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Mélanie Laurent

Mélanie Laurent è un attore francese, regista, produttore, sceneggiatore, è nato il 21 febbraio 1983 a Parigi (Francia). Mélanie Laurent ha oggi 41 anni ed è del segno zodiacale Pesci.

Revenge of the Giant Face

A cura di Fiaba Di Martino

Au revoir, Shosanna
Il profilo incorniciato da spicchi di luce si staglia contro un'enorme finestra a forma di oblò, i capelli sulle spalle sono come una colata d'oro, la schiena è dritta e consapevole, lo sguardo pensieroso e grave, lontano, già oltre. In sottofondo rimbomba David Bowie con "Cat People (Putting out the fire)", a punteggiare la di lei vestizione per la premiére, che è al contempo la preparazione alla guerra di quella notte: guerra che lei, donna, orfana, ebrea, martire e giustiziera, vincerà. Stiamo parlando di Shosanna Dreyfus, già iconico personaggio dell'immaginario cinematografico cult firmato (col sangue) da Quentin Tarantino, nel suo osannato Bastardi senza gloria. Opera stratificata e iperbolica dalla quale si esce inebriati, con un'immagine che non può che imprimersi più di tutte negli occhi degli spettatori cinefili: la faccia gigante di Shosanna, la sua anima che come una fenice resuscita in bianco e nero sul grande schermo e compie la sua vendetta prima di disperdersi nel cielo buio. E lei, Mélanie Laurent, entra nel mito.

Io & Gérard
Prima del film che la consacra, a soli 26 anni, Mélanie era reduce da esperienze lavorative non solo cinematografiche già significative e interessanti. D'altra parte, il suo inizio di carriera è già di per sé una storia che vale la pena raccontare: quindicenne, si trova ad accompagnare un'amica sul set di Asterix e Obelix contro Cesare; ed è proprio Obelix (alias nientemeno che Gérard Depardieu) a notarla e ad intuire il potenziale della fanciulla. È il 1998: Depardieu le dà alcuni consigli preziosi, ma non si limita a suggerirle di fare cinema: la scrittura per il suo film successivo (il primo per la debuttante Laurent), di cui è regista e produttore, Un pont entre deux rives (inedito in Italia, del 1999).

Tra Parigi, Hong Kong e...
Un esordio tutt'altro che in sordina, al quale seguiranno altri lungometraggi francesi, come Ceci est mon corps di Rodolphe Marconi (2001); Baciate chi vi pare di Michel Blanc (2002), in cui intreccia un love affair con Gaspard Ulliel (il giovane Hannibal); Snowboarder di Olias Barco (2003), Il partigiano Moulin di Pierre Aknine (2003), la produzione di Hong Kong Rice Rhapsody diretta da Kenneth Bi (2004); e ancora Le dernier jour (2004), Une vie à t'attendre di Thierry Klifa (2004), e due pellicole di Rodolphe Marconi: Ceci est mon corps (2001), con Jane Birkin e Louis Garrel - presentato al Festival di Cannes di quell'anno-, e Le dernier jour (2004). Film tuttora misconosciuti da noi, ma che la tengono allenata anno per anno e le fungono da palestra per un exploit che dal 2006 in poi non farà che espandersi.

Tutti i battiti del suo cuore
Nel 2005 per Mélanie si registra una svolta: la giovane interprete si cimenta in un lavoro del grande Jacques Audiard, Tutti i battiti del mio cuore. Recita poi in Dikkenek di Olivier Van Hoofstadt (2006), e con un altro importante regista francese, Philippe Lioret, per Je vai bien, ne t'en fais pas (2006): è la sua prima parte da protagonista, accanto a Kad Merad (Giù al nord) e ad Aissa Maiga (Bianco e nero). La pellicola le fa ottenere numerosi riconoscimenti importanti: il Premio Romy Schneider e il Bayard d'or come miglior attrice al Festival internazionale del film francofono di Namur, nel 2006 e l'Ètoile d'or del cinema francese (vinto anche per Dikkenek), il César e il Lumiere come migliore promessa femminile nel 2007. Nello stesso anno è in Days of glory (distribuito in Italia)di Rachid Bouchareb. Mélanie è sempre più indaffarata: è tre film del 2007, Le chambre des morts di Alfred Lot, il thriller Le Tueur di Cèdric Anger e L'amore nascosto: nel denso e doloroso dramma di Alessandro Capone è figlia di Isabelle Huppert. Può inoltre confrontarsi con i grandi nomi del panorama interpretativo francese (da Romain Duris a Juliette Binoche) in Parigi, storia corale diretta da Cédric Klapisch (2008).

