paride86
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giovedì 14 febbraio 2013
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molto bello
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Tarantino non si smentisce e confeziona un film ben recitato e dai personaggi ben scritti, diretto con maestria e attenzione ai classici trash degli anni '70.
La storia verte tutta sul razzismo e, nonostante la durata, non annoia mai.
Non un capolavoro, ma sicuramente un film d'eccezione.
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Tarantino non si smentisce e confeziona un film ben recitato e dai personaggi ben scritti, diretto con maestria e attenzione ai classici trash degli anni '70.
La storia verte tutta sul razzismo e, nonostante la durata, non annoia mai.
Non un capolavoro, ma sicuramente un film d'eccezione.
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shiningeyes
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giovedì 28 febbraio 2013
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leone e corbucci ispirano tarantino
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Era da tanto che Tarantino voleva fare un western, l'amore per i nostri spaghetti western d'altronde, lo ha sempre esternato tramite inquadrature che rimembravano il nostro Sergio Leone (vedasi Kill Bill e Bastardi senza gloria), ed immettendo l'ironia di Corbucci.
In “Django Unchained” propone questo mix più la sua solita comica e violenta stilistica; tra inquadrature alla trilogia del dollaro a presentazione di personaggi meschini,ironici e cinici che si legano bene ai suoi abituali personaggi, dotati di una forte ironia quanto una forte fredezza; il tutto, attorno una immensa e splendida scenografia, che dà un apporto notevole alla già eccellente fotografia di Richardson.
La sceneggiatura riprende molto le epopee western e la classica coppia di cavalieri erranti del genere, più la commistione con le leggende nordiche (spunto preso dalla storia di Sigfrido) narrate dal dentista/cacciatore di taglie King Shultz.
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Era da tanto che Tarantino voleva fare un western, l'amore per i nostri spaghetti western d'altronde, lo ha sempre esternato tramite inquadrature che rimembravano il nostro Sergio Leone (vedasi Kill Bill e Bastardi senza gloria), ed immettendo l'ironia di Corbucci.
In “Django Unchained” propone questo mix più la sua solita comica e violenta stilistica; tra inquadrature alla trilogia del dollaro a presentazione di personaggi meschini,ironici e cinici che si legano bene ai suoi abituali personaggi, dotati di una forte ironia quanto una forte fredezza; il tutto, attorno una immensa e splendida scenografia, che dà un apporto notevole alla già eccellente fotografia di Richardson.
La sceneggiatura riprende molto le epopee western e la classica coppia di cavalieri erranti del genere, più la commistione con le leggende nordiche (spunto preso dalla storia di Sigfrido) narrate dal dentista/cacciatore di taglie King Shultz. Il risultato è efficace, grazie ad un ritmo incalzante e coinvolgente, dove le scene d'azioni violente ed impetuose si alternano bene con quelle riflessive ed intime; l'unica pecca è che, nell'ultima mezz'ora la storia si butterà in favore dell'esplosione di tarantiniana violenza, che comunque ha i suoi lati positivi (splendida la scena della prima sparatoria a Candyland) e, che comunque è meritevole del premio Oscar a Tarantino.
I personaggi sono come sempre la punta di diamante dei film di Quentin: Django è un nero su diecimila, a detta del villain Calvin Candy, che viene addestrato a diventarlo dal suo mentore King Shultz, e che si rivelerà cinico quanto vendicativo per raggiungere il suo obiettivo; non male la prova di Foxx, solo che viene oscurato dalla straripante bravura di Waltz.
Appunto Waltz, ci regala un altro grande esempio di personaggio a tutto tondo, riflessivo, freddo e galante, il quale rimane disgustato dai modi brutali di Calvin Candy, sebbene sia un gelido cacciatore di taglie, mostrandoci quindi, una sorprendente sensibilità; forse era un poco più particolare il personaggio di Hans Landa, ma qui, Mr.Waltz fa centro di nuovo, affermandosi tra gli attori preferiti dai fans dei film di Tarantino e dalla critica (secondo Oscar); Calvin Candy è un villain affascinante quanto odioso, il primo perché ha dei modi che ci attirano e che acquistano il nostro interesse, il secondo perché è abbastanza crudele e viziato da farci irritare; Di Caprio si destreggia bene nel ruolo del villain, anche se, non elimina i suoi soliti scatti da matto che perdurano da “Gangs of New York” fino ad oggi, però, mi sarebbe piaciuto vederlo per un po' di più nella pellicola; Stephen è ancora più odioso, un negro che si rifà sugli altri negri e che è un lecchino della peggior specie; e Samuel L. Jackson ci dà una delle migliori prove in un film di Tarantino.
