che fa cinema grande cinema è concentrato in questo capolavoro : ritmo incalzante personaggi indimenticabili sceneggiatura perfetta e regia magistrale ; il razzismo visto da Tarantino diventa storia del cinema , dialoghi poi essenziali
primi piani con sguardi che non necessitano di parole scene di violenza al limite dell'assurdo e del grottesco ma di una efficacia sconvolgente
Tutti si muovono in una sorta di teatro dove ognuno svolge un ruolo peculiare e fondamentale a costruire un affresco di rara efficacia . La recitazione poi supportata da un doppiaggio perfetto concorre a ingigantire questa pellicola che non conosce soluzioni di continuità ma ti incolla alla poltrona per oltre due ore e mezza .
Il "visionario" di Tarantino la sua capacità geniale di mescolare personaggi e situazioni fanno di questa pellicola una sorta di antologia del cinema stesso dove cinema è spettacolo originalità e teatralità
[-]
|
|
[+] lascia un commento a ollipop »
[ - ] lascia un commento a ollipop »
|
|
d'accordo? |
|
raffaelemarino
|
domenica 24 febbraio 2013
|
da vedere assolutamente
|
|
|
|
Un film esuberante, con tanta ironia scritta tra le righe, non mancano le "tarantinate"sangue che schizza e persone che volano colpite da pallottole,è proprio questa la peculiarità del film,inserire piccoli spunti grotteschi in un contesto cmq appartenuto alla realtà del passato. Come in legend bastard,altro bel film di tarantino, non manca la vendetta verso le razze predominanti del sistema raccontato nel film, cioè della razza bianca verso quella nera.Un film che può sembrare scontato ma che in realtà si fa guardare con interesse proprio perchè si perde l'attenzione verso il finale che già lo si intuisce dall'inizio e la si acquista verso la struttura del film;interessa molto di più lo svolgersi degli eventi, che della storia.
[+]
Un film esuberante, con tanta ironia scritta tra le righe, non mancano le "tarantinate"sangue che schizza e persone che volano colpite da pallottole,è proprio questa la peculiarità del film,inserire piccoli spunti grotteschi in un contesto cmq appartenuto alla realtà del passato. Come in legend bastard,altro bel film di tarantino, non manca la vendetta verso le razze predominanti del sistema raccontato nel film, cioè della razza bianca verso quella nera.Un film che può sembrare scontato ma che in realtà si fa guardare con interesse proprio perchè si perde l'attenzione verso il finale che già lo si intuisce dall'inizio e la si acquista verso la struttura del film;interessa molto di più lo svolgersi degli eventi, che della storia.Anche la Fotografia di Robert Richardson su scala di marrone e grigio è diretta magistralemte, da molto il senso di cupo, di vendetta, di "giustizia sia fatta". Gli attori hanno caratterizzato i loro personaggi in maniera divina non scadendo in copie di film passati e mantenendo sempre quel livello di verismo che solo in America si può apprezzare,Fox che abb apprezzato in un ray charls molto caratterizzato, qui lo troviamo asciutto che parla solo con gli occhi.Di caprio il cattivo , molto pulito in tutto il film tranne nella scena a tavolo qdo si arrabbia, forse troppo esagerato,waltz irriverente e divertente mai macchiettistico.Una sola pecca per me: 150 min è un pò troppo specialmente dopo un'ora e quaranta ho iniziato a sentire il voler raccontare un pò più del dovuto bastavano anche massimo due ore,parecchie scene si potevano alleggerire.Cmq il mio consiglio è di vederlo!!che il ciak sia con voi raffaele marino
[-]
|
|
[+] lascia un commento a raffaelemarino »
[ - ] lascia un commento a raffaelemarino »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
mercoledì 11 febbraio 2015
|
un liberto, un cacciatore di taglie, un signorotto
|
|
|
|
DJANGO UNCHAINED (USA, 2013) diretto da QUENTIN TARANTINO. Interpretato da JAMIE FOXX, CHRISTOPH WALTZ, LEONARDO DICAPRIO, KERRY WASHINGTON, SAMUEL L. JACKSON, JAMES REMAR, BRUCE DERN, FRANCO NERO, DON JOHNSON
Nel 1858 il dentista Tedesco King Schultz, diventato cacciatore di taglie, libera dalla servitù lo schiavo nero Django, e ne fa il suo compagno di avventure e punizioni. Una volta che il rapporto di lavoro fra i due uomini è saldamente stabilito, Django rivela che sua moglie Broomhilda è costretta a lavorare come serva nella piantagione di un ricco e malvagio proprietario terriero, il cui domestico principale è un subdolo nero zoppo.