Io & Quentin
Dalla capitale francese dei giorni nostri alla Germania della Seconda Guerra Mondiale: un salto (soprattutto di carriera) avvenuto nel 2009, col quale finalmente la talentuosa attrice si impone anche agli occhi hollywoodiani, come meglio non potrebbe: tramite Bastardi senza gloria, appunto. Se servisse un'altra prova del fatto che in certi casi lo shopping è l'ultima delle preoccupazioni delle ragazze, basterebbe l'aneddoto raccontato dalla Laurent in molteplici interviste: dopo provini, chiacchierate, confronti accesi ma ancora nessuna conferma dell'assunzione, mentre con la sua agente è a fare spese Mélanie riceve una telefonata: è Tarantino che la informa che sì, il ruolo chiave del nuovo film in pre-produzione è suo. "Inutile dire che tutti i vestiti finirono a terra, li lanciavamo come coriandoli" racconta ridendo la Laurent.

Ridi, o musa
Di essere felice ha tutti i motivi: diventa la nuova musa di Quentin Tarantino, consegnata alla storia da un abito rosso, il volto in fiamme d'argento, una risata che non si dimentica. Viene candidata ai Saturn Awards e agli Empire Awards come miglior attrice non protagonista e segue il capolavoro di Tarantino prima a Cannes (il film è presentato in concorso), poi ai Golden Globe e infine agli Oscar. Dalla Award Season viene snobbato (l'unico riconoscimento dell'Academy è la meritatissima statuetta a Christoph Waltz, punta di diamante di un cast composto anche da Brad Pitt, Diane Kruger, Eli Roth, Michael Fassbender, Daniel Bruhl); ma Melanie e la sua Shosanna - che gestisce un cinema, una relazione col proiezionista nero, le avances indesiderate di un eroe nazista piccolopiccolo, e un'entrata in scena retta dal suo sguardo verde perla - sono ormai lanciate nell'olimpo: per questo ruolo riceve inoltre l'Austin Film Critics Association Award e l'Online Film Critics Society Award 2009 come miglior attrice.

Suonala ancora, Melanie
Sempre del 2009 è Il concerto di Radu Mihaileanu, film più piccolo ma molto acclamato, in cui Mélanie è una violinista affascinante ed eterea. Nel 2010 la sua carriera si impenna, e l'attrice si sdoppia, sempre più versatile, in un ruolo drammatico accanto a Jean Reno in Vento di primavera di Roselvne Bosch (2010), in uscita italiana il 27 gennaio per la Giornata della Memoria; e affianca come limpido oggetto del desiderio Ewan McGregor in Beginners di Mike Mills. Nel 2013 sarà nel cast di Now You See Me - I maghi del crimine e due anni dopo in By the Sea di Angelina Jolie. Verrà poi diretta da Christian Carion in Mio figlio, in cui affianca Guillaume Canet.

È nata una stella
Basterebbe tutto questo a dimostrarne l'intensa poliedricità, ma c'è di più: contemporaneamente ai suoi impegni di attrice, Melanie è anche nel cast di un paio di serie tv (Route de nuit e Jean Moulin), e si cimenta anche nella regia di due cortometraggi: De moins en moins e A ses pieds: il primo, del 2008, partecipa alla sezione corti del Festival di Cannes.
Inoltre ha diretto (insieme a Cyril Dion) il documentario vincitore del Cesar Domani (2015).
Insomma, per descriverla con una celebre battuta: "praticamente perfetta sotto ogni aspetto".

Ultimi film

Azione, (USA - 2019), 127 min.

Focus

CELEBRITIES
mercoledì 26 settembre 2018
Marzia Gandolfi

Naturalmente bionda, Mélanie Laurent ha infiammato la pellicola di Quentin Tarantino (Bastardi senza gloria) incarnando l'archetipo della Resistenza contro il nazismo. È al tavolo di un Café e in faccia a un soldato tedesco di Daniel Brühl che il (grande) pubblico la scopre per la prima volta ma la sua storia al cinema comincia dieci anni prima. Mélanie Laurent si ritrova suo malgrado davanti alla macchina da presa dopo aver accompagnato, come nella più convenzionale delle commedie americane, un'amica sul set di Asterix & Obelix contro Cesare

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