Gli altri personaggi comprimari come Big daddy sono un fiore all'occhiello che non manca mai nei film di Tarantino, e sono sempre ridicoli e comici. La loro presenza e le loro disavventure sferzano per bene quel fondo di serietà che ci sta nel film, regalandoci risate che alleviano la tensione.
Insomma, Tarantino con questo film, ci offre uno studio interessante sulla schiavitù prima della guerra di secessione, un argomento che hanno trattato in pochi, e di sicuro, non trattato come il nostro Quentin, fra risate, violenza e autodeterminazione che si scatena con il nostro -appunto- scatenato Django.
Non il migliore di Tarantino, ma senz'altro spicca nella sua ottima filmografia.
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danylt
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lunedì 17 giugno 2013
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omaggio al spaghetti western perfetto ma...
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...Strano che ci sia un "ma" per un mio commento ad un film del mio regista preferito Mr Tarantino. Invece un pò con l'amaro in bocca devo dire che questa volta non sono entusiasta al 100% come ero abituata ad essere per ogni pellicola che il maestro ha voluto regalarci. Non per fraintendere, perchè in effetti il mio voto al film ha solo una tacca in meno al punteggio totale, infatti il film è assolutamente perfetto, a partire dalla sceneggiatura (sempre ottima pari alle capacità qualitative della sua regia) fino alla recitazione assolutamente magistrale degli attori. Di Caprio caratterista perfetto, che mantiene una classe e una cattiveria sottotono fino all'esplosione finale di Monsier Candy.
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...Strano che ci sia un "ma" per un mio commento ad un film del mio regista preferito Mr Tarantino. Invece un pò con l'amaro in bocca devo dire che questa volta non sono entusiasta al 100% come ero abituata ad essere per ogni pellicola che il maestro ha voluto regalarci. Non per fraintendere, perchè in effetti il mio voto al film ha solo una tacca in meno al punteggio totale, infatti il film è assolutamente perfetto, a partire dalla sceneggiatura (sempre ottima pari alle capacità qualitative della sua regia) fino alla recitazione assolutamente magistrale degli attori. Di Caprio caratterista perfetto, che mantiene una classe e una cattiveria sottotono fino all'esplosione finale di Monsier Candy. Waltz, beh che dire, perfetto esilarante affascinante, è lui nella prima parte del film a tenere su il tutto, è il perno del film. Ed è proprio da qui che partono le mie prime perplessità: il film ha una sceneggiatura perfetta, viene narrato in modo eccezionale, eppure in alcune parti annoia ed è solo il carisma degli attori che aiuta lo spettatore a gustare il tutto. In ogni film Tarantino mi ha sempre dato quel momento in cui mi aspettavo qualcosa che ribaltasse la storia, che mi lasciasse a bocca aperta ed infine estasiata,Sma se solo in una scena ero li tesa ad aspettarmi il colpo di scena, tutto il resto poi non c'è stato. E' forse questa la causa maggiore del mio disappunto, era tutto abbastanza prevedibile. Ma se l'intenzione del maestro era quella di fabbricare una pellicola perfetta con il solo intento di omaggiare il nostro spaghetti western, allora ci è riuscito alla grande, inserendo anche un nostro caro attore come Franco Nero e la canzone originale cantata dalla nostra Elisa (mi fa sempre strano sentire cantare in italiano in un film americano ma allo stesso tempo mi inorgoglisce)
Quindi il mio è un sentito grazie a Mr Tarantino per averci regalato di nuovo un cinema affascinante e da gran maestro qual' è.
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angelo bottiroli - giornalista
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domenica 23 giugno 2013
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eccezionale film western di quentin tarantino
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Questo “Django Unchained” è sicuramente un capolavoro del genere, che merita tutti gli apprezzamenti del caso.