[+]
DJANGO UNCHAINED (USA, 2013) diretto da QUENTIN TARANTINO. Interpretato da JAMIE FOXX, CHRISTOPH WALTZ, LEONARDO DICAPRIO, KERRY WASHINGTON, SAMUEL L. JACKSON, JAMES REMAR, BRUCE DERN, FRANCO NERO, DON JOHNSON
Nel 1858 il dentista Tedesco King Schultz, diventato cacciatore di taglie, libera dalla servitù lo schiavo nero Django, e ne fa il suo compagno di avventure e punizioni. Una volta che il rapporto di lavoro fra i due uomini è saldamente stabilito, Django rivela che sua moglie Broomhilda è costretta a lavorare come serva nella piantagione di un ricco e malvagio proprietario terriero, il cui domestico principale è un subdolo nero zoppo. Django e Schultz entreranno dunque nella proprietà privata del signorotto, assistendo alle sevizie che questo bieco individuo infligge ai suoi sottoposti, e mantengono inizialmente un atteggiamento di studiata complicità per poi far esplodere la rivolta contro il nemico comune. Schultz ci rimetterà la vita dopo aver ucciso il magnate, ma Django riuscirà a liberare la consorte portando avanti in solitaria una battaglia costante e alla fine vittoriosa. Si è scritto di questo film che è una rivisitazione americana dello spaghetti-western italiota, ma in realtà va in tutt’altra direzione, almeno per due ragioni: la storia è ambientata tre anni prima dello scoppio della Guerra di Secessione e il protagonista, come accade raramente nel genere western, è di carnagione scura. È il più lungo film di Tarantino come durata (165 minuti che però scorrono gradevolmente e senza appesantire lo spettatore) ma anche il più politicamente impegnato nella denuncia del razzismo di stampo bianco che nel protagonista si affianca al desiderio di vendetta, finalizzato al riscatto della sua famiglia da una condizione estremamente opprimente e umiliante. C’è anche uno sberleffo evidente e spassosissimo di un classico del cinema statunitense muto degli anni 1910, ossia Nascita di una nazione di David Wark Griffith, e si tratta della presa in giro del Ku Klux Klan: capeggiati da D. Johnson, i cavalieri di una banda schiavista indossano scomodi cappucci che durante la cavalcatura impediscono di vedere bene, e subito dopo ci rimettono le penne. L’azione parte dal Texas e si protrae poi nel Mississippi, e in questi stati viene più spesso adoperato il fucile Remington che i revolver Colt. Ricco di citazioni prese in prestito specialmente dai capostipiti del genere e dai classici immortali di questa scuola cinematografica così complessa da raffigurare in immagini audiovisive: particolarmente emblematica è la scena finale, in cui viene suonato il tema principale di Lo chiamavano Trinità… di Enzo Barboni Clucher. Il colto ed elegante Waltz conquista il suo secondo Oscar grazie all’interpretazione del flemmatico e imperterrito dentista/ammazzasette, e c’è da dire che Tarantino, dirigendolo anche nel film ( Bastardi senza gloria) che gli fece guadagnare il primo premio alla cerimonia degli Academy Awards, abbia fatto la sua fortuna, a stringere un sodalizio artistico con lui. Il coraggioso e imperturbabile Foxx si contrappone a un DiCaprio che la spunta con maestria mirabolante in un inconsueto ruolo di cattivo che fa della sua intelligenza lo strumento maggiore di sfruttamento delle risorse umane che può convogliare attorno a sé come un magnete di potenza irresistibile. Infine il calvo Jackson dagli occhi acquosi incarna con piglio beffardo e malignità sogghignante il vecchio governante appoggiato a un bastone che rappresenta molto più che una semplice spalla di DiCaprio: il suo macabro umorismo e la sua recitazione infinitesimale la fanno da padroni nel dominare la scena. Idealmente scomponibile in due parti, la prima più avventurosa e dedita all’azione mozzafiato e calibrata con una telecamera attivissima oltre che scrupolosa, e la seconda più concentrata sull’analisi psicologica dei personaggi. Tarantino ci mette abitualmente del suo, e si ritaglia come suo solito un piccolo ruolo che fa la sua comparsa nel secondo tempo, e nella veste ormai navigata e consumata di regista riesce ancora a stupire sfoderando discorsi profondi, trovate originali, violenza buttata in faccia agli spettatori con crudezza inattaccabile e, non ultimo, un monito lontano ma perfettamente udibile di speranza per coloro che combattono contro le ingiustizie con l’obiettivo di condurre una vita il più possibile estranea alle spoliazioni e alle sofferenze.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
bedtimedavide
|
sabato 19 gennaio 2013
|
tarantino,una garanzia!
