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Film in tv: Il cinema e le altre Arti

In televisione questa settimana vari esempi di come arte, musica e letteratura possano incontrare il film.
di Edoardo Becattini

Grandi geni e grandi falliti

giovedì 15 novembre 2007 - Televisione

Grandi geni e grandi falliti
La domenica televisiva si apre con una notte "artistica", segnata da film biografici o sperimentali su peculiarità e mitologie legate a due grandi maestri della musica e dell'avanguardia pittorica. Pollock (Rete4, 23.40) è il film sulla vita del pittore americano che ha dato vita all'espressionismo astratto attuando un'animata rivoluzione del rapporto fra artista e tela. Ma è anche il film della vita del regista e interprete Ed Harris, attore noto ma non celeberrimo che ha voluto mettere in questa sua opera prima e (per il momento) unica tutto il suo impegno recitativo e il suo amore per l'arte. Fuori Orario a sua volta propone una doppia programmazione legata alla figura del grande compositore Beethoven. Musikanten (RaiTre, 1.50) è l'opera seconda di Franco Battiato che, avvalendosi di tecnica e narrazione estranee al tradizionale, è stato a lungo oggetto di discussione anche per aver messo assieme cultura musicale, filosofica, meditativa. Il tutto in un racconto su di una coppia di oggi che, grazie a delle sedute d'ipnosi, viaggia attraverso spazio e tempo e giunge a conoscere da vicino il grande compositore tedesco. A seguire il ritratto del 1936 che il titanismo visivo di Abel Gance ha realizzato su questa smisurata personalità e all'unico grande amore della sua vita che non fosse la musica: Un grande amore di Beethoven (RaiTre 3.25). Tornando in un territorio propriamente cinematografico, quello del fantastico e della suspense, Angel Heart – Ascensore per l'inferno (Canale5, 2.25) è un thriller con incursioni nel soprannaturale che alla fine degli anni Ottanta ebbe molto successo grazie a una comunione fra noir classico ed estetica seduttiva firmata da Alan Parker (regista molto apprezzato in quegli anni e negli ultimi tempi dimenticato), oltre alla presenza dei due divi Mickey Rourke e Robert De Niro.
Lunedì invece già dal pomeriggio viene offerta la possibilità di godere di classici di cinema d'autore e militanza: La battaglia di Algeri (La7, 14.00) è l'importante opera di Gillo Pontecorvo sulla violenta rivoluzione indipendentista dell'Algeria di fine anni Cinquanta e sulla criminale e sanguinosa repressione della Francia colonialista. Un film che all'epoca ottenne il Leone d'Oro a Venezia per la forza della rappresentazione e una messa in scena antiretorica, ma che fu condannato da diversi critici e dall'intera nazione francese. Meno d'impegno ma non per questo meno realistico il racconto di Little Miss Sunshine (Sky 1, 21.00), in cui una famiglia povera e disastrata del New Mexico parte su di un camper giallo diretta verso la California per far partecipare la più piccola del gruppo al concorso di bellezza cui tanto ambisce. La ridicolizzazione dell'american dream e dell'ottimismo tipico statunitense non hanno impedito al film di ottenere ben due riconoscimenti (sceneggiatura e attore per Alan Arkin) all'ultima edizione degli Oscar. A notte fonda un altro divertente racconto sulla provincia americana firmato da un maestro delle storie corali, che è stato fra i più sapienti nel dosare umorismo beffardo, Robert Altman. La fortuna di Cookie (RaiUno, 3.10) è totalmente incentrato sul suicidio serenamente operato dall'anziana signora del titolo e sui bizzarri espedienti che la famiglia perbenista opera per nascondere il fatto ai benpensanti vicini.