Il regista Quentin Tarantino, di cui tutti conosciamo l’estro nel realizzare i film (Pulp Fiction e Kill Bill ne sono un esempio) rende omaggio agli “spaghetti western” degli anni sessanta di Sergio Leone, ma ovviamente alla sua maniera e ne esce un “omaggio” che è un vero e proprio capolavoro d’inventiva.
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Questo “Django Unchained” è sicuramente un capolavoro del genere, che merita tutti gli apprezzamenti del caso.
Il regista Quentin Tarantino, di cui tutti conosciamo l’estro nel realizzare i film (Pulp Fiction e Kill Bill ne sono un esempio) rende omaggio agli “spaghetti western” degli anni sessanta di Sergio Leone, ma ovviamente alla sua maniera e ne esce un “omaggio” che è un vero e proprio capolavoro d’inventiva.
Innanzi tutto per aver scelto un cow boy nero interpretato magistralmente da Jamie Foxx premio oscar per Ray (2004) dove per altro ha recitato al fianco di Kerry Washington come in questo film. Un personaggio atipico nei western, ma forse ancor più atipico e sicuramente migliore sotto ogni punto di vista è il personaggio di King Schultz, interpretato in maniera strepitosa da Chistoph Waltz , attore austriaco di 56 anni, forse un po’ sottovalutato che ricordiamo in “Carnage” e “Bastardi senza gloria” dello stesso Tarantino. La recitazione di Waltz è da premio oscar.
Terzo personaggio della serie è Leonardo di Caprio nella parte del cattivo.
Il film merita di essere visto solo per queste tra grandi interpretazioni. Poi, ovvio, c’è tutto il resto: la trama, i paesaggi, le scene volutamente intrise di tanto sangue, con rosso dappertutto, le battute tipiche dei western e la cura maniacale dei particolari voluta da un regista atipico che non realizza mai film banali.
All’inizio sembra di ripiombare indietro di 40 anni con la musica tipica dei western di Sergio Leone, la tratta degli schiavi, i tipici costumi da cow boy, sembra tutto un remake, fino a quando non entra in scena Chistoph Waltz e da quel punto inizia un altro film.
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yrock
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domenica 1 dicembre 2013
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un nuovo eroe: django
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Il film tiene sempre alta la guardia dello spettatore che, non ne resta mai annoiato. Non abbiamo duelli di pistole sotto il sole cocente in questo Western Tarantiniano, ma abbiamo un elemento che era piuttosto marginale negli altri Western: gli schiavi. Il protagonista è quì un ex schiavo afroamericano,ed è quì l'innovazione. Eravamo abituati al bel Clint Eastwood biondo con gli occhi azzurri degli spaghetti Western mentre quì abbiamo un ex schiavo arrabbiatissimo,pronto a tutto pur di liberare sua moglie. L'evoluzione culturale in America dallo schiavismo al primo presidente afroamericano, non poteva che comportare la scelta di un nuovo eroe americano.
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Il film tiene sempre alta la guardia dello spettatore che, non ne resta mai annoiato. Non abbiamo duelli di pistole sotto il sole cocente in questo Western Tarantiniano, ma abbiamo un elemento che era piuttosto marginale negli altri Western: gli schiavi. Il protagonista è quì un ex schiavo afroamericano,ed è quì l'innovazione. Eravamo abituati al bel Clint Eastwood biondo con gli occhi azzurri degli spaghetti Western mentre quì abbiamo un ex schiavo arrabbiatissimo,pronto a tutto pur di liberare sua moglie. L'evoluzione culturale in America dallo schiavismo al primo presidente afroamericano, non poteva che comportare la scelta di un nuovo eroe americano. Durante la visione del film, non possiamo che essere sopraffatti dal gioco di sguardi e dai discorsi ironici dei tre protagonisti, insieme a Django, Candyman ed il Dott. Schultz. Candyman, il grande latifondista bianco, che non permette a nessuno di mettere in discussione il suo potere,è la vecchia faccia del sogno americano, fatto di richezza e crudeltà (con un bel contorno di razzismo). Schultz è l'europeo, ago della bilancia tra Django che vorrebbe sparare a chiunque si muove e Candyman che distrugge tutti i sani principi dell'uomo moderno. Schultz è astuto e riesce a mettere in scena una falsa che tiene tutti sul filo del rasoio. Lo splatter arriva al momento giusto, quando tutto sembra ormai per finire, "l'azione è inevitabile". Yalamovie
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aristoteles
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sabato 29 agosto 2015
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doctor schultz
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Gran bel film.