|
|
|
|
La formula è sempre la stessa dei suoi ultimi lavori,ma chi lo dice che bisogna sempre rinnovarsi per colpire il pubblico e realizzare un bellissimo film?Tarantino inserisce i temi a lui cari,vendetta,ribellione,violenza (ma quella dei 'buoni' non è mai ingiustificata),realizzando un altro classico per la sua carriera,se non superiore a meraviglie come Kill Bill,Pulp Fiction o Bastardi Senza Gloria,sicuramente al loro livello.Questa volta la vendetta si inserisce nel contesto delle oppressioni sui neri nell'America ottocentesca pre-guerra civile,un periodo duro,un tema difficile come quello della schiavitù smorzato dalla solita ironia che riesce a tirar su un sorriso anche nelle scene più crude del film.
[+]
La formula è sempre la stessa dei suoi ultimi lavori,ma chi lo dice che bisogna sempre rinnovarsi per colpire il pubblico e realizzare un bellissimo film?Tarantino inserisce i temi a lui cari,vendetta,ribellione,violenza (ma quella dei 'buoni' non è mai ingiustificata),realizzando un altro classico per la sua carriera,se non superiore a meraviglie come Kill Bill,Pulp Fiction o Bastardi Senza Gloria,sicuramente al loro livello.Questa volta la vendetta si inserisce nel contesto delle oppressioni sui neri nell'America ottocentesca pre-guerra civile,un periodo duro,un tema difficile come quello della schiavitù smorzato dalla solita ironia che riesce a tirar su un sorriso anche nelle scene più crude del film.Un'altra certezza di qualità è indubbiamente Christopher Waltz,attore eccelso in grado di focalizzare tutta l'attenzione su di sè nonostante non sia propriamente l'attore protagonista,insieme a Di Caprio rappresentano i personaggi che più ho amato e su cui sono costruiti i dialoghi migliori (ho adorato le scene a Candy Land per l'appunto),stupito di come un grandissimo attore come Leonardo Di Caprio non abbia ancora ricevuto un oscar,è di una versalità pazzesca e ce lo dimostra ancora una volta lavorando per la prima volta con Tarantino che gli cuce addosso un personaggio spietato,folle ed inquietante lontano dal dolce Jack del Titanic o l'Aviator di Scorsese.C'è tanto sangue,c'è da aspettarselo considerando il regista,ma nonostante le scene a volte tanto crude e forti, la forza motrice del film è positiva,è l'amore provato da Django per la sua Brunhilda.E' un sentimento puro che prescinde al tema della ribellione alla schiavitù,al razzismo e alla discriminazione (tra l'altro non solo tra bianchi e neri,ma anche solo tra 'neri'),è la purezza di Djanco che controbilancia la crudeltà di molte scene.Da sottilineare l'ottima colonna sonora,il pezzo di Elisa scritto con Morricone lo reputo il migliore della sua carriera e valorizza tantissimo il nostro bagaglio musicale su scala mondiale,e la fotografia (alcuni giochi di luci davvero mozzafiato).In conclusione,consiglio a tutti questo film,ai fan del genere e a che si appresta per la prima volta ad un film di Quentin.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a bedtimedavide »
[ - ] lascia un commento a bedtimedavide »
|
|
d'accordo? |
|
skeptomai
|
lunedì 21 gennaio 2013
|
django unchained
|
|
|
|
Finalmente mister Tarantino è riuscito a dare forma a un desiderio che (ne sono certo) covava dentro di se da molto tempo: fare suo il genere western. E che forma, quella di Django Unchained. L’ultimo lavoro del regista si presenta come un film che stilisticamente ed esteticamente (la sua estetica, naturale) si avvicina caparbiamente alla perfezione, e con questo voglio dire che Django è un film perfettamente riuscito, che è esattamente come doveva essere. Un epopea di violenza, vendetta, rivalsa personale e umana; la schiavitù è un argomento che potrebbe portarci molto lontano, invero insolito per Tarantino, ma naturalmente il “che cosa” viene rappresentato dice poco o nulla senza il “come”, che ci incanta mentre seguiamo divertiti una mandria di normali assassini razzisti mentre sbandano a destra e a manca imprecando contro i buchi dei loro cappucci (bianchi, ovvio), o che ci fa apprezzare la bellezza di uno spruzzo di sangue che imbratta dei soffici fiori di cotone (bianchi, ovvio).