L'impegno e la sovversione dell'ordine costituente
La sera di martedì troviamo sul satellite due commedie improntate a un radicale cinismo e a una velata critica dei valori della società contemporanea. The Opposite of Sex (Sky Mania, 21.00) figura, anche grazie alla presenza di Christina Ricci, vera e propria icona del panorama indie, in quella tipologia di film volutamente "scorretti", resi sapidi da dialoghi taglienti e battute veloci e salaci, che tentano una sovversione dei tradizionali valori della commedia americana. Quel che invece tenta di rovesciare il film spagnolo La comunidad (Sky 3, 23.15) è un classico canovaccio di impianto quasi teatrale (il ritrovamento di una valigia piena di soldi in un condominio e i vari tentativi di accaparrarsela) attraverso dei toni grotteschi e inquietanti che possono facilmente sfociare nell'eccesso e nella tensione. Mercoledì sera torna di nuovo in scena il cinema più d'impegno e di militanza con Ken Loach in una delle sue rare incursioni americane, Bread and Roses (Cult, 21.00), dove Adrien Brody è il sindacalista di un'organizzazione californiana che solidarizza con un gruppo di immigrati clandestini messicani e mette in atto una lotta contro il loro sfruttamento. Nel nome del padre (Studio Universal, 22.55) ci riporta invece da questa parte dell'Oceano per raccontarci la tragica storia vera di Gerry Conlon (lo strepitoso Daniel Day-Lewis), ingiustamente individuato dal governo britannico come un attivo terrorista dell'IRA nel 1974 e per questo torturato in carcere fino alla morte. Da segnalare inoltre, nel cuore della notte, il primo lungometraggio girato in patria da Ridley Scott datato 1977, I duellanti (RaiUno, 3.40). Tratto da un racconto breve di Joseph Conrad, narra i vari episodi di un duello lungo una vita fra Keith Carradine e Harvey Keitel, militari francesi nell'impero napoleonico. Giovedì in prima serata il West secondo Sergio Leone, ovvero quell'originale universo polveroso ed enfatico a cui molte tendenze estetiche e ritmiche del momento direttamente si ispirano. Per qualche dollaro in più (RaiTre, 21.05) è il secondo capitolo della cosiddetta "trilogia del dollaro", che vede di nuovo confrontarsi dopo Per un pugno di dollari Clint Eastwood e Gian Maria Volonté, con l'aggiunta di due grandi comprimari come Lee Van Cleef e il gobbo pazzoide di Klaus Kinski. Thriller sulle ossessioni e le paure dell'America contemporanea è invece Arlington Road (Rete4, 23.25), ovvero la strada di un quartiere residenziale di villette a schiera in cui Jeff Bridges fa conoscenza con Tim Robbins, nuovo abitante dapprima solare vicino e poi misterioso e inquietante possibile terrorista.

Le mutazioni del thriller
Il venerdì è pienamente intriso di atmosfere di tensione e suspense con tre storie che declinano le varie forme del giallo-thriller. La detective story di impianto più classico è quella che si ispira alla regina del genere, ovvero Agatha Christie: Assassinio sull'Orient Express (Rete4, 23.25) è forse l'adattamento più famoso di uno dei suoi racconti, quello in cui Sidney Lumet ha messo in scena un cast straordinario (Albert Finney, Ingrid Bergman, Lauren Bacall, Sean Connery ed Anthony Perkins fra gli altri) per raccontare le indagini del puntiglioso Hercule Poirot su di un omicidio avvenuto sullo storico treno Parigi-Istanbul. Thriller cerebrale e più letterario nei contenuti che non nelle fonti è Swimming pool (Cult, 23.00) di François Ozon. Charlotte Rampling vi interpreta una scrittrice inglese di romanzi gialli in crisi creativa che si trasferisce nella campagna francese e là matura un'insolita attrazione per l'ambigua figlia del suo editore. Più vicino alla dimensione orrorifica, anche se insolitamente "d'autore", è infine Terrore alla tredicesima ora (RaiTre, 1.40), lungometraggio girato da Francis Ford Coppola a ventiquattro anni, dove il futuro regista di Apocalypse Now e Il padrino si confronta con una passione giovanile per la ghost story e il gotico letterario.
A concludere la settimana, un sabato denso di eventi filmici che partono fin dal primo pomeriggio con un film che nel 1988 entusiasmò cinefili e grande pubblico, adulti e bambini, Oscar e festival europei. Chi ha incastrato Roger Rabbit (RaiDue, 15.30) è stata infatti una delle poche grandi produzioni che è riuscita a miscelare sapientemente e a far funzionare l'interazione di animazione con attori reali e il citazionismo del noir con la commedia per famiglie. La notte si apre invece a pellicole dai gusti meno mainstream e un po' più ricercati, come In the bedroom (RaiUno, 1.05), dramma familiare sulla cognizione del dolore e l'elaborazione del lutto nella realtà della provincia americana. Oppure Casomai (RaiUno, 3.10), commedia agrodolce con Fabio Volo e Stefania Rocca che tenta di fotografare senza eccessi o ruffianerie le varie fasi della normale vita di coppia. Ma la vera opera di culto della notte è sicuramente La mosca (Italia1, 2.20): film in cui la matrice fantascientifica della storia dello scienziato soggetto a mutazione viene utilizzata da David Cronenberg per descrivere quell'indissolubile incontrollabilità che ci lega al nostro corpo e alla nostra mente, oltre che per reinterpretare lo stesso concetto di film di genere.

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