Il personaggio piu' riuscito e simpatico di tutta la pellicola e' a mio avviso il dottor schultz interpretato da un magnifico Waltz,bravissimo anche DiCaprio che piu' passa il tempo e piu' sembra migliorare.
Splendide e avvincenti le conversazioni tra i due e anche tutta la prima parte del film dedicata alla "professione" dei cacciatori di taglie.
Convincente ma non da capogiro Foxx.
Regia e fotografia impeccabili,un trama veramente interessante e un'azione sempre coinvolgente e dinamica.
Stavo gridando al capolavoro e alla rinascita del western,attraverso il Tarantino piu' maturo di sempre, prima degli ultimi trenta minuti.
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Gran bel film.
Il personaggio piu' riuscito e simpatico di tutta la pellicola e' a mio avviso il dottor schultz interpretato da un magnifico Waltz,bravissimo anche DiCaprio che piu' passa il tempo e piu' sembra migliorare.
Splendide e avvincenti le conversazioni tra i due e anche tutta la prima parte del film dedicata alla "professione" dei cacciatori di taglie.
Convincente ma non da capogiro Foxx.
Regia e fotografia impeccabili,un trama veramente interessante e un'azione sempre coinvolgente e dinamica.
Stavo gridando al capolavoro e alla rinascita del western,attraverso il Tarantino piu' maturo di sempre, prima degli ultimi trenta minuti.
Qui infatti ,a mio avviso,il regista pecca,prima toglie inspiegabilmente lucidita' a Schultz proprio nell'atto conclusivo e poi ci regala un "kill bill"con pistola troppo esagerato.
Nelle prime due ore infatti le sparatorie e le violenze erano cruente ma credibilissime.
Capolavoro sfiorato e grande anche il maggiordomo Jackson.
Consigliatissimo, ma preferisco ancora il buon vecchio Sergio Leone.
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rmarci 05
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sabato 11 maggio 2019
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western impeccabile in perfetto stile tarantiniano
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Quentin Tarantino si approccia per la prima volta allo spaghetti-western, omaggiando i grandi nomi del genere quali Sergio Leone e Sergio Corbucci. Tuttavia, nonostante il film sia un esplicito omaggio a Django con Franco Nero, ha pochi elementi in comune con quest'ultimo e rappresenta un'ulteriore evoluzione nel cinema del regista, in cui il tema della vendetta e della famiglia, già presente in Kill Bill, si fonde abilmente ad una satirica riflessione sulla schiavitù in America prima della Guerra di Secessione, che si collega inevitabilmente al presente per il clima di ignorante intolleranza ed ingiustificato razzismo di cui è pervaso costantemente il film. La storia, a tratti eccessivamente beffarda, è raccontata in perfetto stile Tarantiniano, attraverso dialoghi geniali, alcuni personaggi caratterizzati molto bene, scene memorabili e l'immancabile violenza, che nel finale scade in un'inutile carneficina sinceramente ridicola, forse l'unica scena veramente brutta della pellicola.
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Quentin Tarantino si approccia per la prima volta allo spaghetti-western, omaggiando i grandi nomi del genere quali Sergio Leone e Sergio Corbucci. Tuttavia, nonostante il film sia un esplicito omaggio a Django con Franco Nero, ha pochi elementi in comune con quest'ultimo e rappresenta un'ulteriore evoluzione nel cinema del regista, in cui il tema della vendetta e della famiglia, già presente in Kill Bill, si fonde abilmente ad una satirica riflessione sulla schiavitù in America prima della Guerra di Secessione, che si collega inevitabilmente al presente per il clima di ignorante intolleranza ed ingiustificato razzismo di cui è pervaso costantemente il film. La storia, a tratti eccessivamente beffarda, è raccontata in perfetto stile Tarantiniano, attraverso dialoghi geniali, alcuni personaggi caratterizzati molto bene, scene memorabili e l'immancabile violenza, che nel finale scade in un'inutile carneficina sinceramente ridicola, forse l'unica scena veramente brutta della pellicola. Il regista decide di non puntare sul fascino visivo, comunque degno di nota, ma sul contenuto, in quello che è il suo film più impegnato al livello politico e sociale. L'interpretazione più memorabile è quella di L. DiCaprio, che dà vita ad un personaggio che nasconde, sotto la finta eleganza e compostezza, un profondo odio razziale di indicibile cattiveria. Christoph Waltz ha un grande talento, ma spesso dà l'idea di interpretare la versione buona di Hans Landa (Bastardi senza gloria), ripetendo sé stesso. Da vedere, anche se non tra i più geniali di Tarantino. 3 stelle e mezzo su 5.