[+]
Finalmente mister Tarantino è riuscito a dare forma a un desiderio che (ne sono certo) covava dentro di se da molto tempo: fare suo il genere western. E che forma, quella di Django Unchained. L’ultimo lavoro del regista si presenta come un film che stilisticamente ed esteticamente (la sua estetica, naturale) si avvicina caparbiamente alla perfezione, e con questo voglio dire che Django è un film perfettamente riuscito, che è esattamente come doveva essere. Un epopea di violenza, vendetta, rivalsa personale e umana; la schiavitù è un argomento che potrebbe portarci molto lontano, invero insolito per Tarantino, ma naturalmente il “che cosa” viene rappresentato dice poco o nulla senza il “come”, che ci incanta mentre seguiamo divertiti una mandria di normali assassini razzisti mentre sbandano a destra e a manca imprecando contro i buchi dei loro cappucci (bianchi, ovvio), o che ci fa apprezzare la bellezza di uno spruzzo di sangue che imbratta dei soffici fiori di cotone (bianchi, ovvio). Il “come” insomma urla: io sono Quentin Tarantino. Continuando, questo Django Unchained ha uno sguardo personale verso la nostra Italia: tutti sono a conoscenza del suo legame con il quasi omonimo fratello maggiore (per età) di Sergio Corbucci, e delle presenze di Franco Nero e del grande Ennio Morricone che esprimono la volontà di un tributo agli spaghetti western del regista statunitense, da lui sempre ammirati e amati.
Ora, volendo giustificare le quattro stelle, e tentando di non essere odioso, mi sorge spontaneo commentare: Pulp Fiction era altro. La nuova opera continua deliziosamente l’evoluzione della filmografia di Tarantino, accompagnando lo spettatore in un percorso storico personalissimo che dopo essere passato per il nazismo, torna sui suoi passi ai tempi della guerra civile, ma dichiara e rende definitivamente manifesto il diverso rapporto con lo stile, la forma e le tematiche che avevano contraddistinto lavori come Le Iene o (in particolare) il sopra citato Pulp Fiction. Ho scritto ‘diverso rapporto’ perché in effetti non li ha abbandonati né cambiati, me l’eleganza e la perfezione costringono e penalizzano le atmosfere e quel valore aggiunto inafferrabile e personalissimo che ha reso Pulp Fiction il capolavoro che è. Quindi, il percorso di Tarantino evolve, progredisce e continua a (ri)cercare, così come dev’essere il percorso di un cineasta. Questa ricerca lo ha allontanato dalla torbida freschezza dei primi lungometraggi, e ha portato a una pulizia cristallina e una solidità formale che rischia di farsi rigidità.
