Django Unchained |
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Un film di Quentin Tarantino.
Con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Kerry Washington.
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Titolo originale Django Unchained.
Western,
durata 165 min.
- USA 2013.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 17 gennaio 2013.
MYMONETRO
Django Unchained
valutazione media:
3,66
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La Storia reinterpretata da Tarantinodi Michelangelo ScialfaFeedback: 300 | altri commenti e recensioni di Michelangelo Scialfa |
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martedì 22 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film Tarantiniano con la T maiuscola, non solo per l'ottima fattura che si riconferma (Nolan prendi nota!) ma soprattutto per essere la riprova dell'evoluzione piena del grandissimo regista nato all'insegna del Pulp, del quale non rinnega le origini ma bensì ne esalta ancor più la forza scenica stillandolo saggiamente lungo la strada narrativa.
La trama, seppur eccezionale, non è altro che un pretesto... La grandezza non sta nell'intreccio spaccacervelli alla Nolan o nella linearità magistrale alla Hitchcock... Ma nella modalità della narrazione dell'intreccio stesso mediato attraverso personaggi a dir poco straordinari, sia in quanto soggetti scenografici che in quanto attori sublimi! E a tal proposito come non citare l'altra grandissima riconferma di Christoph Waltz questa volta nei panni di un ex dentista ora cacciatore di taglie, dal linguaggio forbito e modi raffinati che stridono con le sue azioni cruente, ma mai gratuite. Assolutamente fantastico "come buon tedesco" nella surreale trasposizione del mito dei nibelunghi! Una modalità di narrazione e di montaggio unica e inimitabile, con una sensibilità musicale da orecchio assoluto visivo! Un' agilità nel cambio di tono improvviso da 0 a 100 in meno di 3 secondi degno di una supersportiva!
Ma sappiamo chi è il genio tarantiniano!
Non mi dilungherei nelle innumerevoli "genialate" che troviamo durante la visione di Django (quindi: andate a vederlo!) ma riprenderei quell'evoluzione lasciata in sospeso...
Vedo in Tarantino una sorta di regista cinematografico che analizza gli eventi storici dal basso - vedi la scena della fantasiosa, ma quanto mai più vera genesi del KKK - una nuova caratteristica che adoro, ma che dico? Che amo! Un'evoluzione tutt'altro che semplicie, dalle pretese e premesse culturalmente elevate, che avanza su un terreno assai scivoloso: il rischio di cadere nel banale e soprattutto nel ridicolo è sempre dietro l'angolo, ma Quentin dimostra di sapersi destreggiare egregiamente tra i vari registri narrativi, unendo assurda comicità e atroce verità in maniera incantevolmente emozionante. Tarantino riesce a trasportarci in un mondo dominato dall'assurdo dei contrasti; figura principe il maggiordomo Stephen, un negro più razzista dei bianchi (un po' come i meridionali leghisti) interpretato dal ritrovato Samuel L. Jackson. Un mondo, che, per sua stessa caratteristica appena analizzata, è totalmente e dichiaratamente irreale. Un mondo arteffato, ossia cinematografico!, che permette a Quentin Tarantino, libero da dogmi manualistici, di rintracciare l'essenza vera della Storia e soprattutto dei comportamenti umani, riuscendo così a spiegar brillantemente le orribili verità del nostro passato.
A onor del vero, elemento già presente nell'altro capolavoro, forse nel complesso della sua totalità filmica superiore, di Bastardi senza Gloria!
Ok sono di parte, concesso...
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