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samurai77
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venerdì 18 gennaio 2013
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film eccellente ma...
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Finalmente il giorno dell'uscita di Django è arrivato. Ovviamente immancabile l'appuntamento al cinema per un film che non delude le attese.
La pellicola è un susseguirsi di omaggi al filone degli spaghetti western e al cinema d'oriente e scivola via nelle 2h e 40 circa in modo molto sciolto tenendo inchiodato lo spettatore alla poltroncina con un mix di crudezza in stile Tarantino e gag esilaranti.
La regia non pecca così come la sceneggiatura. La fotografia è folgorante.
Christoph Waltz è semplicemente una spanna sopra tutti, riuscendo a trasmettere stati d'animo differenti semplicemente con la mimica facciale senza dubbio una delle migliori del momento.
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Finalmente il giorno dell'uscita di Django è arrivato. Ovviamente immancabile l'appuntamento al cinema per un film che non delude le attese.
La pellicola è un susseguirsi di omaggi al filone degli spaghetti western e al cinema d'oriente e scivola via nelle 2h e 40 circa in modo molto sciolto tenendo inchiodato lo spettatore alla poltroncina con un mix di crudezza in stile Tarantino e gag esilaranti.
La regia non pecca così come la sceneggiatura. La fotografia è folgorante.
Christoph Waltz è semplicemente una spanna sopra tutti, riuscendo a trasmettere stati d'animo differenti semplicemente con la mimica facciale senza dubbio una delle migliori del momento.
Appena poco sotto uno straordinario Leonardo Di Caprio che nelle vesti del bastardo senza gloria, si trova terribilmente a suo agio ma di certo non lo si scopre oggi..
Jamie Foxx (che io non amo particolarmente) l'ho trovato bravo ma non a livello degli altri attori. Mi ha convinto di più Samuel L. Jackson nei panni del negriero di Candieland.
Il film è senza dubbio eccellente anche se non ha la stessa potenza cinematografica dei precedenti da Kill Bill a ritroso fino alle Iene...
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belskin88
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sabato 19 gennaio 2013
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tarantino fa centro ancora...
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Appena appaiono i titoli di testa già si intuisce che il film che ci si appresta a vedere è un grande omaggio al western all’italiana, particolarmente caro, e si vede, a Tarantino. Django Unchained inizia con una chicca per appassionati del genere ovvero tra le note di Luis Bacalov colonna sonora di Django di Sergio Corbucci e si conclude con una traccia decisamente più popolare come “Lo chiamavano Trinità” di Franco Micalizzi.
Il punto di partenza del film è proprio quel Django del ’66 diretto da Sergio Corbucci; Tarantino infatti ne adotta la colonna sonora e recluta nel suo cast l’allora protagonista Franco Neri dandogli tuttavia una piccola parte.
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Appena appaiono i titoli di testa già si intuisce che il film che ci si appresta a vedere è un grande omaggio al western all’italiana, particolarmente caro, e si vede, a Tarantino. Django Unchained inizia con una chicca per appassionati del genere ovvero tra le note di Luis Bacalov colonna sonora di Django di Sergio Corbucci e si conclude con una traccia decisamente più popolare come “Lo chiamavano Trinità” di Franco Micalizzi.
Il punto di partenza del film è proprio quel Django del ’66 diretto da Sergio Corbucci; Tarantino infatti ne adotta la colonna sonora e recluta nel suo cast l’allora protagonista Franco Neri dandogli tuttavia una piccola parte.