Concludendo, film godibile suona più come un eufemismo, Django Unchained è monumentale, una gioia per occhi e orecchie (che lavoro Waltz, Di Caprio, Foxx!), colmo di citazioni (permettetemi di riportare la meravigliosa e raffinata strizzata d’occhi a Arancia Meccanica: sembra che il povero Ludovico Van non voglia essere lasciato in pace) e di sequenze memorabili. Prendo atto tuttavia dell’evoluzione di cui scrivevo poco sopra, con un pochino di nostalgia quando assisto a un dibattito tra uomini incappucciati (controvoglia) che discutono sulle fattezze dei loro cappucci, con uno strano sapore in bocca, che sa di mance lasciate al bar e di massaggi ai piedi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a skeptomai »
[ - ] lascia un commento a skeptomai »
|
|
d'accordo? |
|
michelangelo scialfa
|
martedì 22 gennaio 2013
|
la storia reinterpretata da tarantino
|
|
|
|
Un film Tarantiniano con la T maiuscola, non solo per l'ottima fattura che si riconferma (Nolan prendi nota!) ma soprattutto per essere la riprova dell'evoluzione piena del grandissimo regista nato all'insegna del Pulp, del quale non rinnega le origini ma bensì ne esalta ancor più la forza scenica stillandolo saggiamente lungo la strada narrativa.
[+]
Un film Tarantiniano con la T maiuscola, non solo per l'ottima fattura che si riconferma (Nolan prendi nota!) ma soprattutto per essere la riprova dell'evoluzione piena del grandissimo regista nato all'insegna del Pulp, del quale non rinnega le origini ma bensì ne esalta ancor più la forza scenica stillandolo saggiamente lungo la strada narrativa.
La trama, seppur eccezionale, non è altro che un pretesto...
La grandezza non sta nell'intreccio spaccacervelli alla Nolan o nella linearità magistrale alla Hitchcock...
Ma nella modalità della narrazione dell'intreccio stesso mediato attraverso personaggi a dir poco straordinari, sia in quanto soggetti scenografici che in quanto attori sublimi!
E a tal proposito come non citare l'altra grandissima riconferma di Christoph Waltz questa volta nei panni di un ex dentista ora cacciatore di taglie, dal linguaggio forbito e modi raffinati che stridono con le sue azioni cruente, ma mai gratuite. Assolutamente fantastico "come buon tedesco" nella surreale trasposizione del mito dei nibelunghi!
Una modalità di narrazione e di montaggio unica e inimitabile, con una sensibilità musicale da orecchio assoluto visivo! Un' agilità nel cambio di tono improvviso da 0 a 100 in meno di 3 secondi degno di una supersportiva!
Ma sappiamo chi è il genio tarantiniano!
Non mi dilungherei nelle innumerevoli "genialate" che troviamo durante la visione di Django (quindi: andate a vederlo!) ma riprenderei quell'evoluzione lasciata in sospeso...
Vedo in Tarantino una sorta di regista cinematografico che analizza gli eventi storici dal basso - vedi la scena della fantasiosa, ma quanto mai più vera genesi del KKK - una nuova caratteristica che adoro, ma che dico? Che amo!
Un'evoluzione tutt'altro che semplicie, dalle pretese e premesse culturalmente elevate, che avanza su un terreno assai scivoloso: il rischio di cadere nel banale e soprattutto nel ridicolo è sempre dietro l'angolo, ma Quentin dimostra di sapersi destreggiare egregiamente tra i vari registri narrativi, unendo assurda comicità e atroce verità in maniera incantevolmente emozionante.
Tarantino riesce a trasportarci in un mondo dominato dall'assurdo dei contrasti; figura principe il maggiordomo Stephen, un negro più razzista dei bianchi (un po' come i meridionali leghisti) interpretato dal ritrovato Samuel L. Jackson.
Un mondo, che, per sua stessa caratteristica appena analizzata, è totalmente e dichiaratamente irreale.
Un mondo arteffato, ossia cinematografico!, che permette a Quentin Tarantino, libero da dogmi manualistici, di rintracciare l'essenza vera della Storia e soprattutto dei comportamenti umani, riuscendo così a spiegar brillantemente le orribili verità del nostro passato.
A onor del vero, elemento già presente nell'altro capolavoro, forse nel complesso della sua totalità filmica superiore, di Bastardi senza Gloria!
Ok sono di parte, concesso...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a michelangelo scialfa »
[ - ] lascia un commento a michelangelo scialfa »
|
|
d'accordo? |
|
tiamaster
|
mercoledì 23 gennaio 2013
|
maestri davanti e dietro la cinepresa
|
|
|
|
Il grande Quentin Tarantino, uno dei più grandi registi contemporanei torna dietro la cinepresa a tre anni dal suo ultimo capolavoro "bastardi senza gloria" per rendere omaggio a un genere che ha sempre influenzato le sue opere: il western. Inutile dire che il risultato è stratosferico. "Django Unchained" oltre
ad essere diretto da favola, sempre con gusto, originalità e ironia vanta un cast di attori stellari, che spiazzano da una nuova stella del cinema contemporaneo, Christoph Waltz, vincitore del Oscar per bastardi senza gloria e altrettanto straordinario nel capolavoro "carnage", che già è uno degli attori che apprezzò di più negli ultimi tempi al grande Leonardo di Caprio, che ci regala un villain folle e sadico con un interpretazione veramente d'applausi (vergognosa la mancata nomination al Oscar, e ancora più vergognoso il fatto che non ne abbia mai vinto uno) e và sottolineata la superba prova di Jamie Foxx, attore che in genere non amo.
[+]
Il grande Quentin Tarantino, uno dei più grandi registi contemporanei torna dietro la cinepresa a tre anni dal suo ultimo capolavoro "bastardi senza gloria" per rendere omaggio a un genere che ha sempre influenzato le sue opere: il western. Inutile dire che il risultato è stratosferico. "Django Unchained" oltre
ad essere diretto da favola, sempre con gusto, originalità e ironia vanta un cast di attori stellari, che spiazzano da una nuova stella del cinema contemporaneo, Christoph Waltz, vincitore del Oscar per bastardi senza gloria e altrettanto straordinario nel capolavoro "carnage", che già è uno degli attori che apprezzò di più negli ultimi tempi al grande Leonardo di Caprio, che ci regala un villain folle e sadico con un interpretazione veramente d'applausi (vergognosa la mancata nomination al Oscar, e ancora più vergognoso il fatto che non ne abbia mai vinto uno) e và sottolineata la superba prova di Jamie Foxx, attore che in genere non amo. Quali sono i difetti di Django? Nessuno in particolare, in quanto è un'opera che rasenta la perfezione (tra l'altro il mix dei generi western-pulp/splatter è sublime), si ha solo la sensazione che manchino "quei colpi di genio in più" che avevano invece Pulp Fiction (uno dei miei film preferiti), Kill Bill (anche), le iene e bastardi senza gloria, ma il prodotto finale è qualcosa di veramente rarissimo nel panorama cinematografico contemporaneo.
Per finire: il cameo di Don Johnson, il personaggio di Samuel Lee Jackson e la scena comica del klu klux klan sono il massimo, e anche il tema della schiavitù, a differenza di quanto dice qualcuno, è trattato con molto rispetto e comunque ne vengono descritti gli orrori anche se non chiaramente come qualcuno vorrebbe, per intendermi, la crudissima scena dello schiavo che viene fatto sbranare dai cani non è messa dentro a caso come potrebbe sembrare, ma di esempi c'è ne sono a non finire, e solo che vengono narrati "alla tarantino" e non tutti lo capiscono....
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tiamaster »
[ - ] lascia un commento a tiamaster »
|
|
d'accordo? |
|
zelos1977
|
lunedì 28 gennaio 2013
|
tarantino "storico" ..parte seconda
|
|
|
|
Immaginereste voi un regista bianco che simpatizza per il suo protagonista di colore? Bhè è difficile.. e pensate che il personaggio principale è un uomo di colore ex schiavo che si fa giustizia da sè contro i bianchi ai tempi della guerra di Secessione statunitense. Tarantino non delude mai e lo dimostrano i 165 minuti che filano via con un piacere per la audio-visione fuori dal comune.. cast perfetto come sempre, invenzioni registiche sorprendenti e una confezione di gran classe visto che i produttori sono i potenti fratelli Weinstein. Certo la riuscita artistica non è quella del precedente BASTARDI SENZA GLORIA, però è impossibile non rimanere ammaliati dal suo reinventare il cinema ogni qualvolta che gira una nuova pellicola e, soprattutto, nel panorama mondiale nessun'altro filmaker è capace di scriversi sceneggiature così straordinariamente originali ed imprevedibili.