Django Unchained non è chiaramente un western classico, è un mix tra spaghetti western e lo splatter alla Tarantino. Il risultato è una modernizzazione del genere, più cruento, spettacolare e decisamente entusiasmante.
Alcuni dei protagonisti:
Christoph Waltz: Un esagerato Dr. Schultz. In “Bastardi senza gloria” interpretava uno spietato ufficiale delle S.S. ora invece un cacciatore di taglie dotato di una pungente ironia testimoniata anche dall’ultima frase che pronuncia prima di morire e prima di uccidere Calvin Candie (Di Caprio) “..non ho potuto resistere..”.
Leonardo Di Caprio: E’ nato per interpretare il cattivo senza pietà è un ruolo che gli cade a pennello, perfetto come la sua giacca da Mr. Candie.
Jamie Foxx: Oltre a possedere un fisico da vero duro è oggettivamente “scatenato” ciò che combina a Candieland è esagerato e in pieno stile Tarantino. E’ il vero cavaliere romantico che si batte per la sua libertà e per quella della sua amata.
Kerry Washington: La sua è una bellezza particolare frutto dello sfruttamento, della paura, della sofferenza per la precarietà della sua condizione ma anche dell’amore spassionato che la lega a Django.
Samuel L. Jackson: Gli anni passano anche per lui.. Anni fa in Pulp Fiction era Jules e questo bastava, ora è un vecchietto, se così si può dire, di tutto rispetto.
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alexaruta95
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lunedì 21 gennaio 2013
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django unchained : la rinascita del western
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L'omaggio di Tarantino allo Spaghetti Western diventerà una pietra miliare del genere stesso.
Dopo un ventennio cinematografico ricco di successi e di critiche,Tarantino decide di rimodellare uno dei suo generi preferiti donandogli una nuova identità,più moderna e decisamente più Pulp.
La pellicola e' ambientata due anni prima dello scoppio della guerra civile negli USA, ricreando l'atmosfera di quegli anni in maniera ineccepibile,superando quanto era stato fatto con "Bastardi senza Gloria";dal film si possono ricavare i sentimenti e il pensiero di Tarantino riguardo quel periodo storico,e lo si puo notare dai contenuti morali,simbolici e dalle metafore presenti nel film,a testimonianza della crescita di Tarantino come regista e del suo distaccamento da quella violenza talvolta fine a se stessa.
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L'omaggio di Tarantino allo Spaghetti Western diventerà una pietra miliare del genere stesso.
Dopo un ventennio cinematografico ricco di successi e di critiche,Tarantino decide di rimodellare uno dei suo generi preferiti donandogli una nuova identità,più moderna e decisamente più Pulp.
La pellicola e' ambientata due anni prima dello scoppio della guerra civile negli USA, ricreando l'atmosfera di quegli anni in maniera ineccepibile,superando quanto era stato fatto con "Bastardi senza Gloria";dal film si possono ricavare i sentimenti e il pensiero di Tarantino riguardo quel periodo storico,e lo si puo notare dai contenuti morali,simbolici e dalle metafore presenti nel film,a testimonianza della crescita di Tarantino come regista e del suo distaccamento da quella violenza talvolta fine a se stessa. Questo non vuol dire che le pistolettate non ci saranno,anzi ...
La trama si dirama in una storia poco elaborata,senza però risultare banale: il protagonista del film si chiama Django(riferimento al Django di Corbucci),uno schiavo "negro" che incontra per sua fortuna un cacciatore di taglie tedesco,Dr.Schultz, che lo rende libero e lo aiuterà a ritrovare sua moglie,Broomhilda,tenuta prigioniera a Candy Land. La presenza dell'uomo tedesco permette di cogliere la differente mentalità tra europei e americani nel XIX sec.,evidenziando come i diritti umani e la tolleranza non fossero ancora contemplate nelle piantagioni del Tennesse e del Mississippi,dove la schiavitù era legalizzata.Oltre al cast d'eccezione,si aggiunge anche l'ottima scelta della colonna sonora che comprende anche le musiche di Ennio Morricone,sinonimo di garanzia. Il film tiene incollati davanti allo schermo e sebbene abbia una durata di circa 3 ore,non annoia mai. L'unico difetto di Django Unchained e' che non ne ha.
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