[+]
Immaginereste voi un regista bianco che simpatizza per il suo protagonista di colore? Bhè è difficile.. e pensate che il personaggio principale è un uomo di colore ex schiavo che si fa giustizia da sè contro i bianchi ai tempi della guerra di Secessione statunitense. Tarantino non delude mai e lo dimostrano i 165 minuti che filano via con un piacere per la audio-visione fuori dal comune.. cast perfetto come sempre, invenzioni registiche sorprendenti e una confezione di gran classe visto che i produttori sono i potenti fratelli Weinstein. Certo la riuscita artistica non è quella del precedente BASTARDI SENZA GLORIA, però è impossibile non rimanere ammaliati dal suo reinventare il cinema ogni qualvolta che gira una nuova pellicola e, soprattutto, nel panorama mondiale nessun'altro filmaker è capace di scriversi sceneggiature così straordinariamente originali ed imprevedibili. Il regista fa un suo inaspettato cameo nel finale e omaggia S. Corbucci all'inizio con la canzone Django e alla fine usando il leimotiv che fu di LO CHIAMAVANO TRINITA', lo spaghetti western all'italiana che tanto ha amato. Ci attenderemmo che agli Oscar almeno la migliore sceneggiatura originale fosse premiata, visto che incomprensibilmente hanno escluso le nominations per la miglior regia e per il migliore attore non protaginista Leonardo Di Caprio!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a zelos1977 »
[ - ] lascia un commento a zelos1977 »
|
|
d'accordo? |
|
daf_ma
|
domenica 17 febbraio 2013
|
ottima sceneggiatura e meravigliosa colonna sonora
|
|
|
|
Il cacciatore di taglie, King Schultz, è alla ricerca dei fratelli Brittle per consegnarli alle autorità e ricevere in cambio una grossa somma di denaro. Per riconoscerli ha bisogno dell’aiuto di uno schiavo nero, Django, che, comprato dai fratelli Speck, otterrà la libertà una volta portato a termine il lavoro. Schultz e Django continueranno a collaborare per un intero inverno al termine del quale, sulla base di un secondo accordo, cercheranno la moglie di Django, Broomhilda, venduta a qualche ricco negriero di cui ancora non si conosce l’identità. Gli attori, perfettamente calati nella parte dei cacciatori di taglie, si mettono, dunque, alla ricerca della giovane Broomhilda e scoprono che è stata venduta a Calvin Candie, interpretato magistralmente da Leonardo Di Caprio.
[+]
Il cacciatore di taglie, King Schultz, è alla ricerca dei fratelli Brittle per consegnarli alle autorità e ricevere in cambio una grossa somma di denaro. Per riconoscerli ha bisogno dell’aiuto di uno schiavo nero, Django, che, comprato dai fratelli Speck, otterrà la libertà una volta portato a termine il lavoro. Schultz e Django continueranno a collaborare per un intero inverno al termine del quale, sulla base di un secondo accordo, cercheranno la moglie di Django, Broomhilda, venduta a qualche ricco negriero di cui ancora non si conosce l’identità. Gli attori, perfettamente calati nella parte dei cacciatori di taglie, si mettono, dunque, alla ricerca della giovane Broomhilda e scoprono che è stata venduta a Calvin Candie, interpretato magistralmente da Leonardo Di Caprio. Fingendosi negrieri, Schultz e Django conoscono Candie, trovano Broomhilda e provano a comprarla, adducendo come motivazione la volontà di Schultz di riceverne la compagnia. Sarà Stephen, il capo della servitù, interpretato dal bravissimo Samuel L. Jackson, ad accorgersi del complotto e a svelare a Candie la verità. Da questo momento in poi lo spettatore assisterà ad una vera e propria carneficina che costerà la vita a Schultz e ridurrà Django nuovamente alla schiavitù. Un film western che si spiega su un’ottima sceneggiatura e che fa uso di una meravigliosa colonna sonora, che contiene, tra gli altri, anche un brano cantato in italiano da Elisa. Un film sorprendente, che affronta la tematica del razzismo attraverso scene importanti e a volte piuttosto crude e che cattura l’attenzione per tutta la sua durata anche grazie alla formidabile interpretazione di Christoph Waltz, nei panni di Schultz, un uomo divertente e ironico, scaltro e giusto.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a daf_ma »
[ - ] lascia un commento a daf_ma »
|
|
d'accordo? |
|
germano f.
|
giovedì 14 marzo 2013
|
evasione che rasserena
|
|
|
|
Tarantino è un regista di grande intelligenza; le sue sceneggiature son sempre ritmate e ottimamente calibrate; l'impianto scenografico è ben studiato e di grande impatto visivo; la fotografia sempre intensa e robusta; i rimandi cinematografici sono molteplici e divertenti. Questo suo ultimo lavoro non è da meno : il film è piacevole e scorre che è una meraviglia. Le sensazioni sono positive e le due ore e mezza di visione sono rilassanti, catartiche quasi. Gli attori sono tutti bravissimi, inutile ormai sottolinearlo. Certo bisogna evidenziare il lavoro di un Di Caprio in gran forma e di un Samuel L. Jackson che lascia il segno. Tutti comunque aiutati da una sceneggiatura veloce, dinamica, che lascia spazio ad ogni implicita caratterizzazione anche del più remoto personaggio secondario ( anche se forse bisognava dare più spessore al personaggio di Kerry Washington ).
[+]
Tarantino è un regista di grande intelligenza; le sue sceneggiature son sempre ritmate e ottimamente calibrate; l'impianto scenografico è ben studiato e di grande impatto visivo; la fotografia sempre intensa e robusta; i rimandi cinematografici sono molteplici e divertenti. Questo suo ultimo lavoro non è da meno : il film è piacevole e scorre che è una meraviglia. Le sensazioni sono positive e le due ore e mezza di visione sono rilassanti, catartiche quasi. Gli attori sono tutti bravissimi, inutile ormai sottolinearlo. Certo bisogna evidenziare il lavoro di un Di Caprio in gran forma e di un Samuel L. Jackson che lascia il segno. Tutti comunque aiutati da una sceneggiatura veloce, dinamica, che lascia spazio ad ogni implicita caratterizzazione anche del più remoto personaggio secondario ( anche se forse bisognava dare più spessore al personaggio di Kerry Washington ). Come al solito l'atmosfera dei film di Tarantino viene stemperata da un senso dell'umorismo mai volgare o fuori luogo, mai offensivo o inutile. Anzi è elemento essenziale del racconto, vitale per far respirare una sceneggiatura che altrimenti rischierebbe di prendersi troppo sul serio. I richiami a opere passate sono molteplici soprattutto western italiani anni 60/70, ma anche forti richiami alla mitologia nordica e, ovviamente, il sangue e il suono della carne che rimanda a tutta una cinematografia giapponese fatta di samurai e yakuza ( vedi Kitano ). Le critiche rivolte al film di non aver dato il giusto peso drammatico e una più netta denuncia al tema della schiavitù sono, da un certo punto di vista, motivate. Il tema è trattato un po' superficialmente, quasi con un punto di vista fumettistico, per immagini. Più in generale ogni qualvolta ci si trova a riflettere sui film di Tarantino, dopo una prima entusiastica visione, con il passare dei giorni si ha una strana sensazione di vuoto, la percezione di un'opera che non scava in profondità, un po' infantile. Si ha l'idea che l'entusiasmo iniziale sia dettato più dal ritmo e dalla sagacia delle sue sceneggiature, piuttosto che da un approfondimento pragmatico delle ambientazioni storico-culturali dettate dalla creazione del soggetto. Molteplici potenzialità sprecate sull'altare dell'intrattenimento e della voglia di stupire. Forse Tarantino ha paura di diventare veramente adulto, di crescere. E in questo degnamente ci rappresenta. Come lui si ha paura di capire che il mondo dipinto nei suoi film è plastica fittizia che conduce ad un'evasione ( anche storica ) che è rasserenante. Il suo cinema è un'evasione dai malesseri della vita, da una realtà sempre più misera, da un mondo che, nelle nostre più segrete insicurezze, ci terrorizza enormemente. Un'evasione che, a volte, è anche un po' una caduta culturale. E tutto questo, forse, non è proprio quello che dovremmo aspettarci da un cineasta dal così grande talento.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a germano f. »
[ - ] lascia un commento a germano f. »
|
|
d'accordo? |
|
|